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Autore: Topol1n4    08/06/2025    0 recensioni
Camminava con sguardo severo, fiero e basso.
Non alzava la testa dalla strada verso il patibolo.
Sapeva che non avrebbe potuto sopportare di incrociare lo sguardo con anche solo una delle persone lì presenti, e il passo fiero che aveva percorso così tanti campi di battaglia si trascinava sul terreno mentre tirava chili e chili di cadaveri, il senso di colpa per coloro che l'avevano aiutato.
Eppure lui non si pentiva, e anche se distrutto dagli eventi avrebbe percorso quella strada con orgoglio.
Nonostante fosse la strada per la morte e l'umiliazione, nonostante la stesse percorrendo a testa china, lui avrebbe ripetuto il percorso così com'era quante volte serviva.
E anche se nessuno lo vide, lui sorrideva.
Con ritmo costante e sicuro, percorse ogni scalino, e quando arrivò sull'impalcatura in legno non ricevette altro che fischi e insulti.
Ma in fondo lo sapeva già.
( prima ho inventato questo capitolo e dopo il resto della storia, per questo all'inizio sarà un po' fuori contesto essendo verso il finale)
Genere: Erotico, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il sole splendeva con vigore sulle roccie fuori dalla capanna di Maksim. La capanna era fragile, di bambù e fratte, niente di sicuro e confortante ma la voce del proprietario, l'acqua tiepida nella scodella nelle mani che tremavano del bambino, il tepore del sole che trapassava dalle foglie... Questo dava speranza, una misera briciola di speranza nel futuro di Lucas. Lui non ascoltava neanche le parole che gli diceva il ragazzo più grande, anche solo sapere che gli dedicava queste attenzioni lo rasserenava. 'come era possibile ché tutto questo fosse successo in così poco tempo? perché nessuno lo stava cercando? Perché a nessuno importava che se né fosse andato? Perché gli avevano dimostrato così tanto amore se non gli importava?' Se avesse ascoltato le parole di Maksim lo avrebbe saputo, il ragazzo aveva fatto i conti con quella realtà per otto anni, era molto lucido e schematico nel spiegare, ma per fortuna Lucas ascoltava solo il tono e non le parole. Queste lo avrebbero distrutto solo di più. Fino alla settimana prima correva a abbracciare la gamba della madre con tutti che ridevano e gli volevano bene. Le cameriere gli pulivano le guance e aveva sempre vestiti puliti addosso, poi un giorno ebbe fame, come tante altre volte entrò nella dispensa, voleva rubare della frutta secca, ma mentre passava ebbe la sensazione di dover andare lungo il fondo del corridoio, sapeva che era la strada sbagliata ma doveva andarci. Aprì a fatica la porta e vide che nella stanza non c'era null'altro che una pagnotta, trascinò da fuori uno sgabello e salì sul tavolo. Prese qualche briciola di pane tra le dita, capì subito che necessitava di mangiarlo, non per la fame, no, per qualcosa di più fetale, più vero, che cresceva nel suo fegato come un parassita. Mise sulle labbra quelle briciole, le bagnò con la saliva, le deglutì. Poi si sentì male, vuoto, inutile, fece un passo indietro, cadde, e non sà neanche lui se per il male o la malinconia, si mangia se a piangere disperato. Subito una domestica accorse per aiutarlo, ma appena lo vise si fermò, Lucas notò perfino che le sue pupille si feceró più piccole, può prese il bambino di peso e lo getto nel suo letto con qualche garza lasciandolo lì da solo. Questo fece molto più male della ferita sulla gamba. Da quel giorno tutto fú diverso, smise quasi di esistere, forse quel pane era sacro, forse aveva sbagliato, averlo mangiato era un errore. Provò più volte a scusarsi ma nessuno lo ascoltava, era disperato, poi, mentre piangeva in un armadio, senti qualcuno eccitato parlare del prossimo eroe. " Chissà se nascerà di nuovo nel nostro regno?" " Piuttosto, quale sarà la sua missione" " E chissà quale abilità avrà" " In effetti gli ultimi due eroi sono stat i molto deludenti, entrambe missioni facili e neanche il tempo di svilupparsi " "Già, due vecchi eroi senza neanche una storia decente di cui vantarsi " Così il bambino decise di cercare quest'altro eroe, lo trovò quasi subito, prese quanto più poteva senza che gli adulti lo scoprissero e lo picchiassero senza ragione, e corse in quel bosco dove si era rifugiato. Il viaggio durò quasi due giorni e quando arrivo rimase deluso, lui era senza forze, distrutto dall'aver viaggiato da solo a soli otto anni, ma la capanna era messa anche peggio. Il posto era fatiscente, rozzo e disadorno, Lucas non voleva nemmeno entrare, ma bussò comunque, quando un giovane poco più grande di lui aprì la porta si sentì stupido a essere andato lì a cercare conforto. Ma poi Maksim lo squadrò e poi gli fece una domanda, molto più di quanto gli fosse stato concesso in quest'ultima settimana. " Perché sei qui" Il bambino non aveva idea di come rispondere, farfugliava cose in preda al panico, e intanto lo sguardo di Maksim si sciolse, il ragazzo si inginocchiò e abbracciò il giovane che scoppiò in un pianto disperato, ma che capì quanto quel vecchio eroe gli stesse dando conforto, lo stesse confortando. Quell'abbraccio era la promessa che lo avrebbe sostenuto anche in futuro, per sempre.' Quando la spiegazione dell'indicenne vecchio eroe finì si accorse che il giovane era stremato e stanco, gli chiese se voleva dormire lì, e al cenno distratto del bambino lo prese in braccio, lo porto e lo adagiò sul suo letto di paglia.
   
 
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