
~Un passo verso il futuro: conquistare cuori e affrontare prove~
Ville scese le scale accanto a Sara con il cuore che batteva sempre più forte ad ogni gradino.
Come si dice a due genitori che la loro unica figlia sta per trasferirsi dall’altra parte dell’Europa con un musicista tatuato?
«Come pensi di dirglielo?» le sussurrò, stringendole leggermente la mano.
Lei gli lanciò un sorriso rassicurante. «Non preoccuparti. Ci penso io»
Annuì, ma il nodo che sentiva allo stomaco non si sciolse. Però era probabile che lei avesse ragione. Forse si stava solo facendo troppi problemi. «O forse sto per essere cacciato fuori di casa a calci» pensò un attimo prima che la voce allegra della madre di Sara lo facesse trasalire.
«Buongiorno ragazzi!»
Si riscosse di colpo. Non si era nemmeno reso conto di essere già entrato in cucina.
«Ciao mamma» disse Sara, avvicinandosi alla donna, stampandole un bacio sulla guancia. «Dov’è papà?»
«Si sta facendo la barba, perché?»
«C’è una cosa di cui voglio parlarvi»
«Dì pure, tesoro»
Rischiò quasi di saltare in aria quando la voce del padre della ragazza risuonò alle sue spalle. Era comparso senza fare il minimo rumore.
Si voltò di scatto, trovandoselo davanti, alto, serio, con uno sguardo indecifrabile.
«Oh, perfetto. Ottimo, Proprio quello di cui avevo bisogno: un infarto prima di colazione»
Per un istante, si sentì come un ragazzino che doveva chiedere il permesso per tenere la mano della fidanzatina. Eppure, era un uomo adulto, con una carriera di successo.
Ma il punto era che non aveva mai affrontato una conversazione così difficile prima.
Al contrario, Sara sembrava essere perfettamente a suo agio. Era coraggiosa, determinata e lui non poteva fare a meno di guardarla con ammirazione mentre parlava con sicurezza.
«Io e Ville abbiamo riflettuto molto e siamo arrivati alla conclusione che così non può andare avanti»
Sua madre aggrottò leggermente la fronte. Suo padre si limitò ad incrociare le braccia al petto, osservandoli in silenzio.
Lui si sentì quasi soffocare. «Okay, è il momento perfetto per un piano di fuga. Forse posso buttarmi dalla finestra senza farmi troppo male»
In quel momento, Sara gli strinse la mano come a dirgli “va tutto bene”.
«Non possiamo continuare a vederci solo quando riesco a prendere le ferie o nei suoi momenti di pausa dai tour»
«Aspetta Sweetheart» la interruppe improvvisamente. Non poteva permettere che gestisse tutto da sola. Toccava a lui parlare.
La ragazza si fermò e lo guardò sorpresa. Le sorrise poi sollevò lo sguardo sulla donna e sull’uomo che lo scrutavano con espressioni curiose, in attesa.
Fece un respiro profondo prima di parlare. «Ieri ho chiesto a Sara se avesse potuto prendere in considerazione l’idea di vivere con me a Helsinki»
Un silenzio carico di significato cadde sulla stanza.
Sentì la presa della ragazza farsi più forte sulla sua mano. «E io ho detto di sì»
Sua madre si portò una mano alla bocca, mentre suo padre si limitò a fissarla con le sopracciglia leggermente sollevate.
«Voglio stare con lui» continuò lei, con un’emozione sincera nella voce. «Voglio trasferirmi a Helsinki. È lì che voglio stare. Con lui»
Trattenne il fiato, aspettando una reazione, un segno.
La donna fu la prima a muoversi. Si avvicinò alla figlia, le accarezzò il viso con tenerezza, poi la strinse in un lungo abbraccio. «Tesoro, se è questo che vuoi… che può renderti felice… vai»
Al suono di quelle parole, sentì un’ondata di sollievo travolgerlo. Uno scoglio era stato scavalcato. Ora toccava all’altro.
Si voltò lentamente verso il padre di Sara, che lo stava ancora fissando.
Ci fu un attimo di silenzio, poi l’uomo si schiarì la voce. «Ville»
Si mise quasi sull’attenti. «Sì, signore?»
L’uomo lo osservò con attenzione. Per lunghi, interminabili secondi. Poi gli porse la mano. «Prenditi cura di mia figlia»
Spalancò gli occhi, restando senza parole. Gli afferrò la mano in una stretta salda, più sicuro che mai. «Lo farò. Con tutto me stesso»
Sara lo guardò con gli occhi lucidi e il cuore gonfio di gioia. Era andata. Ora il loro futuro insieme poteva davvero avere inizio.
L’attimo sbiadì nel momento in cui suo padre aggiunse con un mezzo sorriso: «Bene… ora parliamo delle condizioni per il trasferimento»
Sgranò gli occhi. Condizioni?
«Per esempio» continuò l’uomo con tono tranquillo. «Sai cucinare?»
Sara trattenne una risata mentre lui cercava disperatamente una risposta accettabile. «Be’… diciamo che so ordinare del cibo da asporto in modo eccellente»
La madre della ragazza scoppiò a ridere mentre l’uomo scuoteva la testa. «Dovrai imparare temo. Mia figlia ha bisogno di mangiare in modo decente»
Lanciò un’occhiata alla sua ragazza che ridacchiava divertita.
Sospirò. Okay, aveva superato la prima prova, ma la vera sfida era appena cominciata.
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Angolo di Follia: Eccomi! Non mi sono scordata, giuro!
Allora... questo capitolo non è particolarmente lungo, ma credo che possa funzionare bene così. Voi che dite? Me lo farete sapere? Va be'... ci ho provato ^^
Detto questo... vi auguro una buona lettura e un buon proseguimento di serata. Ci risentiamo alla prossima =)
Chiedo anticipatamente scusa per gli errori che potreste trovare leggendo. Io ho ricontrollato tutto, ma a volte qualcosa scappa ^^'
Bye bye,
~Kiki