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Autore: memi    05/10/2009    10 recensioni
“McLaggen è in infermeria, perciò tu Rose farai la ronda con...
...Scorpius Malfoy.”
Merda.

Può una serata prospettatasi già difficile, diventare un incubo? E se ci si aggiunge un certo Serpeverde a peggiorarla? Tra cugini scapestrati, rospi da cercare e baci rubati con l'inganno, Rose Weasley si ritroverà a vivere la notte più lunga della sua vita.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Hugo Weasley, James Sirius Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The long night

{A good night to forget}

 

 

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“McLaggen è in infermeria, perciò tu Rose farai la ronda con...

...Scorpius Malfoy.”

Merda.

 

 

I ~ God Save the Rose

 

 

Rose Weasley era un bravo Prefetto. Svolgeva i suoi compiti con diligenza, non alzava protesta per i suoi insensati turni di ronda e, cosa principale, sopportava la logorroica parlantina di Rufus McLaggen con invidiabile stoicismo. In sedici anni di onorata carriera scolastica non aveva mai fatto niente per cui meritasse una simile punizione, neppure quando a Pozioni aveva fatto ruzzolare il calderone a terra, imbrattando banco e abiti di una sostanza indefinita. Ma miseriaccia, lei odiava Pozioni!

Era una studentessa brillante in quasi tutte le materie, eppure bastava metterle davanti un pentolone per farla cadere in depressione. Poteva anche aver ereditato l’intelligenza di sua madre, ma rimaneva per metà figlia di Ron Weasley e pertanto doveva aver preso da lui ben più di una fame insaziabile a tavola. Ecco, l’essere negata in Pozioni era una di quelle cose che aveva ereditato dal ramo paterno dei suoi geni.

Il problema, comunque, era un altro e lei, armata del suo più spietato sangue freddo, era decisissima a porre fine a quella ridicola pagliacciata.

Lei non avrebbe fatto la ronda con quel pallone gonfiato di Scorpius Hyperion Malfoy, né ora, né mai. Il caro Caposcuola avrebbe fatto bene a convincersene e a capacitarsene, fino a che era in tempo, se non voleva una brutta sorpresa. Avrebbe preferito pattugliare corridoio per corridoio da sola fino a mattina inoltrata, se ce ne fosse stato bisogno, piuttosto che mettersi in coppia con quella specie di omuncolo ossigenato.

Arrivò alla Torre di Corvonero marciando, i piedi che sbattevano tanto sul pavimento duro da risuonare lungo le alte pareti che costeggiavano la sua avanzata. Ma Rose non vi diede troppo peso, lo shock per la notizia era ancora troppo vivido e la determinazione sul suo viso era un punto di forza inossidabile. Il suo unico rammarico era quello di non essere riuscita a stoppare tutta quella disdicevole faccenda prima, durante la riunione tra Prefetti, quando il gentilissimo Caposcuola aveva avuto l’ardire di annunciare la sua fine, armato di un inopportuno e fastidioso sorriso allegro stampato in faccia. Però il tempo di riprendersi dal logico sconvolgimento post-notizia, che già il Corvonero era scivolato via, risucchiato dalla calca di studenti di turno e accompagnato da quell’insana aria soddisfatta.

Non che di solito non fosse un tipo spensierato, ovvio. Eppure Rose era certa di non avergli mai visto un’espressione come quella, a metà tra il compiaciuto e il divertito, e la cosa, proprio perché non ne sapeva la causa scatenante, la irritava parecchio. Più che irritarla, in quel momento la offendeva quasi.

Che fosse così giulivo per la fenomenale idea avuta a sue spese?!

Rose non voleva e non poteva crederci.

Insomma, era lui, il ragazzo dal sorriso cordiale e dalla risposta pronta, quello gentile e affidabile, ma che in un modo del tutto inspiegabile sua cugina Roxanne trovava particolarmente detestabile. Lo stesso per cui aveva preso una sbandata stratosferica al suo primo anno, senza avere la benché minima intenzione di farglielo sapere. Colui che riusciva ad essere spiritoso e che aveva il buongusto di sopportare con incredibile nonchalance le trovate assurde di James e di Fred, portandoli alla ragione quando l’idea si rivelava più folle del previsto.

Per questo ed un’altra serie di motivi, Rose era assolutamente certa che doveva essere successo qualcosa. Qualcosa di grave, a giudicare dai sintomi. Magari qualcuno gli aveva tirato contro un Confundus, o peggio ancora si era divertito a rubargli i capelli e bevendo la Pozione Polisucco aveva preso il suo posto, lasciando il vero lui a marcire sul fondo di uno squallido baule tra calzini spaiati e abiti consunti.

Scosse la testa, con risoluzione.

-Basta pensarci!- Si disse, animata da un nuovo vigore. -Affronta il toro per le corna, Rosie! Prendi Merlino per la barba e metti fine a questo scempio.-

Era un buon piano. Sarebbe andata da lui, gli avrebbe mostrato uno sguardo intransigente e lo avrebbe...supplicato di cambiarle compagno per la ronda. Era un ottimo piano.

-Un attimo...- Sbatté più volte le palpebre la Grifondoro. C’era un problema di fondo, si ritrovò a constatare giunta dinanzi ad una porta senza maniglia, senza alcuna serratura da far scattare con un incantesimo.

“Ciao Rose!” La salutò distrattamente sua cugina minore Lucy, diretta verso l’entrata alla Torre di Corvonero.

“Lucy aspetta!” Scattò in avanti Rose, con una tale violenza che per poco non si spiccicò contro il fondo del pavimento.

Poco importava, comunque: aveva appena trovato la soluzione al più imminente dei suoi problemi.

“Sì?”

“Ehi Lucy, non è che potresti farmi un favore?”

“Certo!” Annuì subito l’altra, che non disdegnava mai l’opportunità di rendersi utile.

“Dovresti chiamarmi una persona.”

Neanche cinque minuti dopo la porta che dava alla Sala Comune di Corvonero si aprì dall’interno, rivelando l’oggetto delle sue invettive. Occhi sgranati, aria sorpresa e quel fastidioso sorrisetto di vittoria a delineargli le labbra, tanto insolito quanto funesto. Lucy doveva averlo beccato sul salotto in piena pennichella, a giudicare dal cipiglio disastrato con cui si era presentato, con i capelli paglierini sparati in tutte le direzioni, degni di fare concorrenza alla zazzera di James o alla chioma indomabile di Al.

“Che succede? Lucy mi ha detto che mi cercavi.”

Sembrava spaesato.

Rose in risposta assottigliò le palpebre e piazzò le mani sui fianchi. “Io la ronda con quello non la faccio.” Decretò, sperando di risultare abbastanza convincente da non costringerla a sistemare le cose tramite una Maledizione Imperius.

“Con chi?”

Lui era talmente intontito dal sonno da non riuscire a seguirla, nonostante gli sforzi, e la cosa riuscì in qualche modo a innervosirla ancora più di prima.

“Con Malfoy.” Sibilò tra i denti, masticando e sputando quel nome come se le bruciasse sulla lingua.

Ed in effetti era così, perché tra tutte le persone fastidiose che poteva conoscere, Scorpius aveva la straordinaria capacità di superare tutti nella top ten e di piazzarsi in pole position con incredibile sfacciataggine. A volta sembrava quasi temesse che qualcuno lo disarcionasse dal posto d’onore e, in quei giorni, era ancora più insopportabile del solito. Si era così affezionato alla medaglia d’oro, che non riusciva a viverne senza e doveva per forza disturbarle le giornate pur di tenersela bene stretta a sé.

“Oh.”

Oh? È tutto quello che hai da dire? Oh?” Ripeté scandalizzata Rose, ormai prossima ad una crisi di nervi.

Possibile che non riuscisse ad afferrare la gravità della situazione? Era un Corvonero, perbacco! Sarebbe dovuto arrivarci da solo, lei non avrebbe neppure dovuto chiederglielo, figurarsi a spiegargli i motivi di un simile rifiuto!

“A dire il vero...” Scrollò le spalle il ragazzo, con rischiosa trascuratezza. “...non capisco dove sia il problema.”

Sgranò gli occhi, esterrefatta. Lui non capiva? Stava scherzando, vero?? Okay, aveva capito. Dov’era James? Bello scherzo, c’era cascata in pieno, yu-hu, bravi loro...adesso potevano benissimo finirla con quella messinscena e rivelarsi. Coraggio, dov’erano gli altri? James? Al? Hugo?

“Rose? Rose mi senti? Ehi...?”

Una mano le sventolò dinanzi gli occhi, come una visione, cancellando in un colpo di spugna ogni altro pensiero per riapprovare alla dura realtà. Si guardò attorno, furtiva, e con un magone allo stomaco si accorse che no, non c’era traccia né di James, né di Al, né di suo fratello Hugo, né di nessun altro eccetto loro due. Il che poteva voler dire solo una cosa: non era una scherzo. Ma se non era uno scherzo, allora...

“Non farai sul serio!” Quasi gli si avventò contro Rose, imbufalita adesso.

“Fare cosa?” Di nuovo, il Corvonero non riusciva a dirigere i propri neuroni nella pista giusta a seguirla.

“Farmi questo, Lorcan! Io e Malfoy, la ronda, stasera! È...ridicolo!”

“Rose.” Sospirò in risposta il ragazzo, passandosi una mano nei capelli folti e scompigliandoli selvaggiamente.

Lorcan Scamander era sempre stato un ragazzo paziente (almeno fino a che non perdeva la calma), dal buon carattere (eccetto quella manica di volte in cui perdeva la testa) e dall’intelligenza attiva (salvo i minuti appena dopo un risveglio, dove il torpore inibiva talmente il suo raziocinio da avere meno cervello di un troll di montagna), tuttavia c’erano delle piccole, minuscole cose che, nonostante gli sforzi, non sapeva digerire.

Il venire svegliato di soprassalto da un sogno fantastico che includeva una certa Grifondoro dai modi sgarbati per dover fare fronte ai dilemmi esistenziali di una donna in piena crisi ormonale, di sicuro rientrava tra quelle tre o quattro sciocchezze.

“Senti, McLaggen è in infermeria e...” Sbadigliò sonoramente. “...e i Tassorosso hanno già fatto il turno di ieri, mentre i Corvonero hanno quello di...” Altro sbadiglio. “...di domani. Che altro potevo fare? E poi Malfoy non è così male...” Ci pensò su per qualche istante. “...in fondo.”

Quanto in fondo dovesse andare a scavare, ecco, era quello il problema.

“Ma-”

“Tanto è solo per una sera.”

“Beh-”

“E poi non è definitivo. Dovete fare solo una stupida ronda, no?”

“Sì, però-”

“Perciò è tutto apposto, giusto?”

“Io-”

“Bene, allora, tutto risolto! Fammi sapere come va!”

“Aspetta!”

Troppo tardi. Lorcan era scivolato via attraverso la porta senza maniglie, sussurrando di fretta la risposta all’indovinello di turno e scomparendo dentro la Sala Comune di Corvonero come se stare lì un altro minuto avesse potuto ucciderlo. Il tutto, chiaramente, senza darle il tempo necessario per formulare una frase di senso compiuto. Non le aveva dato neanche lo spazio di una parola, aveva stroncato sul nascere ogni sua obiezione e l’aveva fatto – doveva riconoscerlo – con la giuste dose di logicità.

Tuttavia nessuno di questi pensieri riusciva a distoglierla dal problema fondamentale.

Ronda. Lei. Con Malfoy.

Che poteva esserci di peggio?

“Weasley, avevo capito dovessimo fare il turno insieme, non ciondolare in giro per il castello!”

Lui, ovviamente.

Si girò, sbuffando come un mantice e lanciando sguardi di fuoco a chiunque le capitasse a tiro, animato o inanimato che fosse.

“Per tua informazione, non stavo ciondolando in giro per il castello, ma stavo discutendo di alcune, ehm, questioni con Lorcan.” Sciorinò, attenta a scegliere le parole che più si avvicinavano ad esprimere al meglio le sue intenzioni.

“Questioni che mi riguardano?” Alzò un sopracciglio Scorpius, assumendo un’aria vagamente incuriosita.

Cielo, ma come accidenti faceva ad essere sempre così dannatamente attraente?! Non che lei nutrisse particolari propensioni verso il ragazzo, certo che no, tuttavia era abbastanza matura da ammettere quando un ragazzo poteva essere reputato obiettivamente affascinante e, che lo volesse o meno, lui rientrava nella categoria. Non sarebbe potuto essere diversamente, d’altro canto, non con quell’aura selvatica che accompagnava ogni suo gesto e s’irradiava dal fondo di due profondi occhi grigi.

Non che lei fosse il tipo da notare certe sottigliezze quale il colore degli occhi, soprattutto se riguardavano un emerito beota quale il suo attuale interlocutore, ciò nondimeno l’avercelo dinanzi faceva sì che lo sguardo vi cadesse inavvertitamente sopra, ecco. Non era colpa sua. Non lo stava fissando per sua iniziativa, ma solo per educazione, sia ben chiaro.

“Suppongo che neppure un incontro ravvicinato con uno Schiopodo Sparacoda riuscirebbe a sgonfiare il tuo smisurato ego, Malfoy.” Decretò piuttosto che rispondere alla sua domanda, dottrinale e saccente quanto bastava per inimicarselo.

O forse no.

Scorpius, difatti, al contrario delle sue aspettative non appariva turbato, né offeso, quanto piuttosto colpito dalle sue parole.

“Così va a finire che mi monto la testa, Weasley.” La avvisò, ghignando selvaggiamente. “E comunque questo significa sì.”

“Ma di che parli?” Lo guardò diffidente Rose, che ben conosceva le sue toccate di testa.

“Sì, le questioni di cui dovevi parlarne con Scamander riguardano me.” Specificò in uno scintillio di trionfo lui.

Per tutta risposta, lei fece una smorfia, inorridita. “Nei tuoi sogni, Malfoy!” Sibilò oltraggiata, ma ormai il viso era virato in un rosso talmente acceso che sarebbe stato stupido credere di avergliela data a bere perciò pur di mettere fine a quell’infinito momento d’imbarazzo, Rose preferì passargli di fianco e superarlo.

“Dove stai andando adesso?”

Non aveva fatto nemmeno mezzo metro che già se lo ritrovò alle costole.

“Dove credi che stia andando?” Alzò gli occhi al cielo Rose, teatrale. “La parola ronda, ti ricorda qualcosa?”

Scorpius sghignazzò. “Certo, che dobbiamo farla insieme.”

La vide impallidire mortalmente e, magnanimo, decise di darle subito il colpo di grazia.

“Io e te...”

Respirare. Doveva solo respirare. Non era difficile.

Inspira. Espira. Inspira. Espira. Visto? Inspira. Espi-

“...per tutta la notte, Weasley.”

Oh Dio, perché non c’era mai un Dissennatore quando ce n’era bisogno?

 

 

 

 

 

{Il titolo del capitolo è un adattamento di God Save the Queen, inno nazionale britannico}

 

 

Disclaimer

I personaggi sono proprietà di Rowling, che li ha inventanti, e non sono da me utilizzati a scopo di lucro.

Alcuni personaggi di contorno che non avete trovato nei suoi libri e il banner di cui sopra, sono invece di mia invenzione e, dunque, mi appartengono.

L’idea di questa fanfiction è nata vedendo il film 2009 Nick & Norah: Tutto accadde in una notte. In realtà la mia storia non c’entra niente con la trama del film di per sé che prende altre vie e altre storie, ma vi si ispira per la sola idea di ambientare tutto in un’unica notte. Il riadattare titoli già noti per farli diventare i titoli dei miei capitoli, me l’ha invece suggerito il telefilm Gossip Girl, anche se nessuno degli arrangiamenti da me utilizzati sono stati ancora usati dal telefilm in questione.

Sotto ogni capitolo troverete il film/libro/telefilm/altro da cui ho preso lo spunto per il titolo.

 

 

A/N

Per chi segue il mio blog, già sapeva dell’arrivo di questa mia mini-long.

Ad ogni modo si tratta di 9 capitoli più un extra che provvederò a postare nel più breve tempo possibile, impegni permettendo.

Non so che altro aggiungere, se non...me lo lasciate un commentino? *-*

Baci.

memi

 

  
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