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Autore: Memento_B    28/09/2009    3 recensioni
Le tre bambine erano sedute sui divani posti dall’altra parte della grande sala. Lì vi era più luce ed allegria; le tre confabulavano fra loro per poi ridacchiare sommessamente, ben attente a non farsi sentire o vedere dalla madre. La più grande era Bellatrix, aveva sette anni ed era una bambina bellissima. Ira e vergogna si leggevano nei suoi occhi molto espressivi, spesso lanciava sguardi carichi d’odio e rancore verso la madre. Andromeda aveva cinque anni e fisicamente assomigliava molto alla sorella, ma quando sorrideva vi si poteva scorgere una traccia di bontà ben rara nei Black. Narcissa quel giorno compiva tre anni. Seppur piccola non le fu risparmiato l’abito elegante di pizzo nero.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Andromeda Black, Bellatrix Lestrange, Famiglia Black, Narcissa Malfoy, Ted Tonks
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Missing moments'
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Epilogue

 

Due donne si fronteggiavano, non più giovani. Due paia d’occhi, uno marrone, l’altro glaciale, si fissavano per la prima volta dopo più di vent’anni.

<< Narcissa. >>

<< Andromeda. >>

Le due donne si salutarono, freddamente, per poi entrare in un bar un po’ fuorimano, dove avrebbero potuto parlare tranquillamente. La più giovane ordinò un te’, incapace di staccare gli occhi dall’altra donna, che un tempo fu sua sorella. Non la vedeva da molti, troppi anni, ci aveva messo qualche minuto a capire che lei era Andromeda. Erano passati vent’anni dalla fine della seconda guerra, dalla morte di Bellatrix, ma Andromeda era vecchia dentro, non solo esteriormente. E come non capirla? Aveva perso il cugino, il marito, la figlia e il genero, aveva perso tutto. Le rimaneva solo il nipote, figlio di sua figlia.

Narcissa non aveva mai conosciuto la nipote, non sapeva nemmeno come si chiamasse.

In quel momento, si rese di quanto fosse stata sciocca in tutti quegli anni a lamentarsi della sua sorte. Suo marito era ancora vivo e lei l’amava, sapendo anche di essere ricambiata, aveva un figlio meraviglioso, sposato, che le aveva dato un nipotino. La sua famiglia era caduta in disgrazia dopo la fine della seconda guerra, ma almeno lei aveva una famiglia, aveva dei parenti.

La donna che le sedeva davanti, invece, non aveva nulla.

<< Sono felice che tu sia venuta >> disse Narcissa, tentando di abbozzare un sorriso, che le morì subito quando i suoi occhi lessero tutta la tristezza impressa sul volto della vecchia sorella.

Andromeda annuì, serrando le labbra. Non sapeva veramente perché avesse accettato la richiesta di Narcissa di rivedersi, ma quando ricevette la lettera non poté fare a meno di pensare ai vecchi tempi, ai tempi di quando provava ancora qualcosa per la vita e non attendeva la morte con una spenta rassegnazione.

<< La verità è che… in questi anni mi sei mancata, Andromeda. >>

La donna più anziana fece una smorfia << Sapevi benissimo dove trovarmi, Malfoy. Eppure non mi hai mai cercata. >>

<< Sei mai andata a trovare i nostri genitori? O… >> Narcissa tacque, all’improvviso le mancò il coraggio di nominare Bellatrix.

<< Una volta, un bel po’ di anni fa, andai da tuo padre. Ma da tua madre non sono mai andata. Non le sono mai stata affezionata quando era ancora in vita, sarebbe stato ipocrita andare a trovarla da morta. So anche cosa vuoi chiedermi, ma ti risponderò solo che non intendo visitare la tomba della donna che uccise mia figlia. >>

Il resto del tempo, pochi minuti, lo passarono in silenzio. Alla fine, Narcissa si alzò << Devo andare. Vienimi a trovare qualche volta. >>

Entrambe sapevano che quelle parole erano state pronunciate più per convenienza ed in entrambe quel pomeriggio aveva riaperto ferite mai del tutto cicatrizzate. Andromeda non andò mai a trovare Narcissa, che si riguardò dal ripeterle l’invito.

Fu quello il loro ultimo incontro, da allora non si rividero mai più, e con loro si spense anche la famiglia Black. Famiglia che rappresentava un ideale per i più, un flagello per i pochi, ma che in entrambi i casi procurò la medesima cosa: sofferenza.

 

-

 

E così si chiude anche questa fanfiction. Dopo un anno e mezzo mi sembra incredibile, ci ho dato l'anima, mi sono dannata e ora è finita. E va beh. Ringrazio tutti coloro che hanno recensito/messo la storia fra i preferiti/messo la storia fra quelle seguite, ma in particolar modo ringrazio quella pazza della mia gemella di due anni più piccola separata alla nascita. E' lei che ha sempre sopportato tutto.

  
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