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Autore: Bella_    06/10/2009    2 recensioni
Una giovane studentessa.La capitale dell'Italia e l'uomo dei suoi sogni.Spinta in una libreria,dalla sua passione per i classici,incontrarà lui,ma la sua più grande paura la farà scappare.Ma lei ha qualcosa di suo,la copia del libro che lei cercava.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Robert Pattinson
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Roma. la capitale della nostra bellissima Italia. era la meta del mio viaggio,il primo viaggio da maggiorenne. avevamo pianificato quel viaggio nei minimi particolari,da mesi. le nostre valigie erano pronte,le carte di credito attive,le nostre menti già in viaggio verso la capitale mentre noi eravamo bloccate alla stazione di Salerno. Maledetto meridione, pensai. Ovviamente il treno era in ritardo ed io e le mie amiche in gran fermento. Mariangela,Rosaria,Francesca,Lucia e Maria,pronte per una nuova avventura. Avevamo iniziato a frequentarci al liceo. Stessa classe,IVH. Lucia era la mia compagna di banco,Rosaria l'amica di sempre,Mariangela la compagna di shopping,Francesca la mia confidente,Maria semplicemente la gemella di Francesca. Per noi stare insieme era come routine,un abitudine. Una mattina del mese di gennaio,abbracciate al termosifone della classe,programmammo il viaggio. "Roma" rispondemmo in coro io e Mariangela alla domanda di Ro,"via Condotti" fu la risposta immediata di Maria al "Perchè" curioso di Lucia. Perciò le carte di credito non potevano mancare. Ovviamente erano limitate,avremmo prosciugato in conti in banca dei nostri genitori.
Erano le 11:41. il treno tardava già di 9 minuti,classico. Dovemmo attendere altri 12minuti affinché fosse annunciata la sua partenza. Un abbraccio veloce,un immediato "Certo, Mamma" sussurrato da tutte simultaneamente e un impresa per portare i bagagli sul vagone. Come sempre avevamo esagerato. Otto le valigie in totale. un trolley per ognuno e due borsoni comuni. In questi ultimi vi erano scarpe,in uno, e cibo nell’altro. Era un rito avere la valigia del cibo. Anche per la gita in Grecia fu preparata e non ce ne pentimmo. Il vagone era capiente,ma non abbastanza per noi. ci sistemammo in modo tale da stare comode e da far entrare nel vagone tutte le valigie. Queste erano posizione tra i sedili mentre le noi eravamo sedute come degli indiani. Gambe incrociate. Trovate le posizioni giuste e comode ci dedicammo ai nostri hobby. Io presi il mio libro,New Moon,e mi dedicai alla lettura. Lo avevo letto migliaia di volte,ma non mi stancavo mai. Ro alla vista del libro alzò gli occhi al cielo per poi posare gli occhi sul suo libro triller. Mariangela accese l’i-pod e le gemelle e Lucia si dedicarono al pettegolezzo. Solito di Lucia,aveva conquistato un figo da paura ma ora era insicura. Passava troppo tempo con me e Francesca. Era il nostro solito modo di fare. Conquistare per poi perderci nell’insicurezza. Io perdevo la testa,lo frequentavo e poi capivo che non era come lui. Ma Francesca non aveva ancora capito che il suo cuore era ancora nelle mani del suo ex. Io invece lo avevo affidato a qualcuno che non sapeva neanche che esistessi.
Il nostro treno,un diretto per Roma,fu annunciato alla stazione Termini. Scendemmo soddisfatte guardandoci intorno. Saremmo rimaste lì per una settimana,sole. Senza adulti a proibirci nulla,conoscendo nessuno e con un programma giornaliero alla mano. La mattina dedicata alla scoperta di Roma,che personalmente conoscevo come la mia città. Ogni anno i miei genitori mi portavano lì alla scoperta di monumenti storici. I pomeriggi erano all’insegna dello shopping mentre le sere da trascorrere nei pub più “in”.
“Ragazze ho fame”
“Io voglio un bagno”
“Io voglio quel bonazzo lì fuori..”
“Io..”
“BASTA!” urlai disperata. Tacquero tutte. Mai farmi arrabbiare. Questo il loro divieto.
“andremo prima al bagno,ne abbiamo tutte bisogno suppongo. Poi andremo ad un fast food per prendere qualcosa da mangiare.. per il bonazzo,Mari,non posso farci nulla. Dopo andremo in albergo. Ci sistemeremo e vedremo il da farsi.” Avevo appena salvato me stessa da una crisi di nervi. Stavamo sempre insieme,ma era difficile organizzarci e se non ci fossi io sarebbe difficile organizzare il tutto. Almeno per questo mi erano riconoscenti. Dopo essere uscite dalla stazione ci dirigemmo al Mc Donald’s. le valigie creavano seri problemi così decidemmo di pranzare,con il cibo del fast food,in albergo.
“Ehm ehm ehm..” schiarì la voce Ro.
“Che succede?” disse Mariangela e si voltò dove lo sguardo di Ro era fermo. Tutte guardammo il giovane ragazzo alla hall.
“Ma non sono le hostess ad accogliere gli ospiti alla hall?” pensai scocciata tra me sapendo giò cosa stava per succedere.
“A chi tocca?” disse ridendo Franci.
“Ad Ada,ovvio” A me? Perché a me? Ah ovvio,l’avevo scampata fino a quel momento ed ero rimasta l’unica a non aver..
“Prego” rise Maria della mia faccia.
“ok ok,vado”
Mi voltai per guardare il mio riflesso nelle porte dell’hotel. Guardabile. Sbottonai la camicetta di un bottone e mi recai spavalda alla hall. Il mio compito? Semplicemente sedurre il povero belloccio di turno,farmi invitare a cena e rifiutare. Malefiche.
“salve” dissi togliendo gli occhiali Tom Ford e sorridendo timidamente. Era irresistibile in mio sorriso timido. Diventavo sexy e sensuale quando mi mostravo timida e semplice. Lui mi sorrise maliziosamente e mi chiese il cognome usato per la prenotazione. Gli mostrai il documento e sorridendo,ancora malizioso,disse “maggiorenne da otto giorni,buono a sapersi” lui avrà avuto minimo 24o 25anni. Sorrisi maliziosa al quel commento. Lo avevo conquistato.
Calcolai la cifra in più che avrei avuto da spendere. “50euro per ognuna.. bè 250euro in più per me.. bene bene”. Mi diede le chiavi delle nostre stanze e lanciandogli un occhiolino mi avviai verso l’ascensore con alle spalle,ne ero sicura,cinque amiche sicure di aver perso 50euro. Le camere erano vicine, 207,208,209. ci sistemammo e mangiammo il pranzo nella mia camera. Facemmo una doccia veloce e ci avviammo verso il centro di Roma.
Sulle scale di piazza di Spagna sfilammo come modelle,ridendo come matte e sculettando appositamente. I ragazzi che passavano ci guardavano maliziosi,sorridendoci. Sapevamo di essere carine e facendo attenzione al nostro look sapevamo accentuare la bellezza e la sensualità. Fontana di Trevi era splendida. Sin da quando ero piccola mi lasciva senza fiato. La maestosità e la bellezza mi emozionavano. Ma l’idea della monetina e del desiderio non mi eccitava. Scattai una foto,mentre una ad una, esprimendo il desiderio, gettavano la monetina nella fontana.
Camminavamo tranquillamente quando una libreria attirò la mia attenzione. Avevo dimenticato che mancassero alla mia collezione due romanzi della Austen.
“Ro,coprimi. Devo andare in quella libreria” mi serviva una mano per evitare le lamentele della ragazze. Sapevano che libreria per me significasse perdere minimo trenta minuti tra gli scaffali alla ricerca di un classico ancora non letto.
“Ada,10minuti,non di più.” Mi sussurrò. Poi urlando si rivolse alle altre “Ragazze un baaaaaaaaaar,prendiamoci un caffè.”
“Grazie” le mimai con le labbra mentre mi allontanavo da loro senza essere notata.
La libreria era immensa. Ogni genere aveva una propria sala. Triller,gialli,classici stranieri.. ecco cosa cercavo. Era immenso. Quattro pareti e tanti scaffali colmi di libri. Tutti i classici mondiali. Mi persi leggendo i titoli sussurrando ripetutamente “Mansfield Park..” una mano calda,dalle lunga dita da pianista,mi porsero una copia. “Grazie” sussurrai. Ma poi quando mi accorsi che era vecchia,non nuova come mi aspettavo, mi voltai per avere spiegazioni. Sorridendo mi guardò e sussurrò di rimando “Prego”. Mi immobilizzai. Non per il suo accento inglese o per quella voce familiare,ma per quel sorriso che illuminava il suo volto. La sua voce era roca,bassa,sensuale,dolce,ammaliatrice. Avevo davanti a me lui. L’uomo che riempiva i miei sogni,l’uomo di cui avevo mille poster nella mia camera,l’uomo che mi proibiva di perdermi per qualcuno perché per me c’era solo lui,a lui avevo dato il mio cuore. A quella persona che fino a qualche ora prima pensavo che non fosse a conoscenza neanche della mia esistenza,ma che ora era davanti a me e mi parlava.
“La mia copia è vecchia,ma italiana. Ne cercavo una nuova,ma questo romanzo non lo hanno in questa libreria.” continuava a sorridermi dolce,lui. Robert Thomas Pattinson.

  
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