Camminava con sguardo severo, fiero e basso.
Non alzava la testa dalla strada verso il patibolo.
Sapeva che non avrebbe potuto sopportare di incrociare lo sguardo con anche solo una delle persone lì presenti, e il passo fiero che aveva percorso così tanti campi di battaglia si trascinava sul terreno mentre tirava chili e chili di cadaveri, il senso di colpa per coloro che l'avevano aiutato.
Eppure lui non si pentiva, e anche se distrutto dagli eventi avrebbe percorso quella strada con orgoglio.
Nonostante fosse la strada per la morte e l'umiliazione, nonostante la stesse percorrendo a testa china, lui avrebbe ripetuto il percorso così com'era quante volte serviva.
E anche se nessuno lo vide, lui sorrideva.
Con ritmo costante e sicuro, percorse ogni scalino, e quando arrivò sull'impalcatura in legno non ricevette altro che fischi e insulti.
Ma in fondo lo sapeva già.
( prima ho inventato questo capitolo e dopo il resto della storia, per questo all'inizio sarà un po' fuori contesto essendo verso il finale)