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Autore: darkroxas92    17/10/2009    8 recensioni
Fin dall'inizio dei tempi, l'Oscurità e la Luce sono state in lotta tra loro, tuttavia, nessuna delle due ha mai avuto il sopravvento sull'avversaria, lasciando l'universo in Equilibrio.
Dark, in apparenza è un ragazzo freddo e solitario, dal passato misterioso e oscuro, ma in realtà è un custode che combatte in segreto per salvare il suo mondo dalle forze che lo minacciano.
Dark, il custode dell'Equilibrio, si unirà a Sora, Riku e Kairi e comincerà un viaggio per i mondi, alla ricerca della verità su se stesso, per rimediare ai suoi errori... e per impedire che il passato si tramuti in un nuovo terribile presente.
Nuovi nemici, nuovi alleati: il gruppo di prescelti dalle armi leggendarie dovrà fare del suo meglio per fronteggiare questa minaccia.
Dal capitolo 54: "Io… ho rinunciato per sempre all’amore. È un sentimento per deboli, che ti rende incapace di ragionare…"
Attenzione: la fiction per la maggior parte dei capitoli è di rating arancione, ma in alcuni raggiunge il rosso (i quali verrano segnalati).
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Più contesti, Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Equilibrio'
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Ed eccomi di ritorno con una nuova fan fiction. Se alcuni di voi si stanno chiedendo se ho sospeso le altre la risposta è no. Anzi, sto andando avanti, ma essendo collegate tra di loro, preferisco scrivere prima finire di scrivere la lunga serie di capitoli, per poterli così rivedere.
Invece ora vi propongo una fan fiction completamente nuova. Torno ancora sul mio videogioco preferito, ma questa volta ci aggiungo un nuovo misterioso personaggio. Come dalla descrizione della ff, toccherà a questo nuovo personaggio mantenere l’equilibrio tra luce e tenebre.
Riuscirà nella sua impresa?
A voi scoprirlo.
Buona lettura a tutti e grazie a tutti coloro che leggeranno e commenteranno.



Capitolo 01: Il nuovo custode
Una notte normale, come tante altre.
Questo era lo spettacolo che appariva davanti ai suoi occhi, in un’altra notte che avrebbe passato insonne.
Non ci sarebbe stato niente di strano nel vedere un ragazzo che non riesce a dormire la notte, se non fosse per il fatto che il ragazzo in questione in quel momento si trovava sospeso nel vuoto a circa cento metri d’altezza, con addosso un impermeabile nero provvisto di cappuccio, che in quel momento copriva quasi completamente il suo volto, lasciando scoperta solo la bocca, in modo tale che nessuno fosse in grado di vederlo in mezzo alle tenebre che lo avvolgevano.
I suoi occhi azzurri continuavano a scrutare le strade sotto di lui, in cerca di qualcosa.
Nonostante fosse notte piena e la luna fosse coperta dalle nuvole, il ragazzo non sembrava aver difficoltà nello scrutare nelle tenebre.
Anzi, sembrava a suo agio.
Non si preoccupava di essere visto. Dopotutto, sarebbe stato difficile notarlo, e anche se qualcuno ci fosse riuscito, avrebbe creduto o di aver avuto un’allucinazione per via dell’ora oppure sarebbe stato preso per pazzo.
E anche se per pura fortuna qualcuno si fosse dovuto avvicinare a lui tanto da poter scorgere un pezzo del suo viso, non sarebbe stato possibile capire chi fosse realmente. L’importante era non parlare.
Fin da piccolo si era esercitato in quell’arte, in modo da resistere a dire qualunque cosa, in qualunque contesto.
Non poteva permettere che qualcuno scoprisse chi era veramente.
Mentre era immerso in questi pensieri, i suoi occhi finalmente si fermarono su quello che stava cercando.
Sotto di lui, una creatura nera, affiancata da una bianca, si aggirava furtiva, come se stesse cercando qualcosa.
Qualcosa che il ragazzo conosceva bene, come sapere che doveva impedire loro di ottenere: cuori.
A una velocità impressionante, il ragazzo scese a terra e facendo apparire nelle sue mani due strane spade simili a chiavi giganti, una nera e una bianca, eliminò in un colpo solo le due creature, che sparirono nel nulla, senza fare alcun rumore.
Il ragazzo non disse niente.
Non esultò e si limitò a portare dietro la schiena le due armi, che scomparvero nel nulla.
Sempre rimanendo in silenzio, spiccò di nuovo il volo, per poi scomparire nelle tenebre della notte.

Dopo circa dieci minuti di volo si fermo di fronte a una casa, dove entrò da una finestra, come ormai faceva da così tanto tempo che ormai aveva perso il conto.
Facendo attenzione a non fare in minimo rumore, si tolse l’impermeabile e lo nascose sotto una piastrella del pavimento appositamente modificata, in modo che nessuno potesse trovarlo.
Poi andò davanti allo specchio, dove si tolse le lenti a contatto per poi rimettersi gli occhiali.
Quello era uno dei motivi per cui sarebbe stato assai difficile riuscire a risalire a lui.
Poi una volta messe a posto le lenti, andò a letto, dove però, nonostante la stanchezza, non riuscì a prendere sonno.
I suoi occhi cominciarono a esaminare la stanza, come era solito fare quando si annoiava.
Era una normalissima stanza, priva di poster, con una piccola televisione e una mensola piena di videogiochi, fumetti e oggetti riguardanti il computer.
Ne era sicuro. Nessuno sarebbe potuto risalire a lui. Aveva previsto quasi ogni possibilità.
E in fondo, nessuno aveva motivo di cercarlo.
Dopotutto non faceva attenzione a rimanere nell’anonimato perché faceva qualcosa che non doveva, anzi, proteggeva la città ogni notte da un’orda di creature che arrivavano ogni notte, a volte poche (come quella notte) e a volte in quantità tali da far invidia a un esercito.
Rinunciando a prendere sonno, il ragazzo si alzò e prese un fumetto dallo scaffale davanti al letto. Avrebbe preferito mettersi a giocare alla play, ma sapeva perfettamente che avrebbe svegliato tutti in casa, ed era l’ultima cosa che voleva.
Il fumetto in questione era quello ispirato al suo videogioco preferito, e che normalmente avrebbe considerato solo come una semplice fantasia, se non fosse per il fatto che sapeva che non era affatto così.
Ed era da molto tempo che ne era a conoscenza.
Nei suoi occhi rivisse nuovamente il momento in cui aveva ottenuto i suoi due Keyblade: il Portafortuna e il Lontano Ricordo, che per pura coincidenza erano usati anche dal suo personaggio preferito di Kingdom Hearts, Roxas, che il ragazzo vedeva come una copia di sé, dato che si comportavano in maniera molto simile.
C’era però una differenza sostanziale tra loro due: Roxas desiderava avere un cuore per provare sentimenti, mentre il ragazzo faceva di tutto per ignorarli, non potendoci rinunciare definitivamente.
Nei primi tempi il ragazzo era stato costretto a contrastare gli Heartless e i Nessuno a viso scoperto, limitandosi a indossare un semplice maglione con cappuccio, ma quando aveva trovato in vendita lo stesso modello di impermeabile ispirato a quegli usati dall’Organizzazione XIII in Kingdom Hearts II, aveva subito optato per prenderlo.
In questo modo nessuno sano di mente avrebbe mai potuto immaginare che il tranquillo Dark (il soprannome che il ragazzo si era dato e con il quale si faceva chiamare da tutti, preferendolo al suo vero nome), il ragazzo che se ne stava sempre da solo, ad ascoltare musica con un paio di cuffie e famoso per la sua passione per il computer (dove ci passava sopra intere giornate) di notte potesse diventare una specie di giustiziere, eliminando mostri che cercavano di impossessarsi dei cuori delle persone, per poterne avere uno tutto loro.
Dark sapeva che non erano passati inosservati, e questo lo sapeva grazie a internet, dove c’erano diverse persone che avevano visto quei mostri aggirarsi nelle vie della propria città, ma erano stati presi nello stesso modo in cui sono presi chi dice di aver visto gli alieni.
E Dark preferiva così.
Non era uno che amava mettersi in mostra, per questo aveva tenuto nascosto a tutti, nessuno escluso, quello che faceva di notte, e spiegava le occhiaie, che ormai erano parte integrante del suo volto, come la conseguenza di una semplice insonnia, che tutti attribuivano al fatto che stesse tanto sul computer.
Dark a pensare ciò non poté resistere alla tentazione di fare un sorrisetto.
Uno dei pochi sorrisi che concedeva.
Infatti ormai era considerato da tutti proprio come un Nessuno di Kingdom Hearts.
Ed era quello che voleva.
Aveva impiegato anni per riuscire a mettere da parte i suoi sentimenti, ma alla fine c’era riuscito. Non in modo definitivo, ma ormai quasi tutto gli passava indifferente.
Non sorrideva, non piangeva. Non provava più niente.
E come avrebbe potuto, con tutto quello che aveva passato?
Da quando aveva ottenuto i Keyblade, il suo unico pensiero era quello di eliminare qualunque Heartless e Nessuno che incontrasse.
Doveva farlo, e non solo perché era un custode.
A furia di continuare a pensare ciò, Dark si decise a mettere via il fumetto e a spegnere la luce.
L’indomani avrebbe dovuto lottare di nuovo contro la stanchezza per quella notte, per poi riprendere i combattimenti la notte successiva.
Ma prima di addormentarsi, voltò lo sguardo verso la finestra, dalla quale si potevano vedere le stelle.
E fu in quel momento che notò qualcosa di strano.
Una stella stava emanando più luce rispetto alle altre e all’improvviso si spense, come se non fosse mai esistita.
Dark si addormentò pochi minuti dopo, immaginando che il giorno dopo avrebbe scoperto di più ascoltando i telegiornali, sebbene sapesse che quello era solo l’inizio di un’era infausta


“Avete sentito? Sembra che anche ieri notte siano state viste ancora quelle creature, e come l’ultimo avvistamento, è arrivato quel tipo che gli elimina.” disse un ragazzo, che stava seduto dietro a Dark.
Dark finse di non essere interessato alla discussione, mentre in realtà ascoltava con attenzione.
Doveva verificare che nessuno potesse anche solo lontanamente vedere un collegamento tra lui e il ‘misterioso individuo’.
“Bah, secondo me è solo fantasia. Sono anni che ormai gira questa voce, e mi sembra strano che questa persona non abbia niente di meglio da fare che eliminare mostri immaginari ogni notte. Poi da quanto dicono pare si vesta come un membro dell’Organizzazione XIII di Kingdom Hearts, e questo mi rende ancora più difficile credere che esista. E come se qui davanti a scuola atterrasse la Gummiship con dentro Sora, Riku, Kairi, Paperino, Pippo e Re Topolino… Suvvia, è assurdo!” fece un altro ragazzo.
“Sembra che questa persona in realtà sia un ragazzo. O almeno, rispetto alla sua prima apparizione, dove i testimoni dicono che era piuttosto piccolo d’altezza, ora è più alto. E non dimenticare che è sempre stato visto volare via!” ribatté il primo ragazzo, per poi rivolgersi a Dark.
“Ehi, Dark, tu cosa ne pensi?” chiese.
Dark fece finta di non aver prestato attenzione.
“Di cosa state parlando? Scusate, ma non stavo ascoltando…” rispose Dark, simulando un sorriso imbarazzato, che però, come sapevano tutti, era finto.
“Parlavamo di quell’individuo che si dice combatta contro quelle creature che appaiono in Kingdom Hearts. Tu dici che esiste realmente oppure no?” chiese il secondo ragazzo.
“Bah, tutte stupidaggini.” rispose Dark. “Non potrebbe esistere nemmeno immaginandolo nella realtà, una persona così, e tantomeno gli Heartless e i Nessuno. Voi ve li immaginate in mezzo alla strada? Secondo voi qualche fotografo non gli avrebbe già fotografati o filmati?”.
“Si, è vero. Però devi ammettere anche tu che sarebbe bello se esistessero nella realtà, no? Chissà, magari arriverebbero veramente Sora e gli altri custodi.” disse un altro ragazzo, facendo una risata per la sua stessa battuta.
“Già, e nell’attesa quei mostri ci ruberebbero a tutti il cuore... Sai che bellezza…” disse Dark, simulando disinteresse sull’argomento.
“Comunque le poche persone che l’hanno visto dicono che proprio come in Kingdom Hearts impugna due Keyblade, uno bianco e uno nero, facendoli apparire e sparire dal nulla!”
“Certo, erano sicuramente due Keyblade.” rispose Dark con ironia.
Uno dei compiti più difficili che aveva era quello di sminuire quelle voci, anche se a volte temeva di ottenere l’effetto contrario.
“Piuttosto…” disse Dark, cercando di cambiare argomento. “Qualcuno di voi ha un giornale? Questa notte mi è sembrato di vedere uno strano fenomeno, ma potrebbe essere stata colpa dell’ora.”
“Ancora con quei problemi di insonnia?” chiese un ragazzo, mentre gli passava un giornale, che era ancora chiuso nella sua pellicola.
“Purtroppo… Grazie” rispose Dark, prendendo il giornale e aprendolo.
Se aveva ragione, la notizia doveva essere alle prime pagine, se non la prima.
E i suoi sospetti infatti trovarono subito conferma.
Dark non mosse un ciglio, ma i suoi compagni invece, leggendo la notizia non rimassero tranquilli.
“Cosa? Come fa una stella a sparire nel nulla in pochi secondi?” chiese uno di loro, finito di leggere l’articolo.
“Ah, non lo chiedere a me. Non mi sono mai interessato alle stelle” rispose un altro.
Dark però non stava pensando al fatto in se, ma a ciò che ne era la causa.
Dopotutto solo lui sapeva che in realtà la maggior parte delle stelle rappresentava un mondo, anche se queste agli occhi di telescopi e strumenti apparivano come un ammasso di gas, e se ne spariva una, voleva dire che il mondo che rappresentava era stato distrutto.
E questo non era per niente un fatto positivo.
Voleva dire che la situazione era peggiore di quanto immaginasse.
Era stato avvertito che prima o poi i mondi avrebbero ricominciato a sparire, e lui doveva essere pronto all’eventualità di lasciare il suo, anche se questo significava non farci più ritorno…
“Ehi, Dark, che succede?” chiese un ragazzo, notando come Dark fosse immerso nei suoi pensieri.
“Eh? No niente, scusatemi, mi ero perso nei miei pensieri.” disse, per poi prendere un quaderno e cominciare a portarsi avanti con i compiti nei pochi minuti che rimanevano dell’intervallo.


Nello stesso momento, molto lontano, per la precisione in un altro mondo, tre amici stavano leggendo una lettera appena arrivata, la quale sembrava essere molto importante.
I tre erano molto famosi in diversi mondi.
Infatti erano stati loro, insieme ad alcuni amici, a eliminare gli Heartless e i Nessuno che avevano minacciato l’esistenza di quei mondi.
Ma nonostante avessero sconfitto tutti i loro nemici, la lettera che avevano appena letto non portava loro una grande speranza di continuare a vivere in pace.
“Non è possibile…” disse Kairi. “Gli Heartless e i Nessuno non avrebbero dovuto cessare di esistere dopo la sconfitta di Xemnas?”
“Così sarebbe dovuto essere.” disse Sora, piegando la lettera e mettendola in tasca.
“È difficile che il Re si sbagli. Questo vuol dire che i mondi rischiano di essere nuovamente attaccati e, nel peggiore dei casi, distrutti.” aggiunse Riku.
“Già, e questo può significare solo una cosa…” cominciò Sora. “Ed è riprendere il nostro viaggio. Il re ci ha scritto che passerà oggi stesso a prenderci con la Gummiship. Deve essere della massima priorità per non poter aspettare qualche giorno in più.”
Proprio mentre finiva quella frase, un rumore rimbombò nelle loro orecchie, e davanti a loro atterrò la Gummiship del re, dalla quale però non scese nessuno ma solo la scala per salirci.
“Sembra che non abbiamo molto tempo a disposizione per salutare i nostri.” commentò Sora, salendo per primo sulla Gummiship, seguito da Riku e Kairi.
“Sora!” esclamò Pippo, saltando addosso al suo amico e compagno di viaggi.
“Off, Pippo. Fa piacere anche a me rivederti, ma evita di stritolarmi, ok?” scherzò Sora, facendo scoppiare tutti a ridere.
“Grazie per aver accettato.” disse il Re, facendo decollare di nuovo la Gummiship.
“Beh, non mi sembra che abbiamo avuto tutta questa scelta.” replicò Riku. “Ma tanto avremmo accettato lo stesso.”
“Dove siamo diretti?” chiese Sora.
“Yen Sid mi ha detto che c’è un mondo che rischia di essere distrutto. Ha resistito per anni all’attacco di Heartless e Nessuno, ma ora si sta muovendo una grande quantità di Heartless, decisi a distruggerlo.”
“Cosa? Ha detto che sono anni che resiste agli attacchi degli Heartless? Ma com’è possibile?” chiese stupida Kairi, ricordandosi di come la loro isola fosse caduta nel giro di pochi minuti sotto il potere delle tenebre.
“Sembra che qualcosa o qualcuno si stia opponendo. Ora, credo che sappiamo tutti che c’è solo un tipo di persona in grado di fare ciò.”
“Un custode!” risposero in coro i tre amici.
“Precisamente. Non credo possano esserci altre possibilità. Però dubito che da solo possa resistere a lungo a un tale attacco.” rispose il re.
“Ed è per questo che vi abbiamo chiamato d’urgenza.” aggiunse Paperino.
“Fortunatamente la Gummiship è veloce. Saremmo in quel mondo in pochi giorni.” disse il Re.
“È così lontano?” chiese Sora, ricordandosi di come nessuno dei suoi precedenti viaggi fosse durato così tanto.
“Purtroppo sì.”
“Beh, non possiamo fare più di tanto. Possiamo solo aspettare” fece Riku.

   
 
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