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Autore: Moriko_    25/12/2024    0 recensioni
[Cells at Work! BLACK] [DA4901, J-1178]
"Come era riuscito DA4901 a lasciarsi convincere dal suo amico d’infanzia a vestirsi proprio da quel personaggio, e andare in giro a distribuire regali?"
Si sa: a Natale si è tutti più buoni… ma si è davvero disposti a esserlo anche di fronte a richieste che possono risultare assurde?
[No spoiler, What if]
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Fanfiction

Sommario.
"Come era riuscito DA4901 a lasciarsi convincere dal suo amico d’infanzia a vestirsi proprio da quel personaggio, e andare in giro a distribuire regali?"

Si sa: a Natale si è tutti più buoni... ma si è davvero disposti a esserlo anche di fronte a richieste che possono risultare assurde?

[Una "What if" divertente che non tiene conto degli eventi che accadono a un certo punto in poi del manga di Cells at Work! BLACK. Dunque, questa volta niente spoiler!]


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Uno strano (Babbo) Natale.



Come era riuscito DA4901 a lasciarsi convincere dal suo amico d’infanzia a vestirsi proprio da quel personaggio, e andare in giro a distribuire regali?

Al suo amico era bastato vedere in azione il virus dell’influenza, con un particolare vestito rosso e un curioso cappello a punta, che portava un sacchetto pieno di strani doni - ma in realtà trappole mortali per le cellule - per farsi venire in mente quella che era l’idea più assurda di tutti i tempi.

«E se per Natale ci vestissimo tutti così per fare le nostre consegne?»

A pensarci bene, il giorno di “Natale” sarebbe stato un giorno come tutti gli altri, per cui loro non avrebbero avuto nemmeno il tempo di fermarsi per “festeggiarlo” - per dirlo con le parole dell’organismo nel quale lavoravano. DA4901 aveva sentito parlare di questa particolare festa nel cervello: qualche giorno prima, mentre stava effettuando una consegna in quel luogo, il comandante stava parlando del fatto che l’organismo si stava preparando a questo giorno speciale nel quale scambiava con i propri simili dei piccoli doni, in pace e armonia. Dalle parole del comandante, sembrava che quei regali fossero diversi da quelli che aveva portato il virus dell’influenza: non erano sorprese portatrici di caos, piuttosto erano oggetti semplici e graziosi, che sarebbero stati custoditi con molta cura da chi li riceveva.

Ed era stato proprio da quel momento che il suo amico d’infanzia, dai capelli raccolti in una lunga coda, aveva iniziato a insistere affinché si vestissero da “Babbo Natale”: questo era il nome del personaggio che SS1104 esclamava con entusiasmo ogni giorno che passava.

«Non vedo l’ora che arrivi Santa-san!»

«Ho sentito che Santa-san porta dei bei doni a chi si è comportato bene... e io mi sono comportato bene, vero?»

«01-kun, non essere così arrabbiato, altrimenti Santa-san non ti porta ciò che desideri!»

E basta con questo “Santa-san”: anche tu sai benissimo che non esiste! - avrebbe voluto rispondere DA4901 al suo amico d’infanzia. 

Ma non era riuscito a farlo, perché nei suoi occhi aveva visto lo stesso entusiasmo di altre cellule che ben conosceva e con le quali aveva a che fare ogni giorno.


«Scordatelo.»

DA4901 guardò con cipiglio un giovanotto dagli occhi messi in risalto dalla montatura squadrata e dai capelli marroni, dai quali spiccava un ciuffo ribelle rispetto al resto della capigliatura. Il suo collega di lavoro, AA2153, aveva una folta barba finta, in testa un cappello rosso la cui punta, adornata da un piccolo pompon bianco, cadeva sulle spalle, e tra le mani una scatola d’ossigeno che aveva colori diversi dal solito: dal consueto colore bianco con i particolari azzurri si era passato a un rosso acceso con sfumature giallo oro, e su uno dei lati della scatola vi era una grande etichetta con la scritta “Christmas edition. Happy Holidays!”

«Io non mi metto quella roba, te lo dico» commentò il giovane dai capelli corvini, dando un profondo sbuffo. «Sembriamo dei buffoni!» 

«Su, non vuoi essere Santa-san per un giorno?»

L’altro gli porse la scatola con un grande sorriso, ma DA4901 gli voltò le spalle, con le braccia conserte. «Mi dispiace, ma no: siamo solo dei globuli rossi, che senso ha festeggiare una cosa del genere? Stiamo lavorando… anzi, oggi più di prima: vedrai la grande quantità di cibo che ingurgiterà questo organismo!»

«Non dirmi che preferisci essere il Grinch…»

«Il che

«Il Grinch! Non lo conosci? Nel mio corpo d’origine, una volta sono arrivate delle informazioni al cervello riguardo questo personaggio, dopo la visione di un film: è un personaggio scontroso, irascibile e molto solitario… in questo momento me lo ricordi molto!»

«Ti sembro il tipo che va dietro a queste idiozie? Ovvio che non lo conosco… anzi, scommetto che nessuno di noi l’ha mai sentito nominare.»

DA4901 tornò a guardare il suo compagno di lavoro. AA2153 non si era mosso di un millimetro, in attesa che egli prendesse la scatola che gli stava porgendo.

«Quindi cosa farai?» gli chiese. «Riprenderai a lavorare, o resterai per tutto il giorno qui a guardarmi mentre ho in mano questa scatola?»

Il giovane dai capelli corvini lo squadrò da cima a fondo, e dopo un attimo di silenzio si decise ad afferrare la scatola. «Riprenderò a lavorare, ma senza di te. SS1104 avrà convinto tutti per questa buffonata… ma non riuscirà a convincere anche me. Dove è diretta questa consegna?»

AA2153 gli mise il documento della consegna nella tasca. «Polmone sinistro. L’indirizzo preciso è scritto sulla ricevuta, e per qualsiasi dubbio puoi dare un’occhiata alla mappa.»

«Lo so, lo so: non sono uno sprovveduto…» disse DA4901, che si allontanò dal suo compagno dopo averlo salutato.


«Dunque dunque: il Grinch, eh?»

DA4901 sobbalzò non appena svoltò l’angolo di quella strada dove si era separato da AA2153, e per poco non aveva fatto cadere la scatola che stava portando con sé. All’improvviso si era trovato di fronte a SS1104, anche lui con gli stessi accessori che indossava il giovane dai capelli marroni, con la sola differenza delle loro quotidiane divise da lavoro.

«Dovrò fare qualche ricerca approfondita, mi sembra un personaggio molto interessante! Ha ragione il nostro compagno, mi ricorda tanto qualcuno…» disse l’amico divertito, per poi porgergli una folta barba bianca e un cappello come quello che aveva sulla testa. «Dai, ti assicuro che anche tu ti divertirai!»

DA4901 fu irremovibile. «No.»

«Eddai, ti prego!»

«Ti ho detto di no.»

«Ma cosa ti costa? Ti assicuro che sarai più carino così, le cellule apprezzeranno!»

«Cosa non capisci della parola “No”, 04-kun? Oppure devo rappresentarlo con un disegno?»

«Uffa… sei sempre il solito. E va bene: non avrei mai voluto farlo, ma…»

Lo sguardo di DA4901 divenne colmo di curiosità nel vedere il suo amico posare la finta barba e il cappello a terra, aprire il suo marsupio e prendere in mano il suo cellulare. Cercando di trattenere le risate, SS1104 proseguì: «E se ti dicessi che questo travestimento potrebbe piacere a qualcuno di tua conoscenza

«Primo, il nostro non è un travestimento vero e proprio perché abbiamo solo una barba e un cappello. Secondo potrebbe anche piacere ai nostri superiori, ma la mia risposta resta sempre la stessa: no. Ora, se non ti dispiace, devo fare una consegna: ci vediamo più tardi.»

DA4901 riprese il suo cammino e superò il suo compagno, ma arrestò il suo passo quando udì alle sue spalle la seguente affermazione, detta con spasso: «Nemmeno a un certo globulo bianco dai codini rosa? E se te lo stai chiedendo, sì: ho anche le prove!»

Il giovane globulo rosso dai capelli corvini voltò lentamente la testa, senza nascondere il suo stupore. «Cosa… cosa hai detto, scusa?»

SS1104 scoppiò a ridere. «Ora ti interessa, eh? Lo sapevo… vieni qua, ti mostro una cosa.»

«Mi interessa perché chissà quale guaio hai combinato, conoscendoti!» DA4901 posò la scatola e tornò dal suo compagno, guardandolo di sbieco. «Dunque?»

«Dunque, la questione è semplice: ho incontrato lei e le sue amiche mentre stavo facendo una consegna, e dopo averle salutate per caso le mie orecchie hanno sentito che stavano facendo un bel discorsetto su Santa-san; così, senza farmi notare, mi sono nascosto e ho origliato tutto… anzi, ho fatto anche un video, perché so che ti sarebbe piaciuto vederlo!»

«C-Cosa hai fatto, tu?!»

Il volto di DA4901 divenne cremisi. Guardò l’amico con gli occhi spalancati e l’imbarazzo che gli stava salendo fino alla punta dei capelli. «Non… non si sono accorte di nulla, vero?»

«Assolutamente no, altrimenti non sarei qui a parlare con te! È un rischio che ho corso ben volentieri… tutto per te, amico mio!»

SS1104 premette sul cellulare il tasto “Play”. Nonostante lo zoom impiegato avesse peggiorato la qualità della ripresa, in quel video era ben distinta l’immagine della ragazza con le code rosa, J-1178, seduta su una panchina con le sue amiche poco lontano da lì. Il video era breve e non si riusciva a capire tutto a causa della confusione dovuta al via vai delle cellule che stavano lavorando, tuttavia DA4901 riuscì a cogliere una frase ben distinta in quel discorso, proveniente dalle labbra di J-1178:

«Vorrei tanto che la notte del 24 arrivi da me Santa-san con un bel regalo: so che non esiste, ma sarebbe bello!»

A fine video, il giovane dai capelli corvini prese un profondo respiro e disse: «Un video molto utile… però ora devi cancellarlo.»

La risposta del suo amico fu categorica: «No.»

«Cancellalo. Subito.»

«Ti ho detto di no, non lo farò.»

DA4901 fu sul punto di perdere la pazienza. «Te lo ripeto: cancella quel maledetto video.»

«Urm…» In quel momento, sembrò che SS1104 fosse sul punto di acconsentire alla sua richiesta: si portò una mano sotto il mento, nell’atto di riflettere, e tornò a parlare solo dopo un momento di silenzio. «Va bene, lo farò… ma a una condizione.»

«Sentiamo.»

«Devi vestirti da Santa-san e portarle un bel regalo!» Il suo amico aprì di nuovo il marsupio e, questa volta, da esso prese un intero costume da Babbo Natale. «Guarda caso, ho con me anche questo costume: saresti perfetto!»

L’altro sboccò. «Non ci penso nemmeno! Vuoi rendermi ridicolo di fronte a lei?»

«Wow… non immaginavo che avresti detto “a lei”, credevo che non volessi farlo per tutti!»

«Ovvio che vale anche per il resto dell’organismo, però non voglio che lei mi veda come un imbecille!»

«Non sarai un imbecille, perché sarai Santa-san! Quello originale, non un semplice globulo rosso con un cappello a punta e una barba!»

«In ogni caso la risposta è no! Puoi tenerti il video, tanto non puoi mostrarlo ai diretti interessati altrimenti saresti tu a finire nei guai, arrivederci!» DA4901 riprese la scatola che aveva lasciato a terra e si allontanò dal suo amico, borbottando un «Al diavolo Natale e questo Santa-san… cosa cambia per noi globuli rossi? Non capisco…»

«Cosa hai detto?» gli chiese SS1104, in quel momento di spalle a lui. «Potresti ripetere, per favore? Non ho sentito bene.»

«Ho detto che questa festa è solo un’idiozia, e che questa idea di vestirsi da Santa-san lo è altrettanto!» tuonò DA4901, senza voltarsi. «Spero che ora sia chiaro, a dopo…»

Il giovane fece qualche altro passo, ma si immobilizzò non appena udì alcune frasi registrate provenienti dal cellulare del suo amico. In cuor suo sperò di essersi sbagliato, che le sue orecchie lo avessero tradito; purtroppo per lui, ebbe la conferma dei suoi sospetti quando tornò a guardare l’amico che nel frattempo stava osservando il cellulare, dal quale DA4901 riuscì a udire l’ultima frase che aveva appena pronunciato, più e più volte.

«Ho detto che questa festa è solo un’idiozia, e che questa idea di vestirsi da Santa-san lo è altrettanto!»

DA4901 iniziò a sudare freddo, e iniziò a capire perché il suo amico lo avesse ripreso proprio in quel momento. Se quel video fosse finito nelle mani sbagliate… proprio nelle mani di quel globulo bianco, lui…

«Sai che le si spezzerà il cuore se dovesse sentire queste parole… da te?» disse SS1104, senza nascondere la sua soddisfazione per ciò che aveva appena fatto. «Puoi ben immaginare cosa potrebbe accadere… vuoi verificarlo insieme a me? Già che ci sono, forse è meglio se inizio a organizzare il tuo funerale…»

In pochi secondi il globulo rosso dai capelli corvini ridusse le distanze dal suo amico, portandosi a un soffio da lui. «Non avrai mai il coraggio di mostrarlo,» gli mormorò con indignazione, «altrimenti anche tu finirai a pezzettini: altro che farmi il funerale, saremo in due a rischiare la vita!»

«Tu dici?» SS1104 fece spallucce, senza lasciarsi scalfire da ciò che gli era stato detto. «Mi conosci abbastanza, per cui già sai che lo farò in ogni caso.»

«Non osare farlo, altrimenti…»

«Altrimenti cosa? Le mostrerò solo la verità dei fatti, cioè che a te questa festa non piace. Per te la sincerità viene prima di tutto, perciò cosa ti cambia che lo sappia in questo modo?»

«Nulla, ma…» DA4901 abbassò lo sguardo, mortificato, «ma il tuo è un tiro mancino. Ti dico solo che non è giusto…»

«Allora indossa questo costume da Santa-san e vai da lei!»

«Te l’ho già detto: scordatelo.»

«Guarda che non hai molta scelta, 01-kun: o glielo dici tu vestito da Santa-san, oppure glielo dico io con questo video. Allora, cosa hai deciso? Giuro che cancellerò il video una volta che mi sarò rassicurato che sarai da lei, parola di amico!»

DA4901 puntò lo sguardo verso il costume che SS1104 aveva ancora in mano, dopodiché lo prese insieme alla barba e al cappello che erano rimasti a terra.

«Dico solo che mi stai ricattando, e non è corretto.»



E qui si torna all’inizio della storia.

Come aveva fatto DA4901 a lasciarsi convincere dal suo amico d'infanzia a indossare quel ridicolo costume da Santa-san e a girare per l’organismo a distribuire regali?

La risposta, per quanto umiliante per lui, era piuttosto semplice: attraverso un ricatto. E per tutto il giorno, il giovane globulo rosso non aveva fatto altro che sentirsi a disagio nei panni di una figura leggendaria che non gli apparteneva; per sua fortuna, nessuno l’aveva ancora riconosciuto, ma l’imbarazzo cresceva in lui ad ogni passo, come una presenza costante che lo opprimeva sempre di più mentre correva tra i vasi sanguigni.

E la cosa peggiore era che tutti lo stavano fissando: alcuni con occhi pieni di stupore, altri con una curiosità che non faceva altro che peggiorare la sua sensazione di essere in un incubo dal quale non riusciva a scappare.

In quel momento, DA4901 desiderava solo sparire nel nulla, forse nella milza, dove nessuno l’avrebbe mai più trovato. A un certo punto gli sembrava persino di sentire i pensieri delle cellule che incrociava, tutte meravigliate o confuse, ognuna con la sua personale reazione al suo aspetto insolito.

Ogni tanto, una di esse sembrava sul punto di fermarlo, forse per chiedergli qualcosa o semplicemente per soddisfare quella curiosità che gli pulsava nelle vene, ma DA4901, con la tipica disciplina dei globuli rossi, continuava a far finta di non vedere nulla, come se fosse tutto normale: tirò dritto, verso la sua destinazione, sperando di riuscire a completare il suo incarico senza dover affrontare altre interruzioni.

Ma qual era, esattamente, la sua destinazione?

Non riusciva nemmeno più a ricordarlo, talmente la sua mente era annebbiata dalla vergogna. Il solo pensiero di camminare per i vasi sanguigni vestito come un Santa-san di seconda mano, senza nemmeno una slitta o delle renne per fare il minimo di dignità, lo stava mandando fuori di testa.

Quando finalmente si addentrò in un capillare stretto e poco trafficato, sentì un piccolo sollievo. Si fermò un attimo a riprendere fiato, sentendo il battito del suo cuore che finalmente rallentava. Afferrò la ricevuta per la sua prossima consegna, la srotolò velocemente e, appena lesse le parole “midollo osseo”, gli occhi gli si spalancarono di sorpresa e panico.

Il midollo osseo? Il luogo d’origine dei globuli rossi e bianchi?

Oh, perfetto. Con sarcasmo si disse che aveva proprio iniziato quella giornata alla grande, e subito ripose il foglio nella tasca dei pantaloni. Se qualcuno scopre che sono io, la mia identità sarà la barzelletta del sistema per generazioni!

Un altro profondo respiro.

Un altro tentativo di mantenere la calma.

Uscì dal capillare, e, come se quella non fosse già una delle sue giornate peggiori, fece il suo cammino, passo svelto, con il volto nascosto dalla barba bianca che contrastava stranamente con il suo costume rosso, proprio come il colore del suo imbarazzo.

Midollo osseo… aiuto, pensò, con un brivido che gli percorse la schiena. Ho proprio una brutta sensazione riguardo a questo…


DA4901 continuava a farsi strada nel flusso sanguigno, cercando di mantenere un certo equilibrio, ma il peso della vergogna per quel costume lo stava quasi schiacciando. Ogni passo sembrava più faticoso del precedente, e la sua mente era un turbinio di pensieri confusi e imbarazzati. Desiderava solo che tutto finisse in fretta, che qualcuno gli dicesse che quella giornata era stata un errore collettivo, e che il suo costume di Santa-san potesse svanire come per magia.  

Purtroppo, il destino aveva altre sorprese in serbo per lui.  

Un piccolo gruppo di cellule, troppo vivaci per passare inosservate, apparve all’orizzonte. Eritroblasti e mielociti, piccoli e rapidi, si avvicinarono in un batter d’occhio, e DA4901 non fece nemmeno in tempo a notarle che già sentiva le loro voci squillanti.  

«Santa-san! Santa-san!» urlarono in coro, con occhi pieni di entusiasmo e voci che sembravano quasi troppo forti per il suo povero spirito. «Che bello vederti!»  

DA4901 non ebbe nemmeno il tempo di fare un passo indietro che il gruppo lo aveva già circondato completamente. Si fermò di colpo, sollevando le mani in segno di pace, cercando di mantenere il controllo.  

«C-ciao piccini, che succede?» tentò di mantenere un tono neutro, ma la sua voce tradiva l’evidente sforzo di sembrare calmo.  

Le piccole cellule, ignare della vera identità di “Santa-san”, saltellavano attorno a lui con occhi spalancati per l’emozione, esprimendo un entusiasmo che gli faceva quasi male. Erano felicissime di incontrare quello che, agli occhi loro, era nientemeno che una figura leggendaria.  

«Santa-san! Ci hai portato i regali?» chiese uno di loro, il viso illuminato dalla curiosità. «Siamo stati così bravi quest’anno, non è vero?»  

Un altro eritroblasto, un po’ più robusto degli altri, si fece avanti con una domanda ancora più ansiosa. «Sì, sì! Dove sono i regali? La maestra macrofago ce l’ha detto! Tu porti i regali!»  

DA4901 sentì il sudore scorrergli lungo la schiena. Cercò di mantenere il sorriso, ma era palesemente forzato. «Ecco… a dire il vero…»  

Ma, come era facilmente prevedibile, le piccole cellule non stavano nemmeno ascoltando. Un mielocita, il più piccolo di tutti, saltò su una sua spalla, ansioso di scoprire cosa avesse nel sacchetto. «Dai, fai vedere, fai vedere!»  

Il giovane globulo rosso tentò di mantenere la calma, ma ormai l’agitazione stava montando dentro di lui. Il gruppetto lo aveva ormai circondato completamente e il suo sguardo cercava freneticamente una via di fuga: doveva uscire da quella situazione e fare la sua prossima consegna al più presto.  

«Beh, guardate, ehm… ho altri regali da consegnare, sì!» balbettò, come se avesse appena avuto un'idea brillante. «Giusto, sì! Altri regali in arrivo, non posso fermarmi a chiacchierare troppo a lungo!» Cercò di fare un passo avanti, ma il gruppo lo seguì come un’unica entità, senza alcuna intenzione di lasciarlo andare.  

«Ma che tipo di regali?» chiese uno, e subito un altro aggiunse: «Strani regali, come quelli che abbiamo visto l’altra volta?»  

DA4901 strinse i denti. Strani regali? L’altra volta? Cosa avevano visto l’altra volta? Un altro disastro ambulante sotto forma di distribuzione di regali?  

Non c’era più tempo per riflettere: doveva fuggire prima che la situazione diventasse ancora più ridicola.  

«Ah, non posso dire nulla!» continuò a improvvisare, cercando di sembrare più misterioso e autoritario di quanto si sentisse in realtà. «È una sorpresa! Vi consegnerò i regali più tardi, ma ora devo andare, altrimenti…» Si fermò, facendo una pausa drammatica, mentre il gruppo si fermava per un attimo, confuso dalla sua dichiarazione, «altrimenti sì, perderò il treno!»  

Il silenzio che seguì sembrò sospeso nell’aria. Poi, uno degli eritroblasti, con l’aria di chi non aveva capito nulla, lo guardò con occhi spalancati e gridò: «Treno? Dove? Posso venire anch’io?!»  

Un altro aggiunse, perplesso: «Ma da quando Santa-san viaggia con il treno? E la slitta con le renne? Si è rotta?»  

DA4901 era sul punto di esplodere. Non lo so, non lo so… basta! 

Non riuscì a trattenere un altro sospiro. Doveva pensare a qualcosa, altrimenti sarebbe rimasto intrappolato in quella folla di piccole cellule entusiaste per tutta la giornata.  

Con un colpo di fortuna, un altro globulo rosso passò velocemente accanto a lui, e DA4901 colse l’opportunità di fuggire. Senza pensarci due volte, si lanciò verso la direzione opposta, lanciando solo un veloce «Guardate: lui è il primo, ci vediamo più tardi!» senza nemmeno aspettarsi una risposta.  

Arrivato finalmente al “punto di consegna”, si avvicinò al globulo rosso che lo guardò con un’espressione confusa e gli diede il pacchetto, senza nemmeno chiedersi se fosse davvero il destinatario.

Chissenefrega se è lui o no: qui non resto nemmeno un secondo in più!

Alle sue spalle, gli eritroblasti rimasero per un attimo in silenzio, confusi, ma presto ripresero a saltellare e gridare, come se nulla fosse successo.  

«Ma Santa-san non ci ha ancora portato i regali!» si lamentò uno di loro, mentre un altro, più ottimista, esclamò: «Non importa, sarà una sorpresa!»  

DA4901 non si fermò nemmeno a guardare indietro. Sentiva ancora il loro chiacchiericcio alle sue spalle, ma si affrettò lungo i vasi sanguigni, sperando di raggiungere la sua prossima destinazione prima che qualcuno altro si accorgesse del suo travestimento.  

Se non fosse per la minaccia di 04-kun, avrei mandato a quel paese tutti i miei compagni di lavoro per questa idea davvero assurda!


DA4901 proseguì la sua corsa, ma ogni passo che compiva sembrava caricarlo di un’inquietudine crescente. Aveva già superato un paio di svolte strette e ora si trovava in una zona del flusso sanguigno che non visitava da tempo. Le cellule che gli incrociavano la strada lo osservavano con curiosità, ma nonostante il suo impegno a mantenere un’aria impassibile, la sua mente non riusciva a liberarsi dalla sensazione opprimente di essere fuori luogo. Il costume di Santa-san, con il suo ridicolo accostamento di barba bianca e giacca rossa, non faceva che accentuare la sua stranezza. Ogni suo movimento sembrava più goffo, ogni passo un passo più falso.

D’improvviso si fermò davanti a un gruppo di globuli bianchi che pattugliavano la zona, vigili e pronti a intervenire in caso di infezioni.

Il cuore di DA4901 cominciò a battere più forte. Non temeva tanto di essere riconosciuto - con tanto di figuraccia annessa - quanto di essere scambiato per un qualche batterio e fatto fuori in un istante.

Forse dovrei togliermi questo costume… ma se quel pazzo di 04-kun lo venisse a sapere?

Si guardò intorno, scrutando il campo circostante in cerca di una via d’uscita. Poi, con un sospiro, decise di fare un passo rapido, cercando di sfuggire di soppiatto. Ma, proprio nel momento in cui stava per scivolare via, uno dei globuli bianchi lo fermò.

«Ehi, tu!» disse una voce roca e autoritaria.

DA4901 si irrigidì. Ecco, sono finito. Si girò, cercando di apparire indifferente, ma sapeva che ormai era troppo tardi.

Il globulo bianco lo stava osservando con uno sguardo che passava dall’incredulità a una curiosità palpabile. «Sei… sei davvero Santa-san?» chiese, come se fosse una domanda quasi impossibile da credere. «Caspita, da quanto tempo non ci incontriamo, sono felice che tu sia sopravvissuto a tutto ciò che questo corpo ha sopportato!»

DA4901 non poté fare a meno di provare una sensazione di sollievo inspiegabile. Non l’avevano riconosciuto per il sostituto di Santa-san, ma come l’originale.

La pressione si alleggerì, anche se un lieve senso di imbarazzo persisteva: cercò di mantenere la calma, ma il respiro gli sfuggiva un po’ più in fretta del solito. «Sì, io… io sono Santa-san,» disse, cercando di dare alla voce la solennità che avrebbe dovuto avere, ma che suonò, almeno per lui, un po’ strana. «Come ben sai, oggi ho delle consegne… beh, speciali per ciascuno di voi.»

Il globulo bianco lo scrutò a lungo, poi, con un respiro profondo, fece un passo indietro e lo guardò con un sorriso che non riusciva a trattenere. «Beh, se c’è anche un regalo in arrivo per me, nonostante ormai non sia più un mielocita… ah ah, ma cosa dico! Lo so bene: Santa-san arriva solo per le cellule più giovani, io ormai sono già abbastanza matura! Ma va bene, va bene: puoi passare… e mi raccomando, porta tanta gioia e felicità alle future generazioni!»

Quella risposta lo fece sentire stranamente sollevato: non era stato scambiato per un impostore, ma per il vero Santa-san.

Forse… forse sta funzionando…

Dopo essersi congedata da lei, DA4901 proseguì il suo cammino, riflettendo su quanto quella giornata stesse prendendo una piega sempre più strana… ma al contempo più tranquilla rispetto ai primi momenti.

Tuttavia, non fece in tempo a fare altri due passi che si bloccò di nuovo, questa volta con il cuore che si fermò per un istante. Nel mezzo della strada, davanti a lui, c’era J-1178: la ragazza dai codini rosa che aveva cercato di dimenticare per tutto il giorno. Era seduta su una panchina, come se stesse aspettando qualcuno, e quando i loro sguardi si incrociarono, DA4901 sentì un nodo in gola.

Merda! Mi ha riconosciuto!

J-1178 lo guardava con quella curiosità infantile che DA4901 aveva cercato di evitare in tutti i modi. E in quel momento, nel cuore del giovane globulo rosso, scattò qualcosa che non poteva più ignorare.

Il ricatto di SS1104, il video, la vergogna… tutto sembrava esplodere dentro di lui. La tentazione di voltarsi e fuggire era forte, ma c’era qualcosa che lo tratteneva, qualcosa che non poteva più negare, qualcosa che si rivelava in un angolo nascosto del suo cuore: la sincerità.

Il suo amico d’infanzia aveva avuto ragione: per lui, la sincerità veniva prima di ogni altra cosa, e non poteva più ignorarla. Così, sospirò, sistemò il cappello, si aggiustò la barba e si avvicinò a J-1178. «C-ciao» balbettò, la voce che tremava. «S-sono felice di vederti qui. Ecco…»

Ma non fece in tempo a finire la frase: il volto della ragazza si illuminò, e un sorriso sincero si disegnò sulle sue labbra. «Santa-san!» esclamò lei. «Sei davvero tu? Ti stavo aspettando, sapevo che saresti venuto!»

DA4901 esitò, ma poi, con un sorriso che non riusciva a reprimere, annuì. «Sì, sono proprio io. E ho un regalo per te.»

In quel momento, mentre si preparava a consegnarle il piccolo dono, il globulo rosso capì una cosa fondamentale: a volte, il vero regalo non era tanto la forma in cui veniva dato, ma il significato che si nascondeva dietro.

E capì anche che la verità avrebbe potuto aspettare. Almeno per quel momento.



Bonus.


Poco più in là, in un angolo discreto della strada, un giovane globulo rosso stava filmando l'intera scena, divertito, con risatine che ogni tanto sfuggivano dalle sue labbra.

«Ma come sei bravo a fare Santa-san, 01-kun! Vedi, 76-kun? Io ti dico che dovresti imparare da lui, oggi che ti dirigi verso i reni!»

Il suo massiccio compagno di lavoro, fermo poco distante, lo osservava con un’espressione perplessa. «Non capisco una cosa… perché lo stai filmando? Non c’è più bisogno di ricattarlo, giusto?»

«Fidati...» rispose SS1104, sussurrando quasi come se stesse svelando un segreto. «Fidati, gli piacerà vedersi in questa scena così divertente, una volta che avrò fatto qualche magia in post-produzione. Sarà il mio regalo di Natale… anzi, sarà il regalo di un Santa-san dai lunghi capelli bianchi e senza barba!»

 


[Angolo di una piccola pinguina nelle vesti di scrittrice.]

Rieccomi, in tempo per una nuova storia natalizia su Cells at Work! (E, per essere più precisi, sul BLACK, perché le vecchie passioni non muoiono mai, LOL)

In realtà questa è una storia la cui idea risale a qualche anno prima, ma alla fine ho deciso di scriverla per le feste di quest'anno, perché ho avuto l'ispirazione per farlo. E, niente: ci tenevo a scrivere una storia divertente con DA4901 alle prese con la magia del Natale, e secondo voi è bravo per indossare i panni di Babbo Natale? Io l'ho immaginato così, perché secondo me non è molto abituato a immedesimarsi in una figura molto buona, gentile e super disponibile con chiunque, anche con gli estranei... ma lo sappiamo, DA4901 ha un cuore d'oro, anche se ben nascosto e di solito riservato solo alle persone alle quali vuole bene :3

Auguri di buone feste, alla prossima!

--- Moriko

   
 
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