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Autore: war    09/10/2009    8 recensioni
Vi saranno le demenzialità e le infinite cavolate che la mia mente sotto pressione ha tirato fuori durante la stesura di Siwa. Alcune saranno storielle di più pagine, alcune poche righe, altre ancora solo scambi di battute... La raccolta ha poche pretese, magari solo quella di strappare un sorriso!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Death Mask osservò il viso regale e solenne di Athena. Voleva disperatamente credere che la divinità ora perfettamente armonizzata in Saori Kido scoppiasse a ridere e gli dicesse che era tutto uno scherzo. Ai suoi danni. Ce lo aveva davvero scritto in faccia... Ma la Dea della Giustizia lo fissava, composta e remota, in attesa della sua risposta.
Aphrodite dei Pesci si stava quasi strozzando nel tentativo di non ridere, ma gli angoli della bocca si piegavano pericolosamente verso l'alto, ogni secondo di più, verso il tracollo.
Dal canto mio mi godevo tutte le espressioni facciali che il Santo della Quarta era in grado di produrre prima di sputare fuori quelle parole che la Dea attendeva.
Per le verità le attendevamo un po' tutti. Solo per sentirgliele pronunciare...
- Ai... Suoi ordini - girò sui tacchi e si diresse verso l'uscita della Sala del Trono saltando persino il cerimoniale dell'inchino alla Dea.
La Kido si rilassò un momento sul trono. Secondo me aveva davvero temuto che con la sua richiesta Death Mask desse di matto definitivamente. E preferisse l'infamia del tradimento una volta ancora.
- Saga, perfavore, lo accompagneresti fino a Beer Siwa? - mi chiese poi in un sospiro.
- Come desiderate, Athena. - dissi chinandomi al suo cospetto. - A proposito, come sta la Messaggera? - chiese poi con sincero interesse.
- Nekay sta bene, non ha nemmeno avuto le nausee che di solito infastidiscono tutte le donne nel suo stato anche se al momento non svolge più il suo compito in prima persona ma lascia che sia Attory a farlo. E' Kanon che si è scemunito più del solito. E' diventato un deficiente integrale!- ammisi a malincuore.
- Credo che diventare padre sia un'esperienza che cambia la vita... - disse comprensiva la Dea, passando sopra al mio modo indelicato di parlare di mio fratello.
- Sicuramente sarà come lei afferma, Divina, tuttavia secondo il mio parere, molto presto si troverà fulminato da qualche saetta. - riconobbi.
Athena sorrise mite.
- E' apprensivo e si rivela goffo più del solito, immagino -
Non ribattei nulla ma sapevo per certo che quello era solo un eufemismo... Ad ogni modo, adesso avevo tra le mani un'altra gatta da pelare.



- 'sta Minchia! - abbaiò Death Mask sputando a terra.
Eravamo giunti sotto le rosse mura che delimitavano la città di Beer Siwa.
- Non potresti prenderla come una nomrale missione per conto della Dea? - chiesi esasperato dal suo malumore e dalla sequenza infinita di parolacce e bestemmie che aveva tirato per tutta la durata del viaggio, riservandomi tra l'altro il suo umore peggiore. Più di una volta avevo accarezzato l'idea di spedirlo nell'Another Dimention. - Normale missione dicisti!?! Un sacco di merda di un anno e mezzo, ecco la mia normale missione! E chilla m'odia. M'odia ti dissi! Già da quando chill'altra squilibrata me la mise dint'è braccia! -
- Sei stato suo padrino al battesimo... - cercai di ricordargli.
- Pecchè me lo imposero, rammentasti? E chillo sgorbio nun solo mi pisciò su quell'affare, come si chiama? Smochinghe? Ma vomitò il latte che pareva 'n idrante! Pecchè non l'accisi allora? - chiese mentre ricordava e i suoi occhi si facevano rossi e assatanati.
Evitai di rispondere ma ringraziai ancora una volta Athena, Zeus, Ishtar, Nekay e chiunque avesse operato per scongiurare la tragedia, facendo sparire Nayal per tutto il giorno...
- Appunto! Nun tieni nulla a dire! - ringhiò
Come al solito era inutile tentare di placare il Saint del Cancro quando si trovava in quello stato.
- Maskie!!! - gridò la voce di donna sopra le nostre teste. Alzando lo sguardo vidi Ishtar sbracciarsi per salutare quello che riteneva essere a tutti gli effetti il suo uomo.
Per un momento pensai che quell'esagitata volesse saltare dalla muraglia, per fare il classico volo d'angelo fra le braccia di Death Mask, secondo la sua visione del trionfo amoroso. Realisticamente il Saint l'avrebbe lasciata spiaccicarsi a terra; o forse no?
Ad ogni modo quello che non mi sarei mai aspettato di sentire fu il mio parigrado gemere.
Poco dopo la ragazza, scesa per le vie tradizionali grazie agli dei, era incollata al muscoloso braccio del siciliano, riempiendo l'aria di cuoricini e altre smielatezze.
Sebbene avesse improntato il volto ad un cipiglio rabbioso notai che lui non la respingeva, piuttosto cercava di ignorarla. E improvvisamente capii che lui era solo mortalmente imbarazzato dai gesti di Ishtar. Allora era vero? Death Mask aveva un debole per l'Oracolo?
- Come sta Nekay? - chiesi dopo un po'.
- E' grossa come una mongolfiera! Pensa che Kanon le allaccia persino le scarpe! Beata lei, quando ero io ad essere all'ottavo mese invece ero in piena guerra con gli Dei e sono stata trattata malissimo! - si lagnò.
- Se non sbaglio la tua gravidanza è stata molto speciale... Chrono ti ha evitato un sacco di fatica... -
- Taci Maskie! Devo ricordarti come strillavi quando ti ho prestato il mio corpo per il parto? - chiese lei fulminandolo con uno sguardo viola e grigio.
Lui avvampò come un peperone.
- Ad ogni modo, come te ne sei accorta? - chiesi cambiando argomento e portandolo sulla ragione della nostra visita a Beer Siwa.
- Sapevo già che vedeva cose diverse, perchè riconosco lo sguardo di chi sta osservando un altro piano dimensionale, solo credevo fosse troppo presto ed io fossi una madre troppo apprensiva ma... Venite - ci incoraggiò Ishtar guidandoci verso l'interno della casa tempio che ospitava il celebrante e l'Oracolo.



I giardini erano freschi e pieni di fiori, con mio stupore vidi Kanon portare in braccio un bambino in lacrime. Aveva i capelli biondi, mossi e si stringeva al collo di mio fratello con forza.
Nekay camminava lentamente al suo fianco, l'avanzata gravidanza era evidente, ma lei era davvero serena e radiosa. Mi salutò e allungò le mani per stringere le mie.
- Saga! Non mi aspettavo saresti venuto anche tu! Che piacere vederti... - disse gentile
- Ti trovo davvero in splendida forma, anche se abbracciarci risulta un po' difficile. - dissi sorridendo spontaneo.
- Vuoi sentirlo? - sorrise lei.
- Come? - chiesi perplesso.
Lei allungò la mano e me la passò dietro la nuca per poi tirare il mio capo sul suo pancione.
Ci volle qualche istante ma poi lo sentii.
Un movimento.
Un calcio forse...
Mi sentii invadere da una serie di sentimenti contrastanti che mi riempirono gli occhi di lacrime. Non sapevo spiegarmene la ragione.
- Sei emozionato? Dopotutto è tuo nipote... - disse Kanon con un sorriso sbieco da presa per i fondelli.
La sua mano stringeva quella della messaggera, le dita intrecciate, in un'immagine semplice, ma che trasmetteva tutta la grandezza e la forza del loro legame, del loro amore. Quei due avrebbero camminato fianco a fianco per tutta la durata della loro vita.
Per un attimo mi sentii quasi invidioso di loro e mi ritrovai a pensare a quanto mi sarebbe piaciuto avere qualcuno da amare in quel modo. Qualcuno che fosse più concreto e raggiungibile della mia Dea. Ma dissipai alla svelta quel sentimento che rasentava l'invidia.
Credevo che Kanon si fosse istupidito ma in realtà non lo avevo mai visto più felice. Gli occhi erano luminosi e tutto il suo essere irradiava armonia; aveva dunque trovato la sua strada e il suo posto nel mondo, lascindosi indietro il fardello dei sensi di colpa e i sacchi di piombo dei peccati commessi. Al pari mio si era redento, anche se aveva percorso una strada diversa: la sua strada. Adesso potevo capirlo e accettarlo.
Annuii non fidandomi affatto della mia voce.
- Dai Keshet, basta piangere - disse Ishtar allungando le braccia verso il figlio che per contro si gettò fra le braccia della madre ricominciando a piangere.
- Su adesso il tuo uccellino sarà di certo in paradiso... - cercò di consolarlo la madre - Con altri uccellini e volerà felice in cielo, senza sentirsi solo... -
- Dahero? - chiese il piccolo tirando su col naso. Le gote erano arrossate e rigate da grossi lacrimoni, il moccio gli stava colando fin quasi sulle labbra. Ishtar lo ripulì amorevolemnte mentre Death Mask lo fissava schifato. Non era l'inizio più promettente se doveva lavorare con un bambino...
- Davvero, te lo dice la mamma, quindi devi crederle. - si intromise Nekay con dolcezza.
- Nayal? - chiese a quel punto Ishtar.
- E' ancora lì, ma non piange... - disse Kanon indicando la figura di una bambina che stava immobile davanti a un cumulo di terra smossa. Non mi ero accorto di lei fino a quando non ci era stata indicata. Aveva i capelli castani, legati in due buffi codini e indossava un vestitino di cotone e pizzi sporco di erba e terra. Era scalza e restava ferma a fissare il ramo dell'albero di limoni, vicino a quella che era presumibilmente la tomba del canarino.
Death Mask sospirò.
Si mosse verso la piccola, con passo deciso e marziale.
Gli disse qualcosa che non udimmo poi sollevò il capo e fissò anche lui lo stesso punto che Nayal continuava a fissare.
Sentii il Cosmo di Cancer incresparsi e il suo dito indice produsse la sinistra luminescenza che conduceva all'Ade.
Nayal spostò lo sguardo, seguendo il movimento di qualcosa che per noi era invisibile, poi le lacrime scesero sul suo viso e lei salutò con la manina.
Per tutti divenne chiaro che lei vedeva le anime dei trapassati. Poteva farlo anche per quelle degli uomini? Con un dono come quello, il mondo per quella bambina doveva essere più simile ad un inferno che non ad un luogo felice.
Ci avvicinammo tutti.
Gli occhi scuri della bambina erano fissi in quelli di Death Mask. Avevano un che di simile. Provai un brivido lungo la schiena. Forse Cancer non aveva tutti i torti, sebbene fosse una bimbetta non stava piangendo davanti a lui, che spaventava persino gente assai più grande, anzi pareva irriderlo e sfidarlo.
- Ha talento - riconobbe con una smorfia il siciliano.
- Puoi fare qualcosa per lei adesso o dobbiamo aspettare che cresca? - chiese Ishtar.
- Per addestrarla come si deve dobbiamo aspettare ancora qualche anno, per ora posso solo tenerla d'occhio. Non è spaventata dal suo potere e da ciò che vede: mi pare inutile essere noi a terrorrizzarla. E' solo un sacco di moccio che non capisce un tubo, 'sta minchia! - deceretò. Nayal lo ascoltò attentamente, ma alle ultime parole fece una faccia scura e poco dopo, seppure incerta sui suoi passi si avvicinò allo stinco di Death Mask e gli rifilò un calcio!
Mi appuntai che ero stato troppo ottimista.
La situazione era più ingestibile del previsto...
Immediatamente il siciliano l'afferrò per le vesti che aveva sulla schiena, la scosse brutalmente e se la portò ad altezza viso, fulminandola con uno sguardo che avrebbe impensierito anche me.
- Puddicino (Pulcino)! A mia devi rispetto! - disse
Nayal si morse il labbro e fece la cosa che tutti i bambini fanno quando si sentono troppo miancciati: si mise a piangere, strillando a pieni polmoni e perforandoci i timpani!
- Maskie! - sibilò furiosa Ishtar, mentre l'elettricità statica si raccoglieva intorno a lei.
- Nun chiagnere.... - borbottò il Saint preso fra due fuochi.
Forse Cancer non aveva tutti i torti a non volere questo incarico!

  
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