Un timbro top-secret su una cartelletta ingiallita, poche pagine perlopiù censurate e la foto sfocata di un deserto di ghiaccio, riflesso in occhi altrettanto glaciali. Nina credeva fosse una storia di streghe e fantasmi, ma quello che le si staglia di fronte, quando la maschera del Winter Soldier cade a terra, è un salto nel passato che le apre il vuoto sotto ai piedi.

«Ma-Matthias?» Quel nome le trema sulle labbra. Tra le mani, il proprio potere si scioglie in una cascata di scintille rosse.

La strega torna donna, la donna briciole di un cuore che pensava di aver perso; barattato in cambio di un silenzio sordo e muto, per avere pace da quel dolore che le parlava con la voce e la risata di Matthias.

«Drusje» sibila lui; la sua, ora, è una voce piatta e disumana, come il segnale d’accensione di una macchina assassina.

Nina lo guarda sollevare il braccio sinistro; un’inchiostrata nera e argento gli marchia ogni centimetro di pelle: il tatuaggio di un lupo bianco si avvolge dal deltoide in flessione sino alle nocche. Quando serra il pugno, il lupo ruggisce e, con esso, anche Matthias.

Nel tempo di un istante, si ritrova il suo pugno a un soffio dal volto; il braccio e il busto avvolto dalle ragnatele provvidenziali di Wylan. Jesper è con lui, ma anche se sono in due a far da contrappeso a quella montagna di muscoli d’acciaio, le ragnatele riescono a contenerlo a malapena.

«Ehm… scusa se interrompo la vostra rimpatriata, ma non è che potresti spostarti? È pesante» pigola il più giovane.

«Jesper, ficcagli una freccia tra gli occhi» ordina invece Kaz, irritato.

È bastato una mano sola al Winter Soldier per spezzargli il bastone, e i resti scheggiati di un corvo lo fissano dalle macerie di un campo di battaglia.

Maledetto gigante ariano.

Manisporche ricorda di aver riso divertito quando Fury li ha battezzati col nome di Avengers.

“Basta che voi dello S.H.I.E.L.D. abbiate chiaro che non siamo supereroi che combattono in nome di una cosa futile come la giustizia, ma corvi bastardi in cerca di vendetta.”

E la sua, contro quel bestione cresciuto a pane e siero del supersoldato, l’otterrà eccome.

Se non oggi, un giorno.

Un giorno, è il sunto della risposta di Jesper: «Hai scoperto una nuova passione per la comicità, Kaz? Hai notato dove stanno le mie mani o credi che mi sia venuta improvvisamente una gran voglia di abbracciare Spidey-Baby perché sentivo la sua mancanza?»

«Spiderman…»

«Shsss, dolcezza, gli adulti stanno parlando.»

Kaz li ignora e punta il volto in alto.

Sulle spoglie di cemento di un’autostrada sospesa, la Vedova Nera sta caricando il suo morso.

«Quando vuoi, Inej.»

«No!»

Nina li ferma.

«Matthias, di’ loro che si tratta di un orribile errore!» Gli circonda il volto con le mani a coppa. Linee dritte e dure, intagliate da una lama affilata che ha reciso e reciso e reciso – nulla del ragazzo è rimasto attaccato alle ossa. Bianche. Pure. Perfette. Così aguzze che Nina teme feriranno anche lei. «Matthias, ti prego…»

Un lampo attraversa lo sguardo spalancato – occhi spiritati, di chi ha attraversato l’Inferno e ancora marcia senza trovare l’uscita – e il Winter Soldier s’inceppa.

«Chi diavolo. È. Matthias.»

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La "3 sentences challenge" mi fa male al cervello. E' una challenge in cui, data una coppia e un'alternative universe bisogna scrivere tre frasi usandoli come prompt. Peccato che ogni volta mi dimentico di quanto io sia incapace di sintetizzare una storia in poche frasi quando si tratta di AU; io ci provo, ma poi vuoi non pensare ai background di tutti i personaggi coinvolti? E quindi niente, alla fine è uscita fuori una flashfic che non è nemmeno questa grande originalità, visto che è basata sulla scena più canonica del mondo di CA:TWS, ma che mi ha fatto sorridere perché sono riuscita a infilarci tutti i corvi e a dare loro il ruolo che volevo.

In ogni caso/span>, grazie a chiunque avrà voglia di lasciare un commentino o leggere in silenzio. You da best ♥

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Scritta per la 3 sentences-fic challenge, sul mio FacciaLibro