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Autore: AnAngelFallenFromGrace    11/10/2009    6 recensioni
Si dice che a volte ritornano. E questa volta il proverbio è verità anche per Elisa e Ville. E' passato più di un anno da quando la nostra protagonista è fuggita dalle braccia di Ville, dalla Finlandia e dal suo sogno ormai in frantumi, con il cuore spezzato, lasciando dietro di sè lacrime e preghiere. Tutto sembra dimenticato, i loro sentieri appaiono definitivamente separati. Ma è davvero tutto come appare?
"Ho paura. Ho una paura tremenda di aver trovato l’unica persona giusta per me e di essermela lasciata sfuggire, come sabbia tra le dita. Voler cambiare il passato è un desiderio inutile, quanto doloroso. I rimpianti non servono a nulla, se non ha rovinare il presente."
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Ville Valo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chapter 5

 

Love only matters, when it comes to the end (pt2)

 

 

All I want is that you love me

as I am

Quando mi sveglio la luce che entra dalla finestra non è più così tenue, e il letto getta strane ombre contro la parete che ho di fronte. Non avrei mai creduto di potermi addormentare, non in quelle condizioni. Ma è successo.

Ed ho dormito più sicura di quanto non abbia più fatto da tanto tempo. Forse per quel braccio che avvolge la mia vita, per quel corpo che riscalda la mia schiena, per quel respiro che accarezza i miei capelli.

Non so in quale momento della notte Ville mi abbia abbracciato, se il suo sia stato un gesto volontario o meno. Non so nemmeno se sia giusto, ma so di certo come mi sento.

Protetta. E tremendamente bene, come un pesce restituito al mare, come se quei fiori recisi  nel vaso della mia camera avessero trovato di nuovo la loro terra.

 

E so anche che, se solo lo volessi, potrei mettervi le mie radici in quella terra. Ma le parole di Ville mi hanno scosso la notte scorsa: senza volerlo, quasi senza accorgersene, ha colto il vero nocciolo della questione. La mia paura, la mia incapacità di affidarmi completamente ad una persona.

Adesso che ho ascoltato la storia dalle sue labbra, capisco a quanti errori l’orgoglio e la presunzione possano portare, anche quando si è convinti di fare del bene. Ma per quanto desideri dimenticare tutto, una parte di me, che si autodefinisce razionale, vuole sotterrare qualunque buon proposito.

Forse chi non è stato amato non potrà mai essere in grado di amare.

 

E’ un destino ben triste. Come si fa ad accettare una cosa simile?

 

Cerco di ricordare il dolore provato nel vedere Ville baciare un’altra donna. Lo comparo alla felicità e alla dolcezza di baciarlo io stessa.

E mi rendo conto, che per quanto possano far male, per quanto possano essere numerosi, anche mille ricordi tristi non sono nulla di fronte ad un unico ricordo veramente felice.

Le sue labbra, il caldo spirito che fluisce da un cuore innamorato, di bocca in bocca, fino all’altro estremo di un filo invisibile. Quanto vorrei assaggiare di nuovo il sapore di quelle labbra…

 

Senza più pensare, mi giro lentamente nel suo abbraccio, stando attenta a non svegliarlo. Mi fermo ad osservare il profilo del suo viso, le ciglia che sfiorano le gote rosee, la bocca leggermente socchiusa.

Mi sento come una ladra, ma non riesco a resistere. Un solo, piccolo bacio. Non se ne accorgerà nemmeno.

Tremando, mi sporgo in avanti per toccare le sue labbra. Il lieve contatto mi fa rabbrividire e perdo inevitabilmente ogni contatto con la realtà.

E’ solo una bocca, solo un respiro. Ma è la sua bocca e il suo respiro, ed io non riesco a ricordare nient’altro.

 

E poi non sono più solo quelle labbra di marmo: sono un braccio che mi avvolge più stretta, una mano che accarezza piano la pelle del mio viso, è il battito di due cuori che tornano a battere con la stessa accelerata e inquieta frequenza.

Non so più cosa accade realmente: ogni volta che sto insieme a lui riesco a perdere il filo, non riesco più a discernere ciò che è frutto della mia immaginazione da ciò che è reale.

Quelle labbra si muovono insieme alle mie, e come le mie chiedono di più.

Mi scosto, prima che sia troppo tardi.

 

Guardo quegli occhi verdi foschi di desiderio e aspettative, cerco di imporre a me stessa un po’ di giudizio, di tornare a pensare con la testa, di non abbandonarmi schiava dei sentimenti.

Ma, per mia sfortuna o meno, ho perso il controllo su qualunque parte del mio corpo.

Allaccio il braccio al suo collo e mi spingo di nuovo verso la sua bocca, baciandolo con più foga adesso, come se fosse la mia unica riserva d’aria.

Ville mi stringe a sé, ricambia il mio bacio con ardore, e il tempo e ricordi non sembrano avere più molto senso.

Giusto? Sbagliato? Non ero in grado di formulare una risposta di qualche valore.

 

Dopo minuti, o secoli, o anche istanti, è lui ad interrompere il contatto, con un ultimo piccolo schiocco, lasciandomi boccheggiante e perduta, riportandomi troppo bruscamente alla realtà.

Rimane a scrutare il mio volto confuso, ripercorrendone con i polpastrelli ruvidi ogni piccolo tratto.

Pian piano comprendo di essere stata troppo impulsiva, di aver contraddetto ogni parola e pensiero in un singolo istante.

“Una volta hai detto” mormora piano, con la sua voce bassa e roca “che non si possono risolvere tutti i problemi con un bacio”

Mi mordo le labbra, ricordando molto bene l’occasione.

Deglutisco, lasciando che le parole trovino da sole la strada: “Forse mi sbagliavo. Forse in alcuni momenti è più che abbastanza. Forse l’unico modo”

Mi lancia uno sguardo stupito e domanda insicuro: “Lo pensi davvero?”

“Sì” bisbiglio “Io non ho altro da dire. Hai paura?”

“Sì” risponde sinceramente, dopo un attimo di esitazione “E tu?”

“Sì”

 

Passa più volte le dita sulle mie labbra, da un angolo all’altro della bocca: “Sei sicura di quello che stai facendo?”

Ancora, evito di pensare, di inventare problemi anche dove non esistono. Dico addio alla parte pseudo-razionale. Lascio rispondere la mia anima.

“Sì” ripeto, accennando un sorriso.

A giudicare dalla sua espressione, non ho stupito soltanto me stessa con la mia affermazione decisa.

“Forse non ne sono capace. Forse sarò un completo disastro. Ma questa volta ne sono consapevole. Questa volta voglio fidarmi davvero”

Ville resta zitto, anche il suo sguardo è indecifrabile.

 

“Ti prego, dì qualcosa” lo supplico, cominciando ad avere paura senza un motivo preciso.

I suoi occhi sono i primi a sorridere, così brillanti e luminosi come ancora non li avevo visti dal mio ritorno.

La sua risposta non è fatta di lettere o fonemi. Le sue labbra mi giurano in altro modo silenziose promesse.

“E’ abbastanza?” sussurra, scendendo dalla bocca al collo.

“No”

Lo sento sussultare tra le mie braccia e non posso fare a meno di sorridere. Prendo il suo viso tra le mani, mi avvicino al suo orecchio.

“Voglio fare l’amore con te”

Le parole galleggiano nell’aria, alimentando il desiderio.

“Vuoi accontentarmi?”

Le sue labbra si piegano in una smorfia divertita, mentre scuote la testa e mi bacia la punta del naso: “Non ero indeciso. Soltanto meravigliato di come la vita ti possa stupire ad ogni passo”

 

Ripercorre con la bocca il profilo del mio viso, la mandibola e poi il mio collo; le sue mani tornano lentamente a prendere confidenza con il mio corpo, i miei sospiri si fanno ad ogni bacio più profondi.

Tutto è nuovo e insieme famigliare. Il tocco freddo delle sue dita ha l’effetto di fuoco sulla mia pelle, mi riporta lentamente in vita, come se ogni parte del mio corpo, così come il mio cuore, avesse atteso ibernato per tutto quel tempo.

I nostri vestiti giacciono ormai abbandonati ai piedi del letto. Non sento più freddo, avvolta nel suo abbraccio.

 

“Io…” sussurra alla fine di un lunghissimo bacio, litigando con le parole “Io…da allora…insomma non ho…”

“Nemmeno io” lo sottraggo all’imbarazzo, scostandogli una ciocca di capelli dalla fronte, mentre mi sovrasta con il suo corpo “Sarà come un’altra prima volta”

“La nostra terza prima volta” mi fa notare, con un sorriso divertito e amabile allo stesso tempo.

“Sì, la nostra terza prima volta” confermo, accogliendolo dentro di me.

 

E avrei vissuto ogni volta come se fosse stata la prima, perché ogni volta scoprivo che l’amore che provavo era molto più forte e più intenso di quanto ritenessi possibile.

 

Ti amo” bisbiglia ad un tratto, con il fiato corto, con quel suo accento nordico.

Ancora una volta utilizza la mia lingua madre, che non mi è mai sembrata tanto dolce prima. Ancora una volta riesce a strapparmi qualche lacrima, ma di felicità.

“Minä rakastan sinua” replico in un soffio, nascondendo la testa nell’incavo del suo collo.

 

***

 

Per la seconda volta in un giorno, mi sveglio in quel letto. Forse un po’ più sfatto adesso.

Le mie palpebre sono ancora chiuse, ma dall’intensità della luce indovino che sia ormai molto tardi, pomeriggio inoltrato probabilmente.

 

Cerco il braccio di Ville intorno alla mia vita, e quando non lo trovo spalanco immediatamente gli occhi, terrorizzata. Ma lui è proprio accanto a me, la testa appoggiata contro il palmo della mano, che mi studia con un sorriso sornione.

“Buongiorno” mi saluta, riavviandomi indietro i capelli spettinati.

Inarco le sopracciglia, perplessa: “Buongiorno?”

“Okay, forse buonasera” si corregge, carezzandomi distrattamente un braccio, non perdendo un secondo il contatto con i miei occhi.

 

Il mio cuore sembra essere aumentato di qualche taglia, temo che non ci sia più spazio nel mio petto. Ho come la sensazione la sensazione che sia diventato tutto più pesante e la percezione è così forte che non posso fare a meno di portare una mano poco al di sopra del seno, sullo sterno.

Mi accorgo così che dal mio collo pende una catenina e, alla fine di questa, un grande ciondolo d’argento.

 

“Ville…” il suo nome è tutto ciò che riesco a mormorare, sopraffatta dall’emozione.

“L’avevi perso per strada” mi ricorda con fare molto diplomatico, ma davanti al mio mezzo sorriso sistema la frase “O meglio, hai deciso di perderlo per strada. Io l’ho ritrovato. Vuoi che me lo riprenda?”

“Certo che no” ribatto prontamente, stringendo più forte il pendente nel mio pugno, quasi per paura che possa dissolversi nel nulla.

 

Il mio personalissimo heartagram. Il primo segno del suo passaggio nella mia vita.

Lo rigiro, controllando la scritta incisavi sopra.

To my LoveMetalSister and sweet wildcat. Ville

E’ ancora lì, è tutto come prima. E’ tutto come se non fossi mai andata via.

 

Ma è davvero così? D’un tratto la paura mi attanaglia le viscere.

“E adesso?” gli domando a bruciapelo, dando voce a dubbi e timori “Adesso potrà tornare tutto come allora?”

Ville raccoglie i pensieri per qualche istante, forse cercando le parole adatte.

“Non ti so dire se sarà mai lo stesso. Forse sarà ancora meglio. Possiamo solo crederci. Tu credi in questa realtà, Elisa?”

Accentua con forza le ultime parole, per ricordarmi che non è solo un sogno. Ma per me stare con lui sarà sempre un sogno. Forse però esistono anche i sogni senza fine. O possiamo crederci insieme.

Annuisco con decisione, incrociando le sue dita con le mie.

 

Tuttavia non è ancora tutto a posto, le leggo dal suo sguardo, dal modo in cui la sua mano si stringe alla mia.

“Cosa?” lo sprono a parlare, cercando i suoi occhi ora sfuggenti.

“Mi aspetteresti due mesi?” mi chiede a voce così bassa che quasi stento ad udire la sua domanda.

“Due mesi?” ripeto senza capire.

“Sì, due mesi” mi spiega, riversando con fatica ogni parola “Sarò negli Stati Uniti, abbiamo accettato di partecipare ad un progetto che ci terrà impegnati per i prossimi due mesi”

Due interi mesi?

Non so se sono in grado di resistere tanto. Non adesso.

“Fammi venire con te!” esclamo di getto. Ormai non ho più il controllo sul mio cervello, non sono mai stata così impulsiva in tutta la mia vita.

“Cosa?”

Cerco di riparare in estremis: “Cioè, se è una cosa possibile. Altrimenti aspetterò naturalmente”

 

Scivola sul letto, fino a raggiungere l’altezza del mio volto: “Tutto è possibile. Dobbiamo solo organizzarci. Ma tu puoi farlo?”

“E’ l’estate del diploma. Posso tutto” rispondo con un sorrido a trentadue denti.

E così ci ritroviamo a parlare dell’America e di un tour chilometrico chiamato ‘Project Revolution’, al quale, scopro, parteciperanno anche i miei piccoli Chimici.

 

“La mia teoria non era poi così malsana” mormora Ville all’improvviso, giocherellando pensoso con il mio heartagram.

“In che senso?”

“La teoria della fine e dei desideri. Si è avverato tutto. Il desiderio che ho espresso quella notte è diventato realtà. Sei tornata da me. C’è solo una postilla da fare al mio perfetto ragionamento filosofico”

“Cioè?” domando curiosa, affascinata come sempre dalla sua mente contorta.

 

“Tutto muore. Ma qualcosa rinasce.”

 

 

***

 

 

Un tempo Nietzsche scrisse:

 

“Sebbene delle due metà della vita, quella della veglia e quella del sogno, la prima ci appaia senza paragone come la preferibile, la più importante e degna, quella maggiormente meritevole di essere vissuta, anzi la sola vissuta, io vorrei, però, nonostante qualsiasi sospetto di paradosso, sostenere proprio l’opposta valutazione del sogno, in rapporto a quel misterioso fondo della nostra essenza, del quale noi siamo apparenza”

 

E così ho deciso di cedere al sogno, nonostante i luoghi comuni, nonostante il pensiero del mondo, nonostante una parte di me continuerà a considerare la mia scelta irrazionale e sconclusionata.

La mia vita non è iniziata come una fiaba, ed io non sono di certo una principessa.

Ma il finale della mia storia posso scriverlo da me.

 

The end

 

(Almeno per adesso…)

 

 

Here we are.

 

E così si conclude anche la seconda parte di questa storia. Lo so che vi ho fatto penare un sacco, ma almeno è finita bene questa, no? Hehe

 

In ogni caso, come potete intuire, questa non è ancora davvero la fine.

Lo so, forse sarebbe anche ora di lasciarli in pace questi due poveri personaggi… ma proprio non riesco a staccarmi.

Avevo iniziato a scrivere la terza parte, ma poi sono stata presa dentro ad un'altra storia (che doveva essere breve e invece mi ritrovo a pagina 225 e ancora lontana dalla fine -.-‘’) così non so bene quando mi rimetterò al lavoro.

Ogni tanto scrivo qual cosina…quindi non si sa mai. Potrebbe presentarsi presto un capitolo!

Ah, potrei anche postare un paio di one-shot che stanno nel mio computer da un po’!

 

Spero che vi sia piaciuto il finale. Considerando che è l’ultimo capitolo, mi piacerebbe davvero sapere cosa ne pensate ^_^ Anche un commento piccolo, piccolo e veloce veloce.

 

Colgo l’occasione per ringraziare tutti quelli che hanno letto e recensito nel corso della storia. Grazie Grazie.

 

Un altro ringraziamento particolare alle commentatrici dello scorso capitolo: sweetevil, eupraxia e maricapin *_* Siete dolcissime.

 

 

Un abbraccio a tutti quanti.

See ya soon.

Moss aka FallenAngel

  
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