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Autore: Nihal    11/10/2009    5 recensioni
Come si può notare dal titolo, la trama sarà quella di Death Note (solo una parte), ovviamente con i personaggi di Naruto!
Sasuke Uchiha è uno studente brillante, ma annoiato. Durante una giornata di scuola, trova un quaderno che provoca la morte delle persone. Basta scrivere sopra il loro nome…
Il suo sguardo, però, fu attirato da un piccolo oggetto situato dietro ad un cespuglio. Raccogliendolo, si rese conto che doveva trattarsi di quel quaderno che era stato buttato giù dalla finestra quella mattina. Fece per buttarlo di nuovo a terra, quando la scritta sulla copertina, attirò la sua attenzione. Gli sembrò davvero una trovata insulsa. Chi mai avrebbe chiamato il proprio quaderno Death Note?
Prima classificata all'Anime Contest indetto da ValeHina e vincitrice del premio attinenza
Genere: Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Choji Akimichi, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Shikamaru Nara, Shino Aburame
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Autore: Nihal_91

Autore: Nihal_91
Titolo: Death Note
Anime scelto: Death Note
Personaggi e Pairing: Sasuke Uchiha, Choji Akimichi, Fugaku Uchiha, Shikamaru Nara, Sakura Haruno, Shino Aburame
Genere: Azione, Introspettivo
Rating: Giallo
Avvertimenti: Au
Introduzione: Sasuke Uchiha è uno studente brillante, ma annoiato. Durante una giornata di scuola, trova un quaderno che provoca la morte delle persone. Basta scrivere sopra il loro nome…
Note dell'Autore: Allora, parto con il fatto che non sono molto sicura del genere, ma quelli mi sembravano i più adatti. Il titolo è talmente originale da fare paura, ma non sapevo proprio cosa mettere, perciò ho pensato di intitolarlo come l’anime che ho scelto. I personaggi non li ho indicati tutti, ho scelto solo quelli un po’ più rilevanti nella storia, altrimenti avrei fatto una lista infinita!^^ Direi di aver detto tutto.

 

 

DEATH NOTE

 

 

Capitolo 1

 

Ennesima, noiosa, giornata di scuola, in cui non concluderò nulla.

Sasuke Uchiha guardava con aria annoiata l’edificio scolastico che si ergeva dinnanzi a lui. Quel mattino, come suo solito, sarebbe entrato in classe, avrebbe ascoltato la lezione come un perfetto studente modello e avrebbe risposto in maniera impeccabile a tutte le domande che gli sarebbero state rivolte, così da attirare su di sé le solite lodi da parte dei professori e la solita ammirazione da parte dei compagni.

A lui non interessava nulla di tutto ciò, ormai quella era solo divenuta una noiosa routine. Al suono della campana, si avviò dentro l’edificio, seguendo la massa di studenti che sciamava all’interno, tentando di rimanere nell’anonimato. La cosa era già difficile, essendo uno tra gli studenti più popolari dell’edificio; diventava totalmente impossibile nel momento in cui metteva piede nella sua aula, dove tutti, incuranti del fatto che raramente avrebbero ricevuto risposta, si accalcavano intorno al suo banco per chiedergli qualche informazione riguardante i compiti giornalieri o, se si parlava della componente femminile della classe, per farsi notare da lui.

“Sasuke, puoi farmi vedere le equazioni che erano da fare per oggi?”

“No.”

Unico monosillabo che concedeva loro. Le loro menti ottuse, evidentemente, non riuscivano a cogliere il semplice meccanismo che stava dietro la risoluzione di un’equazione.

Non era ancora iniziata la prima ora e già aveva l’impulso di uscire dall’ingresso che, pochi minuti prima, aveva utilizzato per entrare. Assurdo pensare come un pugno di esseri inutili potesse disgustarlo a tal punto.

I posti vuoti furono occupati velocemente qualche secondo prima dell’arrivo del professore di matematica, che non tollerava alcuna forma di disordine durante le sue ore e che, spesso, esortava gli alunni a prendere esempio dalla perfetta condotta di Sasuke Uchiha. Ovviamente i suoi voti e la sua condotta, entrambi irreprensibili, contribuivano a renderlo il migliore liceale della scuola. A detta di tutti, poteva persino aspirare ad entrare nelle migliori università giapponesi, cosa neanche lontanamente concepibile per i suoi compagni.

Dopo un appello, fatto velocemente, iniziò la spiegazione.

I minuti passavano, scanditi dalla voce monotona dell’insegnante, che continuava a parlare, sebbene fosse conscio che l’attenzione degli allievi fosse rivolta da tutt’altra parte.

“… Uchiha, puoi venire a risolvere il quesito?”

Come se avesse potuto rifiutarsi. Sasuke si alzò svogliatamente dal suo posto e, con deliberata lentezza, andò verso la lavagna. Sulla classe era piombato il silenzio, tutti gli sguardi erano puntati su di lui. Ignorò elegantemente le occhiate insistenti che gli venivano indirizzate dalle ragazze. Le trovava davvero noiose.

Trovò la soluzione del problema con facilità. Il gessetto, che scorreva veloce sulla lavagna, sintomo della sua sicurezza, si bloccò a metà di essa. Fece un cerchio intorno al risultato e, senza aspettare una conferma o una smentita, tornò al suo posto, conscio del fatto che, come suo solito, aveva dato un’ottima impressione.

“Ottimo. Adesso prendete a pagina…”

I restanti trenta minuti passarono con una lentezza esasperante.

L’ora successiva, inaugurata dal suono della campanella, prevedeva come materia l’inglese. Lui non aveva bisogno di studiarlo, conoscendone già perfettamente la parte grammaticale e la letteratura, ma, per ogni eventualità, preferiva seguire tutte le lezioni.

Il professor Hatake, fece il suo ingresso trionfale a metà dell’ora. I ritardi dell’insegnante lo infastidivano parecchio, perché i suoi compagni nel tempo libero si sentivano autorizzati a rumoreggiare e portare disordine nella classe, cosa che trovava molto irritante.

“Oggi parleremo di William Blake, un famoso scrittore del periodo preromantico…”

Poiché conosceva ampiamente l’argomento, si sentì autorizzato a non prestare attenzione ad una lezione che sicuramente sarebbe ricaduta nella banalità più totale. Senza un apparente motivo, rivolse il suo sguardo verso la finestra, per osservare l’area antistante l’edificio scolastico. Luogo in cui, tra l’altro, avrebbe preferito trovarsi. Non vedendo nulla degno di nota, fece per girarsi nuovamente, apprestandosi a seguire, non avendo nulla di meglio da fare, la lezione. Prima di concentrarsi sull’insegnante, però, gli parve di vedere qualcosa cadere per terra. Probabilmente qualche idiota del piano superiore aveva buttato un quaderno. Quella era la cosa più emozionante che era accaduta all’istituto da lì a dieci anni, quindi, probabilmente, lo stupido che aveva avuto la felice idea di gettare uno strumento di lavoro, se ne sarebbe vantato almeno per qualche mese. Inutile affermare che la cosa a lui non importava minimamente.

Il resto della giornata trascorse tra spiegazioni e interrogazioni.Tra queste ultime, la più penosa fu quella di Kiba Inuzuka, che, presentandosi impreparato come sempre, improvvisò un teatrino, davanti ad uno sbigottito professor Sarutobi.

Quest’ultimo, dando nota di una grande pazienza, lo ascoltò fino al ‘posso chiedere un aiuto del pubblico?’, decidendosi, infine, a cacciarlo fuori. Il termine di quell’eterna giornata, fu segnato dall’ennesimo trillo della campana e dalle urla della mandria di gente che si fiondava verso il cancello.

Sasuke non sopportava di stare in mezzo alle persone, così decise di attendere di fianco all’istituto che tutti passassero. Appoggiò lo zaino per terra, sicuro che la cosa sarebbe stata lunga. Trovava stupida l’allegria generale per la fine della giornata; il termine di quest’ultima, implicava soltanto che presto ne sarebbe iniziata una nuova.

“Ciao Sasuke-kun!”

“Mh.”

Probabilmente la sua strategia di allontanarsi dalla gente non funzionava se riuscivano a trovarlo persino nascosto dietro la scuola.

“Cosa stai facendo qui?”

Di tutte le ragazze noiose dell’istituto, Karin era la peggiore. Conscia del fatto che lui non l’avrebbe mai degnata di uno sguardo, comunque continuava imperterrita in una crociata per la conquista del suo amore. Impresa quanto meno impossibile, ma lei non demordeva.

“Non sono affari tuoi.”

Lo stupido sorriso che aveva sulla faccia si cancellò all’improvviso, per poi ritornare qualche secondo dopo.

“Va bene! Allora ci rivediamo domani!”

Detto ciò si allontanò, tornando dalle sue amiche, le quali si riunirono tutte in cerchio intorno a lei, probabilmente per conoscere le esatte parole di Sasuke Uchiha.

Quest’ultimo, nella speranza di non incontrare più nessun altro, si abbassò per riprendere lo zaino e andarsene da quel luogo. Il suo sguardo, però, fu attirato da un piccolo oggetto situato dietro ad un cespuglio. Raccogliendolo, si rese conto che doveva trattarsi di quel quaderno che era stato buttato giù dalla finestra quella mattina. Fece per buttarlo di nuovo a terra, quando la scritta sulla copertina, attirò la sua attenzione.

Gli sembrò davvero una trovata insulsa. Chi mai avrebbe chiamato il proprio quaderno Death Note?

Eppure, quell’oggetto mostrava una strana attrattiva per lui. Invece di buttarlo, azione che avrebbe effettuato per qualsiasi altra cosa, iniziò a sfogliarlo. Gli sembrava strano che fosse un quaderno utilizzato per la scuola, non c’era scritto nulla, tranne all’inizio, e le pagine sembravano molto vecchie, come se avessero diversi anni. Curioso, forse per la prima volta in vita sua, iniziò a leggere ciò che vi era scritto all’interno.

 

L'umano il cui nome sarà scritto su questo quaderno morirà.

Questo quaderno non farà effetto a meno che chi scrive non abbia in mente il viso della persona mentre scrive il suo nome. Quindi, persone che condividono lo stesso nome non verranno colpite.

Se la causa della morte viene scritta entro quaranta secondi dopo aver scritto il nome della persona, si verificherà.

Se la causa della morte non è specificata, la persona morirà semplicemente di arresto cardiaco.

 

Dopo le prime righe, fece fatica a trattenere lo stupore, cosa che non gli era mai successa. Sembrava uno scherzo di cattivo gusto, eppure non riusciva a riporre il quaderno dove lo aveva trovato. Come guidato da una forza invisibile, lo depositò nella sua cartella e si avviò verso casa. Durante il tragitto, pensandoci, si rese conto di essere stato davvero uno stupido. Come sarebbe potuto esistere un artefatto del genere?

Era teoricamente impossibile, eppure, non riusciva a togliersi di dosso la strana sensazione che lo aveva pervaso dal momento in cui lo aveva toccato. Non riusciva a spiegarsi bene come si sentiva, però avrebbe potuto tranquillamente affermare di non aver mai provato una cosa del genere. Avvertiva qualcosa di diverso in lui, avvertiva il potere.

Impegnato nei suoi pensieri, non si rese neanche conto di essere arrivato di fronte a casa sua. Appena entrato, si tolse le scarpe e posò lo zaino su uno scalino, dirigendosi verso la cucina, conscio del fatto che sarebbe sembrato sospetto saltare il pranzo.

“Come è andata oggi la scuola, Sasuke?”

Sua madre Mikoto gli rivolgeva sempre la stessa domanda e lui le dava sempre la solita risposta, ma lei sembrava essere contenta così.

“Bene, mamma.”

Rallegrata dalla risposta del figlio, tornò ai fornelli, dove era intenta a preparare gli Onigiri, il suo piatto preferito. Seduta sul divano, immersa nella lettura di un libro, c’era sua sorella. Lei era l’elemento più strano della famiglia, in quanto provava vergogna persino a parlare con lui.

“Ciao, Hinata.”

“C-ciao, Sasuke!”

Il loro dialogo si concluse così e a Sasuke andava bene. Non aveva voglia di parlare, l’unica cosa che voleva fare in quel momento era salire in camera sua e controllare quello strano quaderno.

In pochi minuti il pranzo fu pronto e i tre si sedettero a tavola. Hinata, notando l’assenza del padre, chiese spiegazioni alla madre, unica persona con cui si sentiva libera di parlare normalmente, e quest’ultima rispose che era stato trattenuto di più al lavoro, a causa di un caso irrisolto. Infine iniziarono a mangiare.

“Allora, Sasuke, cosa hai fatto oggi a scuola?”

“Niente d’importante, le solite cose.”

“E tu, Hinata?”

“A-abbiamo avuto un test di matematica…”

Contento di poter sfuggire alla conversazione, che, in quel momento, versava sul compito della sorella, si concentrò sul suo piatto, cercando di non dare a vedere la fretta che lo animava. Terminato l’ultimo boccone, si alzò lentamente e annunciò con voce gelida che non rispecchiava per nulla il suo stato d’animo: “Vado in camera a studiare.”

“Così presto? Studi sempre tanto! A volte dovresti uscire con i tuoi amici, rilassarti…” tentò di convincerlo sua madre. Suo figlio stava sempre chiuso in casa, sembrava che non gli interessasse stare in compagnia.

“Forse hai ragione.” Le concesse, quindi si avviò verso le scale e, dopo aver agguantato il suo zaino, salì diretto nel luogo dove nessuno avrebbe potuto disturbarlo. Entrato, per sicurezza, chiuse la porta. Preferiva evitare di dover dare spiegazioni su ciò che non conosceva bene neanche lui. Detestava non essere al corrente di qualcosa, quindi doveva capire al più presto cosa rappresentasse il quaderno che, in quel preciso momento, albergava nel suo zaino.

Deciso a scoprire come e se funzionasse, dopo averlo preso, si sedette alla scrivania.

Per testarlo avrebbe dovuto scrivere il nome di una persona e, se tutto fosse andato in porto, quest’ultima sarebbe deceduta.

Davvero, però, voleva prendersi una responsabilità del genere?

Davvero voleva avere sulla coscienza la vita di qualcuno? Probabilmente non sarebbe successo nulla, ma c’era sempre una piccola possibilità che ciò che era segnato su quelle pagine fosse vero.

Se così fosse stato, chi era lui per condannare a morte un innocente?

Innocente… giusto.

Quindi avrebbe potuto facilmente sperimentare quello che era scritto su chi si era già macchiato di qualche colpa, facendo, inoltre, un favore alla società.

Era un suo diritto aiutare il mondo ad essere migliore, avendone il potere.

Sicuro della sua scelta, accese il televisore. A quell’ora solitamente erano trasmessi i telegiornali.

Quale luogo più opportuno per parlare di criminali e mostrarne i volti?

In quel momento il mezzobusto stava parlando di un terremoto avvenuto nella regione dell’Hokkaido e delle relative vittime, quindi la cosa non gli interessava particolarmente. Non poteva scrivere il nome di qualcuna di quelle persone. Non avevano ancora fatto nulla… per il momento. Ascoltava indifferente le notizie che si susseguivano, nessuna delle quali era degna di nota.

L’ultima di esse catturò la sua attenzione. Era un comunicato dell’ultima ora, parlava di un detenuto scarcerato da poco che aveva preso in ostaggio dei bambini in un asilo e, per la loro liberazione, richiedeva una somma di denaro non indifferente. Il suo comportamento era spregevole, era in momenti come quello che lui desiderava che il Death Note funzionasse davvero.

Purtroppo, lo speaker si dilungava sui nomi dei sequestrati, ma non aveva ancora fatto quello del sequestratore, né aveva fornito una sua fotografia.

‘… il sequestratore, noto alle autorità come Deidara No Iwa, minaccia di far esplodere l’intero edificio…’

Proprio in quel momento, anche l’immagine del criminale fu mostrata al pubblico. Sasuke, immemore degli scrupoli di poco prima, si affrettò ad aprire il quaderno e, con la sua grafia stretta ed elegante, vi scrisse il nome del malvivente.

Fatto ciò, iniziò a controllare febbrilmente l’orologio; in teoria la morte sarebbe dovuta avvenire dopo quaranta secondi.

Quaranta, trentanove, trentotto…

Si rendeva conto anche lui della stupidità della sua azione.

… ventinove, ventotto, ventisette…

Più i secondi passavano e più si convinceva che non sarebbe accaduto nulla, anche se quella sensazione di potere che aveva avuto al momento della stesura del nome, gli faceva presagire il contrario.

… dieci, nove, otto…

Ormai mancavano pochi secondi e la tensione in lui continuava a salire. Se Deidara fosse morto, lui si sarebbe ritrovato in mano con uno strumento dalle potenzialità inimmaginabili. Se non fosse successo nulla, avrebbe sprecato un’ora della sua giornata dietro un’inutile stupidaggine. Le probabilità erano a favore della seconda ipotesi, ma lui continuava ad avere quella strana sensazione.

… tre, due, uno…

Era il momento.

… zero.

Erano passati quaranta secondi esatti, eppure lo speaker non aveva ancora detto nulla.

Tutta la tensione di poco prima svanì.

Era solo uno scherzo, uno stupido scherzo e lui ci aveva creduto. Non riusciva a capire come avesse fatto a farsi ingannare. Dopotutto era ovvio che non sarebbe successo nulla.

’… aspettate, abbiamo della novità! Pare che i bambini si siano messi in salvo! Secondo il racconto di una maestra, il sequestratore si è accasciato a terra all’improvviso; si pensa che abbia avuto un attacco cardiaco…’

Attacco cardiaco? Era possibile che… fosse stato lui? Che lui lo avesse ucciso?

Forse era stata una semplice coincidenza, lui non c’entrava nulla. Eppure, proprio in quel momento, Deidara era deceduto. Un senso d’eccitazione lo pervase. Doveva provarlo di nuovo, per scoprire se lui avesse davvero il potere per migliorare il mondo.

Quella tensione, però, lo aveva spossato. Forse la prova avrebbe dovuto aspettare, così, almeno per quel momento, si concentrò sui compiti che avrebbe dovuto fare. Non poteva abbassare la sua media scolastica solo per quel quaderno, altrimenti si sarebbe potuto intuire qualcosa.

Qualche ora dopo, il suo studio fu interrotto dal rumore di qualcuno che bussava alla porta.

“Sasuke, posso entrare?”

Era sua madre.

Non avendolo fatto precedentemente, si affrettò a riporre il Death Note in un cassetto e ad andarle ad aprire.

“Volevo solo dirti che tra poco arriveranno delle mie amiche, pensi che questo disturberà il tuo studio?”

Il suo studio no, ma la sua altra attività probabilmente. Preferiva aver meno gente possibile in casa, non voleva farsi scoprire.

“Sasuke, c’è qualcosa che non va? Posso dire loro di non venire!”

“Non preoccuparti, stavo uscendo.”

Sua madre, perplessa, si diresse in cucina. Quel giorno suo figlio le sembrava davvero strano. Forse era l’agitazione per gli esami, dopotutto erano vicini e lui doveva ottenere il massimo dei voti, aspirando ad un’università di prestigio.

 

 

 

 

 

Prima classificata. Quando l’ho visto, non ci credevo! Mi sono messa a saltare come una deficiente! Proprio non avrei pensato che al primo contest (di cui ricevo i risultati) riuscissi ad ottenere il primo posto! Quando ho letto dell’IC dei personaggi, sono rimasta contentissima! In effetti, per quanto mi piacciano Sasuke e Light, devo concordare in pieno con ValeHina. Loro sono due psicopatici. Sono contenta anche per la parte grammaticale… anche se tendo sempre a mettere quintalate di virgole!XD

Mi sarebbe piaciuto inserire i banner di ValeHina, ma, purtroppo, le mie conoscenze informatiche non me lo permettono…T.T

Quindi riporto solo il suo giudizio!

 

Grammatica e stile: 9/10 punti. 

Come già detto con Rei, purtroppo la tua Long è talmente lunga (perdona il gioco di parole) che ci metterei un’eternità ad analizzarla tutta grammaticalmente. 
Tuttavia, nel caso tu la volessi, dimmelo pure. ^^ 
Comunque sia, la grammatica è molto buona. Pochissimi errori, di distrazione tra l’altro. 
Forse usi un po’ troppe virgole: attenta, molte volte intralciano la lettura invece che facilitarla. 
Lo stile è molto buono, scorrevole e gradevole. 

Originalità:10/10 punti. 

Beh, wow. 
Mi hai tenuto con il fiato sospeso. 
La storia è ben strutturata, scorre liscia come l’olio. 
Nonostante io non conosca Death Note, ho ritrovato nella storia le stesse informazioni che qua e là avevo recepito. 
I personaggi sono verosimili e molto buoni. 
Complimenti davvero. 
(e come vedi, il titolo non conta nulla xD) 

IC:10/10 punti. 

Dunque, per quanto ne so Light è un pazzo psicopatico (non ammazzarmi, è quello che ho sentito dire ç_c). 
E Sasuke nei panni di Light ci sta proprio bene. 
Così come S nei panni di L. Non potevi fare una scelta più azzeccata. 
Per quanto riguarda gli altri personaggi, rispettano tutti l’IC, compreso il mio adorato Naruto. 
Sempre esaltato, vero? xD 

Attinenza al tema:10/10 punti. 

Sembra quasi tu abbia creato un anime dal nulla: non si sentono le ripercussioni dovute alla messa in onda o alla lettura. 
Davvero molto bene. 

Giudizio personale:10/10 punti. 

Diavolo, complimenti. 
Mi hai fatto venire voglia di seguire DN. 
(l’ultima frase mi ha fatto saltare il cuore in gola. Ti supplico, continuala! Ç_c) 

Totale: 49/50 punti. 

 

Spero che la storia vi piaccia!

Mata ne,

Nihal

 

 

  
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