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Autore: Spartaco    24/09/2009    7 recensioni
"...Perché maledizione aveva iniziato a pensare?..." Una bizzarra notte per il cavaliere di Scorpio, assalito da mille dubbi e pensieri, cerca solamente, ma invano di dormire, durante un calda e luuuunga notte d'Agosto.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Scorpion Milo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Perché

Perché? Perché maledettamente ogni sera si trovava lì a pensare?

…mpf…pensare! Ioria gli avrebbe sicuramente riso dietro!

Eppure anche il solito casinista, impulsivo, scattante, sarcastico, impertinente, idiota, saint di Scorpio rifletteva; non che l’avesse deciso lui, certo, non era mica come Mur o Shaka, ma prima d’addormentarsi, le mani incrociate sotto il suo capo, percepiva un vuoto, una nostalgia.

Cos’era quel buco nella sua giornata? In cui non aveva niente da fare e tirava le somme della sua vita… Lo detestava quel particolare momento, forse era insoddisfatto della sua vita, oppure avrebbe dovuto cambiare atteggiamento, essere più profondo con gli altri non sempre il solito giullare superficiale, ironico e amichevole, benvoluto certo, ma sempre un po’ esterno, d’impiccio a ciascuno. Ma poi avrebbe avuto il coraggio di cambiare? Lui era così, punto! Ormai la sua immagine era quella e lo avevano accettato, gli volevano bene, aveva trovato una famiglia, che lo aiutava e che poteva aiutare!

Eppure da solo, assalito dal nulla pensava, rimirando il grigio cupo del soffitto. Durante la giornata era un susseguirsi d’eventi, rapidi correvano innanzi a lui e allora cercava di viverli, eppure non pienamente, quando ragionava s’accorgeva delle tante altre cose che avrebbe potuto dire o fare in quel momento, certo quello tutti, non sarà stato l’unico…

 

Prima c’era Camus. Era un’altra cosa.

Chiacchieravano ore e ore delle cose più futili, di tante cose, dalla marca del the ai nuovi nemici in arrivo, l’Olimpo d’altronde è soltanto una vasta gamma di Dei che a quanto pareva non vedevano l’ora di trascorrere un’estate ai Carabi, sulla terra.

…mah, contenti loro…

Sinceramente non si ricordava del tutto gli argomenti, erano talmente stupidi e idioti che spesso Camus gli rivolgeva quel solito suo sguardo come a dire “ma ti senti bene o devo chiamare un’ambulanza o meglio un manicomio?”…Certo è, che una cosa gli era rimasta impressa, solamente un’impressione, semplice e naturale, gli piaceva stare con Camus, ascoltarlo, parlargli, raccontargli di quelle stupidate e provare tutti i vari gradi delle espressioni di ghiaccio di Camus, cui ormai era abituato.

Sospirò pesantemente, ma sorrise tornando al presente; il caldo afoso di Agosto che non gli permetteva di dormire, non se n’era ancora andato e lui, nonostante non avesse una sola anta chiusa, moriva letteralmente dal caldo, in più era sveglio e non era ancora riuscito ad addormentarsi!

Poi uno quando vuole dormire va a finire che resta sveglio! È decisamente snervante.

 

Ma adesso stava divagando.

Certo era interessante.

Quando divaghi non pensi più a niente, solo i pensieri che scorrono, senza obblighi e riserve, schietti, genuini, felici… Nondimeno lo assaliva la nostalgia. Per Camus. Per tutti quei momenti così vani, ma significativi, passati insieme.

 

Non sapeva cosa fare.

O meglio…in teoria lui avrebbe voluto dormire, ma siccome non riusciva aveva assolutamente bisogno di qualsiasi altra cosa da fare.

Qualcosa per tenere occupata la mente.

Un’altra scusa per fuggire. Per scappare dalla sua mente e dai suoi pensieri, che ogni notte lo tormentavano.

Avrebbe persino preso a pugni le pareti dell’ottava casa pur di scaricar la tensione o quello che diamine stava provando.

…Uffa…Assolutamente uffa!…

 

…Iargh!!!…Aveva bisogno di fare qualcosa!…

Infine si decise a seguire il suo istinto, si collocò al centro dell’ottava casa e iniziò a menar pugni e calci, allenandosi col vento, sferzandolo, mimando un incontro.

Era più forte di lui…quel senso di inadeguatezza che lo assaliva…

…Perché???…perché proprio a lui??…Da quando in qua e poi per cosa avrebbe dovuto provare un sentimento simile?…

 

Le emozioni si stavano mischiando. Tra il rimpianto del passato s’aggiungeva ciò che lo faceva stare sveglio ogni notte.

Non riusciva più a distinguere i suoi pensieri.

Ogni cosa, inesorabilmente, si mischiava, raggruppandosi, smarrendosi e lui non riusciva più a trovare una via di scampo.

Era in trappola!

 

Ad ogni colpo scagliato, si riflettevano nella sua mente tante immagini, Camus, Mur, Ioria, Shaka e ancora l’armatura dello Scorpione quando la scorse per la prima volta, i titani, la corsa alle dodici case, le battaglie, gli scontri, gli allenamenti…tutto il suo passato gli stava cadendo addosso.

 

Scagliò un ultimo colpo gridando la sua rabbia e la sua furia, distruggendo così completamente il muro. Infine, s’accasciò stremato e madido di sudore alla parete, respirando affannosamente.

…Perché maledizione aveva iniziato a pensare?…

 

I primi sprazzi di luce dell’alba rischiararono Milo.

- Yawn! – si svegliò lo Scorpione con un grande sbadiglio.

Per un istante scrutò intorno, smarrito, poi ogni cosa gli fu nitida e chiara.

 

Sì sollevò, aveva profonde occhiaie, i capelli spettinati come al solito e un sonno tremendo – Ragazzi, che nottataccia! – disse, nuovamente sbadigliando, grattandosi la testa e incamminandosi verso la cucina, dove si sarebbe fatto un caffè gigante…perché la solita routine continuava.

 

 

 

 

 

 


Angolo dell’autore

 

Allora…non era del tutto quello che avevo in mente…

Per intenderci ho iniziato con una cosa poi sono finito in un'altra … La cosa originaria è il primo pezzo, poi per cercare di andare avanti ho inserito anche Camus, non l’avessi mai fatto! Però alla fine è uscito quasi come mi aspettavo, sono riuscito a tornare al mio obiettivo.

 

Perché questo è e non è Milo. È Milo nel senso che tutto ciò gli s’addice, soprattutto perché se vi è l’immagine di Milo che fa il giocherellone e lo scherzoso ne doveva nascondere per forza un'altra. Non è Milo perché è quello che ho scritto io, ogni “scrittore” mette un po’ di sé nei “suoi” personaggi.

 

Anche perché qua Milo è simile a me. Io volevo descrivere il vuoto che uno prova quando va a dormire e non s’è ancora addormentato. Tutta la valanga di pensieri che precipitano su ciò che si è fatto, se è giusto o no, soprattutto perché quel senso del “dovere” di notte dovrebbe starsene a riposo! Il voler gridare, scaricarsi e spaccare tutto. Ma alla fine penso che anche Milo sia un po’ così.

 

Non so se piacerà Milo così, come l’ho interpretato. Ma avevo bisogno di scrivere.

 

 

Ah! In quanto all’ultima scena (quando Milo si sveglia)… In realtà non centrava (non centra) niente… però mi piaceva vedere Milo che, assonnato dopo tutto il tran-tran della notte, si gratta la testa, sbadiglia e con voce stanca e sconsolata pronuncia “Che nottataccia” XD

 

Non so se c’avrete capito qualcosa^^ (di solito no XD) però ditemi cosa ne pensate, tanto così per darmi un’idea.

 

 

 

 

  
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