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Autore: Slytherin Nikla    01/10/2009    7 recensioni
Minerva McGranitt ha qualche difficoltà di sopportazione nei confronti delle gite invernali a Hogsmeade... //E finalmente ritorno ai miei grandi amori! ADMM sempre e ovunque!
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Minerva McGranitt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il pensiero che per tutto il giorno aveva accompagnato Minerva McGranitt continuava a ronzarle nella testa come un mantra anche mentre apriva la porta delle sue stanze. Odiava le gite a Hogsmeade, e onestamente se fosse dipeso da lei non si sarebbe fatta particolari scrupoli nell'abolirle.

« Brutta giornata? » La strega quasi si strappò di dosso cappello e mantello di tartan, esausta, e gettò un'occhiata truce all'indirizzo di Albus Silente che chinato davanti al camino alimentava il fuoco.

« Sono troppo vecchia per queste cose, Albus. Mi irritano. Non sopporto i ritardatari, quel nauseante odore di dolciumi che si portano dietro da Mielandia, le coppiette che pretendono di non essere viste... E come se non bastasse nevica. Per tutto il giorno non ha fatto altro che nevicare, dannazione. Guarda qui, » sollevò di qualche centimetro l'orlo della lunga gonna « guarda, fradicio! » Calciò via le scarpe, cosa che – e Silente lo sapeva bene – si concedeva solo quando era stanca oltre misura. Il mago era tornato a sedersi sul divano di fronte al camino, aspettando pazientemente la fine del monologo. « Devi sospendere le visite invernali ». Disse proprio così, devi, e ne ricavò in cambio uno sguardo incredulo.

« Scherzi? »

« Certo che no! »

« Minerva cara, se sospendessi le gite a Hogsmeade scateneremmo una rivolta... » Minerva si sedette in poltrona, strategicamente distante dal Preside, le labbra strette in un sorriso di sfida.

« Molto bene. Se mi vuoi morta, non hai che da dirlo ». Albus Silente scosse piano la testa, ridendo sottovoce.

« Non essere così tragica... » Se di solito quel rimprovero bonario placava il carattere tempestoso della strega, quella volta evidentemente non funzionò.

« Tragica? Hai detto tragica, Albus? », sibilò, e Silente avrebbe voluto appiattirsi contro il divano con l'aria colpevole e implorante di uno studente del primo anno. Ma quando Minerva sibilava così c'era poco da fare, e chiedere pietà sarebbe stato un inutile spreco di fatica. « Tu non hai idea di che cosa siano queste giornate! Tu te ne stai qui tra le tue carte, al caldo, con tutte le tue dannatissime comodità, e non metti quel tuo meraviglioso naso fuori al freddo a meno che non sia terribilmente importante per la sicurezza del mondo magico! Io invece devo sorbirmi un'orda di ragazzini irresponsabili, tenerli d'occhio perché non facciano danni, arrancando nella neve, da sola – perché i miei fantastici colleghi sono sempre troppo occupati per queste sciocchezze -, e vieni a dirmi che sono tragica? Sono esausta, dannazione! »

« Sarà. Io però ti trovo magnifica... » Il sopracciglio sinistro della strega si inarcò pericolosamente. Albus, che aveva tentato di avvicinarsi a lei, si trasse di nuovo indietro.

« Non starai davvero cercando di prendermi alle buone, voglio augurarmi »

« Nemmeno per sogno! » mentì. « So bene quanto sei irritabile quando si cerca di rabbonirti... »

« Irritabile? E ora magari prova anche a dirmi che non ne ho motivo... »

« Non mi permetterei mai! »

Soddisfatta per quel poco che la stanchezza e l'esasperazione della giornata appena finita potevano concederle, Minerva McGranitt sospirò. « Ah, ecco ».

Silente si alzò e aggiunse legna nel camino; al di là delle reazioni intense che in certi momenti Minerva opponeva ai suoi tentativi di risollevarle il morale, il Preside non faticava certo a riconoscere i segni della spossatezza della sua vice - e soprattutto, a dispetto dell'aver affrontato la cosa sorridendo, ne comprendeva appieno le motivazioni. Aveva ragione, i colleghi la lasciavano sola a gestire una situazione tutt'altro che semplice. Con la scusa che lei soltanto era in grado, con la sua presenza rigorosa e perfezionista, di impedire agli studenti di devastare Hogsmeade nel corso delle loro gite, nessuno mai sembrava preoccuparsi del fatto che forse un aiuto le avrebbe fatto comodo.

« Dovresti stendere le gambe ».

Minerva guardò il cuscino del divano lasciato libero da Silente poco prima. « Ma non ci sarebbe più posto per te »

« Questo lo dici tu ». E si sedette, e sollevò con garbo le caviglie della strega e se le appoggiò in grembo. « C'è posto, vedi? E ti dirò... Questa sistemazione mi piace molto più di quella di prima ».

« Lo stai facendo di nuovo, cerchi di farmi tornare sui miei passi! Mi hai sentito, Albus? Non te lo permetto... » La sua protesta si spense da sola, sempre più debole e inconsistente di fronte al gentile massaggio delle dita di lui intorno alle sue caviglie doloranti per le lunghe ore in piedi e nella neve. « Questo è giocare sporco... »

Albus Silente le scoccò un'occhiata divertita. « Tu dici? »

« Mmh mmh... » annuì Minerva, consapevole di stare sprofondando sempre più in suo potere. Avrebbe voluto essere ancora arrabbiata, furibonda con lui e con il sistema, ma non le riusciva: accidenti a lui, la conosceva troppo bene. Chiuse gli occhi, si appoggiò meglio al divano. « Rischio di addormentarmi, Albus », mormorò.

« E chi te lo impedisce? » La sua voce era morbida, calda come un abbraccio.

« Non voglio dormire mentre tu sei qui, sarebbe uno stupido spreco di tempo » spiegò, il tono quasi lamentoso, senza aprire gli occhi. Silente ebbe l'impressione che addirittura le sue labbra avessero assunto una piega infantile, come un broncio, e ne fu intenerito: la sua Minerva, perfettamente razionale e al tempo stesso sempre un po' bambina... Tipica di lei, una simile protesta persino scivolando nel sonno. Tipico di quella contraddizione vivente che lo faceva impazzire da tutta la vita. Interruppe il massaggio.

« Sarebbe d'aiuto, se rimanessi a dormire insieme a te? »

Gli occhi della strega si spalancarono, di colpo nuovamente vigili.

« Lo faresti? »

« Solo se mi permetti di portarti in braccio »

« È il tuo modo di dirmi che hai capito come mi sento? » Silente sorrise e la sollevò.

« È il mio modo di prendermi cura della donna più importante della mia vita »

« E abolirai le gite a Hogsmeade, anche? »

« Sai che non posso farlo... » Il labbro inferiore di Minerva si corrucciò.

« Significa che dovrai trovare un modo di farti perdonare, Albus ».

Albus Silente catturò morbidamente quel labbro tra le proprie, per un attimo.

« Ci sto ».

  
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