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Autore: Shainareth    14/10/2009    2 recensioni
[Gundam SEED Destiny] Shinn tentennò nella risposta. Voleva parlare con Athrun, però... Però i suoi occhi erano calamitati da quella piccola fascia aurea di forma circolare che ornava l’anulare sinistro del Delegato.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Athrun Zala, Cagalli Yula Athha, Shinn Asuka
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Anello




«Grazie», mugugnò, impacciato, quando lei posò una tazza di tè caldo davanti a lui. Non aveva il coraggio di guardarla, e, tuttavia, con la coda dell’occhio ne seguiva ogni azione: si muoveva lentamente, calma come mai l’aveva vista prima di allora. Gli si sedette di fronte, tenendo fra le mani il proprio infuso e riscaldandosi così i palmi in quella grigia giornata di pioggia. A parte il ticchettio dell’acqua che batteva contro i vetri delle finestre della grande stanza, non vi era altro rumore attorno a loro, e questo forse contribuiva a rendere difficile quel che il soldato aveva da chiederle.

   «Athrun tornerà tardi, temo», gli fece sapere la ragazza, d’un tratto. La sua voce era rilassata, moderata, e a lui parve di sentirla ora per la prima volta: solitamente quando gli rivolgeva la parola lo faceva sempre con una sfumatura sarcastica o infastidita. «Il nostro staff tecnico ha chiesto la sua consulenza a Morgenroete», si sentì spiegare, dopo che Cagalli si era concessa un lungo sorso. «Puoi aspettarlo, se vuoi.»

    Shinn tentennò nella risposta. Voleva parlare con Athrun, però... Però i suoi occhi erano calamitati da quella piccola fascia aurea di forma circolare che ornava l’anulare sinistro del Delegato. Avrebbe benissimo potuto chiedere il suo aiuto, anziché attendere fino a sera e, magari, essere di disturbo. Oltretutto, Athrun sarebbe potuto rincasare davvero stanco e quindi lui non avrebbe di certo avuto cuore di annoiarlo con i suoi problemi. Discutere della cosa con sua moglie, invece, sarebbe stato di gran lunga più sbrigativo. Eppure troppo difficile. Avrebbe voluto rimandare all’indomani, ma non poteva perché, a furia di prendere tempo per non affrontare di petto quella questione che tanto lo imbarazzava, aveva finito i giorni di licenza a sua disposizione e doveva fare ritorno su PLANT. Senza aver concluso nulla.

   Sospirò, rassegnato.

   «Se non bevi, si raffredderà.»

   «Sì, scusa. Grazie.»

   Cagalli lo osservò da dietro la sua tazza mentre lui iniziava finalmente a centellinare il tè che gli aveva preparato personalmente. Era curioso, pensava, vederlo così tranquillo. Che qualcosa lo turbasse?

   «Speriamo che faccia subito effetto.»

   Shinn cadde dalle nuvole. «Cosa?»

   «La cantarella che ho usato al posto dello zucchero.» Sputò il liquido che aveva in bocca senza tante cerimonie e cominciò ad insultarla, fra un colpo di tosse e l’altro, mentre lei se la rideva. «Sei proprio scemo. Non posso permettermi di ammazzarti così sfacciatamente, ti pare?»

   La trapassò da parte a parte con lo sguardo, quindi, dopo essersi ripulito con un tovagliolo, affermò: «Sapevo che avrei dovuto andarmene subito.»

   «Sei ancora in tempo per farlo, ma ti bagnerai.»

   «Meglio che restare qui a sopportare la tua inutile compagnia», rimbeccò, facendo per alzarsi per davvero.

   «Da cosa stai scappando?»

   Si fermò. «Da niente.»

   «Non puoi dirlo a me?» Shinn strinse i pugni, indeciso. «Dev’essere per forza Athrun?»

   «No, è solo che…»

   «Ti vergogni?»

   Smettila di leggermi nel pensiero!, avrebbe voluto gridare. Non lo fece.

   «Mi prenderesti in giro.»

   «E allora?»

   «Ho un orgoglio da difendere, sai?»

   Cagalli sorrise, intenerita. «Più che l’orgoglio, è la tua sensibilità che stai proteggendo dai miei vili attacchi, vero?» Shinn arrossì e distolse ancora una volta gli occhi dai suoi. Lei si sporse in avanti, verso il piccolo vassoio su cui aveva adagiato dei biscotti da accompagnare al tè e ne prese uno fra le dita. «Giuro che non mi prenderò gioco di te. Poco fa ho solo cercato di rompere il ghiaccio perché non ti riconoscevo più. Sai…» Si fermò per qualche attimo, come a voler trovare le parole adatte. «A ben guardare, io e te non ci conosciamo poi molto. Però, mi piacerebbe davvero poter essere in grado di parlarti come farei con un amico di Athrun. Alla fine, mi sento spesso esclusa dalla sua vita privata, per questo.» Stupito, il giovane tornò timidamente a spostare la propria attenzione su di lei. «È stupido, secondo te?»

   «No», le rispose.

   «Se ci pensi, tutti i suoi amici sono su PLANT. Anche mio fratello adesso vive lassù», continuò la Principessa, in tono quasi malinconico, mentre il suo ospite si rimetteva a sedere senza altre proteste. «Perciò… qui Athrun ha soltanto me.»

   «E non è una ragione sufficiente per rimanere a Orb?»

   «No.»

   «Perché no?»

   «Vorrei non essere l’unica cosa che lo lega a questo posto.»

   Shinn si fece un breve esame di coscienza. Infine, decise che era giusto che Cagalli sapesse. «Quando Athrun viene su PLANT… Sai, intendo proprio tutte le volte…» Si massaggiò la nuca, a disagio. «Lui viene assalito dalla domanda che, probabilmente, dovremmo evitare di rivolgergli in continuazione.»

   «Quale?»

   «Gli chiediamo sempre di tornare da noi.»

   «Capisco.»

   «Non vuoi sapere cosa ci risponde?» La ragazza rimase in silenzio, e Shinn si reputò in diritto di continuare. «Risponde che…»

   «Non dirlo», lo interruppe lei. «Sarebbe ingiusto.»

   «Però…»

   Cagalli si abbandonò contro lo schienale del divano e rivolse gli occhi ambrati alle piccole gocce di pioggia che scivolavano lungo i vetri delle finestre, appannati per la differenza di temperatura che vi era fra l’esterno e l’interno dell’abitazione. «Mi rendo conto che Athrun non è stupido al punto da sacrificare il proprio avvenire per qualcuno con cui reputa di non poter essere felice. Tuttavia, mi piacerebbe che amasse Orb quanto la amo io.»

   «Credi che non lo faccia?»

   Scosse il capo ed abbandonò in grembo la mano con cui reggeva il biscotto. «Non è quello che credo io che conta…»

   Il giovane si affrettò a rincuorarla, preoccupato per quella situazione. «Però, lui…»

   Il Delegato gli lanciò contro il dolciume, colpendolo in pieno viso. «Ti ho detto che non voglio saperlo, imbecille!»

   Shinn imprecò, irritato, ma decise di lasciar perdere perché le riconosceva di avere ragione: era una questione che dovevano risolvere fra loro, lui non c’entrava. Cagalli era stata sincera con lui, raccontandogli qualcosa di tanto intimo che non le riusciva di dire neanche ad Athrun. Tutto, per poter avere qualcosa da condividere con lui. Non lo avrebbe mai creduto possibile, eppure Shinn si sorprese a provare un sentimento simile alla tenerezza. Nei confronti di quella donna che diceva di non sopportare.

   «Senti…»

   Lei alzò un sopracciglio. «Cosa?»

   «Domani tornerò a casa, quindi non credo che aspetterò Athrun per tediarlo con i miei problemi. Solo per salutarlo, magari.»

   «D’accordo», disse, issandosi a sedere in modo composto per prendere un altro biscotto.

   Shinn temporeggiò di nuovo. Infine si fece forza. «Quell’anello…» Vide Cagalli fermare la propria azione a metà e si bloccò.

   «È da prima che lo stai guardando.»

   Arrossì. «Te ne eri accorta?»

   «Vuoi regalarne uno alla tua ragazza?» Dal colorito del suo viso, la Principessa comprese che il suo ospite non avrebbe parlato per almeno due minuti. Tornò a sorridergli. Poggiò la tazza sul tavolo e sfilò l’anello dal dito. Glielo porse. «Provalo e dimmi se, secondo te, questa misura potrebbe andarle bene.»

   Il soldato rimase interdetto. «Mi dài il tuo?»

   «Sei idiota o cosa?», si sentì rispondere. «Dimmi tu dove s'è mai vista una sposa che regala la propria fede nuziale a qualcun altro. Senza contare che all’interno sono incisi il mio nome e quello di Athrun», si scomodò a spiegargli Cagalli. «Su, prova.»

   Shinn esitò ancora qualche secondo, ma poi obbedì, confortato dal fatto che non dovesse confessare un bel niente perché lei gli aveva risparmiato la fatica, e l’imbarazzo, di farlo. «Credo che possa andare.»

   «Ottimo. Se hai voglia di comprarlo qui, ti accompagno», si propose ancora la ragazza, alzandosi in piedi e lasciandolo senza parole.

   «A-Aspetta», la fermò lui, afferrandola per un polso con forza e rischiando di rovesciare il tavolino che li separava. Le tazze tintinnarono contro i piattini, e qualche goccia di tè finì per imbrattare il tovagliolo su cui erano adagiate.

   «Che c’è?»

   Si rese conto che non poteva sperare che Cagalli capisse anche il resto. «Io… volevo chiedere…»

   «Devi andare in bagno?»

   «No», sbottò, infastidito, agitando un braccio per aria come se stesse scacciando via una mosca. «Volevo parlare con Athrun per sapere come… fare.»

   Lo aveva detto. Rischiando l’embolia, ma lo aveva detto.

   Lei non rispose. Shinn si fece coraggio e alzò lo sguardo per incrociare il suo: lo fissava attonita.

   «Non ridere!», gridò, mettendo le mani avanti.

   «Non sto ridendo», mormorò l’altra.

   «E allora di’ qualcosa!»

   Cagalli si avvicinò e si inginocchiò davanti a lui. «Andrà bene qualunque cosa.»

   «Qualunque?», fu scettico lui.

   La vide annuire energicamente. «Basta che tu sia sincero.»

   «O-Okay.»

   La punta dell’indice di lei lo colpì ripetutamente sul naso, facendolo indietreggiare. «Ma per nessuna ragione al mondo», ci tenne a precisare la fanciulla, tremendamente seria, sillabando ogni singola parola, «dovrai metterle al dito l’anello senza prima averle chiesto il consenso.»

   Calò il silenzio, durante il quale Shinn recepì il concetto. «Quindi… Athrun lo ha fatto davvero?»

   «Idiota, eh?», sospirò Cagalli, ciondolando la testa verso il basso, demoralizzata.

   «Molto», dovette ammettere il ragazzo. «Però alla fine lo hai sposato.»

   La bionda scosse le spalle e si raddrizzò sulle gambe, mentre tornava ad infilare la fede all’anulare. «Per forza. Non avevo cuore di abbandonarlo alla mercé di qualche altra donna: avrebbe finito per farle scappare tutte.»

   «Che bugiarda», la prese in giro Shinn, con un sorriso. Le era grato davvero. Per tutto.

   «Oh, ha quasi smesso di piovere.»

   «Mi accompagni?»

   «Se non ti secca…»

   Qualcuno bussò alla porta della camera, che si aprì senza attendere risposta. «Scusate il ritardo», esordì Athrun, entrando quasi di corsa. Aveva le spalline della giacca scurite dall’acqua che aveva preso scendendo dall’auto che lo aveva riaccompagnato a casa, e anche i capelli erano umidi e gli cadevano scompostamente davanti agli occhi. Myrna lo aveva rincorso con un asciugamano che lui teneva nel pugno, senza però averlo ancora usato. «È molto che aspetti, Shinn?»

   «Un po’», disse lui. «Non importa, ho avuto buona compagnia.»

   «… Davvero?», stentò a crederci l’Ammiraglio, aggrottando la fronte e squadrando sua moglie, intenta ad alzare gli occhi al cielo.

   «Stiamo uscendo a comprare una cosa», lo informò quest’ultima, iniziando ad incamminarsi verso il corridoio. «Se non sei troppo stanco, vieni con noi?»

   «Volentieri», accettò l’ufficiale di Orb, contento di poter passare ancora qualche ora con il suo amico prima che questi partisse per PLANT.

   «Ehi, Athrun», lo fermò Shinn. Lui si volse a fissarlo. «Perché non torni in ZAFT?»

   «Shinn!», gridò Cagalli, furiosa.

   «Ancora con questa storia? Te l'ho già detto: ho giurato fedeltà alla divisa che indosso», rispose Athrun, con una certa noia, mentre si passava il telo di spugna sulla chioma. «E finché Orb non tradirà gli ideali in cui credo, non ho ragione per muovermi da qui.»

   «Dannato», sospirò il suo ospite, infilando le mani nelle tasche della felpa grigia. «Mai una volta che cambiassi nenia.»

   «Non lo farò, quindi smettila di chiedermelo.»

   Soddisfatto, Shinn spostò gli occhi verso Cagalli, come a volerle chiedere se si fosse tranquillizzata. Sussultò, perché la trovò quasi in lacrime, felice di sapere che suo marito aveva così tanta fiducia in lei.













Parto col ringraziare Erika per aver finalmente suddiviso la sezione Gundam in varie sottosezioni! Era ora! ^O^
Continuo, poi, chiedendo scusa per errori, sviste o quant'altro: se questa shot vi pare strana, è dovuta al fatto che l'ho scritta in condizioni critiche, vale a dire il continuo disturbo da parte dei miei e la fretta. Oltretutto, ho anche rischiato di perderla perché l'HD esterno in cui ho la mia cartella stamattina ha deciso di non accendersi più. Fortuna che si tratta solo di un problema di alimentazione, così ho potuto recuperare subito le cose più urgenti.
Ringrazio tutti quelli che stanno leggendo la mia longfic, scusandomi per la noia: dopotutto, non offre poi grandi novità, me ne rendo conto. Forse però mi sta venendo qualche idea per una long originale... Ci penserò e vi farò sapere.
Un bacio e alla prossima,
Shainareth





  
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