
Capitolo XXXVII
La virtù non è sola: certamente ha dei vicini.
Molti sogni sollevano frastuono nel crepuscolo.
Quando un sogno soffoca il precedente,
Dal sogno seguente viene cacciato.
I sogni passati sono neri come inchiostro.
Anche i sogni presenti sono neri come inchiostro:
E quello presente e quello passato esitanti dicono:
“Guarda ho davvero un bel colore”.
Forse il colore è bello, nell’oscurità non si capisce,
E inoltre non si sa chi sia a parlare.
Nell’oscurità non si capisce, con la febbre e il mal di testa.
Vieni, vieni, sogno trasparente.
Lu Xun
La proposta del mago aveva scosso a-Ling nel profondo; gli scenari che gli si aprivano davanti erano così numerosi e imprevedibili da mette in crisi la sua pur fervida immaginazione. A preoccuparlo non erano tanto i rischi del procedimento, quanto il dopo: una nuova vita da umano su cui, una volta divenuto un fantasma, si era imposto di non fantasticare mai.
“Perché indugi sulla soglia come un ospite inatteso? Entra, tutte le anime sono benvenute qui.”
Lo spirito, catturato dalla bolla di luce, sobbalzò.
La Tessitrice era in piedi davanti a lui, all'ingresso dell'antro e la sua torcia illuminava le alte pareti della fenditura.
Le ombre profonde delle decorazioni funebri fremettero, forse disturbate dal chiarore e alcune si allungarono innaturalmente verso la porta, strisciando all'interno.
“La potente Signora del Telaio viene ad accogliermi di persona, questo misero fantasma non è degno di un tale onore!” esclamò a-Ling, inchinandosi.
“Hai qualcosa da chiedermi.” ribatté la padrona di casa, come se si aspettasse la sua visita “Ti risponderò, a patto che tu mi faccia un'offerta.”
Il visitatore prese atto con preoccupazione di quelle parole; rammentava l'incarico che la Tessitrice aveva accettato su richiesta dell'uomo arrivato alla fine della sua vita e il prezzo altissimo che aveva pagato.
Lui non aveva oggetti di valore con sé, a parte la veste funeraria, tutti i suoi beni stavano comodamente in una semplice sacca da viaggio.
Tuttavia la questione sulla quale voleva interpellarla era troppo importante per mettersi a mercanteggiare.
Esitò alcuni istanti infine sfilò dalla cintura la peonia fatata e gliela porse.
“È la cosa più preziosa che posseggo, un dono del divino abitante dei cieli.”
Lachesi la soppesò in silenzio; tra le sue dita il fiore cominciò a consumarsi e alla fine evaporò in uno sbuffo di nebbia dorata, sotto lo sguardo costernato di a-Ling.
“È la verità.” dichiarò la donna “Seguimi, è tempo di interrogare il Fuso.”
A-Ling riconobbe subito la sala alla fine del tortuoso tragitto; l'aveva scoperta seguendo il flusso di energia spirituale che l'aveva condotto in un luogo dalle dimensioni grandiose, rivestito di marmo nero e quasi completamente spoglio, ad eccezione di due grandi tripodi di bronzo, nei quali fumigavano resina e incenso.
Rispetto alla prima volta l'ambiente aveva subito un lieve cambiamento: ora addossati alla parete di fondo c'erano tre sgabelli d'oro posti su una piccola pedana; la Signora del Telaio occupò quello centrale e lo invitò ad avvicinarsi.
Subito dopo il fantasma le vide compiere un gesto insolito: dal palmo della mano sinistra prelevò un oggetto lungo e sottile, anch'esso d'oro.
La sua forma inconfondibile era mutata pochissimo nel corso del tempo ed era comune nelle case di ogni latitudine.
“Un fuso...” bisbigliò.
Non era sorpreso che appartenesse alla Signora del Telaio, bensì che il suo corpo lo custodisse come uno scrigno.
“È parte di me.” confermò Lachesi “È uno strumento di lavoro e al tempo stesso mi definisce.”
Lo spirito non replicò, si limitò ad osservare la donna intenta a dipanare dal fuso un filo sottilissimo e fragile, che poi esaminò con grande cura.
“Lo immaginavo... C'è ancora vita da filare nella trama del tuo destino.”
“Q-quella è la mia vita?” chiese a-Ling incredulo.
Aveva capito che si trattava di un filo speciale, ma non immaginava che fosse il suo.
“Hai avuto una morte prematura e la Tessitura è stata interrotta nel momento in cui sei diventato un fantasma.”
“Quanti... quanti giorni ci sono su quel filo?”
“In realtà molti anni, però è solo una stima, mia sorella Atropo potrebbe essere più precisa.”
Lo spirito del giovane cinese ammutolì, sopraffatto dalla rivelazione.
“Non è la risposta che volevi sentire?” chiese la donna.
“È l'unica a cui non avevo pensato.”
“Allora aggiungi l'informazione a quelle già in tuo possesso: non farai torto al Fato se deciderai di valutare la proposta di Callisto.”
“Lo sapevi?”
“Quale tipo di consulto urgente altrimenti ti avrebbe spinto a precipitarti qui e a sacrificare un oggetto a cui tenevi tanto?” obiettò la tessitrice.
“Quindi i maghi sono davvero in grado di fare quello che dice il maestro capellone?”
“Non sarebbe la prima volta che lo vedo accadere qui a Serannian ed è un traguardo a cui arriveranno anche gli uomini presto o tardi: ottenere una sorta di immortalità trasferendo la propria coscienza in un altro corpo, organico o artificiale.”
“La potente Signora del Telaio non ne sembra contenta.”
“L'evoluzione fa parte della natura umana, non sta a me ostacolarla, né condannarla qualora portasse a sviluppi disastrosi.”
“Però io...” iniziò il fantasma.
“Vale lo stesso per te: non biasimerò la tua scelta, qualunque essa sia, bada solo a valutare le sue conseguenze.”
Le conseguenze riguarderebbero tutti, non solo Ye Feng.
A-Ling, fermo ai margini della terrazza illuminata dalla morbida luce del mattino, rifletteva sulle parole della Tessitrice e intanto osservava una figura apparire e scomparire velocemente tra i lunghi drappi bianchi e le siepi ornamentali.
La maestra Nemesi si stava allenando col bastone lungo e sebbene fosse un semplice esercizio sportivo, lo affrontava con la foga di un guerriero in battaglia, tanto che gli venne spontaneo esultare quando la ragazza distrusse l'ultimo dei bersagli virtuali che Maya aveva disposto sul suo percorso.
“Nulla può sfuggire alla furia del tuo bastone, damigella del Sacro Braciere!” esclamò lo spirito, rivelando la sua presenza.
“Già! Però abbatterlo sul muso di un vero nemico è un altro livello di soddisfazione!” ribatté la giovane maga, affatto turbata dall'apparizione del fantasma.
Quest'ultimo si premurò di passarle una delle spugne immacolate appoggiate alla balaustra affinché si tergesse il sudore.
“Cosa ti porta qui Ling-Ling? C'è qualche problema con quel lavativo di Callisto?” gli chiese, afferrando il telo che levitava a mezz'aria.
“No, no! Speravo di poter conferire con l'illustre Prima Signora, tuttavia l'ancella di guardia ai suoi appartamenti ha detto che sta ancora risposando.”
Nemesi storse le labbra in una smorfia e alzò gli occhi al cielo.
“Ha fatto bisboccia con la sua cricca di notturni ieri sera, non la rivedremo in giro prima del tramonto.”
“Oh...” mormorò deluso a-Ling.
“Se è davvero tanto urgente puoi parlare con me, chi pensi che prenda le decisioni quando lei ha i suoi affari da sbrigare?"
“L'illustre Primo Signore Tersilius?”
La maga sbottò: “Io! Sono io! Quegli scalda poltrone del Consiglio hanno nominato Ekto e Tersilius per una questione burocratica, ma l'ultima parola su Serannian spetta solo a me!”
A quel punto il fantasma iniziò a profondersi in scuse nel tentativo di placare la sfuriata; lavorando di lusinghe e diplomazia riuscì a rabbonirla e a farsi ascoltare.
“Callisto ha ragione, possiamo creare un corpo su misura ed impiantarvi la tua anima; inoltre non avremmo problemi ad ospitare un nuovo umano, ci sono spazio e risorse in abbondanza.” sentenziò sicura Nemesi, appena lo spirito terminò il suo resoconto.
A-Ling era sorpreso, considerando il carattere spigoloso ed infiammabile della giovane maga, si aspettava più resistenza da parte sua.
“Quindi... la famiglia della Prima Signora sarebbe d'accordo?”
“È già successo in passato.” rispose l'altra, confermando le parole della Tessitrice “Tersilius si occuperà delle valutazioni mediche, Callisto di quelle spirituali; non è un incantesimo che si attiva schioccando le dita, va preparato con molta cura, richiede tempo ed enormi quantità di energia primeva, però è fattibile.”
“Io non valgo tanto sforzo, a Serannian c'è di sicuro un candidato più meritevole di me.” mormorò il fantasma.
La maestra fece spallucce e indicò la direzione del Borgo.
“Scommetto che qualcuno laggiù la pensa diversamente.”
“Ye Feng non deve saperlo!”
Il bastone lungo, appoggiato alla balaustra, rotolò a terra e le spugne bianche si sollevarono in aria, vorticando in un groviglio di stoffa.
Davanti a quella reazione scomposta la ragazza inarcò un sopracciglio.
“Vuoi tenerlo all'oscuro?”
“A-almeno finché non avrò valutato tutti i pro e i contro, questo fantasma ti chiede di serbare il segreto, damigella del Sacro Braciere!” esclamò a-Ling inchinandosi.
“Fino ad un attimo fa davo per scontato che saresti andato a sbrodolare tutto al principino, invece vuoi gestire la faccenda da solo, mi piace, hai del carattere!”
“Mentire non è mai una buona cosa, lo faccio solo per evitare che si preoccupi senza motivo!”
“Sciocchezze, non gli stai mentendo, vuoi avere un quadro chiaro della situazione prima di decidere e ricorda: è una scelta che spetta esclusivamente a te, non permettere a nessuno di intromettersi o di influenzarti e adesso vai a completare il tuo sondaggio!”
“Il mio...”
“Il tuo sondaggio! Sei deciso a tenere Ye Feng fuori da questa cosa, però non hai menzionato l'apprendista francese, segno che la sua opinione ti interessa; inoltre vorrai il consiglio di qualcuno che viene dalla tua terra d'origine e condivide la tua stessa cultura, quindi presumo che interpellerai il maestro Sheng o quel perdigiorno del suo amante!”
“La damigella del Sacro Braciere è davvero perspicace!” rispose a-Ling inchinandosi di nuovo “Questo fantasma la ringrazia per averlo ascoltato e per i suoi suggerimenti.”
“Si, si, a buon rendere! Ora smamma, ho un'altra sessione di allenamento, poi finalmente farò la seconda colazione!”
“La seconda?”
“Certo, ho fatto la prima un'ora fa!”
“Adesso siamo abbastanza lontani?”
La domanda, o meglio la supplica del giovane Lafayette, fece rallentare la marcia del fantasma, che procedeva spedito nel fitto sottobosco in cui si erano inoltrati.
Al contrario l'apprendista era costretto a fare la gincana tra rocce e arbusti e il suo afflato agonistico si era ormai esaurito.
A-Ling si guardò attorno: nella foresta il silenzio era rotto solo dallo stormire delle foglie sui rami più alti e dal cinguettio degli uccelli.
“Qui va bene.”
“Hallelujah cazzo...” bofonchiò il suo accompagnatore, lasciandosi cadere su un masso ricoperto di muschio “Adesso puoi spiegarmi, perché mi hai costretto a uscire e a scarpinare fino in culonia dei lupi?”
“Siamo nel bosco che s'incontra uscendo dal centro abitato...”
Il francese lo puntò con un'occhiata torva e il fantasma decise di non infierire, snocciolando invece il motivo della loro uscita a due.
“Volevo evitare che a-Feng ci ascoltasse.”
“Come prego?”
“È una conversazione riservata.”
“Tu sai che lui dorme durante il giorno, potevamo restare alla torre!”
“Si, ma ha un sonno molto leggero al contrario del suo mentore.”
Alaric s'impose la calma, soprattutto perché non poteva strozzare il lagnoso mangiariso a mani nude.
Ormai aveva appurato che tra lui e Ye Feng non c'era “quel tipo” di relazione, né c'era mai stata.
Il Signore degli Shen era stato come un fratello maggiore per lui; essendo cresciuti entrambi per la strada, lo aveva protetto dalle angherie e dai malintenzionati, finché l'anziano dottor Li non li aveva accolti entrambi nella sua casa.
Tuttavia questo non trasformava automaticamente il pallido lenzuolino nel suo migliore amico, inoltre il mistero che ostentava verso la 'conversazione riservata' aveva aumentato in modo esponenziale la sua insofferenza con l'aumentare della distanza dal divano.
“Vuoi svelarmi il terzo segreto di Fatima? Non ho tutto il giorno.”
“Al mio arrivo stavi giocando con lo smartphone, non sembravi così impegnato!”
“Parla, o giuro che trovo il modo di passare dall'altra parte e vengo a prenderti a calci!”
Ad a-Ling parve saggio non testare le reali capacità dell'apprendista, quindi gli espose i fatti nello stesso modo in cui li aveva già riportati alla maestra Nemesi e si premurò di sottolineare che la famiglia della Prima Signora aveva dato il suo assenso.
“E bao-Feng?” chiese Alaric al termine del resoconto.
Il fantasma, preparato ad uno scoppio di rabbia, fu incapace di replicare e lo fissò attonito.
“Hai presente quel tizio che hai pedinato negli ultimi quattro secoli come uno stalker? Intendi coinvolgerlo oppure no?” insistette l'altro.
“È una decisione che voglio prendere... da solo!”
“Non ti facevo così spavaldo, deve mancarti proprio tanto avere un corpo se sei disposto a nasconderlo al tuo caro gege!”
“La fai sembrare una cosa brutta.”
L'avvilimento di a-Ling si tradusse in un sensibile calo della temperatura, che portò il gelo dell'inverno in quel remoto angolo di bosco.
Il giovane francese si rese conto di aver esagerato e si attestò in difesa, sfoderando un'espressione di sussiego.
“Alais! In fondo è una cosa che non mi riguarda; vuoi dirlo a bao-Feng? Accomodati. Vuoi tacere e metterlo davanti al fatto compiuto? Non sarò io a fare la spia; però se vuoi la mia opinione sarebbe da idioti rifiutare un'occasione del genere.”
“Lo pensi davvero?”
L'interpellato fece spallucce.
“Lo farei per me stesso, per provare a camminare sulle mie gambe fuori dalla sua ombra e scoprire di cosa sono capace... Non voglio causarti problemi con la mia presenza, né rubarti l'attenzione di a-Feng, ecco i-io volevo che lo sapessi.”
“Tzè!” esclamò l'altro con sdegno “È impossibile considerare un frignone mingherlino come te alla stregua di un rivale.”
A-Ling sorrise, era ormai avvezzo ai modi ruvidi del francese e quella che alle orecchie di un estraneo poteva sembrare una frase offensiva, a lui suonò come un segno di approvazione.
“Grazie del tuo incoraggiamento, per me è molto importante.”
“Incoraggiamento un corno, prova ancora a svegliarmi all'alba e ti farò rimpiangere di aver voluto un corpo, quando sarai nuovamente di carne e ossa noi due faremo un bel discorsetto e fisseremo delle regole sul...”
Alaric interruppe la sua invettiva, il lenzuolino era scomparso senza preavviso, mollandolo in mezzo alla selva oscura.
“A-Ling? Sei ancora qui?”
Gli rispose il lugubre stridio di una civetta.
Ad un tratto il bosco gli parve un luogo più sinistro di quanto gli fosse sembrato entrandoci e nell'udire un fruscio sospetto tra la vegetazione mise le gambe in spalla, tornando di corsa da dove era venuto.
“Dannato mangiariso! Maya! Ho bisogno del supporto aereo, manda una gondola a prelevarmi, meglio se corazzata!”
“Al congee* manca ancora qualcosa...”
Il maestro Sheng allontanò il piattino dalle labbra e aggrottò la fronte con aria pensierosa, perché all'assaggio il suo sapore risultava sbilanciato.
“Una grattuggiata di zenzero.”
Il mago spostò lo sguardo dalla pentola in bollore all'ingresso della cucina dove incontrò la pallida figura di a-Ling, che lo salutò inchinandosi.
“Hai ragione!”esclamò Yun Bai, dopo aver aggiunto la spezia “La mia daoshi aveva parlato di un ingrediente segreto per rendere speciale questo piatto; pensavo fosse l'amore, invece è proprio lo zenzero!”
Il fantasma nascose un sorriso dietro la manica della sua veste.
“Lo stai cucinando per il venerabile maestro Leng?”
“Si, è la sua colazione, spero che lo distragga dal tiramisu che ci hanno portato la Tata e la piccola Sophia; sto cercando di tenere il suo Qi in equilibrio ed è un'impresa piuttosto difficile, per un anziano Artiglio di Drago certe tentazioni sono irresistibili.” rispose Yun Bai, ricambiando il sorriso.
“Il venerabile maestro Leng è molto fortunato ad avere qualcuno che si occupa di lui con tanta premura.”
“Vuoi dire che il suo allievo non lo è altrettanto con Alaric?”
A-Ling farfugliò qualcosa; non era sua intenzione malignare sulla relazione tra a-Feng e l'irascibile francese, ma più si affannava a negare, più la risata del mago cresceva di tono.
“Anche se l'apprendista è molto lontano dalla nostra mentalità ha un suo modo di dimostrare affetto e preoccupazione nei riguardi di Ye Feng.” disse, prelevando nel frattempo una grossa ciotola di riso bianco “Tuttavia non ti riferivi a loro, stavi pensando a te.”
Lo spirito non ebbe il coraggio di negare e seguì il mentalista nel piccolo studio che usava anche come stanza per la meditazione e gli esercizi spirituali.
Qui Yun Bai apparecchiò la ciotola su una tovaglietta di bambù, le pose accanto un paio di bacchette nuove e accese un cono d'incenso, a cui accompagnò una breve formula taoista per le anime dei defunti.
“Sei gentile maestro Sheng, apprezzo l'offerta anche se non era necessaria, la Potente Signora del Telaio mi ha dato questa stamane...” disse a-Ling, mostrandogli la corta mantellina che portava appoggiata sulle spalle “Ha filato l'energia vivente in modo che possa avere tempo per riflettere con calma su una decisione importante.”
“Sei andato a farle visita? La maestra Tessitrice rappresenta un grosso enigma per me: non riesco a capire come ragiona, né a prevedere o anticipare le sue mosse; men che meno leggere i suoi pensieri, è come se fossero al di fuori della mia portata, Xue Ge e Ye Feng invece ne sono spaventati.”
Il fantasma annuì serio, confermando l'opinione del mentalista.
“Credo che lei non veda le cose come le vedono gli umani o i trapassati, i suoi pensieri vengono da una sapienza arcana, al di là della comprensione dei mortali.”
“Hai parlato di una decisione importante, se hai chiesto il suo consiglio vuol che sei pronto a...”
“No!” lo interruppe vivamente a-Ling “Non l'ho consultata per la Trasmigrazione!”
Yun Bai lo vide alzare lo sguardo al soffitto.
“Il venerabile maestro Leng sta dormendo?”
“Gege si sveglierà all'ora di cena; il suo ciclo del sonno fa ancora i capricci e lui non ha la minima voglia di impegnarsi a correggerlo. Quindi puoi parlare, cantare oppure urlare a pieni polmoni, lui continuerà a dormire.”
A-Ling, rassicurato, colse l'occasione per esporre la questione al maestro Sheng, come aveva già fatto con Alaric e Nemesi e al termine del resoconto il mago si prese qualche istante per fare le sue valutazioni.
“Sarebbe un'opportunità incredibile per chiunque: mago, umano, immortale, o... spirito.” sentenziò infine.
La presenza annuì di nuovo.
“Perciò cosa ti frena dall'accettare? Stai valutando le conseguenze per te e le persone che ne verrebbero coinvolte, vero?”
A-Ling convenne, con un altro cenno affermativo.
“È impossibile prevedere e dominare le variabili generate da questo tipo di scelta e anche scegliendo di non fare nulla ci sarebbero comunque delle conseguenze. Il solo fatto di esistere provoca effetti sul mondo che ci circonda.”
“Non vorrei stravolgere le vite di a-Feng, di Alaric o le vostre, adesso che siete tranquilli e sereni, né tanto meno causare problemi ai maghi di Serannian, che sono stati così gentili ad accogliermi.” mormorò lo spirito, lasciando che il fumo dell'incenso lo avvolgesse un larghe spirali ed imbevendosi della sua delicata fragranza.
“Hai menzionato due stati transitori per definizione; tranquillità e serenità spesso durano meno di quel cono d'incenso.” rispose Yun Bai “Inoltre tu vedi solo gli aspetti negativi, perché invece non consideri il sollievo che procureresti a Ye Feng? Questa seconda opportunità di vivere la vita che ti è stata negata troppo presto allevierebbe il suo senso di colpa.”
Il maestro Sheng ha ragione, tutti hanno ragione... allora perché sto esitando?
A-Ling emise un rumoroso sospiro, che si riverberò sulle pareti del pozzo sul quale era affacciato.
Nel piccolo giardino all'italiana di palazzo Leukotes non c'era nessuno oltre a lui, o almeno così gli parve finché il pozzo non gli rispose in rima.
“Un sospiro è arrivato quaggiù, o son dolori o son desideri, butta un soldino per i tuoi pensieri!”
Il fantasma trasalì e si accucciò al riparo, oltre lo spallotto di pietra; a Serannian non si facevano mancare nulla, avevano perfino un pozzo parlante!
“Allora arriva il soldino?”
“N-non ho denaro con me, m-mi dispiace!” balbettò l'interpellato.
“In tal caso il primo consulto sarà gratuito; vengo a farlo di persona, aspettami lì!”
Qualcosa di enorme si mosse sul fondo ed iniziò una rapida risalita verso superficie.
A-Ling udì i suoi artigli raschiare le pietre e ne prese atto con terrore; forse aveva svegliato un orrendo mostro, mettendo in pericolo la famiglia della Prima Signora.
Nel tentativo di rimediare usò la levitazione per sollevare il pesante coperchio di ferro appoggiato a terra e riuscì a posizionarlo sull'apertura appena prima che la bestiaccia si affacciasse.
Un suono secco, come quello di un oggetto duro che impattava contro un ostacolo ancora più duro, lo avvisò che la “cosa” era arrivata al capolinea.
“Fine della corsa!” esclamò a-Ling.
Il fantasma non ebbe comunque tempo di rallegrarsi dell'impresa; il coperchio cominciò a vibrare, poi venne proiettato in aria da una colonna di vapore dorato.
“Che razza di modi sono questi? Un professionista offre un consulto gratuito e gli chiudono la porta in faccia?” esclamò un vocione cavernoso, ma stranamente familiare.
Quando la nebbia si diradò a-Ling ne comprese il motivo: la creatura nel pozzo era il divino abitante dei cieli!
Visto da vicino nella sua forma gigantesca era spaventoso, tuttavia proprio le dimensioni impedivano al drago di uscire, di lui infatti emergevano solo la testa e il lungo collo.
“Pensavo ci fosse un mostro!” esclamò lo spirito, profondendosi in una serie di inchini “Questo stupido servo si scusa per averti procurato fastidio, nobile semi-divino!”
“Quindi sei tu l'autore del sospiro di prima?”
Il collo del drago si curvò in un elegante punto interrogativo e a-Ling, dopo un attimo di esitazione, annuì.
“Stavo andando a casa, però il tuo sospiro mi ha convinto a tornare indietro, qual è il motivo di tanta afflizione?”
L'interpellato non seppe cosa rispondere alla domanda e s'inchinò, scusandosi per averlo disturbato con quell'estemporanea manifestazione del suo stato d'animo.
Il drago non volle sentire ragioni e nel tentativo di uscire smosse alcune pietre della struttura, che rotolarono sul prato.
“Nessun disturbo, non sei stato inopportuno... Ah, che seccatura, se potessi venire fuori dal pozzo ti sarei d'aiuto!”
“F-forse il nobile semi-divino dovrebbe rimpicciolirsi un po'.”
“Hai ragione! È un'ottima idea, chissà perché non ci ho pensato io.”
“L'avresti sicuramente fatto, nobile semi-divino, tutti sanno che i draghi sono le creature più sagge e intelligenti del mondo magico.
” “Siamo molto intelligenti!” ribadì l'interlocutore lusingato, mentre s'inabissava nei recessi del pozzo.
Quest'ultimo prese ad eruttare vapore, dal quale poco dopo emerse la sua versione “compatta”, che planò sul parapetto e richiuse con grazia le ali.
“Un arrivo impeccabile, se mi è concesso esprimere un'opinione.”
A-Ling aveva capito che il drago era sensibile ai complimenti e in ciò non era diverso dai suoi parenti orientali.
“Bisogna sempre avere un comportamento consono, in ogni situazione.” confermò Kissa, trascurando che per uscire aveva quasi abbattuto la struttura “Dunque dicevamo del tuo dispiacere; a giudicare dalla lunghezza e dalla profondità del sospiro si tratta di una faccenda seria, raccontami tutto!”
“In verità temo di annoiarti e rubare il tuo tempo con una storia così banale...”
“Non ho impegni stasera e lascia che sia io a giudicare se è una storia banale o meno!”
Il drago, ostentando un'aria interessata, si acciambellò comodo accanto a lui e il fantasma di fronte alla sua insistenza si arrese e gli illustrò la situazione.
Al termine del breve resoconto la creatura aveva le fauci spalancate e gli occhi fuori dalle orbite, perfino la lunga coda mulinava impaziente nell'aria.
“E-ecco questo è quanto, nobile semi-divino...” balbettò a-Ling in un soffio, non sapendo cosa pensare della sua reazione.
“E tu sei ancora qui?”
“Come?”
“Dico: sei ancora qui a domandarti se vale la pena o meno accettare?” chiarì il drago, che in preda ad una incontenibile smania si alzò e prese a girare in tondo, sotto lo sguardo perplesso dell'interlocutore.
“S-si, in verità ci sono molti aspetti che...”
“Al diavolo gli aspetti! Pensa alle cose divertenti che potremo fare quando sarai umano!”
A-Ling credette di aver capito male, che i suoi sensi spirituali si fossero appannati a causa del vapore dorato.
“N-noi? I-inteso come noi due, nobile semi-divino?”
“Già! Mi piacciono gli umani! Non in senso gastronomico sia chiaro.” precisò Kissa, accortosi della sua espressione sgomenta “Sono una calamita di guai e situazioni imprevedibili, sono dei disastri su gambe in pratica! Osservarli è uno dei passatempi preferiti del Piccolo Popolo.”
“N-non sembrano delle qualità di cui andare orgogliosi, nobile semi-divino.”
“Sono anche una continua fonte di sorprese, sono dei sognatori ostinati, che si rialzano sempre dopo ogni caduta e trovano la forza di andare avanti; forse non sono perfetti, eppure non ci annoiano mai.”
“Io invece potrei essere un umano molto noioso.”
A-Ling non si era mai reputato una persona eccezionale; in vita non aveva avuto qualità nelle quali eccelleva, non sarebbe mai diventato un medico brillante come Ye Feng o uno studioso, come il loro benefattore.
Pensandoci a posteriori aveva concluso che la sua morte prematura era stata un bene, perché gli aveva evitato l'opportunità di mettersi alla prova, risultando un probabile fallimento.
“Il mio istinto dice il contrario e l'istinto di un fatato non sbaglia mai!” fu la replica entusiasta.
Il fantasma evitò di contraddirlo e lui scese a terra, zampettando impaziente.
“Allora, andiamo?”
“Andiamo dove, nobile semi-divino?”
“Da Callisto, dobbiamo comunicargli la bella notizia!”
“Ma i-io non...”
“Cosa c'è ancora? Hai paura di quel vecchio trombone di Tersilius? Ci penso io a difenderti, guai al cyber-coso che vuole fare del male al mio futuro strofina scaglie!”
“Questa umile spoglia è indegna di tanta considerazione, inoltre sei sicuro che la tua visita improvvisa al Laboratorio non creerà problemi? Non vorrei essere causa di equivoci e dissapori tra i maghi e i fatati.”
“Affatto!” dichiarò la creatura “La mia presenza è sempre motivo di grande gioia, dovresti sentire come strillano quando mi vedono arrivare.”
Il drago sembrava aver dimenticato le conseguenze catastrofiche della sua ultima incursione alla roccaforte degli Scientisti e a-Ling, persuaso, si accinse a seguirlo.
“Chiunque sarebbe onorato di ricevere la visita del divino abitante dei cieli.”
“Chiamami Kissa, i titoli vanno bene fino alle presentazioni, poi si diventa amici!”
“Amici?”
A quelle parole la sostanza spirituale del fantasma vibrò e fu sul punto di disfarsi a causa dell'intensa emozione.
“Sacri Tumuli, è un po' presto per considerarti parte della famiglia, però prometto di pensarci su, se non ti dissolvi prima.”
“Se è tuo desiderio, nobile Kissa, non mi dissolverò!”
“Ecco, questo è l'atteggiamento giusto: volonteroso e ottimista, sarai un fantastico strofina scaglie!”
Fine trentasettesima parte