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Autore: cartacciabianca    24/09/2009    2 recensioni
Viva La Vida dei Coldplay.
I vizi di una vita creduta nell’onestà ma dispersa nella menzogna. Prego solo perché il resto della mia famiglia trovi pace dove a me non è concesso. Il mio nome si è consumato nel desiderio di vendetta, ed è scomparso anche il mio cognome nell’oblio della giustizia. Se davanti a Dio mi confesso così, forse qualcuno saprà fare buon uso delle mie ultime parole.
La struttura della fan fiction è a mo’ di lettera-confessione che Ezio fa prima di tutto a sé stesso trovandosi legato troppo stretto al filo che lo tiene legato agli ordini del Magnifico de’Medici.
Ecco la 49° storiella che contribuisce alla causa “lista dei personaggi” per questa sezione ^-^ Buona lettura! :D
[Personaggi: Ezio Auditore da Firenze]
Genere: Triste, Song-fic, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Stamani cade il petalo della rosa che è nel vaso di casa. Il suo dolce profumo si espande per corridoi e stanze di una dimora che è stata violata. E ora le sue porte sono macchiate del sangue dei suoi stessi protetti.

«I used to rule the world
Seas would rise when I gave the word
Now in the morning I sleep alone
Sweep the streets I used to own»
[Io dominavo il mondo
le maree si alzavano quando lo ordinavo
adesso al mattino dormo da solo
spazzo le strade che una volta possedevo]

S’innalza il sole di un’altra giornata.
Immergerò di nuovo le mani nel sangue di qualcuno che mi ha fatto cadere così in basso.
Se tra queste lenzuola dimoro da solo lo devo soltanto all’uomo il cui nome sta per estinguersi nelle pagine della storia.
Hanno versato l’onore mio e della mia famiglia; stracciato le carte che ora raccolgo pezzo dopo pezzo augurandomi che un giorno possa tornare tutto come prima.


«I used to roll the dice
Feel the fear in my enemy’s eyes
Listen as the crowd would sing:
“Now the old king is dead! Long live at the king!” »
[Tiravo io i dadi
Vedevo la paura negli occhi dei miei nemici
Sentivo la folla cantare:
“Adesso il vecchio re è morto! Lunga vita al re!”]

Il potere fa la legge. Il prestigio rende gli uomini potenti. Guardate come è tutta una catena, come questo mio mondo adorato mi è stato strappato via!

«One minute I held the key
Next the walls were closed on me
And I discovered that my castles stand
Upon pillars of salt, pillars of sand»
[Un momento tenevo le chiavi
Subito dopo mi le mura rinchiudevano
Ed ho scoperto che i miei castelli
Avevano fondamenta di sale, colonne di sabbia]

Le chiavi di una vita trascorsa nelle bellezze che la stessa poteva offrire. Sono stato così cieco nei riguardi di ciò che ho sempre avuto il compito di proteggere. Schivavo le fatiche, e guardavo forse tutto un po’ dall’alto. Ed ecco come quello che mio padre ha creato ho scoperto di averlo fatto ristrutturare in sabbia.

«I hear Jerusalem bells are ringing
Roman Cavalry choirs are singing
Be my mirror my sword and shield
My missionaries in a foreign field»
[Sento le campane di Gerusalemme suonare
I cori della cavalleria romana
Siate il mio specchio, la mia spada e scudo
I miei missionari in un territorio straniero]

In strada tutt’attorno è sempre una festa, una gioia che commemora la patria, i suoi uomini di fede e le sue glorie di origini leggendarie. Ora che le mura della mia reggia crollano, ho bisogno di qualcuno che mi protegga, soldati, ladri che siano. Accompagnatemi nella mia caccia, alle venture in palazzi e fortezze nemiche.

«For some reason I can not explain
Once you know there was never, never an honest word
That was when I ruled the world»
[Per alcune ragioni che non so spiegare
Una volta lo sai che non c’era mai, mai una parola onesta
ma quello era quando dominavo il mondo]

I tempi sono stretti da un laccio intessuto di sangue. Bugie raccolte da altre bugie; falsi sorrisi, denari corrotti. Ecco cosa resta dell’eredità di mio padre ora che la gente una volta sua amica mi da la caccia.

«It was the wicked and wild wind
Blew down the doors to let me in.
Shattered windows and the sound of drums
People could not believe what I’d become…»
[Ed il dannato selvaggio vento
Buttò giù le porte per farmi entrare.
Finestre infrante ed il suono dei tamburi
La gente non credeva a ciò che ero diventato…]

Una folata di vento che penetra le tende di una reggia secolare. Ecco una finestra che va in frantumi e la mia ombra che si posa delicata sui suoi vetri scheggiati. La gente non può credere a quello che sono diventato: all’assassino che hanno davanti. Il volto di mia sorella, e quello di mia madre mi appaiono alla luce di un lampo che luccica tra le nuvole grigie.

«Revolutionaries Wait
For my head on a silver plate
Just a puppet on a lonely string
Oh who would ever want to be king? »
[I rivoluzionari volevano
La mia testa su un piatto d’argento
Solo un pupazzo con un unico filo
chi mai vorrebbe essere un re?]

Quanta sarà mai la gente che mi vuole morto?
Forse troppa desidera la mia testa su un piatto d’argento. Se uccido qualcuno, altri dieci uomini donano l’anima nel darmi la caccia.
Ed io che sono solo un burattino appeso alla fragilità di un unico filo che ha nelle mani il Magnifico. Se la mia essenza si è persa nella corruzione, chi prenderà il mio posto?


«I hear Jerusalem bells are ringing
Roman Cavalry choirs are singing
Be my mirror my sword and shield
My missionaries in a foreign field»
[Sento le campane di Gerusalemme suonare
I cori della cavalleria romana
Siate il mio specchio, la mia spada e scudo
I miei missionari in un territorio straniero]

L’aiuto di mercenari, ladri e prostitute è vano ormai. Intrappolato in questo vicolo privo di vie di fuga, armi taglienti mi accerchiano e il luccichio degli elmi nemici mi annebbia ogni senso. Le mie armi combattono a sangue freddo e perforano armature e casacche.

«For some reason I can not explain
I know Saint Peter won’t call my name
Never an honest word
And that was when I ruled the world»
[Per alcune ragioni che non so spiegare
So che San Pietro non mi chiamerà
Mai una parola onesta
ma quello era quando dominavo il mondo]

Ho questa brutale sensazione che qualcuno mi negherà l’ingresso in Paradiso. Ciò che ho fatto era forse la strada sbagliata da seguire, e ciò che farò non potrà mai rimediare. C’erano solo bugie negli animi della gente che avevo attorno, e queste bugie moriranno nella mia memori assieme a quelle di chi resta a pagare il conto.

«Hear Jerusalem bells are ringing
Roman Cavalry choirs are singing
Be my mirror my sword and shield
My missionaries in a foreign field»
[Sento le campane di Gerusalemme suonare
I cori della cavalleria romana
Siate il mio specchio, la mia spada e scudo
I miei missionari in un territorio straniero]

I vizi di una vita creduta nell’onestà ma dispersa nella menzogna. Prego solo perché il resto della mia famiglia trovi pace dove a me non è concesso. Il mio nome si è consumato nel desiderio di vendetta, ed è scomparso anche il mio cognome nell’oblio della giustizia. Se davanti a Dio mi confesso così, forse qualcuno saprà fare buon uso delle mie ultime parole.


«For some reason I can not explain
I know Saint Peter will call my name
Never an honest word
But that was when I ruled the world»
[Per alcune ragioni che non so spiegare
So che San Pietro mi chiamerà
Mai una parola onesta
ma quello era quando dominavo il mondo…]





Ezio di Giovanni Auditore da Firenze
Roma, 12 dicembre 1498











   
 
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