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Autore: cri86    25/09/2009    1 recensioni
Dopo aver assistito a una rappresentazione de "Peter Pan: il Musical", J. K. Rowling ha una brillante (e per certi versi catastrofica) idea; chiama così all'appello tutti i suoi personaggi e... Un omaggio a questo grande musical (con Manuel Frattini, Claudio Castrogiovanni, Alice Mistroni e Riccardo Peroni)
Genere: Commedia, Parodia, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Nota dell'autrice: Una parodia-crossover fra il musical di Peter Pan di Maurizio Colombi, e la saga di Harry Potter... un racconto comico ma scritto con il cuore e che vuole essere il mio omaggio a questo musical e al suo grande cast! La storia si svolge in un futuro immaginario e non meglio precisato in cui i personaggi della saga del maghetto (che, in realtà, dopo aver interpretato i loro "ruoli" nei libri vivono tutti in un castello in Scozia insieme alla loro autrice-manager, la Rowling) rimangono così colpitidal musical di Peter Pan che decidono di metterne su una loro versione... ovviamente in chiave umoristica e per niente seria! XD

Potter Pan; il Musical-Parodia
by cri86

(liberamente ispirato a
"Peter Pan: il Musical"
una produzione Ati Il Sistina, Teatro delle Erbe e Officine Smeraldo
con Manuel Frattini, Claudio Castrogiovanni, Alice Mistroni, Riccardo Peroni
e le musiche di Edoardo Bennato
a cura di Maurizio Colombi, Giovanni Tallon, Arturo Brachetti e Fabrizio Carbon
e alla saga di
"Harry Potter" & co.
© J.K. Rowling, Warner Bros, Bloomsbury e Salani.
Tutti i diritti riservati. Questa parodia non è a scopo di lucro né affiliata in alcun modo con i suddetti)

Prologo, Preludio, Proemio o Pilot che dir si voglia

Gli Inglesi, si sa, amano molto il teatro. Che siano inglesi britannici o americani non fa differenza; i britannici hanno il West End, gli americani Broadway, ma tant’è, la sostanza non cambia.

Anche J. K. Rowling, l’autrice della fortunata saga di Harry Potter, in quanto inglese non faceva eccezione. Ecco perché accettò con tanto entusiasmo, quando alcuni amici la invitarono alla prima di un nuovo Musical che, a sentire la stampa, aveva già sbancato i botteghini di mezza Europa. L’appuntamento era per una bella serata di Maggio, e lo spettacolo (sempre a sentire la stampa) si preannunciava a dir poco strabiliante.

Già il titolo era bastato a incuriosire la fervida mente della Rowling. Si trattava di un adattamento in stile musical di “Peter Pan”, la celebre favola scritta da James Matthew Barrie nel 1904. Magie, voli, fate, pirati, duelli, gli scenari incantati dell’Isola che non c’è, oltre naturalmente al protagonista, il Ragazzo-Che-Non-Voleva-Crescere… tutti elementi narrativi che a lei erano familiari, dopo aver scritto le avventure del suo maghetto occhialuto per più di dieci anni. Praticamente, la “mamma” di Harry Potter non aveva potuto resistere; non dico che avesse proprio contato i giorni che la separavano dalla fatidica prima, però c’era andata molto vicino. In effetti, non l’aveva fatto solo per non essere derisa dai suoi personaggi, che dopo l’uscita di tutti e sette i libri della Saga erano diventati delle vere e proprie star e abitavano con lei in una delle sue multiproprietà in Scozia. Nonostante fossero le sue creazioni, e lei fosse l’Autrice, Harry e compagni non si sentivano affatto in dovere di trattarla con il rispetto che qualsiasi personaggio letterario degno di tal nome avrebbe dovuto riservare al proprio artefice. Anzi, erano piuttosto prepotenti; le facevano ogni sorta di dispetti, la rimbeccavano, pretendevano di leggere la posta dei fan, avevano sempre da ridire su tutto (dai vestiti che lei faceva indossare loro nei libri al colore delle copertine) e, quanto a rispettarla, non ci pensavano proprio. In un paio di occasioni la Rowling si era persino domandata se anche gli altri personaggi letterari fossero così impossibili nei confronti dei loro autori… o se piuttosto non fossero solo i suoi a farla diventare matta. “Ho creato un mostro!”, avrebbe detto il dottor Frankenstein, e J. K. cominciava a capire perché.

Non potendo contare i giorni sul calendario, la Rowling si era quindi ingegnata a ingannare l’attesa cercando notizie dello spettacolo su Internet (il computer in teoria avrebbe dovuto essere proprietà esclusiva di Dudley Dursley, il cugino di Harry, ma J. K. era una donna previdente e aveva preso l’accorgimento di lasciare il frigo aperto tutte le volte che il pc serviva a lei. Invariabilmente, Dudley recepiva il messaggio e spariva in cucina, guidato dal prodigioso radar del suo stomaco. A quel punto, la Rowling poteva accomodarsi alla tastiera con la certezza che il legittimo proprietario non avrebbe sollevato obiezioni. Anche il signor Weasley, il papà di Ron, faceva la corte al computer quando Dudley era “in pausa pranzo”, ma l’Autrice era più veloce e riusciva sempre a pilotarlo verso la porta con l’ordine tassativo e categorico di andare a farsi un giro da qualche parte, “magari a Heathrow”. Nel tempo che ci sarebbe voluto al signor Weasley per smontare l’intero aeroporto e scoprire “come fanno gli aeroplani a star su”, lei avrebbe senz’altro finito di lavorare al computer.)

Aggirati gli ostacoli di Dudley e del signor Weasley, J. K. ne approfittò per setacciare il Web alla ricerca di tutto ciò che fosse riuscita a scovare sul conto di quella promettente pièce teatrale. Apprese così che lo spettacolo era tutto italiano, con un cast eccezionale e degli effetti speciali formidabili. Ogni stagione era stata un clamoroso successo di pubblico, ormai non si contavano più le repliche. Sempre più infervorata, la Rowling visitò i siti Web dei produttori e del cantautore che aveva curato la colonna sonora, spulciò le biografie degli attori, stampò le foto del cast. Arrivò perfino a registrarsi di nascosto su alcuni forum (sotto falso nome, ovviamente; chi li avrebbe sentiti, i suoi agenti, se lei si fosse mostrata a sorpresa in pubblico? Ma soprattutto, chi ci avrebbe creduto??) per leggere le opinioni dei fan che avevano già assistito allo spettacolo. Poi le veementi proteste di Ron, Lumacorno e Grop davanti al frigo vuoto (Dudley aveva appena finito di azzannare l’ultimo muffin rimasto) la costrinsero sul malgrado a staccarsi dalla rete.

Nei giorni che seguirono questa scena si ripeté diverse volte (Ron arrivò a minacciare di chiedere l’affidamento a casa di Jessica Fletcher; da lei, assicurò, se non altro il cibo non mancava). Alla fine, però, giunse la tanto agognata sera della prima a teatro, con gran sollievo di tutti gli interessati (una fra tutti?... J. K. che aveva dovuto riscontrare per l’ennesima volta quanto il carattere dei suoi personaggi potesse peggiorare dopo ogni incursione di Dudley nel frigo. Grop aveva espresso il suo malumore scaraventando la tv dalla finestra – per fortuna che abitavano in campagna e di sotto non stava passando nessuno!!! – e le povere innocenti begonie dell’Autrice non erano più state le stesse dopo che il collerico gigante le aveva calpestate in preda alla rabbia).

Prima di uscire, la donna raccomandò loro di non fare troppo chiasso e soprattutto di non far saltare in aria il maniero in sua assenza. Non si fidava affatto di lasciarli lì da soli, ma che scelta aveva? A teatro con lei non poteva certo portarli; per ospitarli tutti non sarebbe bastato un intero campo di Quidditch, e poi… J. K. stava andando a vedere uno spettacolo, non a metterne in scena uno (naturalmente, se Joanne avesse potuto prevedere il futuro, si sarebbe guardata bene dall’usare quelle parole. Ma del resto la realtà molto spesso può essere più assurda e imprevedibile della fantasia… come lei avrebbe avuto modo di scoprire). Comunque, si consolò pensando che lo spettacolo l’avrebbe distratta dal pensiero del suo castello in mano a quella banda di pazzi; decisamente, aveva bisogno di svagarsi un po’. Fece ancora qualche raccomandazione di rito ai più turbolenti della ghenga (gemelli Weasley e Malandrini in primis), diede un’ultima occhiata malinconica alla sua dimora (chissà se al suo ritorno l’avrebbe ancora trovata in piedi…), prese il soprabito e uscì.

"Alla buon’ora" borbottò Ron, approfittandone per spedire Dudley sul soffitto con un Incantesimo Levicorpus.


La Rowling raggiunse il teatro con discreto anticipo… e meno male, perché davanti alla biglietteria si era già formata una fila pazzesca. Be’, se non altro così riuscirò a confondermi tra la folla senza attirare l’attenzione, pensò. Ormai aveva trascorso tanto di quel tempo sotto i riflettori da temere che la gente la riconoscesse anche quando era in incognito.

Quella sera, per non dare nell'occhio, aveva nascosto i capelli sotto una parrucca con i ricci ossigenati (gentilmente prestatale dal chitarrista delle Sorelle Stravagarie). Indossava un soprabito color salmone lungo fino ai piedi (che in origine era appartenuto a Zia Petunia), stivaloni di pelle alti fino al ginocchio (che invece appartenevano a uno dei gemelli Weasley), guanti di pizzo bianco (che aveva trafugato dall'armadio di Narcissa Malfoy), una sfilza di mantelline e foulards (che un occhio allenato avrebbe potuto riconoscere come quelli di Sibilla Cooman), un bel paio di occhialoni da sole (erano di Dudley) e, dulcis in fundo, una sciarpa per nascondere il viso (nella fretta aveva preso una sciarpa con i colori di Corvonero; inutile dire che i suoi personaggi l'avevano derisa - al grido unanime di "Secchiona! Secchiona! Secchiona!" - finché lei non era riuscita miracolosamente a chiudersi la porta alle spalle). Vestita così era praticamente irriconoscibile... anche se non si può dire che passasse proprio inosservata. Pazienza, si consolò. Se non altro la mia privacy è al sicuro. Nessuno si aspetta che proprio io, J. K. Rowling, mi nasconda dietro un travestimento così strampalat - ehm, umile.

Mentre il suo gruppo aspettava di raggiungere la cassa, lei si allontanò dagli amici per gironzolare intorno alle locandine e curiosare un po’ fra il materiale pubblicitario che il teatro metteva a disposizione. Le piacque particolarmente una locandina doppia, piuttosto bella, che sfumava dal nero all’azzurro; raffigurava un Peter Pan stilizzato davanti alla sagoma della luna e del Big Ben, con in calce i nomi di tutti i protagonisti e di coloro che avevano collaborato al progetto. Poco più in là, una bacheca di vetro proteggeva una serie di articoli tratti da varie pubblicazioni italiane e straniere che avevano dedicato ampio spazio all’evento.

Avrebbe voluto fermarsi a leggere, ma in quel marasma di gente non ci riuscì. Sembrava impossibile che un solo teatro riuscisse a contenere tutte quelle persone; persino J. K., che modestamente se ne intendeva, rimase di stucco davanti a un pubblico così eterogeneo e numeroso. Non mi meraviglia che abbiano fatto il tutto esaurito in mezza Europa… si disse l'Autrice, divertita. Diede un'ultima occhiata alla locandina, e stava già per tornarsene dal suo gruppo quando, in un angolo, scorse un chiosco che vendeva souvenir, gadget e merchadising assortito. Anche il chiosco, come del resto tutto quanto il teatro, era gremito di gente. Alzandosi sulla punta dei piedi per vedere meglio, J. K. riuscì a scorgere sopra il mare di teste un cartello scritto a caratteri cubitali, che annunciava "Il DVD ufficiale del musical, in edizione cofanetto ultra-deluxe con tre dischi, contenuti speciali, copertina doppia, foto gallery, interviste live da tutto il mondo, dietro le quinte e con le firme di tutto quanto il cast impresse su ciascun disco! Occasione irripetibile!”

"In realtà sono tre dischi Blu-Ray, sa" le spiegò una donna, che a poca distanza da lei osservava il chiosco con espressione commossa. "Dei normali DVD non sarebbero mai bastati a contenere tutto quel materiale. Pensi che ci sono pure le testimonianze dei fan di tutto il mondo e le novità introdotte in ogni tourneé. Un disco è dedicato esclusivamente ai video con le apparizioni in tivù del cast, inoltre…"

"E allora come mai sul cartellone si parla di DVD?" obiettò la Rowling, confusa.

"Perché dire ‘il DVD ufficiale’ è tutta un’altra cosa" rispose l’altra, sventolando la mano ingioiellata con un gesto elegante. "Per di più ogni disco sarà collegato in tempo reale con il sito ufficiale da dove si potranno scaricare le ultime novità, le date dei nuovi spettacoli, le raccolte di screensaver, le icone per il desktop… Lo sapeva?"

"Veramente no" ammise l’Autrice. Quindi aggiunse, incuriosita: "Lei deve essere una fan di lunga data, vero? L’ha già comprato, il DVD o Blu-Ray o quello che è?"

"Mio marito sta facendo la coda" rispose quella con un’alzata di spalle. Una frazione di secondo più tardi la raggiunse un uomo che teneva fra le braccia la bellezza di cinquanta cofanetti DVD. "Ah, Filippo, cominciavo a pensare che ti fossi perso" esclamò la moglie, trionfante, aggrappandosi al suo braccio destro e mettendo così a repentaglio l’equilibrio della pila traballante dei DVD. "Vogliamo andare a sederci, mentre aspettiamo?"

"Of course, Elisabetta, cara" rispose il marito, e le fece strada cerimoniosamente attraverso l’atrio.

Elisabetta e Filippo?? pensò la Rowling sbigottita. Sta a vedere che… Non saranno mica… Naaah! Sicuramente non possono essere loro… vero, che non possono? Si girò per dare un’occhiata più da vicino alla coppia, ma quelli erano già scomparsi in mezzo alla fiumana di gente che continuava ad affollare l’atrio.

Un po’ delusa, decise di seguire il loro esempio (ripromettendosi tuttavia di cercare di individuarli una volta in sala) e si accodò diligentemente alle persone in attesa davanti al chiosco. Nel frattempo continuava ad alzarsi in punta di piedi per poter sbirciare sugli scaffali; c’era davvero di tutto, dai tanto agognati cofanetti dvd alle spille, dalle cartoline (che raffiguravano alternativamente Peter Pan e i pirati di Capitan Uncino) al cd-rom con la colonna sonora, dai cappellini alle stelline sbrilluccicanti e luminose. Le ricordarono la Sala Grande di Hogwarts, l’Emporio di Zonko, persino il negozio dei Tiri Vispi Weasley; quest’ultimo si affrettò a scacciarlo dalla mente, perché le bastava pensare ai gemelli per immaginarsi (in termini altamente realistici) il suo castello che esplodeva in una girandola di luci e colori.

Alla fine giunse anche il suo turno. Una commessa le chiese cosa desiderasse comprare, e lei dovette mordersi la lingua per non rispondere a bruciapelo: “Tutto!”. Non era mai stata una spendacciona, ma… come resistere alla tentazione di portarsi a casa una valanga di ricordi di quella serata unica e spettacolare? Non le sarebbe mai più capitata un’occasione simile; la merce sugli espositori sembrava dirle “Comprami! Comprami!”, e J. K, come ogni donna che si rispetti, a un richiamo così esplicito non sapeva resistere.

Per una volta, che la parsimonia andasse pure a farsi friggere.

Entusiasmata, acquistò una cartolina per tipo, tre CD, cinque DVD, quattro cappellini, tre spille e dieci stelline; per pagare si servì della carta di credito di Harry, che tanto era una star internazionale e poteva tranquillamente permettersi di finanziare la sua povera impresaria. Prese anche in considerazione l’idea di comprare una ricca scorta di cappellini e cartoline da regalare agli amici (no, non quelli del suo gruppo; altri amici). Ma poi ci ripensò; non voleva certo finire trasformata in un portafoglio in-pelle-di-autrice. Con un ultimo sguardo carico di rimpianto alla merce rimasta sugli scaffali, emise un sospiro e si accinse a pagare.

I suoi amici, che non vedendola tornare per tutto quel tempo avevano cominciato a preoccuparsi e ormai erano nel panico più assoluto, la accolsero con aria di rimprovero. Lei cercò di blandirli regalando loro una stellina luminosa a testa, ma intanto avevano perso il posto in fila e dovettero aspettare di nuovo in coda per quella che parve un’eternità. Quando alla fine ebbero tutti validato il biglietto e raggiunto la sala, mancava mezzo minuto allo spettacolo; fecero appena in tempo a sedersi prima che le luci si spegnessero, sprofondando il teatro nel buio.

Nota conclusiva dell'autrice: Spero di avervi fatto sorridere... i commenti saranno sempre ben graditi!! Ciao a tutti! Cri

  
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