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Autore: Rohan    25/02/2025    3 recensioni
Raccolta di Drabble, Flash-fic, OS sulla Gohan/Videl
Dal testo del primo capitolo:
[Bee scodinzolò felice, iniziando a saltare a destra e a sinistra, in attesa dell’azione del mezzo Saiyan.
«Gohan, vuole che gliela lanci da qualche parte, così può correre a prenderla e riportartela» gli disse Videl, vedendolo immobile a guardare l’oggetto che teneva in mano.]
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gohan, Videl | Coppie: Gohan/Videl
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Passo dopo passo






Capitolo 2: Violino
 

Nell’attesa che Videl fosse pronta, Gohan gironzolava per tutto il soggiorno di casa Satan come un’anima in pena.
Odiava aspettare e odiava farlo in una casa non sua, lo faceva sentire molto a disagio.
A maggior ragione a casa del campione del mondo, dove c’era sempre qualcuno che lo fissava.
I suoi domestici erano così tanti che spesso faticava a ricordare se li avesse già incontrati lì dentro oppure no.
Però aveva fatto amicizia con due cuochi, loro li riconosceva sempre!
In un angolo della casa, attirò la sua attenzione una custodia di velluto blu e, quando Videl scese le scale, lo trovò a squadrare a destra e a sinistra la custodia del suo violino.
«Sono pronta» disse, facendolo sobbalzare.
Non l’aveva sentita arrivare.
«Cos’è?» chiese il ragazzo, troppo curioso.
Sembrava una custodia che conteneva qualcosa di prezioso e delicato, ma allo stesso tempo era come abbandonato in quell’angolo.
Videl gli si avvicinò e con le dita accarezzò il velluto. «È il mio violino» rispose con un sorriso malinconico.
Gohan inclinò la testa lateralmente. «Non sapevo che suonassi il violino»
Lei annuì. «Perché non suono più ormai» disse facendo spallucce.
Il ragazzo la guardò stranito. «Perché?» chiese infatti.
Non era tanto strano il fatto che non suonasse più, quanto il sorriso malinconico che aveva sulle labbra.
Videl sospirò e si strinse nelle spalle, mantenendo il suo sguardo sulla custodia. «Me l’ha regalato mamma un Natale. Voleva che diventassi una violinista come lei, ero pure bravina anche se non al suo livello ovviamente» spiegò. «Lei e papà si sono conosciuti durante un gala dove papà era invitato e lei suonava in orchestra insieme ad altre persone. Papà dice sempre che si è innamorato a prima vista e ha aspettato fuori per poterle parlare quando la serata è finita» continuò mantenendo quel sorriso.
Suo padre ormai era diventato un donnaiolo, ma aveva amato con tutto il cuore sua madre, questo lo sapeva bene.
L’aveva visto con i suoi occhi.
Gohan, cautamente, le si avvicinò e le spostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio. «Come mai hai smesso di suonare? Non ti piaceva più?» domandò con tono pacato.
C’era qualcosa in quello sguardo che gli gridava conforto e lui non si sarebbe tirato indietro di fronte quella tacita richiesta.
Lei fece spallucce, guardando lateralmente. «Dopo la sua morte non riuscivo a prendere il violino in mano senza scoppiare a piangere» ammise arrossendo lievemente.
Non era abituata a far trasparire la sua fragilità più grande.
«Poi mi sono appassionata alle arti marziali e, anziché incanalare la mia rabbia nella musica, ho iniziato a preferire prendere a calci e pugni il sacco da boxe» continuò cercando di fare ironia, ma la sua voce era leggermente tremante.
Gohan abbassò la mano dai suoi capelli ai suoi fianchi e poi la cinse in un abbraccio lieve, unendo l’altra mano alla sua stessa.
Intrecciò le dita delle due mani, facendo in modo di stringerla senza farla sentire soffocata tra le sue braccia, lasciandola libera di muoversi, ma facendole capire allo stesso tempo che lui era lì pronto a consolarla e a stringerla più forte se ne avesse avuto bisogno.
«Se mai volessi di nuovo iniziare a suonare, sarei felice di essere tuo spettatore» le disse con tono pacato e un leggero sorriso sulle labbra.
Lei sorrise a sua volta e posò gli occhi su di lui. «Gli unici per il quale suonerei nella mia vita sareste tu e papà» disse più a se stessa.
Il ragazzo le posò un delicato bacio sulla fronte e preferì chiuderla un po’ di più nel suo abbraccio, consapevole che la sua presenza e i suoi gesti valessero più di qualsiasi parola.

































Angolo dell'autrice:
Doveva essere una flash leggera, invece è diventata triste.
E vabbé, il concept di questa raccolta è proprio questo: lasciarsi andare a quello che le dita vogliono scrivere senza pensarci troppo.
Spero vi piaccia e alla prossima!

-
Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*
  
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