Chapter 01: Campione.
Damien,
Damien!!!- esultavano gli spettatori, vedendo un
ennesimo spettacolare canestro da tre punti, effettuato dal campione
dell'Omtans, Damien Trustand, giovane stella emergente del basket
americano.
Anche dopo aver nuovamente segnato e aver così assicurato
una vittoria sicura per la sua squadra, Damien, continuava imperterrito
a
scattare e rubare la palla per poter effettuare nuovi punti, senza mai
perdere
un`occasione, senza mai fermarsi, senza mai smettere di mettere tutto
se stesso
in quello sport, che per lui rappresentava tutta la sua vita, che
rappresentava
l`unico posto in cui poteva essere se stesso, senza dover temere di
poter
essere scacciato da un momento all`altro.
Damien Trustand, quattordicenne di Montreal, alto un metro e
settantatre, con capelli di un nero notte tendente al blu e occhi blu
scuro,
ala piccola dell`Omtans, alla fine della partita, conclusasi come
sempre a suo
favore, s'infilò velocemente negli spogliatoi e subito dopo
nelle docce, senza
prestare la minima attenzione ai ragazzi della sua squadra e agli altri
spettatori che acclamavano la sua bravura.
"Questa era l`ultima partita che giocavo in questa
squadra e abbiamo vinto per la terza volta il campionato
interscolastico delle
scuole inferiori, ma da ora in poi dovrò impegnarmi ancora
di più. Sarà più
difficile vincere il campionato nelle scuole superiori e, anche se la
scuola che
ho deciso di frequentare, l`Antareas high school, ha una delle squadre
migliori
dello stato, ci sono molte altre squadre altrettanto forti. Devo
allenarmi
molto di più da domani in poi." pensava il brunetto, mentre
l`acqua
continuava senza sosta a massaggiarlo con il suo getto, sciogliendogli
i
muscoli tesi a causa dello sforzo fisico.
Appena finita la doccia ed essersi rivestito, Damien, uscì
velocemente dagli spogliatoi e poi dal centro sportivo in cui si era
disputata
la partita, mentre delle ragazze e anche qualche ragazzo, anche
più grandi di
lui, continuavano a guardarlo incanti, cercando di avvicinarlo o di
parlargli o
di fare qualsiasi altra cosa che attirasse la sua attenzione.
Ma alla fine, come sempre, lui continuava a camminare svelto
per la sua strada, tenendo gli occhi ben fissi sul percorso da
percorrere,
mentre nella sua testa scorreva sempre la stessa dolorosa domanda.
"Se sapessero cosa veramente sono, continuerebbero comunque a
guardarmi in quel modo?" si domandava incerto, ma dopo un primo attimo
di
speranza, la sua coscienza mandava una semplice risposta alla sua
domanda: No,
scapperebbero spaventate.
E ogni volta che quella risposta gli si parava nella mente,
perdeva nuovamente ogni possibilità di illudersi che le cose
prima o poi sarebbero
state diverse. Sapeva benissimo di essere un mostro e sapeva ugualmente
bene
che, una volta conosciuto quel lato di lui, mai nessuno lo avrebbe
accettato
vicino a se.
Era sempre la stessa storia, ogni volta che qualcuno cercava
di avvicinarglisi, le stesse domande affollavano la sua mente,
risolvendosi
sempre nelle stesse risposte, il che lo portava a chiudersi sempre
più in se
stesso e nei suoi silenzi, nella speranza di non soffrirne
più così tanto, non
riuscendo però nel suo intento.