Libri > I diari della mezzanotte
Ricorda la storia  |      
Autore: amimy    04/10/2009    2 recensioni
Una flashfic introspettiva sulla notte in cui Melissa decide di seguire i pensieri di Rex e arrivare da lui, attraversando di corsa la città per raggiungerlo. Perchè anche nelle tenebre più fitte, si trova sempre una scintilla, una luce che brilla...
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Salve, ancora io XD Ormai vi sarete stufati di me, lo so, ma nelle rare occasioni in cui trovo l’ispirazione non voglio sprecarla…Ho cercato di non scrivere uno dei miei soliti papiri, ma di essere più sintetica possibile per non annoiare troppo voi poveri malcapitati …In sostanza, spero vi piaccia questa specie di fanfic-esperimento (ormai tutte le mie ff sono esperimenti, in effetti…)Vi avverto che non piace neanche a me, però, chissà, magari a voi potrebbe piacere…vi prego, lasciate un commentino, se vi va…anche negativo (n.d.la mia coscienza: perché, ti aspetti anche commenti positivi per questa roba? Così impari a non studiare letteratura…) …
Dedico questa storia alla mia “socia” Luna95, per farmi perdonare perché ho sempre poco tempo e perché non sono ancora riuscita ad aggiustare msn, e perché è semplicemente un mito e una scrittrice incredibile. Perciò, spero che questa “cosa” non ti sembri troppo orribile, collega.


Le strade prive di vita sembravano sfrecciarle accanto mentre correva, mettendo tutta la sua forza in quei passi veloci.

Aveva il fiato corto, la maglietta troppo larga del pigiama le si appiccicava al petto, bagnata di sudore, e i sottili capelli biondi le ricadevano negli occhi, ma non se ne curava. Era stanca, confusa e vagamente spaventata, ma aveva un obiettivo da raggiungere.

Per diversi interminabili anni, ogni singolo giorno di Melissa era trascorso in mezzo alla confusione, che poi lasciava posto la sera, per una sola, singola ora, al silenzio e alla solitudine. Ma un giorno, un l’anno precedente, la bambina si era accorta di non essere sola, nemmeno quando la luce blu si impadroniva del mondo: si era accorta dell’unica voce, flebile e al contempo chiara, che scalpitava ai margini della sua mente, ansiosa di essere scoperta.

E quella sera, una sera uguale a tutte le altre e incredibilmente diversa, Melissa era fuggita dalla sua camera allo scoccare della mezzanotte, quando tutto si era immobilizzato, e aveva iniziato a correre, verso quell’altra presenza nel nulla.

I piedi nudi le dolevano, ma non si sarebbe fermata. L’aria tiepida dell’ora segreta sembrava sospingerla, incitarla ad andare avanti, a raggiunger quella voce che si faceva sempre più vicina.

Bixby sembrava nettamente migliore, in quel momento. Le persone immobilizzate ai margini delle strade sembravano osservarla, ma erano silenziose, così meravigliosamente silenziose… La bambina si sentiva come se, almeno in quel preciso istante, la sua vita non dovesse essere poi così male. Non ora che aveva un obiettivo, non ora che si sentiva così potente, così unica…
v La voce ora era mlto più vicina, quasi un grido nel suo cervello. Un grido piacevole, stabile, nemmeno lontanamente paragonabile al rumore dei normali durante il giorno.

Ancora più vicina. Ormai poteva vedere attraverso gli occhi della voce, poteva osservare una stanza estranea immersa nel blu, poteva assaporare òla paura di qualcosa, qualcosa che si nascondeva nell’ombra, che osservava lei e lui. In quell’attimo, Melissa capì che si trattava di un lui, di un altro bambino, proprio come lei. Ma non uguale a lei.

La bambina svoltò in una via, nient’altro che l’ennesima strada costellata di casette tutte uguali, ma quacosa le intimò di non continuare a correre. Sì fermò. Lentamente, si voltò, fronteggiando una delle tante villette ordinate. Il giardino era verde e rigoglioso, ma qualcosa di strano pulsava in quell’abitazione, come in una creatura viva. Come in uno spirito. Melissa rabbrividì, facendo un passo indietro.

E la porta si spalancò. Melissa sgranò gli occhi, mentre il portoncino si apriva, quasi aspettandosi di veder uscire un fantasma, nonostante sapesse che non era così. No, lì non viveva un fantasma. Lì viveva la sua voce…

Il viso pallido di un bambino sembrò scintillare nella luce blu, mentre faceva capolino sulla soglia. Emanava stupore, paura, e, sorprendentemente, una sorta di sollievo.

La bambina gli sorrise, avvicinandosi. Lui fece un passo avanti, e ricambiò il suo sorriso da dietro un paio di lenti spesse.

Melissa aveva trovato la sua voce, il suo supporto.

Rex, quella sera, aveva trovato la sua prima amica, la sua luce.

   
 
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > I diari della mezzanotte / Vai alla pagina dell'autore: amimy