Anime & Manga > Naruto
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Autore: Amber    06/10/2009    4 recensioni
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Rinoa81, assistente amministratrice.

[Scoppiò a ridere, isterico gli occhi accesi di vera follia –Dovevi vederle le loro facce… tutti ti credono morto, tutti… e nessuno parlerà mai più di te per paura di aprire la mia ferita che sanguina al tuo ricordo… invece solo io so che sei vivo, solo io…-
-Sei… oddio sei pazzo- mormorò Sasuke sconvolto guardandolo attentamente in quegli occhi azzurri diventati improvvisamente fin troppo tendenti al carminio –Kyubi…-
Effettivamente non so cosa sia... doveva essere una cosa ma è venuta fuori una totalmente diversa!
Cosa ne pensate di un Naruto totalmente diverso?
Genere: Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Salve a tutti!

Come ho scritto, inizialmente la storia doveva avere un tema diverso… un finale diverso… poi, chissà perché, le pagine si sono scritte da sole e ne è venuta fuori una roba simile V__V Alla fine la più sconvolta ero io, fidatevi.

Insomma, rileggendola però non ho avuto il cuore di non provare a postarla, quindi le critiche sono bene accette.

Attenzione, è SPOILER per chi non segue le scan disponibili su internet, ed è OOC a causa del mio Naruto… beh, se volete leggere capirete perché dico che è diverso.

Non ho altro da aggiungere se non buona lettura e arrivederci a una futura one-shot!

 

Oswari

Amber

 

Ps: I discorsi totalmente in corsivo e staccati dal resto sono ricordi che precedono la trama principale.

 

***

 

Apparenze caparbie

 

-Naruto, Sakura! Bisogna andare subito dai Kage!-

-Kakashi-sensei ma qui è un macello! Non ce la farà mai da solo!-

-Lasci andare me! Me ne occuperò io di Sasuke, qui c’è bisogno di tutti voi!-

-Naruto…-

-Lo so, va bene? Ma è necessario dividerci! Tu e Sai sarete più utili a Kakashi-sensei che a me-

-Ma ne sei sicuro?-

-Sakura-chan, se l’unico modo possibile è ucciderlo come dite voi… se è ciò che Konoha vuole… allora sarà ciò che Konoha avrà!-

 

Il ritorno a casa era stato piuttosto pietoso, avanzavano come un corteo muto e infelice, mentre i piedi venivano trascinati passo dopo passo e gli occhi erano incollati al terreno polveroso, con qualche ciottolo abbandonato in mezzo al sentiero circondato da imponenti alberi.

Il sole era alto, gli uccellini intonavano una quiete e melodiosa armonia, estranei della tragedia che aveva colto quei quattro viaggiatori leggermente feriti, apparentemente incuranti del loro stato fisico, e un venticello fresco accarezzava la loro pelle, scompigliava quei capelli dai più bizzarri colori, giocando con quelle ciocche luminose e beffeggiandosi tutto intorno a loro della sua libertà, quasi volesse schernirli.

A Naruto tutto quello sembrava un vero e proprio insulto.

Odiava quel sole, quegli uccellini che non avevano abbandonato un attimo il loro terribile e lamentoso verso e quel vento che voleva a tutti i costi frenare la loro andatura, che infastidiva e gli sferzava il viso.

Quella che avrebbe dovuto essere una splendida giornata si era rivelata la peggiore di tutta la sua vita.

Tutto era finito, tutto rovinato in poche, pochissime ore.

Doveva stare calmo, per non allontanarsi e abbandonarli tutti, solo per essere certo che tutto quello non fosse un sogno.

Si sentiva vuoto, sfinito, avvelenato dentro da un dolore incurabile e insaziabile che sembrava volergli divorargli l’animo e il suo unico desiderio era di scordare tutto, tutto.

Come era arrivato a quel punto? Per fare quello che aveva fatto?

Strinse spasmodicamente la fibbia dello zaino fino a fare sbiancare le nocche.

A questo punto, per stare così male, per odiare così tanto tutto ciò che lo circondava, allora sarebbe stato meglio non incontrarlo affatto…

Non voleva più essere uno stupido a vita.

Per questo doveva andare da lui e dirglielo, per questo aveva fatto quello che aveva dovuto fare… se la sua mente voleva la pazzia, allora lo aveva accontentato… perché aveva fatto la cosa più pazza di sempre.

Ma il pensiero di essere diventato pazzo non lo confortò per niente, come non lo fecero neppure le alte porte di Konoha, quel suo paese che aveva tradito con il suo operato

-Naruto, dobbiamo andare dall’Hokage-sama. Vorrà soprattutto sentire la tua accurata versione dei fatti- disse Kakashi interrompendo quel silenzio durato per intere ore, facendo sussultare Sakura che, non aspettandoselo, si voltò di scatto verso l’uomo, impassibile.

La ragazza non riusciva a comprendere come il Sensei riuscisse a celare i propri sentimenti in quel modo, anche lei avrebbe voluto farlo, essere forte come lui… e pensava anche di esserci riuscita in quegli anni, ma dopo quel giorno capiva di non avere mai raggiunto realmente quel suo lontano obbiettivo, altrimenti avrebbe trovato le parole adatte in una simile situazione… avrebbe dovuto consolare Naruto, il suo più caro amico… eppure era solo riuscita a rimanere in silenzio, guardando ai piedi del biondo… e piangere.

 

-Naruto!!-

-Na… Kakashi-sensei…-

-Questo è odore di carne bruciata…-

-…-

-…non devi piangere Sakura-

-Sai… è… davvero…?-

-Si,è lui, ed è morto. Naruto… dai, andiamocene via. Non c’è più niente che possiamo fare qui-

-Naruto...-

-… Sakura-chan… perdonami…-

 

Che diritto aveva quando neppure lui aveva versato una lacrima?

Il biondo si fermò, ma non corrispose lo sguardo di Kakashi e di nessun’altro, continuando a fissare dritto davanti a se.

Provò a parlare, ma la voce non reagiva ai comandi del cervello, così si umettò le labbra cercando la calma, se ancora ne aveva e finalmente la risposta giunse sotto forma di un soffio distante

-Andrò dopo-

E cammina, veloce, perché deve andarsene, allontanarsi il più possibile, prima che qualche cosa dentro di lui scatti, stringendo forte quella striscia di tessuto sulla sua spalla mentre lo zaino oscillava a ogni passo.

Sorpassa gli amici fermi ad aspettarli, tristi e atterriti, come solo loro possono esserlo, ma non cercano di fermarlo, perché loro sanno, anche se non c’erano e presto ogni dettaglio visibile sarà impresso nei loro cervelli, perché se c’è una cosa che Sakura sa fare benissimo è sfogarsi con gli estranei

-Allora è andata male- la voce di Shikamaru pizzica la nuca del biondo fastidiosamente

-Si, abbiamo dovuto farlo… Naruto è distrutto- mormora la rosa e si sente benissimo Ino che singhiozza, ma probabilmente un amico la sta già abbracciando per consolarla

-Beh, dopo tre anni è normale, ci sperava così tanto- commenta Kiba e anche Akamaru ha le orecchie basse e la coda tra le gambe

-E’ stato coraggioso. Non tutti sarebbero riusciti a farlo e quando siamo arrivati anche il corpo era già stato sistemato, senza contare…-

Ma Naruto non vuole più ascoltare le parole fredde e incolori di Sai, perché lo fanno sentire in colpa come non mai e vorrebbe essere davvero pazzo.

Non era stato coraggioso, al contrario: vigliacco, inconcludente, stupido…

Ma quale futuro Hokage? Quale eroe? Alla fine non era vero che voleva il bene di Konoha, anzi… non gliene fregava nulla in quel momento.

Attraversò le vie, stringendo forte la fibbia del proprio zaino, perché è troppo importante, troppo prezioso il suo contenuto e finalmente eccolo il suo obbiettivo iniziale: la Pietra della Memoria.

Le ginocchia cedettero dalla stanchezza e da un peso che gli veniva da dentro come un macigno, così si limitò a sfiorare il nome dell’Ero Sennin, stringendo forte le labbra

-Avevi ragione tu, di certo ti piacerà saperlo ovunque tu sia- iniziò –Avrei dovuto lasciare perdere… ma come tu non potevi abbandonare Orochimaru, come potevo io… lasciare andare Sasuke?- Cercò le parole adatte, ma era tutto così confuso che articolò le parole troppo velocemente, come gli avvenimenti di quella giornata –Alla fine so di avere torto, ma non riesco a pentirmi di quello che ho fatto oggi… dopotutto ho dovuto soffrire perché ho incontrato Sasuke e questo non posso cambiarlo. Tanto vale andare fino in fondo- Si alzò sospirando –Ho dovuto mantenerla quella promessa capisci? Mi ha fatto andare avanti in questi tre anni e… non posso rinunciarci. Dopotutto è questo il mio credo ninja- Sfiorò quelle lettere incise e scosse il capo. Forse era davvero matto, ora si metteva pure a parlare con le pietre –Anche se non lo saprà mai nessuno- Fece qualche passo indietro e si allontanò e si ritrovò a ridere incontrollato, isterico.

Anche se l’Ero Sennin lo avesse ascoltato non avrebbe capito nulla comunque.

Ma forse rideva semplicemente per non piangere.

 

-Sasuke!-

-Usuratonkachi…-

-Teme… che cosa hai fatto?!-

-Non ti avvicinare a Sasuke-kun, sottospecie di mostro!-

-Karin fatti da parte, non succederà niente-

-Ma i suoi occhi… il suo chakra… quello non è normale!-

-Te lo ripeto ragazzina: fatti da parte o te ne pentirai-

-…-

-Teme… li hai uccisi tutti… i Kage…-

-Ho dovuto farlo… e ora ci sei tu in mezzo… Fammi passare, sono troppo vicino a Danzo per lasciarmelo sfuggire a causa tua-

-Merda Teme! Ora tutti vorranno ammazzarti, tutti!! Perfino Konoha…-

-Meglio ancora, così forse la pianterai di starmi appresso-

 

Naruto si fermò davanti ai portoni del quartiere Uchiha, sigillati da diversi nastri gialli e da pesanti catene che ruppe facilmente richiudendo tutto dietro di se.

Che tristezza emanava quel luogo abitato da una sola persona… e poi anche quella l’aveva abbandonata lasciandola ancora più vuota…

Se avesse creduto nei fantasmi sarebbe stato sicuro che quel luogo ne fosse pieno. E forse era così.

Camminò lento, guardandosi intorno, circospetto, per poi inoltrarsi in una via ben precisa, dirigendosi nell’unica villa presente in quella zona e, fermandosi davanti alla porta in legno, non poté non leggere la targhettina appena arrugginita lì accanto:

Fugaku, Mikoto, Itachi, Sasuke Uchiha.

Quello che stava facendo era giusto.

Quel pensiero lo colse rilassato e sorrise appena mentre varcava la soglia e si fiondava dentro la prima stanza che vide: la cucina.

Se non era stupito dai suoi pensieri, voleva semplicemente dire che in quello che stava facendo non c’era nulla di cui pentirsi. Sarebbe andato tutto bene.

Era solo un segreto in più da portare, non sarebbe cambiato poi molto nella sua vita.

La cucina era vecchia, polverosa e sapeva terribilmente di chiuso, la finestra sbarrata faceva entrare solo qualche raggio di sole che metteva la stanza in penombra.

Gli sembrava perfino di vederla la famiglia Uchiha, riunita al gran completo che cenava tranquillamente su quel tavolo, parlando e ridendo normalmente, ignari della sventura che incombeva su tutti loro.

Posò lo zaino a terra e ne estrasse un coprifronte con la benda nera e il simbolo della foglia accuratamente inciso sopra e il tempo dei ripensamenti non esisté più.

Lasciò defluire il chakra dalle sue mani chiudendo gli occhi, per aiutarsi a concentrare la giusta quantità di energia che gli serviva, avvertì la consistenza dell’oggetto mutare e, aprendo gli occhi, ne incontrò un altro paio fiammeggiante: lo Sharingan.

-Che cosa hai fatto?- sibilò –Che cosa diamine hai fatto Dobe?!- urlò strattonandolo per il colletto.

Era arrabbiato, una novità inaspettata

-Ho fatto quello che ho dovuto Sasuke- rispose, apatico, gli occhi fissi su quelli del moro.

Era vivo. Vivo. A Konoha. Davanti a lui.

Non era un sogno, o un miraggio.

Sasuke era lì, con lui… per sempre, finalmente.

E quel pensiero lo infiammò di una gioia così primordiale che non immaginava neppure di possedere.

-Chi hai usato per questa… cosa?- domandò il ragazzo lasciandolo di scatto, ma dallo sguardo improvvisamente furioso, il biondo capì che l’Uchiha c’era arrivato da solo –L’hai uccisa…-

 

-Appresso? Sasuke non hai capito niente!-

-No, tu non hai capito niente. Io credo solo nella vendetta e non in te o… in Konoha. Mi sei sempre e solo stato d impiccio!-

 

Tutto si ruppe e, con quella frase, niente ebbe più alcun valore o significato.

Il mondo era vuoto, i colori erano scomparsi.

In quel momento il Destino, inaspettato, mutò il suo corso, in un terreno sconosciuto e insicuro.

 

-…E invece dovrai crederci Sasuke. Non avrai alcun luogo dove rifugiarti, nessuno con cui parlare... e saranno tutti tuoi nemici…-

-Cosa?-

-Se tu non vuoi venire con me Sasuke, sarò io a portarti con me-

-…-

-Sasuke-kun! Che… che cosa gli hai fatto… mostro!-

-Guardalo un ultima volta… ti chiami Karin vero? Guarda un ultima volta il volto del tuo amato Sasuke-kun, perché non lo rivedrai mai più… ops! Mi correggo, non vedrai mai più altro-

-Tu… sei… pazzo…-

-Pfff… che cosa divertente da dire in quel tuo ultimo rantolo di vita… Guarda, ora hai la sua stessa faccia, eppure rimarrà per sempre, sotto questa illusione, una schifosissima traccia di te stessa… e quella sarà l’unica cosa di Sasuke che avrai… un’illusione… Brucia pure, carbonizzati e con te il tuo amore che me lo ha insozzato- … -Oh Sasuke, non ti preoccupare… ora che anche lei non c’è più ci sarò solo io a occuparmi di te e non potrai farne a meno, ti leverò quei sentimenti immondi che ti hanno insozzato in questi tre anni lontano da me. Vedrai, non ti farò mancare nulla. Diventerò il migliore così ne sarai orgoglioso e staremo sempre, sempre insieme… e imparerai ad amarmi, almeno quanto ti amo io… ho già in mente dove portarti, un posticino solo per noi… sarà il mio regalo di bentornato per te-

 

-Quella Karin non ha sentito nulla… ed era una distrazione, se l’avessi lasciata vivere ci avrebbe portato solo grane. E non temere, anche gli altri due che erano con te sono morti… ma a quelli ci hanno pensato gli altri prima di raggiungermi e vedere il corpo di quella giovane, tramutato nel tuo, carbonizzato ai miei piedi- Scoppiò a ridere, isterico gli occhi accesi di vera follia –Dovevi vederle le loro facce… tutti ti credono morto, tutti… e nessuno parlerà mai più di te per paura di aprire la mia ferita che sanguina al tuo ricordo… invece solo io so che sei vivo, solo io…-

-Sei… oddio sei pazzo- mormorò Sasuke sconvolto guardandolo attentamente in quegli occhi azzurri diventati improvvisamente fin troppo tendenti al carminio –Kyubi…-

-E lo sai qual è  la cosa più divertente in tutto questo?- domandò il biondo senza nemmeno ascoltarlo –È che tu non uscirai mai più da qui… mai, mai più. Non vedrai mai più nessuno se non me e… ci sarò sempre e solo io per te… finalmente guarderai solo me- Rise, le spalle sussultarono e il moro fece un passo avanti –Non lo trovi terribilmente divertente?-

-Tu… pensi veramente che rimarrò qui? Sei fuori di testa solo per il fatto che un simile pensiero ti abbia sfiorato il cervello-

-Oh no, io non penso che rimarrai qui… io so che rimarrai qui-

Sfiorò con le dita il muro perimetrale della casa ed esso brillò di un potente rosso fiammeggiante che rincorse ogni crepa e ogni fessura della casa circondandola completamente

-Che diavolo…?-

-Potere di Kyubi… vedi solo chi ha il suo sangue può entrare e uscire… cioè io. Tu rimarrai… beh, bloccato qui-

-Scordi che io riesco a controllarlo quel potere. Dopotutto possiedo lo Sharingan Dobe-

-Ti sfido a farlo Teme- Sorrise –Beh, ora sarà meglio che vada da Tsunade-sama… sai, devo raccontargli della tua morte-

-Naruto…- I primi segni di panico affiorarono in Sasuke come una cascata di acqua gelida guardandosi intorno claustrofobicamente, senza trovare alcuna via d’uscita mentre lo sharingan abbandonava i suoi occhi

-Oh, non temere Sasuke… tornerò prima di sera e ti porterò ciò di cui hai bisogno- lo rassicurò dolcemente sfiorandogli con una mano i capelli scuri –Non ti devi preoccupare, ti proteggerò io Sasuke, sarò sempre con te… in ogni mio momento possibile e se farai il bravo potrei anche pensare, ogni tanto, di farti uscire in giardino- Gli sfiorò le labbra con le proprie –Così nessuno oserà portarti via da me adesso, nessuno- Si allontanò di qualche passo e lo salutò allegramente con la mano –A dopo Teme!- esclamò sparendo nella porta principale.

Sasuke riattivò lo sharingan e si avvicinò alla parete, ma appena la sfiorò gridò ritirando la mano dove lunghe striature rosse andarono a formarsi velocemente.

Si passò la mano tra i capelli deglutendo

-Naruto è davvero impazzito… e… mi terrà rinchiuso qui veramente per… sempre?-

Scivolò a terra sconvolto e mentre lui prendeva coscienza di quello che stava accadendo nella sua vita, in quella vita forzata, Naruto mascherava i suoi occhi, la sua gioia folle e il tremito delle mani, dovuto all’eccitazione, in dolore e disperazione, lacrime che non sapevano di sale e voce che tremava per ben altri motivi, mentre davanti all’Hokage e ai suoi amici raccontava della morte di Sasuke… una morte di rabbia e furia cieca verso se stesso per avere ucciso un fratello che aveva solo fatto tutto quello che era in suo potere per salvargli la vita.

Così Naruto, finite le spese necessarie per quella serata speciale e ridacchiando tra se e se, guardava il proprio riflesso da una vetrina, non dando importanza a quelle iridi ancora più vicine al carminio, ripensando alle parole che lo avevano finalmente sciolto da tutta quella storia

 

-Oh Naruto, mi spiace tanto…-

-Beh Tsunade-sama… almeno non ho dovuto ucciderlo io…non so se ne avrei avuto il coraggio…-

-Posso capire come ti senti, ma devi capire che non è colpa tua. Sasuke aveva oltrepassato la linea del non ritorno, ed era ovvio che il peso delle sue scelte lo avrebbero portato prima o poi a quello…-

-Forse ha ragione lei… ma stento ancora a crederci. Ho voluto bruciare là il suo corpo per… come ultimo omaggio per lui… non volevo lasciarlo in quello stato-

-Ma certo Naruto… comunque se vuoi parlarne meglio… anche solo per sfogarti…-

-No, no vi prego… chiudiamo questa faccenda una volta per tutte… non nominiamolo più, per piacere-

-Oh Naruto, è stata tutta colpa mia-

-No Sakura-chan! Anche io… volevo salvarlo da se stesso… ma non ce l’ho fatta sono… così debole-

-Questo non è affatto vero… anzi,sei un eroe. Per questo voglio proporre la tua candidatura come Hokage-

-Ma ne è sicura? Io non so se…-

-Fidati, ti ritengo la persona più indicata in assoluto. E per quanto riguarda Sasuke… beh, non ne riparleremo mai più-

-Grazie…-

-Ora andate, tutti… per questa faccenda finalmente conclusa ho delle faccende da sbrigare, senza contare che devo preparare il mio discorso per candidare Naruto!-

-Allora arrivederci-

-Oh Naruto, come sono felice per te! È il tuo sogno che si realizza!-

-E’ vero Sakura-chan… ma a quale prezzo…-

-Era l’unica cosa da fare, purtroppo-

-Ha ragione lei Kakashi-sensei. Ora scusatemi ma voglio stare da solo per un po’-

-Si, certo… buona notte Naruto, a domani-

-A domani Sakura-chan, Kakashi-sensei, Sai, ragazzi…-

 

Un sorriso disegnò il suo volto, gli occhi luccicarono di rosso vivo mentre distoglieva lo sguardo dalla sua immagine riflessa, riprendendo a camminare per quelle vie a lui tanto famigliari e a guardarlo quasi sembrava di vedere dei passi di danza tanto erano misurati e leggeri.

Una danza bellissima e letale: la danza del nuovo Hokage di Konoha.

  
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