Libri > Un ponte per Terabithia
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Autore: 00Alice Cullen00    24/09/2009    10 recensioni
Leslie... ricordo ancora i tuoi zigomi... la tua bocca... e i tuoi occhi... di quel verde smeraldo che ancora adesso popola i miei sogni... Era la mia musa... la mia vita... E ora non ci sei più... ed è colpa mia... è solo colpa mia...
Genere: Triste, Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti, scrivo all’inizio perché dopo rovinerei l’effetto…

Questa è la lettera che Jass scrive per Leslie…

Spero vi piaccia…. Fatemi sapere come la trovate…

Un bacio….

Jess & Leslie... un'amicizia che non avrà mai fine...
Ma le storie non sempre finiscono bene... Leslie per sempre nel cuore di Jess...

 

 

 

Il tuo ultimo ricordo

 

 

Una giornata d’autunno, le foglie cadono dagli alberi ed intorno tutto è rossiccio.

Un ragazzino entra nel cimitero, non ha più di 14, ma il suo viso è sofferente e duro…

Cerca con gli occhi un qualcosa… Gira tra le fredde lapidi, e poi ne scorge una particolare… Subito la osserva… è ricoperta di fiori, fiori rossi, viola, bianchi.

Si avvicina cauto… osserva la foto incastonata nella pietra, rappresenta una ragazzina bionda, con gli occhi accesi e vispi, tutta sorridente… la guarda per qualche minuto e poi si butta ai piedi della lapide e inizia a singhiozzare.

Si ricompone e si siede di fianco alla tomba.

Prende un foglio dalla tasca del giubbotto e inizia a leggere.

“Leslie… sono passati due anni ormai… ma tu rimani nel mio cuore… e la ferita che hai scolpito resta, resta come se fosse stato ieri.

Ricordo ancora i tuoi zigomi… la tua bocca… e i tuoi occhi.. di quel verde smeraldo, che ancora ora popola i miei sogni…

Tu eri la mia musa… la mia vita…

Prima di te ero perso… sapevo di avere una vita noiosa e schifosa davanti, e subivo ogni giorno…

Poi sei arrivata tu… Tu… il mio angelo biondo… e mi hai insegnato a staccarmi dalla realtà, e ad aprire la mente… così è nato il nostro Regno… Terabithia…

La realtà non aveva nulla di bello e particolare… ma la nostra immaginazione e il nostro luogo erano più che perfetti…

Vivevamo in un mondo fantastico… ma tutto è durato così poco…

Non riesco a darmi pace… so che è colpa mia… avrei dovuto portarti con me a quel museo…

Ma non l’ho fatto… in parte non volevo… ed un po’ mi ero dimenticato completamente di te… e ti ho condotto alla morte…

Tu… tu eri così… giovane… così bella… E’ stata colpa mia… E’ stata tutta colpa mia…”

Ripete questa frase con un singhiozzo, si ferma torna a piangere, si riasciuga le lacrime e riprende in mano il foglio.

Ogni parola che legge gli fa male… ogni secondo che passa lì è come una coltellata nel cuore… è la vita di chi ha perso una persona cara.

“E ora… ora senza te sono perso… ho un mondo intero, e nessuno con cui condividerlo… vorrei tanto riaverti con me… riabbracciarti… rivedere il tuo sorriso, sentire la tua voce… ma sono solo ricordi che conserverò gelosamente nel mio cuore.

Sei sempre nella mia mente, ogni cosa mi ricorda te… e ogni sera prima di addormentarmi il tuo ricordo si fa vivo, e mi fa scendere quelle due lacrime che squarciano il mio cuore…

Come vorrei rivivere quei momenti con te… e..tornare indietro per… per salvarti”

Le lacrime inondano il suo viso, è tentato di non leggere più, per non continuare a riaprire la ferita.

“Da quel giorno non sono più andato in nessun museo… forse è un atteggiamento infantile… hanno provato a portarmi, ma ogni volta rivivevo quei momenti, ogni volta un terrore mi assaliva, e il mio petto si squarciava dal dolore.

Non mi do pace… come ho potuto non portarti? Come ho potuto non farlo? Perché?

Io volevo condividere tutto con te… ma tu… sicuramente eri già stata in un museo, e io… ero… geloso di questo… sapevo che tu non me lo avresti mai fatto notare ma io non volevo…

Ed ora sono qui… e tu sotto terra, e non è giusto.. la vita è ingiusta…

Avrei dovuto andare io all’inferno… non tu… continuano ad essermi impresse quelle parole che mi disse mio padre “Non so cosa fa dio… ma sicuramente non manderà all’inferno quella ragazzina”

Non può averti mandato all’inferno… tu eri un angelo… e sono sicuro che ora tu sei in cielo…

So che non provi rancore per me… ma io ne provo è stata colpa mia… e vorrei solo tornare indietro… vorrei solo salvarti…

Sei arrivata come sei andata via… così silenziosa, in punta di piedi… e mi hai salvato…

E quindi volevo dirti grazie… grazie per avermi salvato…

Grazie per essere stata con me per quel tempo… e per aver fatto di me, un nuovo Ragazzo…

Ma devo andare avanti… anche se non riuscirò mai a staccarmi da te… piccola fanciulla…

Non ti dimenticherò mai… Sei sempre nel mio cuore… Ti amo come nessuno mai ha fatto… sei stata la persona migliore del mondo…”

Abbraccia la lapide e le da un bacio.

“Dove la corda si è spezzata ho costruito un ponte… mia sorella ha preso il posto come sovrana di Terabithia, ma tu sei sempre la vera reale…

Io non ti dimenticherò mai, e nemmeno il nostro popolo, hai salvato tutti, me e loro…

Ah, non preoccuparti per i tuoi genitori, di tanto in tanto vado a trovarli, mi considerano quasi un figlio, e P.T. è cresciuto, dovresti vedere com’è bello…

Grazie per tutto…”

Prende da sotto il giubbotto un quaderno ed una rosa rossa.

Infila il foglietto appena letto all’interno di quell’album…

Mette il gambo della rosa tra le pagine, chiude il raccoglitore e la posa sulla lapide.

“Questo… è l’album dei disegni… e lo dono a te…

Ora so che tu sei sempre con me… non mi abbandoni nelle difficoltà, ma mi aiuti…

Grazie ancora di tutto… A presto… Leslie…”

Guarda ancora la foto sulla lapide la accarezza e lentamente si alza, si asciuga le lacrime e torna sui suoi passi, questa volta con la certezza di non essere più solo.

  
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