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Autore: BulaBula    29/09/2009    6 recensioni
Finalmente lo trova, in piedi davanti a una finestra, che fissa il cielo scuro. Sta piovendo.
Si stacca a malincuore dal gruppo rumoroso di amici e gli si accosta.
-A che pensi?
-A loro.
Introduzione modificata per uso di tag br finale.
Charlie_2702, assistente admin
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dopo la pioggia c’è sempre il sole




C’è un sacco di gente alla festa che è stata organizzata in suo onore; gente che mai gli ha rivolto non una parola, mai uno sguardo, è lì a festeggiare l’ennesima missione conclusa perfettamente dal nuovo eroe di Konoha. Pensa che sia strano, che tutti gli rivolgano sorrisi smaglianti e che lo trattino da futuro Hokage, quando i tre quarti di loro lo hanno sempre considerato feccia.
Tuttavia, è gentile con tutti e accetta i complimenti di ognuno di loro, non se ne cura; in quel momento è in pace con se stesso, felice per aver concluso un’altra missione. È diventato forte.
E poi, non tutti lo idolatrano, non tutti gli rivolgono finti sorrisi adulatori. Ci sono persone, a quella festa, che davvero credono in lui; e sono le persone che quella sera glielo stanno dimostrando meno di tutte, limitandosi a prenderlo in giro e a trattarlo da baka come hanno sempre fatto, fin da quando erano genin.
Iruka-sensei è riuscito a sgridarlo anche quella sera, si è beccato un pugno da Sakura-chan per chissà quale motivo e Sai ha fatto uno dei suoi commenti di dubbio gusto sulla sua virilità proprio durante un brindisi; Choji gli ha rubato del cibo da sotto il naso, Shikamaru dorme e Ino gli dice che deve smetterla di vestirsi di arancione, che quel colore ‘fa davvero cagare’; Rock Lee fa flessioni tenendo una Ten Ten esasperata sulla schiena, mentre Neji lo guarda con aria schifata smozzicando una tartina; Hinata sta per collassare, Kiba si pavoneggia in continuazione, Akamaru ha orinato sulle sue scarpe e Shino è vicino a una pianta ornamentale sussurrando qualcosa nella sua mano; Kakashi-sensei si è appartato con il suo libriccino dell’ero-sennin mentre Gai-sensei urla che lo vuole sfidare e Tsunade-baa-chan è già sbronza. Le solite cose.
Sa bene quali sono le persone delle quali si può fidare, quelle che credono davvero che in lui ci sia qualcosa di buono: sono quelle persone che nel corso degli anni si sono presi la briga di avvicinarsi a lui per conoscerlo un po’ meglio, andando oltre i pregiudizi che regnavano al villaggio.
E poi c’è lui.
La persona che prima di tutte si è resa conto del suo valore. E che meno di tutti gliel’ha dimostrato.
Si guarda intorno, non lo vede in mezzo a tutta quella gente; lui e quel brutto vizio di stare sempre da solo. Finalmente lo trova, in piedi davanti a una finestra, che fissa il cielo scuro. Sta piovendo.
Si stacca a malincuore dal gruppo rumoroso di amici e gli si accosta.
-A che pensi?
-A loro.
È distratto, ha ancora un orecchio che ascolta l’ultima sparata di Kiba, e non presta molta attenzione alle sue parole; torna al gruppo, senza preoccuparsi granchè: a Sasuke è sempre piaciuto stare da solo, soprattutto da quando è tornato. Non è una novità.
Ritorna a farsi vezzeggiare da jonin che non ha mai visto in vita sua e a ridere con i suoi vecchi compagni dell’Accademia.
Lancia un’occhiata veloce alla schiena dell’Uchiha; sta ancora guardando la pioggia scrosciante.
Improvvisamente gli compare davanti agli occhi un momento piuttosto recente, in cui finalmente era riuscito a sbottonare un po’ il genio, a vedere un po’ di quello che si nascondeva dentro. E subito gli torna alla mente che pioveva, la notte in cui il clan Uchiha è stato sterminato, che pioveva anche il giorno in cui Sasuke ha ucciso suo fratello.
L’ebbrezza dovuta alla festa in suo onore scema all’improvviso, lasciando al suo posto solo una sconfinata amarezza e un profondo disgusto nei confronti di se stesso.
Quante volte, da quando Sasuke era tornato, quante volte aveva piovuto? Si è dimenticato di tutti coloro che gli stanno intorno, in testa solo l’immagine di Sasuke a casa sua, nel vuoto e triste quartiere degli Uchiha, in quella casa che sa di ricordi e di morte, davanti alla finestra mentre fissa la pioggia. Mentre lui chissà dov’era, in missione per il villaggio che gli aveva tolto tutto, in giro con gli amici che lui aveva rifiutato, o semplicemente a casa sua a non far nulla.
Quante volte lo aveva lasciato solo?
Gli si avvicina, gli posa una mano sulla spalla. Gli resta accanto, in silenzio; e in quel silenzio può sentire i battiti del suo cuore, lo scorrere silenzioso delle lacrime che non ha mai versato... può sentire il rumore dei suoi piedi di bambino che entrano nella stanza in cui ci sono i cadaveri dei suoi genitori, può sentire le ultime parole di Itachi Uchiha.
‘Perdonami, Sasuke. Questa è l’ultima volta.’
Perdonami, Sasuke.
Perdonami, Sasuke.

-Andiamo a casa.
-è la tua festa.
-Sono stanco.
Annuisce senza dire niente, incamminandosi verso la porta e fermandosi sull’uscio, aspettando che saluti tutti, che si scusi, che dica che è davvero stanco e che ha bisogno di dormire; lo ascolta ringraziare tutti.
Tornano a casa in silenzio, sotto la pioggia. Lo segue fino alla villa degli Uchiha, Sasuke lo fa entrare senza chiedergli nulla. Si siedono in terra, sono fradici e formano una pozza d’acqua.
Sasuke non parla. Continua a tenere lo sguardo rivolto verso la finestra rigata dalle gocce di pioggia.
Gli prende una mano, la stringe, gli fa sentire che è lì accanto a lui; gli posa una mano sulla guancia per voltare il suo viso, per vedere i suoi occhi.
-Naruto... non ne ho voglia.
Dice atono. Deglutisce, guardando i suoi occhi.
Quante volte l’ha lasciato solo a vagare in quella casa con quello sguardo pieno di morte? Lo sguardo di chi ha visto troppo, di chi vuole solo dimenticare.
Sente un gran bisogno di piangere.
Si avvicina, gli bacia le labbra bagnate di pioggia, quelle labbra sottili sempre screpolate; Sasuke resta immobile, lo lascia fare.
Gli infila le mani tra i capelli, avvicina i loro visi, gli cinge le spalle; sussurra continuamente il suo nome sulle sue labbra; finalmente Sasuke chiude gli occhi, gli avvicina le mani alla schiena, ricambia mollemente il suo bacio. Lentamente, fa scorrere le maniche del kimono che indossa, facendole cadere a terra con il rumore fastidioso dei panni bagnati.
Sasuke è immobile, si limita a baciarlo con lentezza, non fa nulla per incoraggiarlo ma si lascia spogliare; lascia le sue labbra, lo fissa negli occhi, vede il suo desiderio, vede la sua tristezza. Si avvicina al suo orecchio.
-Sono qui, teme, sono qui.
Sasuke chiude gli occhi, sospira. Li riapre e si sveste del tutto.
-Stavolta... fammi quello che vuoi.
Sono le sue uniche parole.
E lui obbedisce.
Fanno l’amore nella pozza creata dai loro vestiti, in quella pozzanghera di acqua piovana in cui si trova anche il sangue del clan Uchiha. Sasuke tiene gli occhi chiusi, sta in silenzio, grugnendo ogni tanto per qualche spinta più violenta; lui cerca di far piano, cerca di fargli capire che il suo vero intento non è scoparselo, ma fargli sentire che lui c’è, che lui è la sua famiglia, ora.
Quel ragazzo lo fa sempre arrabbiare e per i tre quarti del tempo lo tratta come una merda, ma non può fare a meno di desiderare la sua felicità. Anche solo un pochino.
Per favore.
Perdonami, Sasuke.
Quando tutto è finito, si solleva dal suo corpo osservandogli il viso, gli occhi; non hanno più quel cupo alone di morte. Glieli bacia, tracciandone il contorno con la lingua, asciugando quelle lacrime che non sono mai scese, che restano ancorate al cuore di Sasuke. Gli stringe forte la testa, digrignando i denti, odiando il rumore della pioggia scrosciante che penetra attraverso i muri, che sovrasta ogni rumore, che gli entra dentro, nell’anima.
-Vorrei ridarti tutto, teme... vorrei ridarti ogni singola cosa che hai perso. Lo vorrei tanto... Solo che... non so davvero come fare...
Sente gli occhi pizzicare, si interrompe.
Spalanca gli occhi quando sente le braccia di Sasuke che si stringono forti intorno al suo corpo, e la sua voce rauca, come se stesse piangendo.
-Non devi fare niente, dobe. Solo... stai qui.



Ecco. Non sapevo come concludere e ho concluso così.
Bah, spero non sia uscita una totale schifezza, eh. Nella mia mente era molto più carina. Ah, generalmente non mi piace il NaruSasu, ma in questa occasione era d’obbligo, credo. E sono indecisa per il rating, spero vada bene questo.
Amo questa coppia. Punto.
Davvero, io ci provo a scrivere su altri personaggi e soprattutto su altri fandom, ma mi risulta davvero difficile. Ho una lista d’attesa di fan fiction su ‘sti due che è vergognosamente lunga, spero di sbloccarmi e di cambiare qualche progetto, sennò è davvero monotona come cosa. Comunque... volevo fare una lemon un po’ più dettagliata, ma ultimamente non mi vengono proprio... è un periodo di magra!
Beh, finito con lo sproloquio^^
Fatemi sapere!
Ciao ciao^^
  
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