Autore: Nihal_91
Titolo: Death Note
Anime scelto: Death Note
Personaggi e Pairing: Sasuke Uchiha, Choji Akimichi, Fugaku Uchiha,
Shikamaru Nara, Sakura Haruno, Shino Aburame
Genere: Azione, Introspettivo
Rating: Giallo
Avvertimenti: Au
Introduzione: Sasuke Uchiha è uno studente brillante, ma
annoiato. Durante una giornata di scuola, trova un quaderno che provoca la
morte delle persone. Basta scrivere sopra il loro nome…
Note dell'Autore: Allora, parto con
il fatto che non sono molto sicura del genere, ma quelli mi sembravano i più
adatti. Il titolo è talmente originale da fare paura, ma non sapevo proprio
cosa mettere, perciò ho pensato di intitolarlo come l’anime che ho scelto. I
personaggi non li ho indicati tutti, ho scelto solo quelli un po’ più rilevanti
nella storia, altrimenti avrei fatto una lista infinita!^^ Direi di aver detto
tutto.
DEATH NOTE
Capitolo 1
Ennesima, noiosa, giornata di scuola, in cui non
concluderò nulla.
Sasuke Uchiha guardava con aria annoiata
l’edificio scolastico che si ergeva dinnanzi a lui. Quel mattino, come suo
solito, sarebbe entrato in classe, avrebbe ascoltato la lezione come un
perfetto studente modello e avrebbe risposto in maniera impeccabile a tutte le
domande che gli sarebbero state rivolte, così da attirare su di sé le solite
lodi da parte dei professori e la solita ammirazione da parte dei
compagni.
A lui non interessava nulla di tutto ciò, ormai
quella era solo divenuta una noiosa routine. Al suono della campana, si avviò
dentro l’edificio, seguendo la massa di studenti che sciamava all’interno,
tentando di rimanere nell’anonimato. La cosa era già difficile, essendo uno tra
gli studenti più popolari dell’edificio; diventava totalmente impossibile nel
momento in cui metteva piede nella sua aula, dove tutti, incuranti del fatto
che raramente avrebbero ricevuto risposta, si accalcavano intorno al suo banco
per chiedergli qualche informazione riguardante i compiti giornalieri o, se si
parlava della componente femminile della classe, per farsi notare da lui.
“Sasuke, puoi farmi vedere le equazioni che erano
da fare per oggi?”
“No.”
Unico monosillabo che concedeva loro. Le loro
menti ottuse, evidentemente, non riuscivano a cogliere il semplice meccanismo
che stava dietro la risoluzione di un’equazione.
Non era ancora iniziata la prima ora e già aveva
l’impulso di uscire dall’ingresso che, pochi minuti prima, aveva utilizzato per
entrare. Assurdo pensare come un pugno di esseri inutili potesse disgustarlo a
tal punto.
I posti vuoti furono occupati velocemente qualche
secondo prima dell’arrivo del professore di matematica, che non tollerava
alcuna forma di disordine durante le sue ore e che, spesso, esortava gli alunni
a prendere esempio dalla perfetta condotta di Sasuke Uchiha. Ovviamente
i suoi voti e la sua condotta, entrambi irreprensibili, contribuivano a
renderlo il migliore liceale della scuola. A detta di tutti, poteva persino
aspirare ad entrare nelle migliori università giapponesi, cosa neanche
lontanamente concepibile per i suoi compagni.
Dopo un appello, fatto velocemente, iniziò la
spiegazione.
I minuti passavano, scanditi dalla voce monotona
dell’insegnante, che continuava a parlare, sebbene fosse conscio che
l’attenzione degli allievi fosse rivolta da tutt’altra parte.
“… Uchiha, puoi venire a risolvere il quesito?”
Come se avesse potuto rifiutarsi. Sasuke si alzò
svogliatamente dal suo posto e, con deliberata lentezza, andò verso la lavagna.
Sulla classe era piombato il silenzio, tutti gli sguardi erano puntati su di
lui. Ignorò elegantemente le occhiate insistenti che gli venivano indirizzate
dalle ragazze. Le trovava davvero noiose.
Trovò la soluzione del problema con facilità. Il
gessetto, che scorreva veloce sulla lavagna, sintomo della sua sicurezza, si
bloccò a metà di essa. Fece un cerchio intorno al risultato e, senza aspettare
una conferma o una smentita, tornò al suo posto, conscio del fatto che, come
suo solito, aveva dato un’ottima impressione.
“Ottimo. Adesso prendete a pagina…”
I restanti trenta minuti passarono con una
lentezza esasperante.
L’ora successiva, inaugurata dal suono della
campanella, prevedeva come materia l’inglese. Lui non aveva bisogno di
studiarlo, conoscendone già perfettamente la parte grammaticale e la
letteratura, ma, per ogni eventualità, preferiva seguire tutte le lezioni.
Il professor Hatake, fece il suo ingresso
trionfale a metà dell’ora. I ritardi dell’insegnante lo infastidivano
parecchio, perché i suoi compagni nel tempo libero si sentivano autorizzati a
rumoreggiare e portare disordine nella classe, cosa che trovava molto
irritante.
“Oggi parleremo di William Blake, un famoso
scrittore del periodo preromantico…”
Poiché conosceva ampiamente l’argomento, si sentì
autorizzato a non prestare attenzione ad una lezione che sicuramente sarebbe
ricaduta nella banalità più totale. Senza un apparente motivo, rivolse il suo
sguardo verso la finestra, per osservare l’area antistante l’edificio
scolastico. Luogo in cui, tra l’altro, avrebbe preferito trovarsi. Non vedendo
nulla degno di nota, fece per girarsi nuovamente, apprestandosi a seguire, non
avendo nulla di meglio da fare, la lezione. Prima di concentrarsi
sull’insegnante, però, gli parve di vedere qualcosa cadere per terra.
Probabilmente qualche idiota del piano superiore aveva buttato un quaderno.
Quella era la cosa più emozionante che era accaduta all’istituto da lì a dieci
anni, quindi, probabilmente, lo stupido che aveva avuto la felice idea di
gettare uno strumento di lavoro, se ne sarebbe vantato almeno per qualche mese.
Inutile affermare che la cosa a lui non importava minimamente.
Il resto della giornata trascorse tra spiegazioni
e interrogazioni.Tra queste ultime, la più penosa fu quella di Kiba Inuzuka,
che, presentandosi impreparato come sempre, improvvisò un teatrino, davanti ad
uno sbigottito professor Sarutobi.
Quest’ultimo, dando nota di una grande pazienza,
lo ascoltò fino al ‘posso chiedere un aiuto del pubblico?’, decidendosi,
infine, a cacciarlo fuori. Il termine di quell’eterna giornata, fu segnato
dall’ennesimo trillo della campana e dalle urla della mandria di gente che si
fiondava verso il cancello.
Sasuke non sopportava di stare in mezzo alle
persone, così decise di attendere di fianco all’istituto che tutti passassero.
Appoggiò lo zaino per terra, sicuro che la cosa sarebbe stata lunga. Trovava
stupida l’allegria generale per la fine della giornata; il termine di
quest’ultima, implicava soltanto che presto ne sarebbe iniziata una nuova.
“Ciao
Sasuke-kun!”
“Mh.”
Probabilmente la sua strategia di allontanarsi
dalla gente non funzionava se riuscivano a trovarlo persino nascosto dietro la
scuola.
“Cosa stai facendo qui?”
Di tutte le ragazze noiose dell’istituto,
Karin era la peggiore. Conscia del fatto che lui non l’avrebbe mai degnata di
uno sguardo, comunque continuava imperterrita in una crociata per la conquista
del suo amore. Impresa quanto meno impossibile, ma lei non demordeva.
“Non sono affari tuoi.”
Lo stupido sorriso che aveva sulla faccia si
cancellò all’improvviso, per poi ritornare qualche secondo dopo.
“Va bene! Allora ci rivediamo domani!”
Detto ciò si allontanò, tornando dalle sue amiche,
le quali si riunirono tutte in cerchio intorno a lei, probabilmente per
conoscere le esatte parole di Sasuke Uchiha.
Quest’ultimo, nella speranza di non incontrare più
nessun altro, si abbassò per riprendere lo zaino e andarsene da quel luogo. Il
suo sguardo, però, fu attirato da un piccolo oggetto situato dietro ad un
cespuglio. Raccogliendolo, si rese conto che doveva trattarsi di quel quaderno
che era stato buttato giù dalla finestra quella mattina. Fece per buttarlo di
nuovo a terra, quando la scritta sulla copertina, attirò la sua attenzione.
Gli sembrò
davvero una trovata insulsa. Chi mai avrebbe chiamato il proprio quaderno Death
Note?
Eppure, quell’oggetto mostrava una strana
attrattiva per lui. Invece di buttarlo, azione che avrebbe effettuato per
qualsiasi altra cosa, iniziò a sfogliarlo. Gli sembrava strano che fosse un
quaderno utilizzato per la scuola, non c’era scritto nulla, tranne all’inizio,
e le pagine sembravano molto vecchie, come se avessero diversi anni. Curioso,
forse per la prima volta in vita sua, iniziò a leggere ciò che vi era scritto
all’interno.
L'umano
il cui nome sarà scritto su questo quaderno morirà.
Questo quaderno non farà effetto a meno che
chi scrive non abbia in mente il viso della persona mentre scrive il suo nome.
Quindi, persone che condividono lo stesso nome non verranno colpite.
Se
la causa della morte viene scritta entro quaranta secondi dopo aver scritto il
nome della persona, si verificherà.
Se
la causa della morte non è specificata, la persona morirà semplicemente di
arresto cardiaco.
Dopo le prime righe, fece fatica a trattenere lo
stupore, cosa che non gli era mai successa. Sembrava uno scherzo di cattivo
gusto, eppure non riusciva a riporre il quaderno dove lo aveva trovato. Come
guidato da una forza invisibile, lo depositò nella sua cartella e si avviò
verso casa. Durante il tragitto, pensandoci, si rese conto di essere stato
davvero uno stupido. Come sarebbe potuto esistere un artefatto del genere?
Era teoricamente impossibile, eppure, non riusciva
a togliersi di dosso la strana sensazione che lo aveva pervaso dal momento in
cui lo aveva toccato. Non riusciva a spiegarsi bene come si sentiva, però
avrebbe potuto tranquillamente affermare di non aver mai provato una cosa del
genere. Avvertiva qualcosa di diverso in lui, avvertiva il potere.
Impegnato nei suoi pensieri, non si rese neanche
conto di essere arrivato di fronte a casa sua. Appena entrato, si tolse le
scarpe e posò lo zaino su uno scalino, dirigendosi verso la cucina, conscio del
fatto che sarebbe sembrato sospetto saltare il pranzo.
“Come è andata oggi la scuola, Sasuke?”
Sua madre Mikoto gli rivolgeva sempre la stessa
domanda e lui le dava sempre la solita risposta, ma lei sembrava essere
contenta così.
“Bene, mamma.”
Rallegrata dalla risposta del figlio, tornò ai
fornelli, dove era intenta a preparare gli Onigiri, il suo piatto preferito.
Seduta sul divano, immersa nella lettura di un libro, c’era sua sorella. Lei
era l’elemento più strano della famiglia, in quanto provava vergogna persino a
parlare con lui.
“Ciao, Hinata.”
“C-ciao, Sasuke!”
Il loro dialogo si concluse così e a Sasuke andava
bene. Non aveva voglia di parlare, l’unica cosa che voleva fare in quel momento
era salire in camera sua e controllare quello strano quaderno.
In pochi minuti il pranzo fu pronto e i tre si
sedettero a tavola. Hinata, notando l’assenza del padre, chiese spiegazioni
alla madre, unica persona con cui si sentiva libera di parlare normalmente, e
quest’ultima rispose che era stato trattenuto di più al lavoro, a causa di un
caso irrisolto. Infine iniziarono a mangiare.
“Allora, Sasuke, cosa hai fatto oggi a scuola?”
“Niente d’importante, le solite cose.”
“E tu, Hinata?”
“A-abbiamo avuto un test di matematica…”
Contento di poter sfuggire alla conversazione,
che, in quel momento, versava sul compito della sorella, si concentrò sul suo
piatto, cercando di non dare a vedere la fretta che lo animava. Terminato
l’ultimo boccone, si alzò lentamente e annunciò con voce gelida che non
rispecchiava per nulla il suo stato d’animo: “Vado in camera a studiare.”
“Così presto? Studi sempre tanto! A volte dovresti
uscire con i tuoi amici, rilassarti…” tentò di convincerlo sua madre. Suo
figlio stava sempre chiuso in casa, sembrava che non gli interessasse stare in
compagnia.
“Forse hai ragione.” Le concesse, quindi si avviò
verso le scale e, dopo aver agguantato il suo zaino, salì diretto nel luogo
dove nessuno avrebbe potuto disturbarlo. Entrato, per sicurezza, chiuse la
porta. Preferiva evitare di dover dare spiegazioni su ciò che non conosceva
bene neanche lui. Detestava non essere al corrente di qualcosa, quindi doveva
capire al più presto cosa rappresentasse il quaderno che, in quel preciso
momento, albergava nel suo zaino.
Deciso a scoprire come e se funzionasse,
dopo averlo preso, si sedette alla scrivania.
Per testarlo avrebbe dovuto scrivere il nome di
una persona e, se tutto fosse andato in porto, quest’ultima sarebbe deceduta.
Davvero, però, voleva prendersi una responsabilità
del genere?
Davvero voleva avere sulla coscienza la vita di
qualcuno? Probabilmente non sarebbe successo nulla, ma c’era sempre una piccola
possibilità che ciò che era segnato su quelle pagine fosse vero.
Se così fosse stato, chi era lui per condannare a
morte un innocente?
Innocente… giusto.
Quindi avrebbe potuto facilmente sperimentare
quello che era scritto su chi si era già macchiato di qualche colpa, facendo,
inoltre, un favore alla società.
Era un suo diritto aiutare il mondo ad essere
migliore, avendone il potere.
Sicuro della sua scelta, accese il televisore. A
quell’ora solitamente erano trasmessi i telegiornali.
Quale luogo più opportuno per parlare di criminali
e mostrarne i volti?
In quel momento il mezzobusto stava parlando di un
terremoto avvenuto nella regione dell’Hokkaido e delle relative vittime, quindi
la cosa non gli interessava particolarmente. Non poteva scrivere il nome di
qualcuna di quelle persone. Non avevano ancora fatto nulla… per il momento.
Ascoltava indifferente le notizie che si susseguivano, nessuna delle quali era
degna di nota.
L’ultima di esse catturò la sua attenzione. Era un
comunicato dell’ultima ora, parlava di un detenuto scarcerato da poco che aveva
preso in ostaggio dei bambini in un asilo e, per la loro liberazione, richiedeva
una somma di denaro non indifferente. Il suo comportamento era spregevole, era
in momenti come quello che lui desiderava che il Death Note funzionasse
davvero.
Purtroppo, lo speaker si dilungava sui nomi dei
sequestrati, ma non aveva ancora fatto quello del sequestratore, né aveva
fornito una sua fotografia.
‘… il sequestratore, noto alle autorità come
Deidara No Iwa, minaccia di far esplodere l’intero edificio…’
Proprio in quel momento, anche l’immagine del
criminale fu mostrata al pubblico. Sasuke, immemore degli scrupoli di poco
prima, si affrettò ad aprire il quaderno e, con la sua grafia stretta ed
elegante, vi scrisse il nome del malvivente.
Fatto ciò, iniziò a controllare febbrilmente
l’orologio; in teoria la morte sarebbe dovuta avvenire dopo quaranta secondi.
Quaranta, trentanove, trentotto…
Si rendeva conto anche lui della stupidità della
sua azione.
… ventinove, ventotto, ventisette…
Più i secondi passavano e più si convinceva che
non sarebbe accaduto nulla, anche se quella sensazione di potere che aveva
avuto al momento della stesura del nome, gli faceva presagire il contrario.
… dieci, nove, otto…
Ormai mancavano pochi secondi e la tensione in lui
continuava a salire. Se Deidara fosse morto, lui si sarebbe ritrovato in mano
con uno strumento dalle potenzialità inimmaginabili. Se non fosse successo
nulla, avrebbe sprecato un’ora della sua giornata dietro un’inutile
stupidaggine. Le probabilità erano a favore della seconda ipotesi, ma lui
continuava ad avere quella strana sensazione.
… tre, due, uno…
Era il momento.
… zero.
Erano passati quaranta secondi esatti, eppure lo
speaker non aveva ancora detto nulla.
Tutta la tensione di poco prima svanì.
Era solo uno scherzo, uno stupido scherzo e lui ci
aveva creduto. Non riusciva a capire come avesse fatto a farsi ingannare.
Dopotutto era ovvio che non sarebbe successo nulla.
’… aspettate, abbiamo della novità! Pare che i
bambini si siano messi in salvo! Secondo il racconto di una maestra, il
sequestratore si è accasciato a terra all’improvviso; si pensa che abbia avuto
un attacco cardiaco…’
Attacco cardiaco? Era possibile che… fosse stato
lui? Che lui lo avesse ucciso?
Forse era stata una semplice coincidenza, lui non
c’entrava nulla. Eppure, proprio in quel momento, Deidara era deceduto. Un senso
d’eccitazione lo pervase. Doveva provarlo di nuovo, per scoprire se lui avesse
davvero il potere per migliorare il mondo.
Quella tensione, però, lo aveva spossato. Forse la
prova avrebbe dovuto aspettare, così, almeno per quel momento, si concentrò sui
compiti che avrebbe dovuto fare. Non poteva abbassare la sua media scolastica
solo per quel quaderno, altrimenti si sarebbe potuto intuire qualcosa.
Qualche ora dopo, il suo studio fu interrotto dal
rumore di qualcuno che bussava alla porta.
“Sasuke, posso entrare?”
Era sua madre.
Non avendolo fatto precedentemente, si affrettò a
riporre il Death Note in un cassetto e ad andarle ad aprire.
“Volevo solo dirti che tra poco arriveranno delle
mie amiche, pensi che questo disturberà il tuo studio?”
Il suo studio no, ma la sua altra attività
probabilmente. Preferiva aver meno gente possibile in casa, non voleva farsi
scoprire.
“Sasuke, c’è qualcosa che non va? Posso dire loro
di non venire!”
“Non preoccuparti, stavo uscendo.”
Sua madre, perplessa, si diresse in cucina. Quel
giorno suo figlio le sembrava davvero strano. Forse era l’agitazione per gli
esami, dopotutto erano vicini e lui doveva ottenere il massimo dei voti,
aspirando ad un’università di prestigio.
Prima classificata. Quando l’ho visto, non ci credevo! Mi sono messa a saltare come una deficiente! Proprio non avrei pensato che al primo contest (di cui ricevo i risultati) riuscissi ad ottenere il primo posto! Quando ho letto dell’IC dei personaggi, sono rimasta contentissima! In effetti, per quanto mi piacciano Sasuke e Light, devo concordare in pieno con ValeHina. Loro sono due psicopatici. Sono contenta anche per la parte grammaticale… anche se tendo sempre a mettere quintalate di virgole!XD
Mi sarebbe
piaciuto inserire i banner di ValeHina, ma, purtroppo, le mie conoscenze
informatiche non me lo permettono…T.T
Quindi
riporto solo il suo giudizio!
Grammatica
e stile: 9/10 punti.
Come già detto con Rei, purtroppo la tua Long è
talmente lunga (perdona il gioco di parole) che ci metterei un’eternità ad
analizzarla tutta grammaticalmente.
Tuttavia, nel caso tu la volessi, dimmelo pure. ^^
Comunque sia, la grammatica è molto buona.
Pochissimi errori, di distrazione tra l’altro.
Forse usi un po’ troppe virgole: attenta, molte
volte intralciano la lettura invece che facilitarla.
Lo stile è molto buono, scorrevole e gradevole.
Originalità:10/10 punti.
Beh, wow.
Mi hai tenuto con il fiato sospeso.
La storia è ben strutturata, scorre liscia come
l’olio.
Nonostante io non conosca Death Note, ho ritrovato
nella storia le stesse informazioni che qua e là avevo recepito.
I personaggi sono verosimili e molto buoni.
Complimenti davvero.
(e come vedi, il titolo non conta nulla xD)
IC:10/10 punti.
Dunque, per quanto ne so Light è un pazzo psicopatico
(non ammazzarmi, è quello che ho sentito dire ç_c).
E Sasuke nei panni di Light ci sta proprio bene.
Così come S nei panni di L. Non potevi fare una
scelta più azzeccata.
Per quanto riguarda gli altri personaggi,
rispettano tutti l’IC, compreso il mio adorato Naruto.
Sempre esaltato, vero? xD
Attinenza al tema:10/10 punti.
Sembra quasi tu abbia creato un anime dal nulla:
non si sentono le ripercussioni dovute alla messa in onda o alla lettura.
Davvero molto bene.
Giudizio personale:10/10 punti.
Diavolo, complimenti.
Mi hai fatto venire voglia di seguire DN.
(l’ultima frase mi ha fatto saltare il cuore in
gola. Ti supplico, continuala! Ç_c)
Totale: 49/50 punti.
Spero che
la storia vi piaccia!
Mata ne,
Nihal