Capitolo 12
Pioggia
"Non
siamo altro che antichi relitti, miseri pezzi di vecchi noi stessi."
Le gocce d'acqua cadevano sul suo corpo
con forza. Correva senza fermarsi e senza guardarsi dietro. Sapeva solo che
doveva correre, doveva scappare dall'orfanotrofio.
Gli schizzi bagnavano le sue gambe
doloranti per lo sforzo.
Le monache dell'orfanotrofio credevano
che i bambini si dimenticassero dei loro veri genitori, soprattutto coloro che
li perdevano prima di compiere sei anni. La memoria è effimera, ma certe cose
rimangono impresse nelle nostre teste, per sempre; non importa quanto tempo
passi, rimarranno sempre lì in un cassettino a parte del nostro cervello.
Non puoi dimenticare perché se lo
facessi vuol dire che anche loro ti hanno dimenticato. E lei voleva credere che
Henry, suo padre, si ricordava di lei.
Si fermò sfinita per la corsa. Ormai era
vicina alla stazione dei treni. Non sapeva dove andare o cosa l'aspettasse,
sapeva solo che non poteva rimanere ancora in quel posto, circondata da
solitudine e ricordi vaghi.
Tutti hanno il diritto di essere felici,
allora perché i bambini come lei dovevano soffrire così? Aspettando un giorno
di essere visti da qualcuno che possa amarli e passare un po’ di tempo con loro.
Ma lei non ce l'aveva fatta ad aspettare, lei era uscita a cercarsi la
felicità. Era stanca di soffrire, di sentirsi sempre più persa nel nulla, affondando
le sue radici nel vuoto più assoluto.
Camminò per i vicoli oscuri della città
di Tokyo fissando la stazione.
Gli occhi illuminati dalla luna
sembravano non vedere altro che quello.
Ma provate a immaginare cosa sentiresti
se il giorno stesso in cui credete che sta iniziando il viaggio alla ricerca
della felicità, quello stesso maledetto giorno, segna l'inizio del vostro
peggiore incubo?
Sentiva solo le mani e il pavimento
bagnato sul suo corpo.
"Voglio morire" pensò. E quel
desiderio nefasto fu accolto; sentiva che pian piano stava morendo. E non le
riusciva di piangere e non aveva paura o ripensamenti.
Continuava a desiderarlo.
Una vita come la sua non valeva niente.
Un finale come quello non doveva essere
neppure ricordato.
A nessuno importava.
Non sarebbero venuti a salvarla
Nessuno avrebbe notato che era sparita,
nessuno l’avrebbe cercata.
Un persona invisibile e assolutamente
dispensabile.
Sopra di lei comparve una creatura
deforme. Magari l'avrebbe condotta all'inferno, magari era solo la sua speranza
di non disperdersi nel nulla.
Finché quella voce profonda non arrivò
alle sue orecchie:
- Vivi e sii felice -
Si avvicinò così tanto, che lei riusciva
a sentire il suo fiato ghiacciato. Il fiato della morte.
E’ in quelle parole lei sarebbe rinata;
sotto quell’ordine lei sarebbe cresciuta e avrebbe fatto di tutto per ubbidire
a colui che le aveva dimostrato quanto si sbagliasse.
Nessuno è mai completamente solo. C’è
sempre qualcuno che veglia su di noi, ed è per quella persona che bisogna
andare avanti.
Doveva solo andare, non importa dove,
solo andare.
***
Guardava fuori dall'unica finestra che
c'era nella stanza: piccola, in alto e con le sbarre.
Non che ci potesse vedere molto, ma
almeno aveva l'impressione di avere un contatto con il mondo esterno.
Non poteva sentire, non vedeva più che
la luce bianca del sole o pure quella riflessa dalla luna.
E qualche volta solo il buio.
Chissà da quanto tempo era lì.
Da un calcolo approssimativo, poteva
dire tre giorni, al massimo quattro; contando dall'ultima volta che aveva visto
L.
Chissà per quanto tempo ci sarebbe stata
ancora.
Come lo stesso L aveva detto, Watari portava
tutti i pasti completi, ma lei aveva mangiato con parsimonia e contro voglia;
ed ogni volta che il signore veniva aveva sempre una espressione più
preoccupata.
Doveva avere un terribile aspetto.
Dormiva niente, pensava tanto, mangiava
poco.
Tutto il suo equilibrio ribaltato.
Si passò la mano fra i capelli. Aveva
bisogno di farsi una doccia.
Ma non l'aveva appena fatta?
Lì sembrava che il tempo non passasse,
si viveva costantemente al rallentatore.
Il terrore di essere soli con le proprie
paure in una stanza chiusa, arrivava con una lentezza indicibile, ma anche il
sentimento veniva provato più a lungo.
Si sdraiò sul letto guardando il
soffitto.
Che ore erano? Le dodici di sera? Le due
del mattino?
Ma tanto saperlo non avrebbe migliorato
la sua situazione.
Lei era un ostaggio, una pedina nel
gioco di L contro Kira.
Si chiedeva, però, se fosse sacrificabile.
E da che parte stava.
Le sarebbe piaciuto essere solo una
spettatrice.
Se L era arrivato a lei, che aveva
posseduto sul serio lo stesso potere di Kira,
vi era stato sicuramente un collegamento fra quel criminale e lei. Ma
non ricordava di aver ucciso nessuno. Ricordava solo di aver visto tanti
nomi... compreso quello del detective.
Un nome importante per Kira.
Ovunque guardasse nella sua testa, c'era
lui.
Sì, ora ne era certa: lei e Kira...
avevano collaborato. In che modo e perché lo avesse fatto, non lo sapeva.
Eppure lei sapeva di aver provato ribrezzo
per gli ideali dell'assassino. Che avesse cambiato idea?
Se era così, la sua vita era diventata
una prova.
Ma c'era un’unica cosa che
l'incuriosiva: che altro aveva scoperto il detective?
Aveva capito che Kira aveva bisogno di
nome e volto, e aveva anche capito che poteva "potenziare" le proprie
capacità così che necessitasse solo del volto.
Ma chissà cosa stava pensando.
Ora che il suo "rapimento" era
diventato di dominio pubblico, probabilmente si stava chiedendo perché non
moriva.
Se lei parlava, Kira avrebbe avuto le
ore contate.
La cosa più logica da fare era ucciderla,
in modo che L non avesse prove.
E forse, anzi no, sicuramente anche lui
aveva capito questo: Kira non poteva ucciderla.
Probabilmente prima il cerchio di
persone che sapevano della sua scomparsa erano poche, e non era morta, forse
perché se lo avesse fatto, sarebbe stato come dichiarare al mondo intero che
lui si trovava certamente fra quelle. Però c'era l'altra alternativa, poteva
darsi che lui potesse ucciderla, e ora che la notizia era stata trasmessa per i
notiziari era certo che tutto il Giappone lo sapeva. E di sicuro anche Kira. Ma
la sua sentenza non arrivava. Era evidente che non riusciva ad ammazzarla.
Furbo il detective.
Era così concentrata nei suoi pensieri
che non fece caso al rumore proveniente dalla porta, e si accorse di non essere
più da sola nella stanza, soltanto quando si voltò e si trovò di fronte il viso
di qualcuno. Per la vicinanza non riuscì a metterlo bene a fuoco.
- Wah! - urlò mentre scattava in piedi
sul letto.
Un movimento decisamente troppo rapido e
repentino. La vista le si annebbiò e per i capogiri dovette appoggiarsi alla
parete.
Dannazione a L!
- Ciao - salutò con la solita
indifferenza.
- Ci si rivede, eh? - cercò di sembrare
spavalda, tanto per recuperare quel po' di orgoglio che le rimaneva.
- Sì - rispose lui sedendosi nello
stesso posto di qualche giorno fa e aprendo il medesimo portatile.
- Perché vieni? - domandò senza riuscire
a trattenersi. - potresti anche lavorare nell'Hotel dove alloggi, no? -
aggiunse per sembrare scortese. Provava un gusto unico a esserlo con lui.
- Ti tengo d’occhio – rispose
pacatamente.
Il tono così calmo del ragazzo la
mandava in bestia. Aggrottò la fronte e si sedette sul letto, con lo sguardo
rivolto da tutt’altra parte.
- Abbiamo ricevuto una pagina di diario
da Kir… -
- Non me ne frega niente – tagliò corto.
- Come dire ... ci ha dato appuntamento
in diversi posti e … sarà il sovrintendente Soichiro a recarvisi –
Si voltò di scatto, con un’espressione
imbufalita nel viso.
“Bingo!”
- Non potete farlo andare … potrebbe …
venire ucciso! – esclamò scandalizzata, avvicinandosi al detective.
Lui si limitò a girare il portatile
verso di lei.
- Credo di aver capito che non vuoi che
il sovrintendente venga inviato in questa missione, vero? – domandò mordendosi
il pollice.
- No, non voglio. Non farlo! –
- Potrebbe anche darsi che io non lo
faccia – la guardò fisso negli occhi.
- Ah, sì? – si allontanò accorgendosi
che il suo respiro stava diventando agitato.
- E … Cosa mi daresti in cambio? –
replicò ritraendosi improvvisamente.
- Quello che vuoi –
***
Era seduto di
fronte al computer. Ryuk, che era vicino a lui, osservava un combattimento di
wrestling.
- Insomma, Ryuk,
abbassa quel volume! – esclamò esasperato, dopo che l’ennesimo metodo per far
si che Yuki e L s’incontrassero fu mandato a rotoli dalle urla di quei uomini
in mutande.
- Quanto siamo
nervosetti, oggi – commentò mentre cercava di afferrare il telecomando.
- Da’ qua! –
Invece spense
del tutto la televisione. Lo shinigami ci rimase male e minacciò di scrivere il
suo nome sul quaderno.
Hikaru gli aveva
spiegato che colui che possiede gli occhi dello shinigami, non riesce a vedere
la propria durata vitale, e nemmeno quella di un altro proprietario. Non ci
sarebbe stato modo di evitare di essere visti dal secondo Kira.
“Ma … aspetta un
attimo …”
- Ehi! Ehi!
Aspetta! Dove stiamo andando? – chiese il dio della morte.
- A trovare Yuki
–
***
-
Allora? Cosa ne pensi? – domandò L piegando leggermente la testa, mentre
l’indice penzolava dal suo labbro inferiore.
- Be’… è un po’ difficile da spiegare …
-
- Provaci –
- Ecco … guardando questi video ho avuto
una strana sensazione … non so … come se non fosse il Kira di sempre. Però non
saprei spiegare il perché. Mi baso solo sulle mie prime impressioni – si grattò
la testa imbarazzata. Era vergognoso che non riuscisse a trovare delle
motivazioni per un’opinione. Inaccettabile!
Lui annuì.
- In effetti è così –
- Cosa? –
Okay che lei stessa aveva pensato a
qualcosa del genere, ma da lì che fosse vero … se c’era un altro Kira in giro …
erano nei guai. Ma che cavolo andava pensando? Erano guai per L!
- La fattura dei video è troppo
scadente; una persona orgogliosa come Kira, non avrebbe mai fatto una cosa del
genere. E poi Kira ha cercato di evitare di uccidere persone innocenti se non
strettamente necessario … non avrebbe ucciso degli annunciatori solo per farsi
ubbidire, anche uno scemo capirebbe che così si creano solo panico e paura. –
- Kira vuole essere visto come la
giustizia … sì … sarebbe sciocco da parte sua –
- Bene … allora credo di poterti
mostrare anche gli altri –
- Altri? –
Sentiva gli occhi bruciarle, e per pezzi
perdeva la concentrazione. E questo non sfuggì al detective.
- Sei stanca? –
- Non è niente … dai fai play che voglio
vedere tutto! –
Un’ora dopo si sdraiò sul letto, stanca.
Quel secondo Kira era davvero stupido.
Gli occhi, gli dei della morte … come
diavolo le era saltato in mente di parlare di argomenti del genere?
E poi si era lasciata fregare in maniera
fin troppo evidente.
Era così stupido da fare ribrezzo.
- Anche tu aveva già parlato degli occhi
– affermò L.
- Sì –
- Gli occhi e gli shinigami potrebbero
far parte di un linguaggio che c’è fra chi è dotato del potere di Kira? –
- Può darsi –
Lui si frugò nelle tasche e ne estrasse
un foglio tutto spiegazzato.
- Guarda questo –
Si sedette rapidissimamente.
- Questa è la pagina di diario …
suppongo siano questi gli appuntamenti di cui parlavi prima –
- Sì –
- Quali sono le tue conclusioni? – chiese
curiosa, ne aveva scartate alcune ma anche così erano fin troppe; forse L era
riuscito a ricavare qualcosa di più. Non per niente era il miglior detective
del mondo.
- Ti sarai fatta un’idea, no? Voglio
prima sentire il tuo parere –
Riguardò il foglio con aria mesta.
- Credo che bisogni andare per esclusione.
Del tipo escluderei fin da subito la prima “Anche se avevo detto che non avrei
partecipato alle attività del club durante la Golden Week , oggi i miei amici
mi hanno chiamato lo stesso” Insomma il fatto che sia un Club restringe il
numero di persone su cui cercare. Sarebbe troppo rischioso incontrarsi in un
posto del genere. Poi anche questa “Oggi era l’ultimo giorno di vacanza, ma
sono rimasto tutto il giorno in casa a far niente” Non da nessun indicazione e
per lo stesso motivo escluderei anche i numeri 7, 13, 16, 19, 23 e 28. Fine dei
miei ragionamenti – disse consegnando il foglio a L. – avanti … illuminami. -
Senza nemmeno guardarlo iniziò a
parlare: - Escluderei anche la 10 e la 4 –
- Perché? –
- Sono troppo generici – e porgendole di
nuovo il foglio aggiunse – osserva la 22, 24 e la 30, oltre al posto indicano
qualcosa di specifico: Il ventidue s’incontreranno ad Aoyama per mostrarsi i
loro quaderni a vicenda, il ventiquattro a Shibuya per comprare qualche vestito
nuovo, e il trenta vedrà un dio della morte al Tokyo Dome durante la partita
con i Giants. Tenderei a escludere anche quest’ultimo: il posto è troppo
specificato e il messaggio troppo esplicito. Ha già usato questo termine nei
video, però questo Kira è talmente stupido che non so quale ragionamento abbia
applicato –
Hikaru lo aveva ascoltato attentamente e
in silenzio.
Era davvero intelligente. Era arrivato a
ridurre a due i possibili incontri fra i due assassini, con ragionamenti del
tutto logici. Cose che a lei erano sfuggite, no, che non le erano nemmeno
passate per la testa. Si era sempre considerata molto intelligente, ma al
fianco di L non era che una semplice persona.
Guardò di nuovo il foglio.
22.
Io e il mio amico ci siamo dati appuntamento ad Aoyama per mostrarci i quaderni
a vicenda.
“Io è il mio amico … quaderni … Il Death
Note! Un quaderno omicida! L’appuntamento vero è ad Aoyama!”
- Ehm … be’ se fosse come tu dici …
allora … ci rimangono solo il 22 ad Aoyama e il 24 a Shibuya. –
- Esatto. Quale scegli? –
- Eh? –
- Hai detto che avresti fatto quello che
ti avrei chiesto, no? Scegliene uno, ti manderò al posto di Soichiro. –
- Aoyama …
scelgo Aoyama. –
Una scelta veloce, non aveva neppure
considerato di ragionarci sopra. Hikaru ne sapeva di più, e questo L l’aveva
capito.
Anche Light sarebbe andato ad Aoyama.
Che tutti i Kira si trovassero faccia a
faccia quel giorno?
Era andata meglio di quanto lui avesse
previsto.
“Sotto
questa pioggia, cerco di intravedere la tua sagoma, ma mi accorgo solo che sta
scivolando. E i tuoi occhi non vedono più me, ma solo il buio indescrivibile
della morte”
Angolino di Hoshimi (the return)
Quanti anni saranno passati dall’ultima volta che ho
scritto per Netsuranari? XD sì lo so che sono in un
terribile ritardo, che volete uccidermi e che probabilmente non avete più
voglia di seguire questa fan fiction *piange
disperata in un angolo della stanza*. Vi chiedo scusa
ma ho avuto dei problemi: non avevo ispirazione, qualunque cosa scrivesse per
questa fan fic mi sembrava una cavolata.
Ma basta parlare … passo piuttosto alle recensioni ^^
Ø
Sara chan 92: sono contenta che il capitolo scorso ti sia
piaciuto ^^ Spero che tu abbia voglia di continuare a seguirmi (anche se aggiorno
con un ritardo pazzesco ^^”)
Ø
Valerya90 : Wow! È
vero si scoprono molte cose sul passato di L che varranno riprese poi nei
prossimi capitoli ^^
Ø
Black Hayate : aspettavi? Spero che tu
non ti sia stancata di aspettare XD scusa il ritardo.
Ø
_NeMeSiS_ : commentavi in ritardo? Non preoccuparti minimamente
guarda io che arrivo con un ritardo di quasi quattro mesi!!! (sinceramente non
ho contato il tempo, ma credo comunque che siamo vicini) Sono contentissima che
tu sia andata a Londra (deve essere un posto bellissimo **, forse ci vado il
prossimo anno!!) Oh sì, la parte finale era molto carina: mi sono divertita a
scriverla e quella del cellulare poi … mi è venuta così!! XD Cosa voleva dirle?
Rimarrà un segreto (non è vero, lo scriverà nei prossimi capitoli, ormai lo
sappiamo come è fatta nd L) Spero che tu voglia ancora seguirmi >.<
non arrabbiarti troppo, per favore!!
Ø
Kumiko_Chan_ : che bella recensione ** lunga … ammiro e apprezzo le
persone che hanno la pazienza di farle così, è bellissimo per un autore leggerle.
Grazie infinite e non preoccuparti se hai saltato qualche capitolo!!! Mi piace
il tuo: wawawawaaaaa!! XD
Ringrazio tutti coloro
che leggono la fan fiction ^^. Ringrazio di cuore chi ha la pazienza di
recensirla e in anticipò chi leggerà e
recensirà i prossimi capitoli.
Credo che il prossimo
capitolo sarà pubblicato all’incirca alla fine di Ottobre, ma non ne sono
troppo sicura. Vi prego di pazientare ed aspettare, sono molto occupata con lo
studio e ho altre fan fic da mandare avanti… PERDONATEMIIIIIIIIIIIIIIIIII!
Un bacione a
tutti.