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Autore: Moony3    12/10/2009    28 recensioni
Circa otto anni dopo la sconfitta di Voldemort, l'Auror Harry Potter scoprirà che per mettere in difficoltà un uomo non sono necessari draghi, basilischi e maghi oscuri; basta un bambino assalito da inopportune curiosità. Fortunatamente, Hermione e Ron saranno al suo fianco anche questa volta, aiutandolo ad affrontare la sua nuova e delicatissima sfida: dare una risposta sensata, plausibile e soddisfacente alla spinosa domanda posta a tradimento dal piccolo Teddy.
Una breve, giocosa "istantanea" che tenta di catturare un minuscolo frammento di quei diciannove lunghi anni noti soltanto a J.K. Rowling.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Teddy Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa breve storia è nata per gioco, in un torrido e pigro pomeriggio di agosto passato sul refrigerante bordo di una piscina.
E' ispirata a una parte dell'altra mia fanfiction: "La Chiave del Tempo" (tranquilli, è totalmente autonoma e può benissimo essere letta senza sorbirsi la prima).
A un certo punto di quella storia, il giova
ne Teddy afferma di avere chiesto chiarimenti sui più basilari fatti della vita a Harry, di avere ricevuto una risposta da Ron e di non essere stato particolarmente soddisfatto dalla risposta. Anzi. La diretta conseguenza del non particolarmente esaustivo discorsetto era stata l'inquietante certezza che, per diventare papà, avrebbe dovuto farsi pungere da un'ape mentre porgeva fiori a una ragazza.

Questa storia è il tentativo di spiegare come Ron sia riuscito a inculcare nella mente del piccolo Lupin tale inconsueta convinzione.
Mi rendo conto che l'argomento non è dei più originali... ma alla mia lettrice-cavia la storia pare essere piaciuta e, fidandomi ciecamente del suo giudizio, ho deciso di proporla a chiunque sia sufficientemente ardimentoso da affrontarne la lettura.
Se il risultato vi sembrerà un tantino stravagante sappiate che è tutta colpa dei vapori di cloro sprigionatisi dalla piscina.

I personaggi appartengono a J.K. Rowling e la storia non ha scopo di lucro.




Come funziona, esattamente, la cosa?


Era un tiepido pomeriggio assolato e il ragazzino, seduto composto al tavolo dell'accogliente cucina di casa Potter, guardava bramoso il pezzetto di cielo terso che si scorgeva dall'ampia finestra.
Anche la lieve brezza che scompigliava la chioma degli alberi sembrava assolutamente perfetta: la giornata ideale per un bel volo sulla scopa.
Il ragazzino prese un biscotto dal vassoio posato al centro del tavolo e sospirò desolato, sbirciando l'uomo sedutogli accanto che, circondato da miriadi di foglietti artisticamente sparpagliati tra biscotti e tazze di tè, scriveva ispirato su una grossa pergamena.
«Harry...» provò a distoglierlo il bambino con una vocetta angelica e, sperava, irresistibile.
L'uomo sollevò gli occhi verdissimi dalla pergamena, si aggiustò gli occhiali con un gesto meccanico e abbozzò un sorrisetto contrito. «Lasciami terminare questa relazione, Teddy, poi sarò tutto tuo» promise, posando la piuma d'oca un po' spelacchiata sul tavolo e scompigliando i capelli di un funereo viola-mi-sto-annoiando-a-morte del ragazzino; poi ammiccò scherzoso: «Se non la finisco chi la sente Hermione?»
«Già» convenne con decisione il mago dai capelli rossi seduto a capotavola, ingurgitando un grosso biscotto intero. «E' sempre stata fissata con questa storia dei compiti. Fin da piccola: un vero tormento».
Il ragazzino annuì e, appoggiando il capo sulla mano, osservò speranzoso Hermione assottigliare pericolosamente gli occhi; con un po' di fortuna la strega avrebbe evocato un battaglione di combattivi canarini da scagliare contro Ron. A volte lo faceva, e Teddy lo trovava fantastico.
Le illusioni del bambino vennero però infrante dall'inopportuno vagito proveniente dalla carrozzina parcheggiata accanto a Hermione che, sorridendo radiosa, ne estrasse un fagottino rosa e cominciò a cullarlo con dolcezza.
Teddy sbuffò deluso, recriminando sulle ingiustizie della vita e spostando la sua attenzione sull'unica possibile fonte di distrazione: il piccolo James, dall'altro lato del tavolo, sedeva sul suo seggiolone fissando spavaldo Ginny che tentava di propinargli una preoccupante poltiglia verdastra. Senza grande successo, a quanto pareva.
Teddy sogghignò virando i capelli a un ciclamino brillante e tramutando il naso in un grugno da porcellino; James, deliziato, spalancò la boccuccia e Ginny ne approfittò per infilarvi a tradimento una cucchiaiata colma della preoccupante poltiglia poi, sorridendo grata a Teddy, si massaggiò la pancia voluminosa.
Era strana la pancia di Ginny, ultimamente. Si muoveva, a volte. Dava dei colpetti che facevano il solletico sul palmo della mano, se glielo appoggiavi sopra.
Harry adorava farsi colpire dalla pancia di Ginny. Teddy meno. Lo trovava decisamente inquietante: le pance serie non dovrebbero colpire la gente!
Oh sapeva, naturalmente, che non era proprio la pancia a dare quei colpi, ma il nuovo bambino che sarebbe nato da lì a poco. Lo trovava inquietante lo stesso, però.
Bevve un sorso di succo di zucca e fissò lo sguardo su Hermione che stava ancora cullando il fagotto strepitante. Anche la pancia di Hermione aveva avuto comportamenti strambi, fino a qualche giorno prima. Ma era tornata normale quando ne era uscita la bambina: Rose.
Teddy, sporgendosi un poco, scrutò scettico il faccino grinzoso della neonata; Molly non faceva che ripetere estasiata che era bellissima ma, secondo lui, ricordava vagamente un Avvincino. Ed era anche abbastanza noiosa, a essere sinceri. Sì, era più interessante quando stava nella pancia, tutto sommato.
Teddy coltivava la segreta speranza che il nuovo bambino di Harry fosse più piacevole, ma ne dubitava seriamente. James cominciava a diventare interessante solo ora, decise, guardando compiaciuto il bimbo inondare allegramente la madre di poltiglia verdognola e battere le manine entusiasta.
All'improvviso Teddy venne assalito da una bruciante curiosità. Gli capitava spesso, ultimamente, di avere strane domande che gli ronzavano per la testa e il padrino riusciva quasi sempre a dargli una risposta. Chissà se sapeva anche come...
«Fatto» esclamò felice Harry, abbandonando definitivamente la piuma sul tavolo e alzandosi in piedi stiracchiandosi beato. «Forza, Teddy, sono tutto tuo! Cosa vogliamo fare?» sbirciò oltre il vetro e sorrise soddisfatto. «Direi che è una giornata ideale per volare, oggi. Ti va un giretto sulla scopa?»
Teddy lo guardò pensieroso. «Sì... ma prima mi spieghi come ha fatto il tuo nuovo bambino a entrare nella pancia di Ginny, Harry?»
Seguì un istante di silenzio sbigottito, interrotto solo dagli strilli di James e da un tossicchiare insistente: probabilmente Ron si era strozzato con un biscotto. Be', nonna Andromeda diceva sempre di masticare bene; e a bocca chiusa, naturalmente.
Ron non faceva né l'una né l'altra cosa, in genere. Del resto non viveva con nonna Andromeda...
Ginny ed Hermione ridacchiarono divertite e Harry si lasciò ricadere sulla sedia, fissando il figlioccio ad occhi sgranati.
«Uh... come Teddy?»
«Sì, insomma» il bambino indicò Rose che dormiva placida tra le braccia della mamma. «Nella pancia di Ginny c'è uno di quei cosi. Ed è per questo che si comporta in modo strano. La pancia, dico. Quello che non capisco è come ha fatto ad entrarci, il coso».
«Ah».
«Non lo ha mangiato, vero?» domandò il piccolo arricciando diffidente il nasetto tornato normale.
«Eh... no, certo che non lo ha mangiato! Lei...» Harry si fermò, indeciso. Negli occhi lo smarrimento di chi non sa davvero che pesci pigliare. Guardò la moglie con aria vagamente implorante.
«Ginny, vorresti...?»
«Direi proprio di no, amore. Sto tentando di sfamare il tuo primogenito, al momento. E poi Teddy lo ha chiesto a te» rispose quella, con una luce diabolica nello sguardo.
«In fondo, Harry» rincarò Hermione, tentando disperatamente di darsi un contegno, «Hai affrontato prove molto peggiori in vita tua. Hai sconfitto draghi, basilischi e maghi oscuri».
«Già. Peccato che draghi, basilischi e maghi oscuri non si trovino mai quando servono...» borbottò il Prescelto, togliendosi gli occhiali e sfregandosi gli occhi avvilito.
Teddy osservò sorpreso la reazione del padrino e, in un moto di virile comprensione, gli posò una manina sulla spalla dando brevi colpetti rassicuranti. «Se non sai come funziona, esattamente, la cosa non fa nulla, Harry. Davvero. Lo capisco» corrugò la fronte, pensoso. «Magari potremmo studiarci sopra tutti assieme».
Ginny soffocò una risata. «Giusto! Forse nella Sezione Proibita della Biblioteca di Hogwarts troveremo qualcosa. Su, non abbatterti Harry, prima o poi scoprirai come funziona, esattamente, la cosa».
Harry si rimise gli occhiali e sogghignò lanciando un'occhiata significativa alla moglie, quindi si schiarì la voce: «Teddy, apprezzo molto la tua comprensione, davvero. Ma sono abbastanza sicuro di sapere come funziona, esattamente, la cosa. E' solo che è un argomento un po'...»
«Ah, te lo spiego io, piccoletto» intervenne Ron, appoggiando entrambi i gomiti sul tavolo e allungandosi verso il bambino. «Che ci vorrà mai. Allora, hai presente le api?»
Teddy annuì con entusiasmo scostandosi i capelli, tornati del loro solito castano chiaro, dalla fronte, una scintilla di anticipazione negli occhi ambrati. «Sì. So tutto sulle api, Ron. Sono insetti sociali, imenotteri per la precisione. Vivono in alveari e sono molto utili per l'uomo, perché producono cera e miele».
Ron lo guardò a bocca spalancata. «Eh? Ime... cosa?»
«Imenotteri. Era scritto in un bellissimo libro che mi ha regalato Hermione. Se vuoi te lo presto. Secondo me ti piace. Ha anche le figure».
«Oh. Io... ci penserò, sì. Ma torniamo a noi, ora. Dunque, le api si posano sui cavoli».
Harry guardò l'amico, scettico. «Ma non erano fiori, Ron?»
«Fiori? Sei sicuro?»
«Sì, i cavoli avevano a che fare con le cicogne, mi pare...»
Teddy guardò alternativamente i due, sempre più interessato, poi affermò conciliante: «Cavoli e fiori sono abbastanza simili, penso. Sono tutti e due vegetali».
«Ecco, vedi Harry, cavoli e fiori sono tutti e due vegetali» sottolineò Ron.
«Può darsi, ma non mi risulta che le api c'entrino coi cavoli. Sono le cicogne quelle collegate ai cavoli» insistette caparbio Harry.
«Ah... magari anche le cicogne sono simili alle api» insinuò speranzoso Ron.
«Ma le cicogne non sono imenotteri! Non fanno neppure il miele» protestò Teddy sdegnato.
«No?»
«No, sono uccelli, le cicogne. Però volano anche loro» concluse il ragazzino con un sorriso esultante.
«Ecco! Vedi, Harry? Qualcosa in comune api e cicogne lo hanno, dopo tutto» rimarcò Ron, squadrando trionfante il cognato, poi riportò la sua attenzione sul bambino. «Va bene Teddy. Ma ora dimenticati i cavoli. E anche le cicogne. Quella è un'altra versione dei fatti».
«Un'altra versione dei fatti?» chiese Teddy un po' confuso.

«Sì. Concentriamoci su fiori e api» affermò il mago dai capelli rossi con decisione.
Teddy annuì solenne, un po' sorpreso delle risatine che scuotevano Hermione e Ginny: le femmine erano davvero strane.
«Perfetto» Ron bevve un sorso di tè e riprese la sua spiegazione. «Allora, le api si posano sui fiori e li impollinano».
«Ma questo lo so già, Ron» replicò pacato Teddy. «Era scritto nel libro che mi ha regalato Hermione».
«Ah sì?» Ron guardò la moglie scandalizzato. «Ma che razza di letture proponi a questo bambino? Il prossimo regalo lo sceglierò io!» affermò tornando poi a fissare Teddy. «Allora, ometto, dicevo, le api impollinano i fiori ed è esattamente così che un bimbo entra nella pancia di una mamma».
Teddy socchiuse gli occhi, sconcertato, e Harry gemette sfregandosi la fronte con una mano.
«Per fare entrare un bambino in una pancia servono delle api e dei fiori?» chiese Teddy allibito. «Come funziona, esattamente, la cosa?»
«Ah» Ron si passò una mano tra i capelli, le orecchie rosse come un gagliardetto di Grifondoro. «Ecco, devi sapere che alle donne piace ricevere dei fiori, sì. E gli uomini... er... come sai le api... eh... pungono».
Teddy si accigliò, perplesso. «Le api pungono gli uomini? Se volessi diventare papà dovrei farmi pungere da un'ape mentre do dei fiori a una ragazza, vuoi dire?» si fermò meditabondo, scrutando Rose con aria scettica. «No, credo che la cosa non mi interessi».
«Oh, per l'amor del cielo» sbottò Ginny cercando di smettere di ridere. «Harry, vuoi intervenire prima che Ron rovini del tutto questo povero bambino?»
Harry prese un profondo respiro e mormorò: «No, Teddy, non è esattamente così che funziona la cosa. Le api, impollinando i fiori, permettono loro di produrre semi da cui nasceranno altri fiori. Ma per i bambini... non servono api e fiori, tesoro».
Teddy annuì, sempre più confuso. «Per i bambini servono cicogne e cavoli?»
«No! No Teddy, non servono cicogne e cavoli» Harry scoccò a Ron un'occhiata assassina, poi fissò il figlioccio con dolcezza. «Per i bambini servono solo una mamma e un papà».
«Una mamma e un papà? E basta? Ma come fanno una mamma e un papà a fare entrare un bambino nella pancia della mamma? Dove lo prendono?» inarcò un sopracciglio, pensoso. «Usano qualche magia, vero?»
«Sì, Teddy. La magia più potente del mondo: l'amore» rispose Harry, arruffandogli affettuosamente  i capelli.
«Oh» commentò Teddy sorpreso. «Ma come funziona, esattamente, la cosa?»
Harry boccheggiò ed Hermione, adagiando la figlia addormentata nella carrozzina, sbuffò divertita: «Vieni qui, Teddy».
Il piccolo ubbidì e la strega se lo fece sedere sulle ginocchia.
«Vedi, tesoro, quando un papà ama davvero una mamma le dimostra questo suo amore e, così facendo, le dona un minuscolo pezzettino di se stesso, mettendolo al sicuro nella pancia di lei. Qui, questo minuscolo pezzettino di papà si unisce a un minuscolo pezzettino della mamma, creando così un nuovo bambino».
Teddy alzò il visetto, guardando Hermione meravigliato. «Un bambino è formato da un pezzettino del papà e da un pezzettino della mamma? Mi piace questa versione. E mi pare anche più credibile» affermò, guardando in tralice Ron che sospirò afferrando un ennesimo biscotto.
Quindi il ragazzino si chinò su Rose esaminandone assorto i minuscoli lineamenti. «Non lo vedo il tuo pezzettino, sai Hermione? Ma era nella tua pancia, quindi penso che debba averlo. Non ci vedo nemmeno quello di Ron, però...» alzò lo sguardo, ispirato. «Forse è stato qualche altro papà a darti il pezzettino per crearla».
Un sinistro rumore di ceramica infranta fece sussultare il bambino: Ron, con il viso di un'affascinante tonalità ciclamino, guardava Hermione con gli occhi socchiusi, circondato dai cocci di una tazzina del servizio da tè regalato a Ginny da zia Muriel.
Harry ridacchiò sistemando il pasticcio con un pigro colpo di bacchetta ed Hermione richiamò l'attenzione di Teddy. «Oh, sono ragionevolmente sicura del fatto che Rose sia stata creata da un pezzetto di Ron, tesoro. Solo che è ancora molto piccola, ed è difficile scorgerlo».
Teddy annuì poco convinto, scrutando James e studiandone con attenzione i capelli neri e arruffati che spiovevano, ribelli, sugli occhi castani.
«Jamie ha i capelli di Harry. Ma ha gli occhi di Ginny» affermò elettrizzato, poi riportò la sua attenzione sulla bimba addormentata annunciando vittorioso: «Ha i capelli rossi! Pochi, ma decisamente rossi! Sì, Hermione, il secondo pezzettino potrebbe essere proprio quello di Ron...»
«Oh, ma che fortuna» borbottò il mago un po' imbronciato.
Teddy si agitò irrequieto, abbassò lo sguardo e, stringendosi le manine in grembo chiese, titubante: «Anche in me si vedono i pezzettini di mamma e di papà?»
«Sì, oh sì, piccolino» mormorò Hermione accarezzandogli i capelli con dolcezza. «Non sai quanto! Quando trasformi il naso in un grugno da porcellino per divertire James, ad esempio, sei identico alla tua mamma. Anche lei lo faceva, a volte».
Teddy sorrise deliziato ed Hermione gli diede un buffetto affettuoso sul naso. «E hai il sorriso dolce e disarmante di Remus, non c'è dubbio. Più cresci, Ted, più le tue somiglianze con loro si accentuano, sai?» concluse, avvolgendo il bimbo in un abbraccio.
«Hai la stessa risata di Tonks» mormorò Ginny con un pizzico di malinconia. «Quando ridi mi sembra di risentire lei».
«E hai gli occhi di tuo padre» affermò Harry con una voce insolitamente roca. «Spesso, quando mi guardi, ho la sensazione che sia lui a farlo. E' per questo che a volte mi turbo quando mi fai qualche domanda, Teddy. Mi sembra strano dover essere io a spiegare qualcosa a chi mi guarda con quegli occhi».
«Perché?» chiese il bimbo sbalordito.
«Perché di solito era il tuo papà a rispondere alle domande che gli facevo io».
«Oh. Facevi al mio papà domande come quelle che faccio io a te?»
«Sì. Be'... quella che tu hai posto a me poco fa no, non gliela ho mai fatta».
«Peccato, però» ridacchiò Ron. «Mi sarebbe piaciuto vedere la sua reazione. Secondo me sarebbe ammutolito come hai fatto tu, Harry».
Hermione scostò dolcemente Teddy da sé e negò sdegnata: «Ma certo che no! Lui avrebbe saputo sicuramente rispondere. Lui sapeva sempre rispondere. Ci ha spiegato cose molto più complicate, in fondo».
Teddy scese dalle ginocchia della strega e si avvicinò alla carrozzina di Rose.
«Pensate che questa capacità l'abbia messa nel pezzettino che ha usato per creare me?» chiese, scrutando meditabondo la bambina.
Hermione annuì sorridendo. «Oh, io direi proprio di sì, Teddy. Prima, mentre spalancavi a Ron una finestra sul "meraviglioso mondo degli imenotteri" eri identico a Remus: una sua miniatura».
«Bene» il bambino guardò in tralice Ron e poi fissò su Hermione uno sguardo serio. «Così, quando Rose sarà interessata a sapere come fanno i bambini a entrare nelle pance delle mamme, se non vorrai spiegarglielo tu, Hermione, potrò farlo io. Perché è meglio evitare di farlo fare a Ron, mi sa».
James scelse proprio quel momento per lanciare uno sdegnato strillo assordante.
«Tranquillo, Jamie, lo spiegherò anche a te, se vorrai... ma, con un po' di allenamento, il tuo papà potrebbe anche farcela, secondo me».
Quindi, indifferente alle diverse reazioni provocate dai suoi ultimi commenti, Teddy si avvicinò al padrino, gli afferrò una mano costringendolo ad alzarsi e gli rivolse un sorriso elettrizzato: «Ma non avevi parlato di un giretto sulla scopa, Harry?» si fermò un istante, assorto. «Prima ho un'altra domanda, però».
Harry lo guardò, vagamente preoccupato, ma sorrise e rispose: «Dimmi, Teddy»
«Secondo te la passione per il volo stava nel pezzettino di mamma o in quello di papà?»



Fine

Scrivendo questa storiella ho tentato di adottare il punto di vista di un bambino di otto anni, con tutte le convinzioni e le idiosincrasie del caso.
Avrete notato, però, che, in alcuni punti, il piccolo Teddy sfoggia una notevole padronanza linguistica; forse eccessiva per un bimbo di quell'età. Ma la cosa è assolutamente voluta.

Mi immagino Teddy come uno di quei ragazzini "stregati" dai libri che, di conseguenza, tendono a sfoderare termini insoliti in modo indiscutibilmente appropriato, gettando nel più cupo sconforto gli adulti che li circondano. (Come non provare un moto d'empatica comprensione per il povero Ron, totalmente ignaro dell'esistenza dei misteriosi Imenotteri?).
Non ho la più pallida idea di chi sia nato prima tra Rose o Albus... così ho deciso di dare, cavallerescamente, la precedenza alla femminuccia.
E non so neppure quale aspetto abbia esattamente il piccolo James, so solo che non ha gli occhi di Harry, così ho deciso di appioppargli i capelli dei Potter... spero mi perdoni. ^^

  
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