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Autore: bacinaru    01/10/2009    12 recensioni
Edward non si era fermato al suo ingresso, continuava a spostarsi da una parte all'altra all'apparente ricerca di qualcosa, ma non era questo ad aver sorpreso – spaventato – Winry, no, ciò che l'aveva tenuta ferma sulla soglia era la divisa militare che stranamente Edward aveva indossato e l'inquietante rivoltella che portava alla cintura dei pantaloni.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Elric, Winry Rockbell
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Appena aveva visto i suoi occhi si era subito accorta che qualcosa non andava, ma Edward si era silenziosamente dileguato in camera sua, senza dire una sola parola, nemmeno un semplice “Ciao”.
Anche Al doveva essersi accorto dello strano comportamento del fratello, tanto che si era alzato e era andato a cercarlo.
Entrò nella sua stanza, sua e di Ed, e si chiuse la porta alle spalle.
Winry si risedette attorno al tavolo della cucina e cominciò a giocherellare con le bacchette del suo piatto ormai vuoto. Avevano cenato da soli, lei e Alphonse, perchè Edward si era dovuto attardare a lavoro e li aveva assicurati che  avrebbe mangiato qualcosa lì.
La ragazza decise di cominciare a sparecchiare e si alzò, prendendo in mano il suo piatto e quello di Al, ma per poco non li fece cadere quando delle urla si espansero per tutta la casa.
Lasciò immediatamente le stoviglie nel lavandino e si diresse verso la camera dei fratelli, cercando nel frattempo di capire cosa si stessero gridando, ma i due urlavano contemporaneamente e non si capiva nulla.
Quando Winry fu a due passi dalla porta della loro stanza questa si aprì, rilevando l'immensa armatura di Al.
Il ragazzino si diresse a grandi falcate verso di lei, ma sembrava che non l'avesse neanche vista, infatti la superò come se non fosse lì. Fu Winry a richiamare la sua attenzione.
-Al, che succede?
Aveva chiesto con un pizzico di paura nella voce.
Al si era fermato, sembrava indeciso se rispondere o no. Voltò la testa verso di lei, sempre rimanendo di spalle.
-L-lui...
Ma poi scosse la testa e si allontanò, dirigendosi in soggiorno e lasciandosi cadere sul divano. Nascose il viso tra le mani metalliche, se non fosse stato per quel corpo Winry era sicura che avrebbe pianto.
Lei aveva paura, cosa stava accadendo?
Timorosa si avvicinò alla porta della stanza di Ed, sua già precedente destinazione, e posò una mano sul pomello, esitando ad entrare.
Dall'interno provenivano strani rumori, il suono di oggetti spostati e di passi veloci che si muovevano da una parte all'altra.  
Winry strinse la mano sul pomello ed entrò.
Ciò che vide le sembrò prima strano, poi assurdo.
Edward non si era fermato al suo ingresso, continuava a spostarsi da una parte all'altra all'apparente ricerca di qualcosa, ma non era questo ad aver sorpreso – spaventato – Winry, no, ciò che l'aveva tenuta ferma sulla soglia era la divisa militare che stranamente Edward aveva indossato e l'inquietante rivoltella che portava alla cintura dei pantaloni.
Quella era un'arma, era un mezzo per uccidere.
-Ed...cosa stai facendo?
Chiese con un filo di voce, terrorizzata dai pensieri che la sua mente stava involontariamente formulando, dal ricordo dei giornali che aveva letto in quei giorni, dalle parole delle persone che camminavano per la strada, dai timori che la stavano soffocando, perchè forse lei già sapeva la risposta a quella stupida ed inutile domanda.
Ed parlò ancora girato di spalle, continuando a fare ciò che stava facendo, anche se non lo avrebbe mai ammesso temeva il contatto visivo con quelle due ampolle d'acqua cristallina.
-Parto
Annunciò senza ulteriori spiegazioni.
Winry si morse il labbro inferiore, non era tutto lì, Ed e Al partivano in continuazione, ma allora perchè Al sembrava sul punto di mettersi a piangere? E perchè Edward si comportava in quel modo, perchè non la guardava?
-Ah, eccolo.
Lo sentì dire senza una particolare enfasi. Non sorrideva, non lo aveva fatto mai fin da quando era rientrato quella sera.
Tra le mani reggeva il suo orologio d'argento, l'orologio che lo identificava come Alchimista di Stato, come cane dell'esercito.
Attaccò la catenina alla cintura dei pantaloni, vicino all'astuccio della rivoltella.
Perchè Ed aveva una pistola, lui che non era mai stato in grado di uccidere nessuno?
Winry si portò le mani al petto, chinò il capo e rilassò le labbra, tirando un lungo sospiro, nell'inutile tentativo di calmarsi.
-E dove...dove vai?
Chiese insicura, spostando il peso del proprio corpo da un piede all'altro e ostinandosi a guardare un punto impreciso del pavimento.
Aveva paura di scoprire la verità scritta nelle sue iridi dorate.
Edward si fermò, sembrò esitare, ma poi si voltò a guardarla, senza distogliere lo sguardo, per quanto difficile fosse.
-Winry, è scoppiata una guerra al sud...
Iniziò e lei prese inconsapevolmente a tremare.
Edward annaspò un attimo, alla ricerca delle parole giuste da dirle, ma non vi era una via di mezzo.
-...sono stato chiamato a combattere come soldato e Alchimista di Stato
Winry alzò di scatto la testa, gli occhi sbarrati dalla sorpresa e dal...terrore.
Strinse ancor più le mani al petto e indietreggiò, senza che se ne accorgesse.
Edward, al contrario, percepiva ogni suo movimento, ogni suo respiro, ogni suo battito sfuggito al controllo. Osservava i suoi occhi terrorizzati, il velo di lacrime che presto le offuscarono la vista, senza però spezzarsi.
E lui si sentì tremendamente in colpa, una colpa che sapeva di meritarsi, perchè era sempre a causa sua se le persone a lui care continuavano a soffrire.
Winry non parlava, si limitava a guardarlo.
Aveva capito le sue parole, il suo cervello, in quanto tale, le aveva capite alla perfezione, ma il suo cuore continuava a dirle che era tutto uno scherzo, che Edward sarebbe ben presto scoppiato a ridere e avrebbe cominciato a prenderla in giro per come aveva reagito, mentre lei avrebbe afferrato la sua fidata chiave inglese e gliele avrebbe date di santa ragione per averla fatta spaventare in quel modo.
Eppure Edward non disse nulla, la guardava serio come non era mai stato e nei suoi occhi vi era solo una muta consapevolezza.
Quando una lacrima solcò il suo viso di ragazza, Ed cominciò ad agitarsi e sorrise nervoso, cercando di calmarla.
-Dai Winry, non c'è bisogno di piangere, dai, non fare la melodrammatica!
Tentò di scherzare, finendo solo per peggiorare la situazione.
Winry singhiozzò, una, due volte, e lui si sentì inutile e insignificante.
Lei non meritava tutto questo.
Eppure dopo qualche istante lei si fece forza, se lo disse un'infinità di volte dentro di sé di non cedere, di trovare una soluzione, di scoprire un buon motivo per poter sorridere e tenerlo lì con lei.
Perchè lei lo amava, ma non era ancora stata in grado di dirglielo, e ora lui se ne andava, di nuovo, e forse questa volta non sarebbe più tornato.
Winry non poteva permetterglielo.
Si asciugò le lacrime e rialzò il viso arrossato, guardando Ed con nuova risolutezza.
-Non andare.
Disse semplicemente, ma con il tono di chi non voleva, di chi sperava disperatamente di non essere contraddetto.
-No
Replicò lui, un “no” secco, senza intonazione, senza più un sorriso.
Era stato duro, ma Edward sapeva che illuderla non sarebbe servito a nulla. Non poteva tirarsi indietro, non era ancora riuscito a ridare un corpo a suo fratello, non poteva abbandonare l'esercito e così tutte le sue ricerche.
Era il giusto scambio equivalente, anche se in quella guerra di giusto non c'era nulla.
Quella risposta colpì Winry come un pugnale in pieno petto, non c'era nulla da fare allora?
-Perchè...?
Sussurrò, in un ultimo, futile tentativo.
Edward socchiuse gli occhi, chinando il capo
-Perchè è giusto così
Rispose amaro, incamminandosi verso di lei, oltrepassandola senza guardarla.
Sarebbe stato troppo, perchè sapeva che se avesse incontrato i suoi occhi non avrebbe più avuto il coraggio di abbandonarla, ma quando fece per aprire la porta lei gli afferrò il braccio con la mano.
Non stringeva, non tirava, ma il suo tocco leggero basto a far fermare il giovane alchimista.
Edward si girò piano, era curioso e terrorizzato al tempo stesso di quello che lei avrebbe potuto dirgli, ma Winry teneva il capo chino, lo sguardo nascosto dall'ombra dei lunghi capelli dorati.
Aprì la bocca, ma non un suonò uscì dalle sue labbra.
Voleva dire qualcosa, ma sembrava non riuscirci.
Winry tremò, doveva dirglielo, voleva dirglielo, avrebbe potuto non vederlo più.
-Io...Ed, io...
Edward la osservò ansioso.
La ragazza deglutì.
Non lo avrebbe più rivisto, forse non lo avrebbe mai più visto, lui non sarebbe più tor....no, lui sarebbe tornato, sarebbe tornato da lei.
Lasciò la presa sul suo braccio, ma non si allontanò da lui.
-Niente, la prossima volta.
Disse, sorridendo poi tra le lacrime.
Edward rimase in un primo momento sorpreso, poi ricambiò il sorriso, dolce e amaro.
-Va bene, la prossima volta.
Accordò, accarezzandola con la voce.
Le prese una mano e in attimo se la ritrovò stretta al petto, il suo profumo ad inebriargli i sensi, il suo calore ad ardergli il cuore e la sua mano, ancora stretta in quella di lei, a tenerli legati in quell'abbraccio che non necessitava di parole.
Winry poggiò la fronte sul suo petto e si strinse a lui, mentre le lacrime continuavano a scendere silenziose.
Sorrisero, per un istante tutto scomparve, c'erano solo loro due e la loro promessa.
-La prossima volta Winry, la prossima volta.





E chissà se ci sarebbe stata, poi, una prossima volta?







Angolo Autrice

Ci ho messo tre ore per fare questa fic, ma devo dire che ne è valsa la pensa. Come al solito non ne sono pienamente soddisfatta, ma mi piace e finalmente sono riuscita a scrivere una shot un pò più lunga della precedente senza farmi troppi problemi!
Spero vi sia piaciuta, sto seriamente pensando di farne un secondo capitolo per vedere se Ed torna da Winry, ci penserò ^ç^
Voi che ne dite, mi piacerebbe molto sapere la vostra opinione su questa fic, commentate in tanti.
Però ringrazio lo stesso chi legge, chi commenta e chi, eventualmente, metterà la fic tra le preferite, grazie^^

Alla prossima



Baci




  
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