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Autore: Pale__20    26/05/2025    0 recensioni
Christian è un ragazzo italiano nella norma: a 20 anni non sa' cosa fare della propria vita, non sembra portato allo studio né tantomeno a qualsiasi tipo di lavoro. Durante una notte, il suo sonno verrà interrotto quando scoprirà di esser stato preso da una astronave aliena che gli ha innestato nel corpo una armatura iperavanzata. Inizia così la sua avventura in giro per la galassia e, nonostante la premessa, sarà sicuramente meglio che vivere nell'incertezza sulla terra.
Genere: Avventura, Azione, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het, Crack Pairing
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Perché doveva continuare a preoccuparsi? Cosa importava se ormai si trovava lontano da casa e magari qualcuno qualcuno lo stava cercando o stava male? Il dilemma di Chris si risolveva da solo: non è da egoisti pensare che se scompari completamente, volontariamente o meno, dalla faccia della terra sia da egoisti o una tragedia per chi sia ama. Semplicemente d’ora in poi avranno un problema in meno, un parassita che non gira più per casa, si ammazza di seghe o chiede 10 euro perché ha finito il tabacco per distruggersi i polmoni, magari in attesa di un cancro o non so’ cos’altro. Tipo un infarto magari visto anche il numero smisurato di bevande energetiche.

All’inizio Christian pensava di trovarsi nell’aldilà, camminando per i corridoi di quello che sembrava uno strano edificio futuristico. I passi si sentivano abbastanza ma a piedi nudi era abbastanza facile coprire i suoni di quel freddo metallo, fissando intanto quelle venature fosforescenti nel tetto.

“Carine” pensava tra sé e sé, cosa che faceva abbastanza spesso.

Pensava di essere morto, finalmente, ma il battito del cuore gli ricordava che invece era vivo e probabilmente si trovava ben lontano da casa sua in cui, fino a qualche ora prima, dormiva tranquillamente dopo aver ingerito la sua melatonina notturna. Si era svegliato in una piccola cella, da solo, su un lettino comodo: chiunque lo avesse preso si era preoccupato che stesse bene o che non si accorgesse nel sonno di venir prelevato dal suo “ambiente naturale”, camera sua. Ella era il suo santuario, ci teneva i fumetti, i quaderni che usava per le poche ore di studio ma soprattutto per inventare storie troppo stupide e scontate da poter poi mandare ad un editore e pubblicare, persino su internet dove come sempre accade devi avere una grossa fortuna.

Chris era fortunato, sia chiaro, ma non così tanto.

Aveva sempre una uscita sicura, nei momenti peggiori alla fine traeva sempre il meglio ma stavolta non sapeva proprio come uscirne. Nel suo petto alla vista di quell’ambiente troppo sconosciuto il cuore era impazzito, sembrava pronto ad esplodere da un momento all’altro lasciando di lui solo una enorme chiazza di sangue nel misterioso edificio. Una roba alla Garth Ennis.

Enormi rumori erano coperti dalle mura e poi, dal nulla, un movimento brusco. Chris crolla su una parete. Poi su un’altra. Probabilmente non era in un edificio normale. Il ragazzo inizia così a correre in giro, sperando di trovare una via di uscita ma si è ricordato solo alla fine: non è così fortunato.

Trova una porta, ma non si apre. Ne trova un’altra, ma non si apre.

Al terzo tentativo, di solito quello più fallimentare, trova qualcosa ma non è solo. Un gruppo di persone troppo particolari per essere descritte da lontano si trova davanti a quello che sembra un parabrezza di una macchina, ma intravede perfettamente che sono figure perfettamente umane.

Tuttavìa per Chris non è una buona notizia: umano per lui non significa buono, mai in nessun caso. Tenta di allontanarsi ma la turbolenza lo avvicina, i passi si fanno più pesanti e la curvatura assunta dal pavimento lo fa crollare a terra in mezzo a quel gruppo di persone.

Loro lo fissano sorpresi.

“Si è svegliato prima del previsto” dice uno, con una voce abbastanza roca.

“Incredibile, sembra essersi riassestato completamente dopo l’operazione” dice un’altra, stavolta più leggera e dolce.

Chris passa 10 secondi pieno di pensieri, non sa’ se fare il finto morto o rialzarsi, ma decide di infine di mettersi almeno seduto, rimanendo colpito da chi lo circonda, in fila:

Seduto su una sedia, occupato a manovrare un volante, c’è un vecchio dagli occhi coperti da due grosse lenti blu che ricordano gli occhi di una mosca, vestito con una divisa dello stesso colore. Ha i capelli grigi e la pelle rossastra, con delle lentiggini che passano lungo le guance e gli zigomi. La voce roca era sicuramente la sua. Dietro di lui, una figura misteriosa simile ad un rettile, con capelli verdi e due enormi occhi simili a quelli di un personaggio uscito da un prodotto di animazione orientale. Scaglie giallastre coprivano il suo corpo ma non sminuivano minimamente il suo aspetto femminile.

Vicino a lei, un bestione alto tra i 190 e i 200 centimetri. Dalla pelle scura, questi appariva come un rettiloide possente dai muscoli pronunciati e da pezzi di corazza rossastri lungo il corpo. Nei suoi occhi uno sguardo serio e aggressivo intimidisce subito Chris, facendogli allontanare lo sguardo. Subito dopo una donna umana, forse l’unica in quel mucchio di gente. È una donna orientale con capelli mossi e neri come il carbone, rispetto agli altri fissa Chris abbastanza curiosa e sorpresa, la voce leggera e dolce era probabilmente la sua. Il suo vestiario fa capire a Chris che si tratta di una dottoressa o una scienziata.

Infine, Chris fu colpito dall’ultima figura. Una ragazza, forse attorno alla sua età, abbastanza più bassa degli altri e con la stessa carnagione del vecchio, capelli viola a caschetto, un nasino così piccolo da sembrare un punto e due guance con un rosso acceso, troppo naturale per essere trucco. Due occhi verdi si erano posti sopra di lui e stavolta non gli fanno venire voglia di cambiare sguardo, un record nel contatto visivo nella vita del ragazzo perché non percepisce il minimo pericolo, anzi si guardano abbastanza incuriositi. Lei abbassa le mani mostrando inoltre le forme del suo corpo, inevitabile che un mezzo pervertito come Chris non ci mettesse occhio, in particolare alla cannottiera e ai jeans della ragazza, l’unica a non portare abiti formali.

Il ragazzo si guarda nuovamente attorno, è terrorizzato.

“C-chi siete?” balbetta dopo un po’, non riuscendo a parlare.

“Non siamo un pericolo” risponde la donna in camice, avvicinandosi a lui, “siamo su una astronave e ti abbiamo prelevato dalla Terra perché eri l’unico candidato valido” continua.

Eh, cosa? Candidato valido… Per?

Era tutto piuttosto confuso, almeno fino a quando Chris non si guarda le mani: dalle braccia fino ai palmi delle mani, dei filamenti neri portano a dei misteriosi innesti che provocano in lui un raddoppiamento del battito cardiaco, non avendo mai provato un terrore così forte.

“Che mi avete fatto?!” chiede nel panico, mentre un’altra turbolenza scuote l’astronave che il vecchio sta pilotando con aria impassibile.

La donna si avvicina a Chris, appoggia la sua mano sulla spalla e lo tranquillizza.

“Nulla di grave, tra un po’ vedrai” tenta di rassicurarlo, ma questa frase lo manda ancora più nel panico. Chris si allontana respirando affannosamente, il panico sembra ormai averlo intrappolato e gli sguardi di quegli sconosciuti non aiuta minimamente.

“Heh, come farà allora quando dovrà combattere?” chiede con aria beffarda il bestione, facendo uscire una voce talmente grossa e forte da sembrare un boato. La rettiliana accanto a lui ridacchia, ma uno sguardo di rimprovero del vecchio zittisce entrambi, girandosi poi verso Chris.

“Ragazzo è meglio se ti prepari, ci sono dei meteoriti che potrebbero ostruirci il passaggio” afferma solido e impassibile, tornando poi a guidare l’astronave.

“Meteoriti?” Chris chiede sempre più sconvolto.

Cosa può fare contro dei meteoriti? A malapena riusciva a spostare una busta di cemento quando lavorava col padre!

“Fidati di me e segui la signora Fumi! Ti saprà aiutare con l’armatura!” urla il vecchio, durante una manovra che sposta bruscamente tutti.

La donna ha uno sguardo determinato, prende per mano Chris e comincia a correre lontana per i corridoi, portandolo lontano dalla cabina del pilota venendo seguiti dalla ragazzina che Chris intuisce sia l’assistente della dottoressa.

“Signora Fumi, è sicura che l’armatura sia funzionante?” chiede, tentanto di seguire il passo. La dottoressa la ignora, probabilmente ci crede più di tutti tra i tre e raggiunge infine una stanza con una strana scritta aliena che però Chris, misteriosamente, comprende perfettamente: Eiezione.

I suoi occhi si sbarrano, il panico lo copre più di quanto lo avesse coperto in precedenza. “EIEZIONE? VOLETE SPARARMI FUORI?!” urla terrorizzato, consapevole che fuori dall’astronave sicuramente ci sarà nient’altro che il vuoto siderale dello spazio. Lo odia, sin da quando vide quel film, Gravity, e il modo in cui puoi finire in mezzo al nulla totale a morire lentamente.

La dottoressa ride invece.

“Tranquillo, quello che ti abbiamo messo dentro sarà in grado di proteggerti!” afferma con un sorriso, entrando infine nella stanza assieme alla sua assistente.

I preparativi sono veloci, Chris rimane in piedi paralizzato alla vista del portone che mostra il nero scandito solo dalle lontane stelle, ma è costretto a ricredersi su tutto quello che ha visto finora perché dal suo corpo qualcosa esce: dai palmi delle mani e dalle piante dei piedi una armatura iperavanzata si forma attorno al suo corpo. Completamente nera e con alcune venature verdi, sfoggia un simbolo a forma di rombo verde sulla fronte e sul petto, mentre due enormi occhioni gli fanno ancora vedere benissimo.

Le porte si aprono, la dottoressa e la sua assistente si tengono fino a quando le porte si chiudono, lasciando un ancora ignaro Chris fuori.

“Buona fortuna, giovane!” urla Fumi, muovendo la sua mano per farsi vedere. Chris la sta mandando a fare in culo invece. Nella sua testa.

 

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In pieno spazio, Christian inizia a muoversi e senza nemmeno uno sforzo inizia a volare attorno all’astronave, vedendo perfettamente i meteoriti che davanti a lui rischiano di distruggere l’astronave su cui si era risvegliato fino a qualche mezz’ora prima.

 

INIZIO ANALISI: METEORE

 

Una voce nell’armatura analizza la situazione, ma non pone soluzioni. Chris è agitato ma capisce che se nessuno può aiutarlo, deve farcela da solo.

“Cosa cazzo sai fare?” chiede all’armatura, pensando a tutti i personaggi con un’armatura che leggeva nei fumetti.

“Sei tipo una armatura di Iron Man? Oppure Tech Jacket?” leggeva veramente troppi fumetti per non sapere come poteva funzionare una qualsiasi armatura, diciamocelo.

Dal nulla un pensiero: Superman. Per lui è il migliore, significherà qualcosa di sicuro, no? Sopra l’astronave, Chris si attacca con tutta la sua nuova forza e tenendo lo sguardo fermo sopra quelle enormi rocce davanti a lui spara un enorme raggio verde dagli occhi, puntando ad ogni meteorite che possa ostruire il passaggio, quasi come se stesse giocando ad un arcade.

Salvata l’astronave, il ragazzo si stacca da essa e nonostante venga trascinato via dalla corrente creata col suo movimento, riprende terreno e torna accanto ad essa, dando il segnale al vecchio che la missione è riuscita. Anche se era troppo assurdo, Chris ha eseguito bene il suo compito e questo lo sapeva fare anche sulla terra, non importava chi glielo chiedesse ma doveva farlo e come gli veniva detto.

 

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Tornato dentro, l’armatura si ritira come se avesse percepito che non ci fosse più bisogno di lei, mentre la dottoressa Fumi corre entusiasta assieme alla sua assistente.

“Ce l’abbiamo fatta!” urla contenta, saltellando come una bambina abbracciando la sua numero due che guarda ancora Chris, sempre con quella strana aria curiosa. Lui invece ansima, respira pesantemente e infine cade a terra, nel primo svenimento della sua vita.

L’equipaggio lo fissa confuso, poi la rettiliana parla.

“E adesso?” chiede non sapendo cosa fare, pensando che gli umani sono veramente e seriamente la specie più strana della galassia.

   
 
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