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Autore: Sae    12/10/2009    4 recensioni
"È più questione d’alchimia. Giuro.
Alchimia. Non è colpa mia se l’amore, se anche questa cosa, è una reazione chimica… è l’unione di due pelli, di due odori…è una cosa strana… Non scherzo, sono seria.
Alchimia. Se fosse un elemento chimico, lui, credo sarebbe il carbonio. Io sarei di più un OH, ecco..."
Seconda classificata al SasuSaku contest indetto dal forum - My Only Desire-
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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“Ho scoperto chi sei

“Ho scoperto chi sei.”

“Ti aspetti scatti l’applauso?”

“Sasuke Uchiha.”

“Ah. la solita storia del buono e del cattivo, vero?”

Si studiarono, azzurro e nero.

“Accidenti, il problema è che mi stai simpatico.”

"La cosa non è reciproca, testa quadra."

Breathe

#3 And life's like an hourglass, glued to the table.

 

Il portone stava davanti ai suoi occhi. Lo stemma era irremovibile sulla chiave di volta e lo guardava, lo minacciava dall'alto. L'Alba, che cosa stupida. Sentiva il respiro nervoso di Naruto dietro di lui. Pessima cosa avere un novellino che gli copriva le spalle. Tuttavia, ormai era una pedina del gioco e nessuno poteva più dirgli cosa fare.

**

In effetti, ancora non capiva com’era possibile una situazione del genere. Lui che per la prima volta non uccideva, lei che per la prima volta non lavorava e l’altro… che faceva il parassita. Potevano sembrare un gruppo di amici. Come no. Un killer, una guardia del corpo e una scienziata.

Naruto aveva semplicemente avuto un colpo di genio. Si era insospettito quel giorno che Sasuke, distratto da Sakura, aveva aveva lasciato intravedere il luccichio della sua arma sotto il camice.

Aveva domandato, fatto qualche ricerca… e poi aveva scoperto che lo scienziato Hachi non esisteva e che se esisteva per di più era un cinese, deceduto e con un nome impronunciabile. Fece due più due e poi Sakura fece quattro, esplodendo in lacrime e pregandolo di non dire nulla, che lui era buono ed erano innamorati. Ma anche Naruto si era innamorato di Sakura, per questo adesso faceva l’amico pretendendo di risolvere i loro problemi. Era insopportabile e decisamente patetico.

L’organizzazione gli stava col fiato sul collo, Orochimaru si domandava perchè Sakura Haruno fosse ancora viva. E lui prendeva tempo. Intanto litigava con Naruto, con Rock Lee, con l’accendino e con Sakura. I guai iniziarono quando Naruto incominciava a proporgli piani incredibili, che sicuramente partoriva dopo aver guardato per l’ennesima volta i film di 007. Ma quella era la vita vera. Lui aveva davvero un silenziatore, lui davvero ne aveva visti di cadaveri e sapeva cosa succedeva a chi non ubbidiva. Si ritrovò quindi, non sapendo esattamente come, seduto davanti a un tavolo a sentire Naruto che mangiava rumorosamente con la testa abbassata sulla solita ciotola di ramen, e Sakura che rideva nervosamente.

Era coraggiosa lei. Si era offerta mille volte di fuggire via con lui, lontano. Si sarebbero chiamati Momo e Nobuo. Ma Sasuke non voleva chiamarsi Nobuo. Trasalì leggermente quando la mano di Sakura strinse forte la sua sul tavolo. Aveva paura di perderlo, sciocca. L’unica donna che lo amava per quello che era, con tutti i suoi difetti e i peccati commessi. “Avrai ucciso solo chi se lo meritava.” Diceva prendendogli il volto tra le mani, facendolo sentire a casa finalmente.

“Lo sai che sono innamorata di te.” Bisbigliava, lo sguardo serio.

“Lo so.”

“Scusa, Sakura-chan posso avere un’altra ciotola di Ramen?”. La donna si alzò ciotola vuota in mano. "Come sei smieloso Sas'ke!" Naruto sorrise divertito.

“Teeme.” L'Uchiha però pensava di mettere i lucchetti alle porte un giorno o l’altro.

**

Sakura sapeva che la sua vita aveva preso una piega inaspettata. Sapeva che era in pericolo.

Per quanto però questo la terrorizzasse, sarebbe morta solo se lui avesse deciso di lasciarla. Forse si comportava da stupida. Ma era solo amore al tempo della scienza, nulla più. Le dita le tremarono stringendo la boccetta sterile. Guardò torva la mano imponendo ai muscoli e ai legamenti di fare i bravi. Tutto ciò che riusciva a pensare era a Sasuke. Potevano scappare, ma lui non voleva "... fuggire è da vigliacchi", diceva. Poteva accettare una vita in incognito, a lei piaceva il nome Momo. “Dovresti rinunciare a tutti i tuoi legami. A Ino. Alla scienza." Sapeva sempre come prenderla in castagna e lei allora si malediva, perchè non ho scelto medicina?! Stupido premio Nobel, la mano tremò di nuovo e la boccetta di vetro cadde per terra, davanti ai suoi piedi, si tramutò in mille frammenti.

Sasuke accorse, camice bianco di copertura. Sguardo d'inchiostro che non lasciava trasparire nessuna emozione. "Che è successo?" Soffiò al suo indirizzo, muta domanda che esigeva una risposta. "Niente, la mia sbadataggine." E non lo guardò negli occhi colmi di lacrime, testa abbassata a fissare i frammenti di vetro. Voleva solo lui, Carbonio.

**

Si guardò allo specchio. E poi scattò la destra a prendere ciò che cercava. Era decisa, si sbagliava lui a dirle quelle cose. Lei sapeva difendersi! Si difendeva da una vita dagli altri! Che venisse Orochimaru e tutta la sua cricca! L'altra mano prese la ciocca lunga: rosa. E poi solo il rumore delle forbici che compievano il resto dell'opera. Anche quello era un atto d'amore.

**

"E cosa pensi di fare?"

Strano a dirsi, ma nemmeno lui lo sapeva con precisione. Aveva solo un pensiero fisso, riccorrente. Per una volta riuscì a capire lo stupore e la paura delle sue vittime, a immedesimarsi davvero nei loro panni. L'unica cosa che non voleva e che, di certo, non avrebbe mai ammesso a voce alta, era quello che poteva accadere a Sakura... che qualcuno potesse farle del male. Naruto non sapeva di cosa era capace l'organizzazione Alba, era efferata, non si creava problemi ad uccidere uno dei membri. Che lui potesse morire non gli interessava, sapeva difendersi, combattere ma… che avrebbe potuto fare Sakura davanti a Deidara? Lanciare delle provette?

No, lui per adesso stava prendendo tempo con Orochimaru, poteva permetterselo, ma ormai era già un mese che andava avanti quella storia. "Non ne ho idea."

"Potremmo...sconfiggerli." Sasuke alzò il capo, lo squadrò dall'alto in basso. Naruto non si fece intimorire, stavolta aveva fatto i compiti. "Tu sottovaluti la mia di Organizzazione. Non capisci che tu sai tutti i segreti di quell'uomo? Tu sai dove hanno le armi, quanti sono, i loro covi. Sarebbe un'azione di forza. Entriamo, se non si arrendono spariamo e poi dritti in gattabuia."

"Non è così semplice." Sasuke esalò quella frase malignamente. "Vi stermineranno senza scrupolo." Naruto digrignò i denti. "E allora secondo te dovremmo starcene buoni buoni qui ad aspettarli? Non ti capisco davvero!" Il moro sospirò pesantemente. "Dimmi Teeme, finirei anch’io in prigione dopo?" Naruto alzò le spalle. "Potremmo sempre farti entrare nel nostro gruppo, se tradisci l'organizzazione non ne fai più parte e potresti ricominciare... una nuova vita."

"Sotto nome anonimo! Esiliato da qui. Far parte dei buoni!" Rise scandendo le frasi come un robot. L'altro esplose in un moto di rabbia: "E allora signor-so-tutto-io, cosa pensi di fare?" Sasuke esplorò la casa silenziosa. Sakura che dormiva nella camera, stanca e inerme. Il pensiero di lei, riversa in una pozza di sangue fu così terribile che un groppo gli serrò le corde vocali. Paura. "Va bene." Naruto sorrise, Sasuke lo avvertì con lo sguardo, duro, impassibile. "Ma si fa come dico io."

**

La guardò male. Naruto era seduto sul divano pronto a raccogliere i cocci, per la prima volta era lì con il permesso di Sasuke. Sakura non l'aveva invitato, di solito era lei a farlo. Lei capì che c'era qualcosa di sbagliato solo dalla sua presenza.

Sasuke prese un respiro calibrato, studiando la figura rosa confetto e dai capelli corti adesso.

Sakura assurdamente pensò che lui non respirava così, di solito era lei quella che aspettava l'ossigeno buono per parlare. "Sakura."

"Dimmi." Il tono era calmo, davvero. Il giorno prima avevano passato tutto il giorno a letto, come due vecchi, aveva brontolato lui. Ma sfiorandole le ciocche rosa se ne stava lì a dirle che con quel taglio stava bene, che sembrava un maschiaccio, ma che gli piacevano le ragazze con i capelli corti. Si erano amati anche se nei suoi baci c'erano disperazione e rabbia. Lei aveva fatto finta di non capire. Il suo cuore si fidava di Sasuke Uchiha. "Non puoi più stare con me." Il verde brillò. "Perchè?" Il nero rimase fisso a guardarla dritto nelle pupille. Oh sì, che sapeva mentire e recitare! Stavolta Sakura lo aveva in mano il copione, glielo leggeva stampato in faccia. "Perchè non lo voglio più io."

"...è perchè dovete entrare in azione stanotte, vero?" Stranamente il collo ruotò e la zazzera rosa si rivolse a Naruto, ignorando l'altro. "Io..."

"Ti sbagli, come al solito." Sakura strinse i pugni, il verde che indagava nell'azzurro. "Sei saccente, sei una bambina viziata, Sakura." Ancora non lo guardava, così non sapeva che gli stava rendendo le cose più facili? "Ora basta. Mi sono stancato. Non sono come voi, io." Sakura abbassò di colpo la testa, come un pupazzo di stoffa. "Io sono il cattivo." Sasuke continuava a riempire l'aria con del veleno, eppure a lei sembrava di sentire ancora il loro profumo.

"E allora perchè non mi uccidi?" Scattò, e lui impreparato si ritrovò a sobbalzare involontariamente. Fu solo un attimo, quasi impercettibile poi il nero ridiventò tale. "Sei insopportabile." Infilò la porta, pronto a dileguarsi. Lei non ebbe la forza di parlare. Il vuoto nel petto. E Naruto che scattava a raccogliere i cocci per terra.

**

Vedeva un girotondo di persone. Non capiva se ne faceva parte, tutto era come sfocato. Forse erano le figure che ruotavano intorno a lei e non il contrario. All'inizio non sembrava un incubo. Le ricordava salire sulle giostre da piccola. Lo divenne quando il cerchio di persone, a mano a mano, si avvicinava a una velocità impressionante e ruotava tutto intorno a lei. Il cerchio sempre più vicino, i raggi si stringevano e lei... soffocava.

Si svegliò di soprassalto. Rimase per un po' di tempo immobile a calmare il respiro. Poi l'unica cosa che riuscì a mettere a fuoco non fu un girotondo di persone ma il volto di Ino. Bizzarro e forse ancora peggio.

"Dov'è Naruto?" In realtà la prima domanda era: che diavolo ci faceva Ino nel suo appartamento? Si era addormentata?

"Vuoi un po' d'acqua?"

Era crollata e quando? Che ore erano? Troppe domande. Scosse il capo reprimendo la nausea. Si mise seduta sul letto. "Che succede?" Ino strinse gli occhi. "Naruto mi ha chiesto di venire qui e di starti vicino, non so altro."

Ino la capiva. Sapeva cosa passava nel suo cervello, prima di chiunque altro, prima di lei stessa a volte. "Devo andare, Ino."

La bionda aveva ricevuto l'ordine di non farla muovere da lì, ma in quel momento non poteva non lasciarla correre. Sakura aveva così tante cose da imparare. Era una sognatrice, i sogni non bastano. Doveva impararlo che la realtà è fetente. "Và, ma sta attenta" Torna viva, avrebbe voluto dirle. Se non l'avesse lasciata andare sarebbe morta dentro, comunque. Sakura doveva imparare un'altra cosa, più importante: il valore della speranza.

**

"Starai... male anche tu." Erano seduti sul divano un po' polveroso. "Mentirò. Dirò che non esiste più per me. Deve essere così."

"Ne morirà."

"No. Perchè tu ti prenderai cura di lei." Parlavano a bassa voce.

"Io non capisco se questa non è la decisione che nemmeno tu vuoi perchè..."

"Così ho deciso, così deve essere."

"Bè, fa schifo." Naruto sbuffò con disappunto. "Sei un fottuto masochista." Il nero nell'azzurro che ascoltava e cercava di comprendere. Sasuke bisbigliò una risposta appena udibile, una maschera di cera che si scioglieva colando sul pavimento, prima di indossarne un'altra.

"Io finirò col farle del male." Un mezzo sorriso amaro. "...è la cosa migliore che mi è capitata e non voglio."

"Starà male lo stesso Genio, per lei esisti solo tu."

"Non capisci..." Ë proprio perchè la amo così tanto che devo andarmene... Ma quell'ultimo pensiero lo tenne per sè. Solo che Naruto aveva capito. Prese un respiro profondo, Sasuke.

**

Era una scena che aveva già visto. Era lo spettatore all'epoca.

Stavano in cerchio le maggiori carogne dell'Alba, come un branco di iene intorno alla carcassa lasciata dal leone (Orochimaru). Un'accoglienza del genere se l'aspettava, in fondo, e rendeva le cose più interessanti. Naruto gli stava vicino a testa alta, ostentando sicurezza. Era uno stupido, non sapeva in che pericolo si era cacciato o magari davvero era solo coraggioso.

I più 'ardui' erano Deidara, Tobi e Kabuto proprio davanti a loro. Il resto erano per lo più membri minori e le new entry facevano da scudo ai boss, erano i loro giubbotti antiproiettile. Ricordava ancora quando anche lui aveva fatto parte di quel cerchio, davanti agli occhi di Sai. Era un giovane che aveva tradito l'organizzazione, lavorava in realtà per conto di un'altra e quando Orochimaru aveva ottenuto le prove, l'aveva fatto accerchiare. Quel meccanismo era: Il Girotondo. Sai era stato stupido, non aveva saputo vendere bene la sua anima. Aveva negato e poi con una frase si era tradito. L'avevano accerchiato e fatto fuori. Un gioco da ragazzi.

Adesso stava lui nel cerchio assieme a Naruto. Adesso toccava a lui vendere bene la sua anima. "Sasuke." La voce di Kabuto era fredda, ma era solo una pallida imitazione della sua. Perchè da sempre Orochimaru lo riteneva il suo erede. "Allora?" Sasuke alzò un braccio e un novellino trasalì leggermente, l'Uchiha gli sorrise maligno mentre si portava una sigaretta alla bocca e avvicinava l'accendino alle labbra. Naruto non lasciava trasparire nessuna emozione. "Cosa?"

"L'Haruno l'hai sistemata?" "Ovviamente." Kabuto incrociò le braccia al petto indignato. "Eppure, l'hanno vista camminare questa mattina, sai? Orochimaru, era proprio... deluso."

"Ciò che cammina la mattina può non camminare più il pomeriggio." Sasuke si accese la sigaretta. Kabuto fece una smorfia. "Hai portato qualche prova?" Naruto si voltò a fissarlo. Sasuke non disse nulla. Kabuto stava già sorridendo, credendo di aver trovato il cavillo perfetto. Poi L'Uchiha estrasse un pacchetto dalla giacca, buttando dalle labbra un fiato di nicotina e contemporaneamente lasciando cadere la carta per terra che si aprì rivelando il contenuto. Rosa.

"Cosa..." Kabuto fece una smorfia di disgusto. "Mi sai dire, di che colore sono i capelli dell'Haruno, Kabuto?" A Naruto scappò un sorriso, le ciocche lunghe di Sakura per terra. "Rosa?" azzardò un giovane e qualcuno gli diede una spallata. "E allora mi sai dire chi è questo?" Kabuto indicò Naruto che si voltò con uno sguardo di sfida.

"Un novellino. Vuole entrare nell'Organizzazione."

**

Era stato rapido. Naruto si era buttato alla sua destra contro Deidara. Qualche genio di poliziotto aveva sparato all'interruttore di corrente e adesso qualcosa stava bruciando dietro di lui. Tuttavia riuscì lo stesso a mirare al cervello di Tobi, a sparare. Allora Deidara si era distratto giusto un attimo e Naruto aveva fatto fuoco, senza esitazione. A malincuore doveva ammettere che era stato bravo, in gamba. Ma non era finita. Stava bruciando tutto, l'Inferno, se davvero ne esisteva uno, sarebbe uguale all'Alba che bruciava. Kabuto colpì Naruto, violentemente, con un'estintore. Sasuke reagì, l'arma era scarica ma gli rimaneva l'impugnatura d'acciaio. La scagliò contro il cranio di Kabuto.

Prese un respiro Sasuke. Ma nei polmoni entrò solo il calore del fuoco e fumo. La pistola, la sua bella e fedele donna bruciava nella mano, non riusciva a stringerla correttamente. Qualcuno sparò, altri rumori confusi. Naruto si era rialzato, davanti a lui un altro avversario.

Sasuke non disse una parola quando Kabuto lo colpì da dietro alla gamba con un coltello, sibilò il leccapiedi ufficiale dell'alba. "La sgualdrina ti è piaciuta eh, vigliacco?" Sasuke, come posseduto da un mostro, si voltò reagendo inaspettatamente. La pistola gli era caduta dalle mani. E allora usò i pugni chiusi. Gli occhiali di Kabuto volarono per terra. Il sangue del verme gli sporcò il dorso che tempo addietro aveva assaggiato le lacrime di Sakura. Lo colpì più volte, fino a costringerlo in una poltiglia per terra. Poi qualcuno applaudì, in quell'inferno Satana in persona a quello spettacolo, stava applaudendo.

**

Mentre correva l'unica scena che le veniva in mente era quando lui si era avvicinato così tanto a lei da sfiorarla con il dorso della mano. Stavano nel laboratorio e davvero avrebbe potuto scegliere scene più belle di quella. Ma l'unica a cui voleva pensare era a quel microscopico contatto. "...è qui." Le aveva detto passandole una provetta e l'alchimia si era alzata prepotente tra loro. Aveva capito che lo amava perchè il cuore batteva di felicità e dolore insieme, si struggeva incatenato tra i polmoni e volava in alto. Era innamorata della sua persona ancora prima di sapere chi fosse. E se gli fosse successo qualcosa giurò che avrebbe dato la sua stessa vita per salvarlo, avrebbe fatto tutto ciò che era in suo potere. Perfino ridargli la vita se necessario, è il potere della scienza, quello dell'amore. Era bastato quel contatto, non chiamatela superficiale.

**

Orochimaru stava sorridendo tra le fiamme. Era in piedi, anche se lo scheletro non sembrava reggerlo così bene. Naruto si liberò di un altro membro giusto il tempo per vederlo entrare sulla scena. "Bravo, Sasuke" sibilava la voce come il suono delle fiamme e sorrideva. Kabuto alzò una mano sporca di sangue, strisciando per terra verso il suo maestro. "Tu non sei mai stato debole. Attaccato alla vita. Sei sempre stato il migliore." Sasuke si guardò intorno, solo fiamme e fumo, prese un respiro giusto perchè i polmoni lo esigevano. "Non ho mai avuto niente da perdere." Solo per un attimo pensò alla famiglia persa in un incidente e a Orochimaru che raccolto dalla strada lo faceva crescere nell'inferno. "Davvero credi di riuscirci Sasuke?" Naruto non sapeva cosa fare, scivolò al fianco del moro e sobbalzò al rumore di una trave che cadeva nella stanza accanto. "Dobbiamo andare via da qui, Sas'ke!"

"A fare cosa?" Non l'aveva sentito nemmeno, Sasuke si rivolse a Orochimaru. Kabuto smise di strisciare arrivando ai piedi del suo padrone. "Ad essere normale. Ad avere una vita. Una famiglia. Tu non sei destinato a questo Sasuke. Tu non sei come loro."

**

Accanto a lei sapeva che c'era il vuoto, momentaneamente. Sasuke non c'era veramente, anche se occupava quel posto nel letto, anche se il suo peso piegava il materasso. "Sasuke-kun..." Lui in risposta sussurrò piano, le dava le spalle. "Mia madre, Mikoto, mi chiamava così." Sakura sospirò. "Lei è..." Stava per dire che somigliava a lei. Ma cambiò frase, nel cuore della notte poteva lasciare la maschera sul comodino, per dormire. "La mia famiglia è morta in un incidente stradale. Mio fratello maggiore è scomparso, non si è preso cura di me. Io sono cresciuto da solo. Stare da solo è l'unica cosa che so fare meglio." Era una specie di scusa la sua, Sakura strinse la manica della sua maglietta, come prova tangibile che gli dimostrasse il contrario. "Sei ancora qui." La strinse forte quella manica, stropicciandola. "Si, sono ancora qui."

"Con me. Non sei solo...sono io: il tuo legame." Il silenzio durò a lungo. Il ventre di Sasuke si alzò, un respiro profondo, lei gli aveva insegnato a respirare così. Prima lui non assaggiava l'aria in quel modo, respirava velocemente. Stare insieme cambia anche il modo di respirare. "Legami...credi che io potrei averne?"

"...Sei qui."

"Sono qui."

Sasuke chiuse gli occhi petrolio. Sollievo e dolore insieme. Sono io che ti lascio da sola anche quando sono qui. Il pensiero sordo, mentre lei lo abbracciava stretta e lui si voltava zittendo la ragione e facendo battere il cuore.

**

"Tu non sei quel genere di persona. Non potresti mai avere una vita normale. Non fa per te. Sasuke, io ti conosco e so che l'Inferno a te piace." Orochimaru sorrise ancora. Se non poteva averlo... allora doveva distruggerlo. Il giocattolo non doveva essere di qualcun altro.

"Io invece so che è questo l'Inferno e che tu sei pazzo!" Naruto, la voce a riscuotere il buio dalla sua coscienza. Sasuke si voltò a guardarlo, stordito. "Andiamo via da qui! Non dargli retta!" Sasuke si sentì strattonare. Naruto era furioso. "Sakura ci starà aspettando!" Bastò quello per farlo reagire davvero, anche se inconsciamente, altre ombre prelevarono Satana che continuava a ridere."Sì. Dai retta al novellino!"

**

La scena si era spostata giù, stavolta Orochimaru non sembrava più tanto divertito. Lo sguardo era tetro, impuro avrebbe suggerito Naruto, il capo dell'Alba sì che sapeva demolire le coscienze. "Con me saresti diventato grande, lo sai?" Sasuke non rispose. "Pensa a quello che ti ho detto, saresti stato il mio erede. Un impero..." Il moro ghignò. "Un impero di sangue" Orochimaru alzò l'esile braccio che sembrava essere stato immerso nella varechina. Jiraya, il capo dell'assalto, lo piegò quel braccio rivolto all'Impero che bruciava. Lo ammanettò. "Esattamente." Sasuke mostrò il mezzo sorriso che lo contrastingueva. "Bè, non m’interessa. Ci sono cresciuto nel sangue. E l'emoglobina non mi piace."

Orochimaru venne scaraventato in un'auto e portato lontano. L'ombra del male catturata nel cuore della notte. Naruto si avvicinò, una pacca sulla spalla. Jiraya un uomo dall'aspetto simpatico e aitante sorrise. "Era da anni che stavamo sulle sue tracce. Io e Tsunade." Entrambi lo guardarono. "Tsunade aveva un conto in sospeso con lui… le aveva ucciso il marito. Erano amici d'infanzia. Brutta storia." Sasuke si prese per un attimo il volto tra le mani, pensieroso. "Facevo parte dell'Organizzazione che ha ucciso il nonno di Sakura." Era ilarità la sua. Non potevano stare insieme diceva tra le righe. "Sas'ke, lo sai che Orochimaru non ha ragione vero? Io invece credo che tu... potresti davvero ricominciare." Naruto era sincero, diceva sempre quello che gli passava nella mente. "Con lei." Sasuke non mosse un muscolo, osservava il palazzo che bruciava. Anche quell'insopportabile sala d'attesa bruciava da qualche parte. Ne fù sollevato.

"Sasuke!"

Un urlo. Una voce tra tante. Era salva, lei stava bene. Si ricompose cancellando l'accenno di un sorriso. "Che ci fai qui, Sakura." Erano a un passo. Lei si trattenne dall'abbracciarlo, il tono di lui sembrava arrabbiato. "Sasuke...stai bene!" Esclamò sollevata. Lui la fissò a lungo, prima di annuire. Prese un respiro, ancora quel respiro lungo che non gli si addiceva proprio. "Mi dispiace."

"Oh Sasuke! Vedrai che adesso andrà tutto bene!" Lui scosse il capo. Il mostro che ruggiva dentro. Lei congelò i piedi sull'asfalto, avrebbe voluto volare verso di lui. E il sangue smise di scorrere. "Non avvicinarti Sakura."

"Cosa...?"

"Non capisci? É la mia condanna. Sono il cattivo, ai cattivi non...viene dato il lieto fine."

"Ti sbagli!" Sakura lasciò scendere le lacrime. "Il lieto fine ce lo costruiamo noi con le nostre mani!"

"No, il lieto fine non esiste."

"Si! Insieme noi..."

"Non c'è nessun Noi Sakura."

Raggelò dentro. I polmoni non riuscivano nemmeno più a percepire l'aria intorno. Ogni battito di ciglia, ogni cosa era solo dolore. Le sembrò di sentire rumore di vetri rotti. Strano, non era nel laboratorio, non stava armeggiando con le provette. "Ma adesso che si è risolto tutto... io pensavo..." La voce era strozzata non riusciva nemmeno a capire se era davvero lei a parlare. "Pensavi male." Chissà se alla fine un premio sarebbe stato dato a lui. "Era tutta una farsa. Solo un compito." Aveva imparato a uccidere fin da piccolo. Era una macchina da guerra, era petrolio, Sasuke Uchiha imbrattava la vittima impedendole di muoversi e a poco alla volta succhiava via le forze e toglieva il respiro. Ma il moribondo, verso la fine, trova sempre da qualche parte un po' di fiato per reagire, è la forza della vita. Lei aveva il volto sconvolto, lui invece sembrava anestetizzato e non la guardava nemmeno.

"La mia vita era vuota, tu l'hai presa e l'hai fatta diventare vita. Non andartene...Io farò tutto il possibile..."

"Di te non me ne importa nulla." Ed eccolo l'ultimo filo che viene reciso brutalmente, senza guardarla negli occhi, bastano poche parole e il giusto tempismo, non importa se muori dentro dicendole. Ma Sakura è una combattente e lo strazio aumenta, la ferita sanguina violenta da qualche parte nell'anima, non si rimarginerà col tempo. "Vuoi lasciami qui da sola? Vuoi andare verso la solitudine? Senza di te... Io morirò, Sasuke!" Piangeva, le lacrime scivolavano sull'asfalto, non c'era il dorso della mano di Sasuke ad afferrarle nella discesa. Stava rinunciando, non gli sembrava solo di scappare da lei ma anche da se stesso.

"Sasuke... portami con te!"

"No." Trovò la forza, il coraggio, di darle le spalle. Ancora quella schiena maledetta e benedetta insieme. "Io sono innamorata di te! Non lasciarmi qui da sola senza di te...! Ho bisogno di te! Io ti amo, Sasuke."

Si voltò. Il viso in tre quarti come in un fermo immagine. Scena già rivista, già vissuta.

**

Sasuke Uchiha era alla ricerca di qualcosa. Aveva trovato Itachi, un'altro dei buoni e stava incominciando a sospettare di esserlo anche lui sotto, sotto. Ovunque andasse, sentiva un'insopportabile odore che sapeva di carbonio. Forse doveva solo scoprire da dove provenisse. Forse, un giorno, si sarebbe reso conto che il profumo l'aveva avuto sotto il naso. Prese un lungo respiro come lei gli aveva insegnato a fare.

 

Sakura Haruno prese un respiro. Lungo, calibrato. Poteva ancora sentire nell'aria il profumo di killer e scienziata mescolati insieme. Ovunque andasse quel profumo era lì, sulla sua pelle, come un marchio di un proiettile, come una catena di carbonio e ossigeno. E sorrideva. Avrebbe rifatto tutto, non avrebbe cambiato niente. E adesso stava osservando un viso, appisolato sopra il divano. Capelli neri, occhi carbonio. Sua figlia. La loro figlia. Mikoto.

 

 

 

"Io Ti Amo Sasuke"

 

"Sakura...Grazie"

 

End(?)

 

 

La parte che più ho amato scrivere è stata la scena di loro due nel letto. (Andate oltre al contenuto.. puccioso XD)

Quando Sasuke le dice che stare da solo è l'unica cosa che sa fare meglio, contro questa sua perenne condizione da masochista sull'altro piatto della bilancia c'è la preghiera di Sakura, la sua speranza e tutta la sua determinazione. Sakura vuole essere felice, Sasuke non sa cosa sia la felicità. L'unica cosa tangibile veramente tra loro è il tempo, ne sprecano troppo, lui intestardendosi nella sua scelta di infelicità, rifiutandosi di guardare le altre opzioni e lei si ritrova a esplorare la solitudine e si limita a vivere come se fosse in playback .

Eppure volevo fare in modo che il succo di questi tre capitoli, si racchiudesse lì, in quella scena. Perchè lui ci prova e fallisce o forse non ci ha mai provato veramente e lei lo sa e gli sta accanto comunque. O ancora, da altri punti di vista, può lei non aver fatto davvero tutto ciò che era in suo potere. Per questo, c'è il punto interrogativo ? è un velare ciò che può succedere ancora. Lui può riprovarci, lei può ancora decidere di stargli accanto: loro possono ancora essere felici. Chi di noi non continua a sperare anche quando la realtà ti sbatte contro e ti piega in due? L'essere umano è costretto a sperare, lo fà da millenni è intrinseco nella sua natura. E volevo che emergesse questo, la loro natura, forse tutta la natura umana, anche dal modo di respirare dei due protagonisti. Sakura respira troppo veloce. Sasuke troppo lentamente. Eppure fondendo i loro respiri, lei ha imparato quanto sia bello inspirare lentamente e lui ha capito che a volte non serve calcolare ogni respiro. Detto ciò ai posteri l'ardua sentenza.

Sproloquio a parte, non volevo pubblicare quest'ultima parte... perchè sono rimasta alquanto amareggiata.

Insomma finisce nei preferiti di molte persone, ma solo pochi ti dicono cosa ne pensano veramente. E per una persona che scrive mettendo a nudo le sue emozioni, è brutto, non sapere se il suo lavoro è arrivato in profondità di chi legge. Non è una questione di firme, l'autore vuole sapere se è riuscito a scuotere l'anima. A schiaffeggiarlo XD metaforicamente parlando. Perciò volevo scioperare, ma poi dovevo ripagare le persone che invece mi hanno detto la loro e per questo tutto per voi, solo per voi, ta-dhan ecco l'ultimo atto.

Amaranth93: Claudia, posso chiamarti così? Piacere Sara XD E non sai quanto davvero sia stata importante per me la tua recensione, un toccasana davvero. Mi dispiace che sia stata cancellata una parte T.T succede spesso anche a me e poi finisco per lasciare solo quello che mi ricordo >.< o finisco per fare una gaffe dietro l'altra. Ma passando a noi, grazie per le tue parole. è stata una faticaccia scrivere questa storia, avevo sempre paura di dire troppo e troppo poco e non sono proprio capace di mantenere la suspance -.-, ma leggendo il tuo commento mi sono rincuorata perchè ti è arrivato il mio pathos XD e ti ho fatto amare Sasuke!! Ah, questo mi da la forza di scrivere ancora! Ma toglimi una curiosità com'è che l'Uchiha non ti piace? Lo so, lo so, è un verme -.- ma però è un verme con della classe XD *_* Grazie ancora Claudia, davvero! Per essere arrivata fino in fondo ai due capitoli, per il capolavoro*.* (mi commuovo) e per aver notato il pathos: grazie Claudia!

Partenope: waaa...Enzaaa...*_* avevo bisogno del tuo commentino (fà pollice, pollice...o è indice, indice?) Che bel complimento che mi hai fatto *_* (ridacchia come una scema) Grazie per il tuo lavoro, arduo e tempestoso, e per il tuo parere. è sempre importante per me sapere cosa pensi, se tutto quel lavoro davanti al pc ne valeva la pena *.* per questo era il minimo dedicarla a te, hai seguito il mio pathos dandomi anche dei consigli su Naruto che io spesso e volentieri lo mando alla bambaraggia (non ho idea di cosa ho scritto ma mi piaceva il suono della parola) e sono maledettamente IC. Ahahaha (risata inquietante) è il mio obiettivo e tu lo sai, se uno scrive e cambia i caratteri è facile, allora potremmo tutti quanti scrivere alla Raperonzolo maniera, Sasuke sul cavallo bianco che dice a Sakura di scendere, invece la sfida sta proprio nel mantenere Ic i personaggi anche nelle Au *_* no? L'accendiamo? Ehm Enza, chi me le potrebbe curare ste Public Relation? XD ma è una malattia? XD scherzo. Grazie di kore, per tutto.

memi: Teeeex >.< Sono io orgogliosa (petto all'infuori) per avere una best come te, il tuo parere lo sai che è importantissimo. Ogni volta che leggo una tua recensione (o anche una tua storia) ho quel sorriso da idiota e il cuore mi si allarga, assaporando ogni piccola emozione che posso averti regalato. Le tue analisi poi mi servono come imput per fare meglio o per correggere i miei difetti -> vedi impulsività. E sapere che ti ho regalato un po' di pathos e che ti rendo reale una scena mi esorta a scrivere sapendo soprattutto che ci sarai sempre tu a farmi da spalla. E lo stesso vale per te, lo sai no? Che io sono la tua Taichi e quindi la tua fan numero1, è matematica. Tex se un giorno tu volessi fare la cantante (XD) io sarei quella riccia sugli spalti, ad ogni concerto con i cartelloni a urlare come una pazza e a seguire la musica e a battere le mani o con le stelle filanti in mano (sperando di non incendiare nulla) e poi quella che mangicchia qualcosa dietro alle quinte al buffet per la trup, che ti dà coraggio. Spdl. Grazie Tex.

terrastoria: La mia piccola Terra-chan! *_* ma come posso non ringraziare te?? Sappi che l'ho pubblicata soprattutto per il tuo incoraggiamento! E le tue parole, cioè Terra, definirmi la scrittrice sasusaku dell'anima e del significato..per me... mi hai fatto piangere davvero e mi hai dato una carica enorme, perchè allora vale qualcosa scrivere sulla tastiera nera e buttare fuori quello che si ha dentro! è per scrittrici come te, che il fandom non va in malora è per persone che riescono a cogliere anche le più piccole sfumature come ogni pre o post finale che hai detto bene, sono dei legamenti tra passato e futuro con i sentimenti più superficiali o nascosti della natura umana: che è bello scrivere! è la cosa più bella per un autore riuscire a far capire quello che voleva comunicare. " Perchè, in fin dei conti, sono assurdi: lo sono sempre stati, quei due, a rimbeccarsi scioccamente o disperatamente, ad abbandonarsi l'uno all'altro come fosse sempre l'ultima volta." è questo quello che penso anche io di loro, è questo che a volte rende una storia d'amore tale, hai fatto il riassunto perfetto. Questo abbandonarsi e ritrovarsi più forti o più deboli di prima per poi ancora, amarsi disperatamente. E magari non sapere il perchè, quando sarebbe tutto più facile, ma forse a volte subentra la paura di perdersi nell'altro o di perdere l'altro non potendo fare nulla contro il destino, è questa impotenza di rimanere da soli, che ci spinge a proteggere la nostra individualità e a scegliere per primi la solitudine. Fa troppa paura amare così, amare davvero. Perchè è alchimia ed è una delle sensazioni più belle che possono scuotere l'animo umano, quando una persona così diversa da te o forse così simile ti completa, anche da un punto di vista chimico. Non scherzo se dico che quando sarò depressa leggerò la tua recensione! E hai visto, incredibile, che entrambe c'eravamo fiondate su The Scientist? Terra mi raccomando devi scrivere anche tu perchè regali dei pensieri profondi che sono pura poesia. E io ti voglio bene, tantissimo mia piccola Terra-chan. Grazie di cuore per tutto, per questo, per esserci.

 

 

Detto ciò. Alla prossima,

 

Sara.

 

 

  
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