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Autore: Akabara    30/09/2009    1 recensioni
When the vampire and the hunter will be one When the daughter of the night’s cry will be heard Then the fate will be regained
Genere: Romantico, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Yuki Cross, Zero Kiryu
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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When the vampire and the hunter will be one

When the daughter of the night’s cry will be heard

Then the fate will be regained

 

 

A volte i vecchi libri sono pieni di frasi senza senso, a volte tra le pagine di un vecchio libro si possono trovare le risposte ad ogni domanda.

 

Il preside Cross era seduto dietro la sua scrivania, fissava il vuoto con espressione preoccupata, era notte fonda, lo studio era illuminato solo dalla piccola lampada bianca poggiata sul piano color ciliegio del mobile.

Stava andando tutto a rotoli, la pace tra vampiri e umani, la cooperazione tra cacciatori e vampiri non erano mai sembrate più lontane, più impossibili…

Dopo l’uccisione di Rido la rivalità tra il consiglio e i Kuran era andata via via peggiorando fino a creare due fazioni distinte e in lotta tra loro, e i cacciatori erano decisi a prendere il potere sfruttando la situazione: senza i Kuran il consiglio non era che un branco di pecore allo sbaraglio niente di più semplice da eliminare. La situazione ideale perché l’associazione dei cacciatori cercasse di prendere il potere.

 

Sangue, c’era odore di sangue… il sangue di Zero, i miei occhi di vampira mi permettevano di vedere attraverso l’oscurità, correvo e correvo cercando, poi d’un tratto lo vidi. Era lì a terra, gli occhi vitrei spalancati, il sangue tutto intorno

“ZERO NO!!!” mi svegliai urlando, era stato un incubo, solo un incubo, nonostante continuassi a ripetermelo le mie mani tremavano sempre di più, e senza riflettere scesi dal letto e corsi via.

La porta di legno era chiusa, abbassai la maniglia e la serratura scattò, dentro era buio, proprio come nel mio sogno, ma non c’era l’odore del sangue questo mi tranquillizzò

-Yuuki-

Zero teneva la testa poggiata sul letto e fissava il soffitto stando quasi steso a terra, era vivo e aveva avvertito la mia presenza, mi gettai accanto a lui singhiozzando, finché mi strinse a sé e mi fece poggiare la testa sul suo petto.

-Non piangere Yuuki-

Il cacciatore che consola la vampira, la vampira che si getta tra le braccia del cacciatore, la vampira che ama il cacciatore, il cacciatore che è un vampiro…

Tutto era così confuso, solo poche settimane prima ero un’umana, una semplice umana, poi avevo scoperto di essere la principessa dei purosangue, la sorella di Kaname, Yuuki Kuran, io e Zero eravamo andati vicino all’ucciderci a vicenda, ma poi i nostri occhi si erano incontrati, avevamo abbassato le armi ed eravamo tornati a casa insieme, in silenzio.

Fu quando entrammo nello studio del direttore quella sera che per la prima volta ebbi paura di mio fratello, Kaname posò su Zero uno sguardo talmente carico di odio che mi fece rabbrividire, d’istinto mi fermai davanti a Zero, non avrei permesso a Kaname di attaccare, ma lui sorrise amabile, e avvicinandosi mi prese per mano.

Quella stretta non avevo nulla di affettuoso, fu in quel preciso istante che capii che Kaname mi considerava solo una sua proprietà io ero “ colei che era nata per essere la sposa di Kaname Kuran” nulla di più. E provai odio, odio per il mio fratello e amante, odio per me stessa per essere stata così sciocca fino a quel momento, ma non potei fare altro, continuai a recitare, continuai a fingere di non capire continuai a fingere di provare affetto per Kaname, se mi fossi tradita a pagarne le spese sarebbe stato Zero e io non potevo permetterlo…

“cosa sono io per te Yuuki?” da quella notte molte volte avevo ripensato alla domanda che mi aveva fatto Zero pochi mesi prima e finalmente ne conoscevo la risposta: per me Zero era la persona più importante, più preziosa, la mia vita senza di lui sarebbe stata vuota … lo amavo con tutta me stessa.

Piansi a lungo abbracciata a lui, era più forte di me, continuavo a vederlo immobile circondato dal sangue.

Alzai lo sguardo e incontrai i suoi occhi grigi, era preoccupato per me, non mi avrebbe lasciata andare avanti da sola, fu un attimo mi avvicinai a lui e lo baciai, mi rispose.

-Ti amo Zero- sussurrai le parole appena ci separammo e lo sentii trattenere il respiro mentre mi stringeva ancora più forte e mi baciava di nuovo.

 

I miei occhi non sopportano la luce, sono una creatura della notte, così quando l’indomani mattina mi svegliai la luce mi ferì e cercai di rifugiarmi sotto le coperte, ma una mano gentile si posò sul mio viso coprendomi gli occhi

-Zero- bisbigliai

-Sono qui- rispose, baciandomi i capelli.

Mi voltai nascondendo il viso sul suo petto, tremavo, se Kaname avesse saputo lo avrebbe ucciso, ero stata un’idiota avrei dovuto continuare a fingere!

Di nuovo rividi con gli occhi della mente il mio sogno e alzai il viso con determinazione

-Andiamo via, ti prego!- il dolore mi fece lacrimare gli occhi ma li tenni aperti ugualmente, Zero sorrise, e scosse la testa

-Non possiamo, Yuuki.- aveva ragione, lo sapevo bene ma restare avrebbe significato sfidare l’ira di Kaname, avrebbe significato rischiare di perdere Zero per sempre.

Chiusi gli occhi e sospirai

-Non voglio perderti, non lo sopporterei!- Lo strinsi a me e sentii lui fare lo stesso

-Non succederà!-

 

Tornai nella mia stanza, sapevo che se Kaname fosse venuto avrebbe sentito immediatamente l’odore di Zero, ma a quel punto avrei ripreso a recitare la mia parte, gli avrei raccontato di averlo morso, di non essere riuscita a controllarmi a causa della gran sete che mi aveva preso, sapere che avevo provocato dolore a Zero non avrebbe potuto che rendere felice Kaname.

Pensavo al mio piano quando d’un tratto provai un dolore lancinante all’altezza del ventre, come una coltellata, mi piegai in due cercando di non urlare.

Pian piano il dolore passò e io mi ritrovai a terra ansimante… cos’era stato?

Non ebbi il tempo di riflettere che di nuovo il dolore mi colpì più forte di prima, ancora tentai di non gridare.

Qualcuno bussò alla porta, ripresi fiato e mi alzai, cercando di non dare a vedere che stavo soffrendo aprii. Rima e Shiki erano davanti a me

-Dobbiamo parlarti- disse Rima e dal suo tono compresi che doveva essere qualcosa di urgente, li invitai ad entrare

-La situazione va sempre peggio!- esclamò Shiki, era la prima volta che lo vedevo così preoccupato

-Il consiglio e l’associazione dei cacciatori sono pronti ad attaccare!- continuò

-C…cosa possiamo fare?- balbettai, Rima mi fissò per un istante prima di rispondere

-Prepararci al contrattacco!-

Era la guerra…

-Bisogna proteggere gli studenti della Day Class!- Esclamai allora con più decisione – E avvertire il preside!- sapevo perfettamente che tutto sarebbe stato inutile, eravamo troppo pochi.

Fu un attimo, di nuovo dolore, questa volta mi sembrò di venir spezzata in due e non potei evitare di gridare, caddi a terra tenendo le braccia serrate intorno alla mia vita, quasi questo potesse impedire al mio corpo di lacerarsi

-Yuuki!- Rima mi era accanto, la fissai, poi la vidi chiudere gli occhi e annusare l’aria, riaprì gli occhi e mi aiutò ad alzarmi e mi condusse verso il letto dove mi fece sedere.

La vidi scambiare uno sguardo d’intesa con Shiki poi si rivolse a me

-Dimmi la verità stanotte sei stata con Kiryuu?-

Tentai di scuotere la testa e negare ma qualcosa nel suo sguardo mi fece capire che non mi avrebbe tradita

-Si!- dissi decisa.

Allora Shiki si mosse verso di noi recitando quella che sembrava una sorta di filastrocca:

“When the vampire and the hunter will be one

When the daughter of the night’s cry will be heard

Then the fate will be regained”

 

Lo guardai interrogativa, allora Rima si sedette accanto a me e mi prese le mani

- Forse siamo salvi! Quella che Shiki ha recitato è una vecchia profezia, una profezia che quasi tutti hanno dimenticato, ma che può essere la nostra salvezza… prima, però, tu e Kiryuu dovete scappare e nascondervi fino a che…- si interruppe e abbassò lo sguardo

-Rima, cosa c’è? Devi dirmelo! Che sta succedendo?- ora ero decisamente spaventata, perché volevano che io e Zero scappassimo? Forse sapevano che Kaname aveva in mente qualcosa? Rima sorrise

-Non capisci Yuuki, il dolore che hai provato… tu aspetti la figlia di Kiryuu, l’ultima dei Kuran e l’ultima dei Kiryuu, la figlia della notte!-

Dimenticai di respirare, una figlia… no… mia figlia… nostra figlia…

-Rima stai scherzando?- chiesi, ma conoscevo già la risposta, lo sentivo, sentivo la vita dentro di me ed era una sensazione meravigliosa.

-Shiki!- esclamò solo Rima e l’altro annuì uscendo dalla stanza.

Rimanemmo in silenzio, poco dopo la porta si aprì ed entrarono Shiki e Zero, non appena vidi la sua espressione capì che Shiki gli aveva spiegato tutto. I nostri sguardi si incontrarono, prima che io mi alzassi e corressi tra le sue braccia.

-Dovete andare non ci rimane molto tempo, penseremo noi a tutto qui!- mi voltai e vidi Rima e Shiki sorriderci, dovevo chiederlo ora

-Come fate ad essere certi che… questo ci aiuterà?-

-Ripensa alla profezia:

quando il vampiro e il cacciatore saranno uno, voi due siete una cosa sola un purosangue con i poteri di un cacciatore… riuscite a pensare a una creatura più potente? Quando il pianto della figlia della notte verrà udito, vostra figlia sarà la prova della vostra unione. Allora il fato sarà riconquistato, unendo vampiri e cacciatori finalmente potremo vivere in pace!-

Le parole di Rima erano state così tranquille che mi diedero sicurezza.

-Dove possiamo andare?- chiese Zero

-Nell’unico posto dove nessuno verrà a cercarvi- rispose Shiki, vidi il viso di Zero impallidire d’un tratto, poi sussurrò

-La vecchia casa dei Kiryuu…- si fermò poi proseguì deciso –sia, rimarremo lì fino al momento opportuno!-

Di nuovo un’altra fitta, di nuovo il mio corpo sembrò squarciarsi, ma stavolta riuscì a non gridare, tra le braccia di Zero il dolore non sembrava così terribile, vidi la paura nei suoi occhi d’argento e cercai di sorridergli per tranquillizzarlo, ma ne risultò una smorfia, mi strinsi a lui ancora di più, mentre ansimavo. Mi sentii sollevare e mi resi conto che Zero mi stava prendendo in braccio, poggiai la testa sul suo petto allacciandogli il collo con le braccia. Rima parlò di nuovo con tono urgente

-Dovete sapere un’ultima cosa- mi voltai verso di lei che continuò –non… non è come per gli umani!-

-Che significa?- le chiesi d’un tratto spaventata, la vidi respirare profondamente

-Tutto sarà finito nel giro di una settimana più o meno…ma… beh per noi i dolori sono molto più forti, quando la bambina sarà nata, Yuuki sarà affamata… avrà bisogno di te, Zero, del tuo sangue…-

Sentii le braccia di Zero stringermi ancora più forte e la sua voce tranquilla ma decisa

-Certo-

 

Non ci fu il tempo di aspettare la notte, io non avevo la forza di camminare, non erano passate più di due ore da quando Shiki e Rima ci avevano promesso che avrebbero fatto in modo di tenere nascosta la loro fuga il più a lungo possibile, ma da allora le fitte si erano fatte più frequenti e dolorose: Zero mi portò in braccio fino alla sua vecchia casa. Era l’imbrunire quando vi giungemmo.

Non era nelle migliori condizioni, l’edera copriva interamente la facciata e il giardino era completamente incolto, qualche finestra era rotta, ma lì saremmo stati al sicuro.

Vidi lo sguardo di Zero farsi sempre più triste via via che procedevamo verso la porta, gli accarezzai il viso e lo vidi rivolgere gli occhi verso di me e sorridere, un sorriso amaro, riuscii solo a mormorare

-Non sei solo… ci siamo noi… con te…- ero sfinita, chiusi gli occhi e poggiai la testa sul suo petto, ma sentii la sua voce

-Ti amo Yuuki- sorrisi e con uno sforzo incredibile riuscii a rispondere

-Anch’io- sperai fosse riuscito a sentirmi, la mia voce era talmente flebile da non sembrare neppure la mia, ma le sue labbra che sfioravano la mia fronte mi fecero capire che aveva sentito, sorrisi.

 

Rima aveva avuto ragione.

Quella settimana Zero mi rimase sempre accanto senza lasciarmi mai, i dolori si  intensificavano rapidamente e ben presto tentare di resistere fu inutile, gridavo con quanto fiato avevo in gola, prima di restare immobile, così stanca da non riuscire nemmeno ad aprire gli occhi e Zero mi cullava tra le sue braccia dolcemente quasi temesse di spezzarmi.

Una volta, però, sentii la sua voce rotta come se stesse piangendo

-Che ti ho fatto, Yuuki?! Sono un mostro…- non riuscii ad aprire gli occhi,ma mi concentrai cercando la forza per rispondere, ci riuscii

-Shh, Zero… credimi… per la… la… prima volta… nella… mia vita sono… felice… grazie… Zero…-

Reika nacque di notte. Ricordo il dolore, ricordo di aver creduto di non farcela prima di sentire la mano di Zero stringere la mia e la sua forza passare al mio corpo tramite quella stretta, ricordo di aver dimenticato tutto il dolore non appena  presi in braccia la mia bambina.

I suoi occhi erano identici ai miei ma sulla testina i capelli erano tanti fili d’argento proprio come quelli di Zero. Sorrisi e mi accorsi di avere il viso bagnato, stavo piangendo. Sentii le mani di Zero sulle mie spalle e le sue labbra sui miei capelli, mi voltai e lo baciai poi gli passai la piccola e restai a osservarlo mentre la cullava e sorrideva

‘La mia famiglia’ pensai e incontrando gli occhi di Zero capii che anche lui stava pensando la stessa cosa.

Ma ancora una volta ciò che Rima mi aveva detto si rivelò vero, cominciai ad essere affamata. Non volevo mordere Zero, non volevo fargli del male, cercai di resistere. Soffrivo ma mi facevo forza, poi, una notte Zero mi strinse, mi attirò a sé e mi disse, serio

-Non puoi continuare così, ti stai distruggendo e prima o poi attaccherai alla cieca- fece una pausa mentre sentivo i miei occhi spalancarsi per la paura, la sua voce divenne poco più di un sussurro –potresti anche attaccare lei… fallo per Reika, Yuuki, fallo per me…- mi abbracciò forte facendomi poggiare la testa nell’incavo tra il suo collo e la spalla e sospirò – sei la mia vita Yuuki, non voglio perderti…- piangendo poggiai le labbra sul suo collo e morsi.

Zero continuò a tenermi stretta mentre mi cibavo di lui, mentre la fame a poco a poco spariva e quando finalmente fui sazia e mi staccai da lui lo vidi sorridermi, era stanco potevo vederlo, avevo bevuto troppo

-Mi dispiace…- dissi piangendo

-Yuuki… - mi abbracciò di nuovo mentre  parlava con evidente sforzo – non piangere più…-

Mi abbandonai al suo abbraccio e lo strinsi a mia volta con tutto l’amore possibile, addormentandomi tra le sue braccia.

 

Mi svegliai urlando e al mio fianco vidi Zero seduto sul letto, ansimante che nascondeva il viso tra le mani, seppi immediatamente che avevamo visto la stessa cosa: la guerra era cominciata…

Presi Reika in braccio cercando di non svegliarla. Il terrore si stava facendo largo dentro di me come un fiume in piena, non volevo mettere in pericolo la vita di mia figlia, non volevo  mettere in pericolo la vita dell’uomo che amavo, ma sembrava non esserci altra soluzione, Rima e Shiki ci avevano spiegato che noi eravamo l’unica salvezza per tutti… mi sentivo in trappola, ma quando le lacrime stavano per cominciare a rigarmi il viso sentii le mani di Zero sulle mie spalle e mi voltai, nei suoi occhi vidi la stessa paura che doveva esserci nei miei, poggiai la testa sul suo petto e le sue braccia si strinsero intorno a me

-Ti amo e amo nostra figlia più di qualsiasi altra cosa al mondo… -  non riuscii a rispondergli con le parole, ma alzando il viso lo baciai lasciando libere le lacrime, ma una nuova consapevolezza si stava facendo largo in me e sfidava il mio terrore, fissai Zero negli occhi e trovai la forza di parlare

-Non lascerò che facciano del male a te o a Reika, non lascerò che distruggano la mia famiglia!-

Zero sorrise,

-Nemmeno io, puoi starne certa ragazzina!-

Non potei fare a meno di sorridere a mia volta, “ ragazzina “ era il modo in cui mi chiamava quando ero umana, quando ancora non sapevo di essere la principessa dei vampiri, quando ero ancora Yuuki Cross e all’improvviso mi accorsi che Zero era sempre stato la mia famiglia e lo sarebbe stato per sempre…

 

C’era odore di sangue, questa fu la prima cosa che notammo quando arrivammo all’accademia. Varcammo i cancelli divelti ed entrammo nel giardino, il silenzio sembrava irreale, non mi piaceva, istintivamente strinsi ancora di più Reika a me e sentii ch anche Zero stringeva ancora di più il suo braccio intorno alle mie spalle.

Continuammo a camminare e all’improvviso ci trovammo di fronte al corpo centrale del’accademia, il portone era chiuso ma sui gradini c’erano lunghe scie rosse, né io né Zero riuscimmo a capire di chi fosse quel sangue, non era di uno solo.

Una figura silenziosa sbucò da dietro un albero di fronte a noi facendomi trasalire, ma un raggio di luna illuminò i capelli biondi legati in due code: Rima.

Fece un passo verso di noi

-Siete tornati!- disse sorridendo, poi abbassò gli occhi sulla bimba ancora addormentata che tenevo tra le braccia – E’ davvero bellissima.- esclamò guardandola con tenerezza.

Mi voltai verso Zero e vidi che sorrideva anche lui mentre il suo sguardo dolce era posato su di me, ma quello non era il momento per i convenevoli, infatti, dopo un attimo i suoi occhi grigi si allontanarono da me per volgersi verso Rima

-Che cosa è successo qui?- le chiese in modo quasi brusco, ma lei sembrò non farci caso

-Abbiamo combattuto, Aidou è stato ferito ma si sta riprendendo, il preside e Yagari stanno cercando di riorganizzarsi, Kain è stato colpito da un’arma anti-vampiro ma si è portato dietro parecchi dei loro ora è molto debole, non credo potrà combattere ancora, Shiki sta relativamente bene e sta aiutando il preside.- Nella mia mente si fece avanti una semplice domanda “che ne era di Kaname?” Rima sembrò leggermi nel pensiero

-Kaname ha chiesto di te, io e Shiki abbiamo detto di non saperne nulla, ma quando si è reso conto che non c’era neppure Zero ha cominciato a insospettirsi, non ha combattuto si è chiuso nella sua camera lontano da tutto e tutti!-

Provai un moto di rabbia, mio fratello era rimasto comodamente a guardare mentre tutti i nostri amici si facevano ammazzare per difendere la nostra razza, ma era meglio così, o avrebbe sicuramente attaccato Zero e Reika. Annuii a Rima e chiesi

-Cosa possiamo fare?-

La risposta fu bloccata da un lungo e acuto grido di dolore seguito da un colpo secco e da altre grida: la battaglia era ricominciata!

Senza parlare ci dirigemmo verso il punto da cui  provenivano i rumori, per quanto i nostri si dessero da fare erano comunque troppo pochi.

Ad un tratto sentii la mia bambina muoversi, aprì gli occhi e guardò me e Zero per un attimo, poi cominciò a piangere, tutti si fermarono e io seppi esattamente cosa fare, alzai lo sguardo verso Zero e lui annuì, uscimmo allo scoperto camminando verso la folla che guardava attonita dalla nostra parte. Ci fermammo a pochi metri da loro, c’era di nuovo un silenzio irreale rotto solo dal pianto di Reika.

Tre figure si mossero verso di noi, ebbi il tempo di riconoscere il preside, Shiki e Yagari prima di vederli inchinarsi davanti a noi sorridendo.

  
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