Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Mue    25/09/2009    13 recensioni
Quando Rolf viene a sapere che Harry ha dato all'ultimogenita il nome di Luna, rimane alquanto perplesso.
O, più che perplesso, diciamo ingelosito...
{Dal testo:
Rolf non rispose.
Sentiva il bisogno impellente di rimettersi a martellare o avrebbe ceduto alla tentazione di Smaterializzarsi nell’ufficio dell’attuale Capo Auror –Harry Potter per l’appunto- e Avada Kedavrizzarlo.}
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Luna Lovegood, Rolf Scamandro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
- Questa storia fa parte della serie 'Menta e Bisque Burley'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Scritta per il Pigiama Party di Fanworld, con tema, “storia romantica.”
Ovviamente è, come le precedenti, una Luna/Rolf, l’ultima della lunga serie. Non so se tornerò a scrivere di loro, ma non posso negare di essermi incredibilmente affezionata al Rolf allevatore con le sopracciglia oblique, alla Luna eterea e ormai moglie devota e a tutti gli altri personaggi che li hanno accompagnati durante le loro vicende.
Un grazie, un abbraccio e un bacio a whateverhappened e a chi mi ha seguito per tutto questo umile percorso sulla scia di Nargilli e Gorgoprizzi.
Questa storia è dedicata a voi *-*
Disclaimer: I personaggi e gli elementi creati da J.K. Rowling presenti in questa fanfiction sono suoi e solamente suoi, il resto della storia è tutto una mia invenzione. Questa storia non è scritta a scopo di lucro.

----------

Il nome di Luna


Rolf era nero. In senso metaforico e pure in quello letterale.
Si trovava da sette ore nelle scuderie e stava cambiando i ferri a tutti i suoi cavalli alati.
Purtroppo, essendo uno dei pochi al mondo ad allevare la rarissima razza dei Pegasus Nives, i ferri se li doveva fare da solo su misura: fonderli, forgiarli e castarli con tutti gli incantesimi di sicurezza che le norme del Comitato Internazionale Allevatori Magici Non Sperimentali esigevano.
Per questo motivo, tra la fuliggine del fuoco della fucina, le scintille degli incantesimi, la polvere della stalla e l’olio dei ferri, era ridotto a qualcosa di molto simile a un lurido Goblin di miniera.
Eppure, nonostante tutto, quel lavoro gli piaceva. O, perlomeno, gli era sempre piaciuto fino a quel giorno.
Quel giorno, in effetti, non riusciva a trovare niente di bello in quello che faceva.
A dire il vero non riusciva nemmeno a concentrarsi sulle proprie azioni.
La sua mente era rivolta altrove. E questo altrove era qualcosa che non gli piaceva per niente.
E’ solo un nome, continuava a ripetersi mentre dava martellate al ferro che stava forgiando.
Normalmente avrebbe lanciato un Incanto Locomotor a tutti gli oggetti della fucina e avrebbe lasciato che facessero da soli. Ma quel giorno aveva bisogno di fare qualcosa di manuale; aveva bisogno di qualcosa su cui sfogarsi. E per sfogarsi cosa poteva esserci di meglio di un sano smartellamento?
PUM!
Mille scintille esplosero dal ferro.
PUM!
E’ solo un nome…
PUM!
Solo uno stupido nome…
PUM!
Maledizione, perché proprio quel nome?!
«Rolf?» chiamò una voce dolce e sognante che non avrebbe potuto essere più fuori luogo di così.
Rolf fermò il martello a mezz’aria e si voltò, stupito.
Sulla soglia della scuderia, dritta ed eterea come una strana apparizione mistica, c’era sua moglie. Indossava un lungo vestito bianco che scendeva dolcemente fino a terra, e i suoi capelli chiari, sciolti sulle spalle, sembravano fili di luce pura.
Rolf, nero, sporco e ansimante, la fissò per un lungo istante, ipnotizzato. Poi si riscosse.
«Che cosa fai qui, Luna? Ti sporcherai tutta» affermò abbassando il martello, senza smettere di guardarla.
«Sono venuta a vedere se stavi bene» spiegò lei serenamente. «Non sei venuto né a pranzo né a cena. Temevo ti avesse colpito un Gorgosprizzo.»
Rolf non rispose, continuando a fissarla. Non riusciva a distogliere lo sguardo.
E’ bella, realizzò all’improvviso. E’ troppo bella.
I suoi sospetti, già alimentati a sufficienza durante tutta la giornata, s’ingigantirono. Per un attimo si sentì sopraffatto.
Abbassò lo sguardo, senza rispondere al sorriso di Luna. «Devo finire il lavoro.»
Luna annuì. «Va bene.»
Rolf le aveva già dato le spalle, quando la sentì aggiungere: «Ti ho portato un po’ di Burrobirra.»
Si voltò per dirle in tono seccato che non serviva, ma poi incrociò i suoi occhi limpidi e il suo sorriso sereno, e tutto il suo astio si sciolse d’un colpo.
«Grazie» borbottò goffamente.
«Te la lascio qui» disse lei allegramente, appoggiando una brocca sulla sedia accanto alla porta delle scuderie. «L’ho fatta io in casa; Ginny oggi mi ha dato la ricetta.»
Quando udì quel nome, i rimorsi di Rolf per aver trattato Luna freddamente si spensero rapidi com’erano arrivati.
«La moglie di Harry Potter?» chiese stringendo il manico del martello più forte.
«Sì. Ha detto che per la festa di battesimo mangeremo da loro; non è magnifico?»
Le nubi temporalesche nella mente di Rolf diventarono vere e proprie tempeste. «Già, magnifico» disse a denti stretti.
Luna lo guardò, perplessa. «Non sembri molto felice.»
Rolf scrollò le spalle. «E come sta Potter?» chiese, atono.
Quando gli occhi di Luna s’illuminarono a quella domanda, sentì una morsa feroce attraversargli la spina dorsale. Una morsa che gridava all’assassinio dell’eroe del Mondo Magico.
«Bene. Ho parlato anche con lui, e ha detto che ci saranno anche gli altri nostri amici di Hogwarts e sarà una bellissima occasione per ricordare i vecchi tempi. E’ una cosa carina, vero?»
Rolf non rispose. Sentiva il bisogno impellente di rimettersi a martellare o avrebbe ceduto alla tentazione di Smaterializzarsi nell’ufficio dell’attuale Capo Auror –Harry Potter per l’appunto- e Avada Kedavrizzarlo.
«Rolf, stai bene?» chiese Luna, dubbiosa.
«Sì, benissimo» fece lui gelido. «Mai stato meglio.»
Luna aggrottò la fronte. «Non è che non vuoi andare al battesimo della piccola Lily?»
Ecco, aveva appena toccato il tasto dolente.
Rolf strinse i denti. «No, sarà bello andare al battesimo della piccola Lily Luna.» E sottolineò astioso il nome di sua moglie.
Luna era perplessa. «Ti dà fastidio che si chiami Lily Luna
«Oh, non Lily Luna» ribatté lui, scaraventando violentemente il martello sull’incudine e piantandosi minaccioso i pugni sui fianchi. «E’ solo “Luna” che mi crea qualche problema.»
Luna assunse un’espressione smarrita e dispiaciuta. «Perché? Non ti piace il mio nome?»
Rolf sbuffò, esasperato. «Non è che non mi piace il tuo nome!» sbottò. «Non mi piace il fatto che abbiano dato ai loro due figli tutti nomi di morti, e a questa abbiano imposto il tuo!»
«Ma nemmeno noi abbiamo dato a Lorcan e Lysander dei nomi di morti» obbiettò Luna ragionevolmente. «Non è carino che abbiano scelto il mio?»
Rolf aveva un cipiglio che avrebbe intimorito anche il più feroce dei Troll. Ma non Luna, che non badava affatto ai cipigli o alle sfuriate del marito.
«Vorrai dire che Harry Potter ha scelto!» ribatté lui.
Luna si fece pensierosa. «Tu credi? Io ho sempre pensato che l’avessero scelto insieme, ma può essere anche come dici tu…»
«Non è questo il punto!» replicò Rolf furioso, prendendole le spalle. «Che cosa c’è stato tra te e Potter?» chiese, fissandola negli occhi.
Luna ricambiò il suo sguardo, spaesata. «Cosa?»
Rolf s’irritò. «Hai sentito. Che cosa c’è tra voi che faccia decidere a Potter di dare il tuo nome a sua figlia?»
Luna lo fissò per un lungo istante in silenzio. Poi s’illuminò e sorrise. «Oh, ho capito!» esclamò. «Sei geloso!»
Rolf avvampò. «No, per niente.»
Luna continuò a sorridere. «Io penso di sì.»
Lui negò di nuovo seccamente, e vedendo che il sorriso sul viso di Luna non si spegneva sbottò: «Che cosa c’è di tanto divertente?»
«Niente» disse lei dolcemente. «E’ solo che… che sono felice che tu sia geloso, anche se non so perché.»
Rolf la guardò negli occhi, fece un passo verso di lei e le prese il volto tra le mani completamente annerite dalla giornata di duro lavoro. «Hai mai amato qualcuno oltre a me?» chiese, studiandola intensamente.
«No» disse lei placida.
«E… hai mai baciato qualcuno oltre a me?»
Luna sembrò pensarci un attimo. «Vale anche sulla guancia?» chiese seria.
Rolf non riuscì a non ridere. «Oh, be’, suppongo di no.»
«Allora la risposta è no» disse lei allegramente.
Rolf si sentì immensamente sollevato. Il cumulo di nubi nere che aveva aleggiato su di lui per tutto il giorno, da quando era arrivato l’invito a quel battesimo, scomparve. Luna non aveva mai baciato né amato Harry Potter. Anche se lui era l’eroe del Mondo Magico, il Capo degli Auror, un asso del Quidditch e Merlino solo sapeva quante altre cose contro cui Rolf non poteva competere.
«E tu?» chiese di colpo Luna, prendendolo alla sprovvista.
Rolf sbatté le palpebre. «Eh?» chiese, confuso.
Luna era seria come non l’aveva mai vista. «Oltre a me, hai mai amato qualcuna? Hai mai baciato un’altra ragazza?»
Rolf fece un’espressione strana, come compiaciuta. «Chissà» rispose, vago.
Luna aggrottò le sopracciglia. «Non è giusto, ora lo voglio sapere!»
«Se ti dicessi di sì, cosa risponderesti?» la provocò lui.
Luna ci pensò un momento. «Sarei davvero molto triste e… e offesa, credo» concluse corrucciata.
Il sorriso compiaciuto di Rolf si allargò. «Non si dovrebbe dire “gelosa”?»
Luna gli lanciò un’occhiata di rimprovero. «No!… O forse sì? Ecco… non lo so…»
Rolf si sentì invadere da una gioia che solo un quarto d’ora prima avrebbe ritenuto impossibile poter provare in quella giornata cupa.
Luna stava ancora dicendo qualcosa riguardo al fatto di non sapere bene se fosse gelosa o no, ma Rolf non vi badò. La abbracciò con irruenza e la baciò. La baciò a lungo.
«Rolf! Così mi diventerà nero tutto il vestito» osservò Luna ragionevolmente quando le permise finalmente di parlare.
Rolf alzò un sopracciglio con un’aria maliziosa che riservava a poche, rarissime occasioni. «Se non lo vuoi sporcare puoi toglierlo.»
Luna lo guardò, spaesata. «Cosa? Oh… Rolf, non adesso. Tu devi finire il tuo lavoro e…»
Rolf la baciò di nuovo, impedendole di formulare il resto della frase.
«… E devo anche preparare il regalo per il battesimo di Lily. Domani…»
«Al diavolo il battesimo!» replicò Rolf, mentre le faceva scendere le mani lungo i fianchi e le sfiorava il collo con le labbra.
Luna non era affatto d’accordo e le dispiaceva pensare al regalo sul tavolo in cucina ancora da impacchettare, ma d’altro canto le dispiaceva anche respingere Rolf. E poi quando lui la stringeva così, sebbene non ne avesse mai compreso il motivo, Luna non riusciva mai a dirgli di no. E quando le alitava sul collo così, poi…
Era ancora indecisa sul da farsi quando una voce infantile disse: «Mamma? Papà?»
Rolf trattenne a stento un’imprecazione e lasciò andare Luna.
Un bambino minuscolo apparve in quel momento dalla porta della scuderia, da dov’era provenuta la voce. Aveva i capelli ricci e biondi, due grandi occhi azzurri e le sopracciglia oblique.
«Lysander, cosa fai qui?» chiese Luna con dolcezza, chinandosi per prenderlo in braccio.
«Non tornavi, e io e Lorcan abbiamo avuto paura» disse il bimbo con le lacrime agli occhi.
In quel momento entrò nella stanza un altro bambino identico al primo, con in mano un enorme pupazzo a forma di cavallo che a momenti era più grande di lui.
«Papà!» esclamò quest’ultimo, vedendo Rolf e correndogli incontro.
«No, Lorcan, ora no!» lo bloccò Rolf, indietreggiando di un passo. «Non posso, sono sporchissimo. Ti insudicerei completamente.»
«Però la mamma l’hai indusiciata!» replicò ragionevolmente Lysander.
Rolf lanciò un’occhiata in tralice a Luna, che aveva il viso e il vestito solcati di scie nere.
Lei sorrise. «Si dice “insudiciata”, Lysander» disse con dolcezza. «Su, ora torniamo in casa. Lorcan, vieni anche tu. Vi devo raccontare la storia del Nargillo di Natale prima di andare a dormire, ricordate?»
«No, voglio stare qui con papà!» replicò Lorcan, che tra i due fratelli era quello più cocciuto.
Rolf gli lanciò un’occhiata severa. «Fila a letto o ti ci porto con le cattive» ordinò seccamente.
Gli occhi del bambino si riempirono di grosse lacrime.
Vedendo che stava per scoppiare a piangere, Rolf cercò di addolcire il tono. «Su, non piangere, adesso. Appena finirò, verrò su a dare la buonanotte a te e tuo fratello.»
«E anche alla mamma?» chiese il bambino, che aveva un gran senso di equità.
Rolf alzò lo sguardo e incrociò gli occhi di Luna. Fece un sorriso molto eloquente.
«Oh, sì! Anche alla mamma.»
 

Fine

 

   
 
Leggi le 13 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Mue