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Autore: _Sister_    09/10/2009    3 recensioni
Questa storia è nata ispirandomi ad una situazione che esiste veramente, ma ho deciso di cambiare i nomi. Comunque quello che ho scritto è tutto frutto della mia fantasia! Non so come altro decsirvervelo, quindi l'unica è leggerla!! Vi prego di recensire plz! Vi consiglio anche di leggerla mentre ascoltate "i'll go crazy if i don't go crazy tonight" degli U2, è questa che mi ha aiutato a scriverla!!
Genere: Commedia, Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il locale era pieno di gente, fuori, dentro, e noi stavamo proprio in mezzo a quel caos, storditi dalla musica, inebriati dalle risate, dalla buona compagnia.

Mi correggo, non tutti di quella compagnia.

Tutti tranne me, e la mia amica che ogni tanto mi lanciava qualche sguardo complice, come se capisse la situazione che cercavo di non farle notare sorridendole ogni volta.

Maria stava attaccata al “suo amore” come non si era mai permessa con nessun altro. Meno male che non le piaceva quel tipo di ragazze che mostrava troppo esplicitamente il suo amore mi dissi ironicamente.
Mi girai appena in tempo per vedere una cosa che mi rattristò veramente il cuore.

Ci stava guardando, anzi, li stava guardando. E lei se n’era accorta. Lo faceva apposta.

Non capivo cosa volesse ottenere con quel comportamento.

Piacere? Piacere per il dolore che lui provava?

Bastarda. La guardai con disprezzo, mentre il mio sguardo volgeva alla ragazza che mi sedeva accanto. L’altra amica costretta a far compagnia a “Romeo e Giulietta”. Rosie.

Lo capivo da come mi guardava. Era d’accordo con me.
Ma cosa potevamo fare?

Cosa,oltre a restare a guardare la ragazza a cui tanto voglio bene mentre distrugge il sogno del suo povero amato?

Mi giro e lo trovo di spalle, che prima di tornare a camminare per la sua strada, rivolge lo sguardo alla moto vicino alla sua gamba. La moto del suo migliore amico. Quello che sta abbracciando teneramente la ragazza che tanto ama proprio davanti a me ,che ancora non mi ha rivolto la parola. Che in confronto suo è uno sgorbio stupido e antipatico. Se rigasse la sua moto non credo che mi arrabbierei, forse non lo darei a vedere, ma mi sentirei felicemente appagata da un gesto che da sempre trovo stupido ed estremamente stronzo.

Oggi mi sento lugubremente felice per le disgrazie altrui.

Maria continuava a  chiacchierare allegramente, ridendo come solo un’oca sapeva fare.

Era ridotta veramente male per fare una cosa simile.

Lo guardavo allontanarsi, ma alla fine non riuscii a fermarmi, non ce la facevo a guardarlo mentre se ne và, da solo, nell’oscurità di questa serata uggiosa.

-Cavolo, devo un attimo chiamare mia madre, mi ha chiesto di dirle dove mi deve venire a prendere. Che le dico?- chiedo con noncuranza.

-Dille pure che può venire qui, non credo che ci allontaneremo- risponde senza neanche guardarmi Maria.

-Non riesco a sentire nulla però..torno subito- e così mi allontano tenendomi una mano sull’orecchio, per mettere in evidenza il volume troppo alto della musica, mentre con l’altra compongo il numero.

“Non ti girare” continuo a ripetermi “non ti girare, o sarà fin troppo evidente!”

Passo per la stessa via, cammino per la stessa strada appena fatta da lui.

Non era lontano, lo potevo raggiungere facilmente. Ma cosa gli avrei detto? Non avevo nulla in mente, e non potevo presentarmi con niente, con una scusa qualunque.

Dovevo buttarmi, il resto lo avrei inventato sul momento, anche se non ero mai stata brava a escogitare qualcosa di almeno decente.

Soprattutto con un ragazzo, che per di più non conoscevo per nulla!

Ma se non l’avessi fatto, ero sicura, me ne sarei pentita per il resto della vita.

- Simone!- dissi, con poca voce, ma lui non si girò. Ripresi fiato e coraggio, e mente lo chiamavo ancora e ancora, cominciai a correre, cercando di raggiungerlo.

Lui si girò, e io mi fermai a pochi metri di distanza.

Mi guardava, si aspettava qualcosa, ma io non spiccicavo parola, arrossendo sempre più, e sorridendo per l’agitazione.

-MI..mi dispiace- feci una pausa espirando aria con il naso –è solo che..non riuscivo a guardare senza far nulla. Cioè, non voglio che tu soffra così- lui rimaneva guardarmi senza parlare, tanto che dovetti spostare il mio sguardo altrove, ottimo soggetto furono le mie scarpe, che continuavano a muoversi, ondeggiando sui talloni.

-E se vuoi rigare il motorino a Simone sono d’accordo!- dissi infine.

Un sorriso stranamente stanco e forzato si formò sulle sue labbra, e anche sulle mie, mentre mi ero finalmente decisa a guardarlo.

-Grazie ma..ho deciso che per adesso lo lascerò intatto. Poi si vedrà, ma non ti preoccupare, se cambio idea ti chiamo-

Ridemmo entrambi, sottovoce, come a non rompere l’atmosfera che si era creata.

-È solo che mi sembra ingiusto che tu soffra così. Sai, all’inizio pensavo che fosse solo una cottarella la tua, da come me l’avevano descritta le altre, ma adesso capisco che..- mi guardò perplesso, la rabbia si insinuò nei suoi occhi così grandi, nocciola.

Non riuscivo neanche a respirare. Cosa cavolo avevo detto? Era meglio se me ne stavo zitta!

Dovevo avere il terrore dipinto in faccia, dato che Simone si limitò a sospirare e mordicchiarsi il labbro, la mano chiusa in un pugno che sono sicura, mi avrebbe colpito volentieri se non fossi stata una ragazza semplicemente dispiaciuta.

-Se vuoi scusarmi, ho un appuntamento e sono già in ritardo. Forse torno dopo, semmai ci si vede là- detto questo si girò, pronto già a ripartire.

Gli occhi stavano cominciando a diventare umidi e le immagini offuscate. Possibile che non sapessi fare altro che piangere? Perché ero così maledettamente fragile?

-E con chi tonerai? Con la solita ragazza di turno? Chi porterai questa volta? La biondina di ieri? O la mora con cui ti piaceva tanto parlare?-

Non si girava, stava per fermarsi, ma decise di continuare a camminare, passando con facilità avanti a quel piccolo vacillamento. Allora continuai, questa volta quasi urlando, dato che si allontanava molto velocemente, e non sapevo se mi avrebbe sentita.

-Pensi di poterla ingelosire così? Credi che vedendoti con ragazze molto più belle di lei in tua compagnia si decida a lasciar perdere qualunque sua “tattica”accentuai la parola “tattica” con un tono di voce somigliava all’isterico-Sei patetico!-

Mi guardò strano.

-E tu che ne sai? Che ne sai tu di come sono io, di quello che voglio fare?- mi guardò sfidandomi.

Stava per tornare indietro, automaticamente arretrai, sapevo che non mi avrebbe fatto del male, ma quel sorriso simpatico nascondeva una forza di gran lunga superiore alla mia.

Questa volta non si fermò. Continuò ad avvicinarsi. Io ero sul punto di scoppiare a piangere come una cretina, questa era la mia unica preoccupazione.

Si avvicinava. Sempre più. Ancora un po’ e ci avrebbero separati solo pochi centimetri. Avvicinai la mano alla faccia, spostandomi la frangetta in alto, come quando ero agitata o imbarazzata.

 Ci divideva solo una spanna. Sospirò ancora. Grattandosi il naso guardò il cielo.

-Bel cielo stanotte, non trovi?- chiese facendo finta di essere interessato. Non si vedeva una stella. La luna era coperta da delle nuvole che insistenti non volevano lasciarla scorgere. Mi scappò una risata.

-Meravigliosa!- dissi ironica. mi guardò con i suoi occhi nocciola, che piano piano cedevano ad un sorriso.

-Non sto scherzando, è veramente una bella nottata! E' così..misterioso. Meravigliosamente misterioso- disse immerso (questa volta seriamente) nel cielo nero, confondendosi tra le nuvole, e un aereo, che passava di lì per caso.

-Mi ama!- dissi spontaneamente indicandolo con il dito, come farebbe una bambina. Appena mi accorsi dell'errore madornale che avevo fatto,  tirai giù il dito, ma prima che potesse sfiorare il mio fianco, Simone alzò il suo, gridando -Mi pensa!-

Non potei non sorridere, le lacrime che scendevano stupide bagnandomi il viso e il rossore apparso sulle mie guance.

Lui si avvicinò, mi prese il viso e mi sussurrò -E tu mi ami?- ma prima che avessi potuto rispondere, o solo dare un senso alla frase, mi baciò. Una bacio casto. Ma lento. Il mio primo bacio.

Sentivo le gambe molli sotto il peso della testa, diventata pesante dopo lo scambio.

Mi guardò e mi sorrise.

-Non dovresti tornare dalle altre? Non ci vuole molto a telefonare alla propria madre!- disse ridendo.

Cavolo! Era vero! Ma lui come faceva a saperlo? Mi aveva sentita? Sapeva che sarei andata da lui? La mia curiosità ed eccitazione in quel momento erano alle stelle, ma la mia bocca non si era ancora ricollegata al cervello, quindi dissi solo un -Sì, già. E' meglio che..che vada- con una faccia confusa e addormentata, come se tutto d'un tratto non capissi più nulla.

-Allora, ciao- disse lui, il sorriso insistente sulle sue labbra perfette. Alzai lo sguardo e vidi i suoi capelli. Ancora non li avevo notati, avevo altro per la testa, ma erano cresciuti parecchio. Ed era da tanto che avrei voluto fare una cosa...

-Che fai? Ehi, non sono mica un cane!-disse stupito mentre affondavo la mano nei suoi morbidi capelli ricci - E comunque ho intenzione di tagliarli!-

-No, sono così belli..-dissi in un sussurro assorta nel mio piacevole sfogo.

Detto questo tolsi la mano, e mi allontanai di un passo. Qualcuno mi stava chiamando. Sbuffai, mi guardai indietro, era Rosie.

-Arrivo! Non..non riuscivo a chiamarla! Ho dovuto chiamare tutti e mi ci è voluto un po'!- urlai. Mi girai indietro, ma Simone non c'era più. Mi guardai attorno, cercandolo.

-Sono qui!- sentii bisbigliare da dietro un cassonetto. Mi sorrise e mi fece l'occhiolino. Risposi s e me ne andai, correndo piano, per potermi godere appieno quel momento, che a dir la verità, non vedevo l'ora finisse.

Già, volevo che ce ne fossero altri mille, non me ne bastava uno solo, poteva essere anche infinito per quanto mi riguarda.

Sarebbe andato tutto per il meglio. Forse Maria l'avrebbe preso un po' per un tradimento, ma in fondo, lei aveva scelto, giusto? Anch'io lo avevo fatto, senza alcun rimpianto! Al diavolo tutto! Quello che avrebbero detto, lei e chiunque altro!

Non mi importava nulla. 

Tranne una cosa. Anzi, una persona. Lui.

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Hola!! Che ne pensate?? Già il fatto che abbiate letto questa storia mi riempie di felicità, ma il fatto che siate arrivati fino in fondo lo fà ancora di più!! Recsnite please!!
Questa la dedico a te, Noel!
Baci, Francesca.

  
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