Ok. Questa ficcia
che spero vi apprestiate a leggere è piuttosto contorta, non so nemmeno come mi
sia venuta in mente. Ascoltavo i miei amati Blind Guardian, infatti il titolo è
anche quello di una loro bellissima canzone (che tra parentesi non c’entra nulla).
Oh, e come al solito è sconclusionata. E
brevina.
Non è una fic particolarmente pucciosa. Il
Sirius che vediamo, difatti, è tormentato ed in balia delle sue angosce
u___u’’’.
^ ^ Ci rivediamo alla fine per i commentini
cretini! < -- rima ^ ^
Enjoy!
SERIRE:
Harry Potter
PAIRING:
Sirius x Remus…
GENERE:
One-shot, slash… ‘imbecille’, un genere che a quanto pare
riesce solo a me…
DISCLAAAAAAAAIMERS: Tutti i personaggi qui
citati non appartengono alla sottoscritta. Altrimenti pensate che venivano
fuori così sani di mente? … bensì alla Rowling. Io scrivo gratis et amore dei.
NOTA DELL’AUTRICE: Mi commentereste? ‘azie…
MIRROR MIRROR.
Si guardava allo specchio e non vedeva altro
che un volto rilucente della sua tetra bellezza maledetta.
Si guardava allo specchio, e nel farlo
ammirava con vanità i meravigliosi lineamenti sottili, dolci…
Quelle labbra che sembravano fatte apposta
per baciare, quel nasino perfetto, quegli occhi sottili e chiari, taglienti
come gelide lame acuminate, quelle ciglia curve e lunghe che ingentilivano lo
sguardo incantevole, quelle guanciotte floride e piene, diafane, quella
frangetta nera, quei serici capelli scuri come la notte dai mille baluginanti
riflessi blu.
Oh, quant’era meraviglioso, quant’era bello
per coloro che lo guardavano da fuori e si soffermavano ad ammirare il suo
corpo!
Sirius pensò che il mondo intero potesse
essere stupido, profondamente intriso di follia.
Eppure sarebbe stato facilissimo
accorgersene, semplice!
Non erano forse gli occhi lo specchio
dell’anima?
Ebbene, allora bastava guardarlo negli
occhi! Lui lo sapeva, lo sentiva nel profondo del suo spirito lacerato, una
voce limpida gli gridava: ‘In guardia!’
Era la sua coscienza, che parlava col timbro
mellifluo del suo dolce Remus.
Si, lo ammoniva di non staccare mai dal suo
viso così perfetto quell’indispensabile maschera che lo proteggeva e lo
incatenava: grazia e disgrazia; benedizione e maledizione.
Era grottesco e patetico. Si sentiva un
Pierrot affranto.
Chi era lui per decidere quello che gli
altri dovevano conoscere di Sirius Black?
No, no, no!
Dio, era profondamente ingiusto privare la
realtà da quell’uomo aggraziato, allegro e spensierato, perennemente in cerca
di nuove sensazioni e di nuovi traguardi infantili.
Il mondo era già abbastanza squallido e
putrido per spegnere anche una delle ultime candele che brillavano ad addolcire
l’oscurità umida.
Si morse il labbro fino a farselo
sanguinare, non voleva e non poteva piangere.
Era stato talmente concentrato a guardarsi
nello specchio di vetro, e poi nello specchio limpido della sua anima che
nemmeno aveva sentito i passi leggeri di Remus, il suo profumo etereo pervadere
la stanza, la sua presenza vibrante e rigogliosa gremire l’aria fredda e
malevola, contaminata dallo spleen di Sirius.
Ora, riflesso nello specchio, lo vedeva
sorridergli coi suoi calorosi sorrisi che riuscivano a farlo sciogliere. Era
seduto sul bordo del letto chissà da quanto.
‘Ah!’ Si coprì la bocca con la mano destra,
boccheggiava.
‘Amore, amore! Stai male? Che ti succede?’
Sirius scosse la sua folta criniera di lisci
capelli corvini in un cenno di diniego. ‘Oh, no…’
Ecco che di nuovo si faceva sentire
imponente quell’inguaribile bisogno di nascondere il dolore.
Anche con lui.
Anche con Remus.
Anche con l’unica persona che poteva conoscere
tutto, che doveva farlo.
No, no, no, no.
Erano solo un mucchio di bugie, lo sapeva,
ma erano bugie dolci come il miele.
Male di miele, perché la verità ferisce; e
non c’è limite al peggio.
Tanto meglio se Moony non capiva, se proprio
non sapeva.
‘Oh… Oh,
Sirius…’ Sospirò. ‘Tu pensi che io sia stupido, e che
il legame che c’è tra noi due sia lo stesso che c’è tra te e il resto del
mondo! Allora avresti dovuto fidanzarti col resto del mondo!’
‘Perché?’
‘Sai che ho sviluppato una sorta di empatia
nei tuoi confronti?
Non avrai mica creduto che potessi non
accorgermene? Che mi passasse inosservato?
Non avrai mica creduto che guardandoti negli
occhi non percepisca la tua anima, vero?
I tuoi occhi sono limpidi come il vetro.
Sono come uno specchio, e io posso scorgervi qualsiasi immagine che la tua
anima vi proietti.
Cosa ti succede amore?’
Sirius rise, ma nella sua risata non c’era
nulla di allegro. Rideva e, contemporaneamente, piangeva.
‘E non vedo motivo perché io non debba più
trattenermi dal piangere davanti a te!’ Si voltò con uno scatto fulmineo,
percorse la breve distanza che lo separava dal suo lupacchiotto e gli fu
addosso. Si inginocchiò davanti a lui, piego la schiena e gli appoggiò la testa
in grembo.
Remus cominciò ad accarezzargli affettuosamente
i lunghi capelli.
‘Mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace!’
Singhiozzava.
‘No, non importa! Cosa vuoi che sia! Capita
a tutti un periodo di profonda insoddisfazione.’
‘Tu mi prendi per quello che sono…’
‘Sì.’
‘… ma non sono minimamente bello quanto te!’
‘Ognuno è bello di una sua bellezza
particolare, Sirius! Avanti! Dimmi cosa c’è che ti turba!’
‘Io… oh, io… mi domandavo… come posso…
insomma… tu sei radioso. Il paragone tra noi due non lascia scampo. E se fossi
estraneo al mio corpo non mi sopporterei, né farei mai affidamento su di me.
È un pensiero abbastanza opprimente, non
trovi?’
‘Ma perché dici questo? Come ci sei
arrivato?’
Sirius scrollò le spalle e tirò su col naso.
‘Mi sento rinnegato.’
‘Ah.’
‘Non è così?’
‘No.’
‘No?’
‘No. Tu stai male perché la tua squallida
famiglia ti ha voltato le spalle, ma se ci pensi, non accettavano semplicemente
tutti quei sentimenti nobili, tutti quei bei valori morali, tutte le tue idee
buoniste e sincere, tutti i tuoi bisogni e le affezioni che non sono per nulla
orribili! Anzi! Sono sorprendenti!
Li conosci bene, oramai, dopo così tanto
tempo! I Black… non so se ho il diritto di parlarne in questo modo, ma… i Black
non hanno un’ anima limpida e non conoscono il significato della bellezza che
ti impregna! Studiano sul Vocabolario del diavolo, non puoi pretendere che
capiscano quello che sei in grado di provare tu, nonostante tutto.’
‘Come puoi fidarti di uno come me! Come puoi
fidarti di uno come me, dopo che la settimana scorsa ho quasi ammazzato quel
viscido e unticcio Slytherin!’
‘Oh, quanto frigni, stasera!’
‘Ma –‘
‘Non sono cose che si possono spiegare. Sono
così e basta. Non è che mi fidi di te, semplicemente ti amo così tanto da non
riuscire a vedere i tuoi difetti, anche quelli più evidenti.
Per me sei meraviglioso, punto. E non
ribattere, per cortesia.’
‘Sai, Remus… pensavo che dopo quell’episodio
non mi avresti più rivolto la parola!’
‘Ah… come puoi chiedermi un simile
sacrificio! Animale!’
‘Lo vedi in cosa siamo differenti?’
‘Pensa che noia se fossimo uguali!’
‘Immagino di sì… sì!’
Remus rise, Sirius ne approfittò per alzarsi
e raggiungerlo sul letto. Gli si sedette accanto, si asciugò le lacrime col
dorso della mano e lo fece sdraiare, accoccolandosi tra le sue braccia gentili
ed il suo confortevole calore.
‘Tienimi così per sempre… perché quando sono
con te, riesco a vedere la vie en rose! Ti amo da morire.’
‘Certo… certo, Paddy. Lo sai, è stato strano
vederti depresso.’
‘Non ero depresso.’
‘Lo eri. Non cercare di mentirmi, hai avuto
la riprova definitiva del fatto che non ne sei in grado.’
‘D’accordo. Ero depresso.’
‘Giurami che non lo farai mai, mai più.’
‘Io non giuro mai.’
‘Mi hai giurato amore eterno!’
‘Si, perché è l’unico, l’unico voto che so
di poter mantenere.’
*
Anche ora Sirius si guardava allo specchio,
o nei molteplici specchi che volevano riflettere le componenti di lui: il corpo
e l’anima.
Non era più un diciassettenne in piena crisi
esistenziale, ed il suo volto cominciava a mostrare i primi segni dell’età, per
quanto potesse risultare sempre irrimediabilmente attraente.
Ma l’anima, invece!
Quella era stata dolorosamente trasfigurata
dal destino avverso, da dodici anni di meschina prigionia ed infondate accuse
di colpevolezza. Anche da parte di lui.
Avrebbe
cancellato tutto, rimosso quei ricordi raccapriccianti dalla sua testa, ora.
Era tornato per questo, e la consapevolezza di doversi riscattare, almeno di
fronte ai suoi occhi d’ambra,
l’aveva mantenuto in vita e lucido.
Sì, sì. Era il suo unico scopo.
Si voltò ed osservò il suo dolce amore
dormire placidamente sotto le lenzuola candide di quello che una volta era
stato il loro letto.
Quanta fatica aveva provato, quanto dolore,
quanti sforzi!
Eppure anche solo vederlo sereno lo faceva
sentire bene, ascoltare il suo respiro sommesso lo induceva a credere che ne
era valsa comunque la pena.
Chissà se già sapeva della sua fuga dalla
prigione, o se si aspettava che sarebbe andato a cercarlo. Forse Remus credeva
che avrebbe raggiunto Voldemort redivivo.
Almeno quella volta non poteva aver intuito la verità, piccolo dolce Remus, per
quanto potesse essere arguto.
Poi lo sentì.
Remus voltò la
testa nella sua direzione, perfettamente sveglio, come se lo stesse attendendo
nel silenzio buio. I suoi occhi dicevano, divertiti e commossi: ti ho aspettato
per dodici anni, non mi hai mica colto di sorpresa!
‘Ah, Sirius… non
imparerai mai!’
‘Già.’ Abbassò lo
sguardo.
Ecco, ora sarebbe anche potuto morire in
pace, perché Remus gli stava sorridendo di nuovo, e lo stava di nuovo salvando
dalle tenebre fitte della sua anima.
--- Salve ^_^ son tornata a riempire di
deliri sconclusionati anche la sezione Harry Potter (faccio danni ovunque
vada). Mi ero temporaneamente trasferita in altre lande…
This fic l’ho scritta a Dicembre, non so
perché non è mai stata postata ^_^ -ok, la verità è che me ne ero dimenticata-.
La trovo un poco psichedelica, especially la
prima parte. Vi prego, fatemi sapere che ne pensate. Grazie.
Ve lo immaginate Sirius un po’ turbato?
Spero di non averla resa troppo pesante e troppo barocca, è il mio difettaccio.
Beh, ma se siete arrivate qui… à proprio qui ß
^_^ ah, buone vacanze estive a tout le monde
^_^
Love-in-idleness