Cassandra si svegliò di soprassalto, ancora persa nel suo sogno, i capelli castani sparsi sul cuscino. Si tirò su, guardò la sveglia e il suo cuore perse un battito: erano le 08:30 e lei era in ritardo per la prima lezione della giornata!
Sì alzò dal letto e, come una furia, prese a correre per la stanza, cercando la gonna della sua uniforme scolastica e, contemporaneamente, cercando di spazzolare le lunghe ciocche della sua chioma.
Mentre cercava, il suo occhio cadde sul calendario appeso alla parete opposta della stanza, nel lato occupato da Lenora, sua compagna di stanza, nonché migliore amica e tirò un sospiro di sollievo: il calendario segnava la data del 21 dicembre, il primo giorno delle vacanze natalizie.
Cassandra se n’era completamente dimenticata: con tutti gli esami che stava dando in quel periodo dell'anno aveva completamente perso il senso del tempo. Si risedette sul letto, tranquillizzata, mentre le tornavano in mente tutti i progetti per queste vacanze che aveva programmato insieme all'amica: quella sera stessa avrebbero preso un treno per Londra!
Non aveva mai visitato Londra: era nata e cresciuta a Miami, in Florida ed era abituata a vivere in quel clima caldo e soleggiato che tanto amava. Si era trasferita in Inghilterra 4 anni prima, quando aveva cominciato l’università, ma solitamente durante le vacanze prendeva il primo volo disponibile e tornava a casa per stare insieme a sua madre e i suoi fratelli.
Quell'anno, invece, aveva deciso di rimanere lì, per festeggiare con Lenora ed esaudire uno dei loro più grandi desideri: visitare la biblioteca più importante del Regno Unito, nonché una delle più importanti del mondo!
Sì alzò con calma e si diresse verso l’armadio per decidere cosa mettere, mentre già pregustava il sapore della colazione che avrebbe consumato di lì a poco, in tutta tranquillità, al contrario di come faceva di solito.
In quel momento la porta si aprì e Lenora entrò nella stanza del dormitorio, in una mano teneva il suo borsone da ginnastica e nell’altra aveva il suo cellulare ed era intenta a parlare con i suoi genitori.
Rimase sulla soglia per finire la conversazione e, salutati i suoi genitori, entrò finalmente nella stanza, gettando il borsone a terra e sedendosi sul letto a sua volta.
Cassandra si girò e sorrise: “Hai finito gli allenamenti per oggi?”- chiese, notando i ricci biondi dell’amica ancora umidi.
“Appena uscita dalle docce!”- rispose Lenora, “e, ad essere sinceri, ho una gran fame!”.
Lenora non saltava mai il suo allenamento mattutino, per loro era come un rituale: lei si alzava molto presto e andava a correre per il campus, poi tornava e svegliava la sua amica (la cui pigrizia le imponeva di stare a letto fino all'ultimo minuto possibile), per poi recarsi insieme alla caffetteria del campus e iniziare la giornata.
Quel giorno scesero alla mensa come al solito ed occuparono il solito tavolo nell’angolo, posizionato di fianco alla finestra che dava sul grande cortile interno della scuola. Sia in mensa che per i corridoi non c'era quasi nessuno, segno che la maggior parte degli studenti era già rientrata a casa per le vacanze.
Ciò nonostante trovarono i loro amici già seduti al tavolo, intenti a discutere di quale fosse la squadra di basket migliore del campionato.
“Io vado a prendere la colazione, arrivo subito”- disse Lenora allontanandosi, mentre Cassandra prendeva posto.
“Te lo ripeto per l’ultima volta: i Boston Celtics sono molto meglio dei Lakers!”- stava dicendo Nolan, il più grande del loro gruppo, attualmente al 5° anno e grande tifoso di basket.
“Potrei elencarti decine di motivi per cui ti sbagli, ma non vorrei annoiare il nostro pubblico!”- gli rispose Adam, il suo migliore amico, nonché la persona con cui discuteva più spesso in tutto il campus.
Nolan emise un suono a metà tra uno sbuffo e una risata: “Bene! Vorrà dire che registrerò tutta la partita, così, al ritorno dalle vacanze vedrai tu stesso chi è la squadra migliore.”- disse, sventolando trionfante un biglietto e mostrandolo agli amici.
Quell'anno Nolan sarebbe andato a Los Angeles per vedere dal vivo una partita della sua squadra del cuore.
“Così mi racconterai com'è l’altro lato della costa americana!”- rispose Cassandra ridendo.
“Tu e Lenora andrete a Londra per le vacanze, dico bene?”- le domandò Adam.
“Sì, organizziamo questo viaggio da mesi e non vediamo l’ora!!”- rispose Lenora, tornata al tavolo con due croissant al cioccolato e due tazze di caffè per lei e l'amica. “Tu invece?”- chiese.
Adam le rivolse uno sguardo annoiato: “Mia sorella mi ha costretto ad andare con lei sulle Alpi a sciare…”- rispose -”e sa benissimo che io sono negato sugli sci!”.
Cassandra scoppiò a ridere, ma non potè che provare un po' di pena per il suo amico.
Mentre loro ridevano, Lenora si rivolse alla ragazza seduta di fianco a lei, che osservava gli uccellini sull’albero fuori dalla finestra.
“E tu, Cherry, cosa farai durante le vacanze?”. La ragazza si voltò, la frangetta del suo caschetto rosa acceso che le ricadeva sugli occhi scuri. “Il mio ragazzo ha deciso di portarmi a Parigi quest'anno!”- rispose, evidentemente contenta della cosa.
“Il tuo ragazzo sa parlare francese?”- domandò Lenora stupita. Cherry finse di pensarci un po' su: “Nemmeno una parola”- rispose infine, ridendo.
Il gruppo trascorse il resto della giornata a passeggiare nel campus, parlando di scuola e delle vacanze imminenti.
Verso sera, Cassandra e Lenora rientrarono nella loro stanza per prendere i loro bagagli.
Lenora sollevò la sua valigia e guardò Cassandra: “Stiamo veramente partendo?”- chiese emozionata. La sua migliore amica le sorrise: “Sì, stiamo veramente partendo!”.
Le due ragazze uscirono dal campus e si diressero verso la stazione del treno: il loro viaggio stava per cominciare.