Fanfic su artisti musicali > The GazettE
Ricorda la storia  |       
Autore: ChiyoFlourite    19/10/2009    1 recensioni
"…E tutto questo lo aveva reso lentamente incapace di prendere sonno la sera come tutte le persone normali. Fondamentalmente perché aveva appena realizzato di amare veramente quel ragazzo che ultimamente gli dava così poca confidenza. Buffo come ci si accorge della presenza fondamentale di qualcuno solo dopo che questi si è allontanato da te…"
Fanfic sul pairing AoixUruha,dal punto di vista di un Aoi particolarmente inquieto.
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: Aoi, Uruha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Era una di quelle sere in cui proprio non si riesce a prendere sonno, neanche imponendolo a sé stessi.

E, si sa, in queste occasioni la mente vaga  a briglia sciolta verso pensieri vicini e lontani, talvolta scavando nel passato, talvolta invece soffermandosi su qualche avvenimento appena successo; il risultato comunque, è sempre una gran confusione in mente e il sonno totalmente volato via con i pensieri.

Già, proprio una di quelle sere a cui era abituato Aoi,che negli ultimi mesi ne aveva passate decisamente parecchie seduto sul davanzale della finestra del salone. Unica compagna: la fedele bottiglia di birra che andava sorseggiando più per abitudine che per altro.

Pensava al suo passato e soprattutto al suo futuro, rendendosi conto di non essere più un ragazzo e di dover cercare di sbrigarsi a trovare un vero motivo per andare avanti. Già, c’era la musica…ma la musica non poteva riempire proprio tutta la vita di una persona, c’era qualcosa che era addirittura più importante, anche per un chitarrista professionista e appassionato come lui.

Ma allora cosa? Aoi in quelle sere se l’era sempre chiesto anche se in fondo, in cuor suo, lo sapeva benissimo, l’aveva sempre saputo.

Sorrise tristemente. Nella luce eterea della luna, che proiettava ombre insolite nella camera, la chitarra che aveva in mano faceva tutto un altro effetto. Iniziò ad intonare qualche nota dell’ultima canzone del gruppo, esercitandosi su un passaggio che gli riusciva sempre difficoltoso.

Aveva provato qualche giorno prima a chiedere qualche consiglio su quelle poche battute all’altro chitarrista, ma le sue risposte erano sempre così  distaccate che nella sua mente si formavano mille domande e finiva sempre per allontanarsi scusandosi.

Aveva deciso quindi di provare a farcela da solo.

Quella sera però era stato veramente difficile trovare la concentrazione con tutto ciò che gli frullava per la testa,quindi decise di lasciar perdere anche la chitarra e ritornare ad impugnare la bottiglia di birra, aggrottando le sopracciglia,irritato.

Perchè Uruha si comportava in quel modo? Aveva davvero importanza  ciò che era successo se avevano chiarito tutto subito dopo?

Dopotutto erano sempre andati d’accordo quando erano stati in camera insieme o quando parlavano di questioni riguardanti il gruppo…

 Questo suo comportamento lo confondeva parecchio ed in un certo senso lo irritava pure. In fondo non era solo qualche consiglio quello che gli aveva chiesto? Mescolare la vita privata e quella professionale era sempre da sconsigliare,anche se…anche se nel loro caso avevano finito per intrecciarsi nel peggiore modi….o almeno in uno molto scomodo.

Iniziava così a pensare che in lui ci fosse veramente qualcosa di sbagliato, che effettivamente potesse vedere il mondo in maniera totalmente diversa dagli altri.

Era sempre restio a chiedere qualcosa a qualcuno,temeva di causare troppo disturbo o di rendersi ridicolo.

In fondo Aoi era molto debole. Debole e maledettamente solo.

Non pranzava forse solo ogni santo giorno per quel suo assurdo imbarazzo? Non finiva forse per  invidiare i suoi compagni della band perché riuscivano a scherzare continuamente? Non sentiva forse un nodo allo stomaco quando sentiva Uruha ridere della grossa con  qualche altro membro del gruppo?

Oh, si. E tutto questo lo aveva reso lentamente incapace di prendere sonno la sera  come tutte le persone normali.

Fondamentalmente perché aveva appena realizzato di  amare veramente quel ragazzo che ultimamente gli dava così poca confidenza.

Buffo come ci si accorge della presenza fondamentale di qualcuno solo dopo che questi si è allontanato da te…

 

Erano usciti a prendere qualcosa da bere,come facevano di solito per svagarsi un po’ dopo lunghe ore passate a provare. C’era un clima disteso e allegro in quel pub e non ci misero molto ad ubriacarsi completamente.

Avvenne nel bagno di quel locale del centro.

Uruha,ubriaco fradicio, stava sciacquandosi la faccia per cercare di riprendere tono e darsi una rinfrescata prima di tornare a casa quando Aoi era entrato nel bagno,con il passo non proprio stabile e l’espressione stralunata.

Non ci aveva pensato due volte: si era portato dietro di lui iniziando a leccargli il collo appoggiando le sue mani sui suoi fianchi. In quelle condizioni  non si era accorto della reazione dell’altro, né aveva visto la sua espressione. Girò con la forza il ragazzo, incapace di resistere alla sua presa. iniziando a baciarlo avidamente.

Smise solo quando sentì un sonoro ceffone spegnersi su una sua guancia, e un fastidioso dolore espandersi sulla sua superficie. Uruha,con uno sguardo misto tra l’incredulo e lo spiazzato oltre alla perenne ombra dell’alcol, scappò via lasciando Aoi in quello squallido bagno,colto da un istante di lucidità,l’espressione paralizzata e senza parole di chi ha appena commesso un errore imperdonabile.

 

Bevve un goccio di birra per poi storcere il naso e allontanare la bottiglia, poggiandola accanto a sé senza farci molto caso. Neanche la birra in quell’occasione sarebbe stata d’aiuto e il moro temeva proprio che nulla in quella casa avrebbe potuto esserlo.

Si alzò pigramente da quella posizione,prese la chitarra e si diresse ciondolando verso la camera da letto,conscio che quella sarebbe stata l’ennesima notte in bianco passata a rigirarsi fra le sue lenzuola.

 

 

“Aoi,cazzo, ma stai ascoltando? Stiamo parlando di cose serie, non di come abbiamo passato le vacanze!”

Sbottò Kai  innervosito, mentre i cinque – o  meglio i quattro, date la scarsa presenza psicologica di Aoi in quel momento- avevano momentaneamente interrotto le prove cercando di accordarsi per qualche “teatrino”che avrebbero recitato sul palco per fare impazzire qualche centinaio di fans.

Reita aveva proposto qualcosa del tipo “distruggere qualcosa o far calare qualcuno dal soffitto”,proposta subito  bocciata da Ruki, che di fare un volo di parecchi metri sorretto solo da una fune non ne voleva proprio sapere,molto meglio fare qualcosa di trasgressivo sul palco. Aoi doveva essere il prossimo a proporre qualcosa ,ma quando Kai lo aveva visto in quello stato –apparentemente seduto in maniera normale, ma con i gomiti poggiati sulle ginocchia e le mani incrociate davanti agli occhi quasi completamente calati e soprattutto poco svegli – lo aveva richiamato a quel modo, facendolo visibilmente sobbalzare sulla poltrona mentre girava e rigirava lo sguardo per cercare un minimo di comprensione tra gli altri membri. Non ne trovò neanche un briciolo, in compenso ricevette tante frasi del tipo “cerca di stare più attento, Aoi!”;  “ non dormire mentre parla qualcun altro!” “….Ma almeno dì qualcosa!” a cui rispose semplicemente annuendo o abbassando il capo.

Un disastro. La sua vita in quel periodo era un disastro nel modo più assoluto, anche se si sforzava di nasconderlo a sé stesso.

Le notti passavano tutte senza sonno pensando e ripensando ad Uruha  e al suo bellissimo sorriso nella vana speranza di ricevere un’illuminazione, di ritrovarsi magicamente nel corpo di qualcun’altro, o almeno di riuscire ad eseguire quel pezzo decentemente; oltretutto la data del concerto si avvicinava e doveva fare in fretta a perfezionarsi, perché più si avvicinava il gran giorno, più gli impegni si accatastavano togliendo tempo prezioso all’esercizio.

 

 

Una pioggia torrenziale batteva ininterrottamente sulla città,una pioggia che non dava tregua dalla notte precedente. Le previsioni del tempo avevano avvertito la popolazione di uscire di casa  solo se strettamente necessario e di viaggiare in auto a velocità minime; non si sapeva inoltre quanto l’ondata di maltempo sarebbe durata: forse due giorni, forse una intera settimana.

 Nonostante tutto, il concerto non era stato rinviato. Troppe questioni burocratiche; non si poteva rimandare tutto a data da destinarsi, quindi si sarebbe regolarmente tenuto tre giorni  dopo.

I componenti provavano e riprovavano,  mentre la pioggia continuava a cadere. Aoi era concentrato, cercava di dare il massimo e non sbagliare. E ci stava quasi riuscendo.  L’indomani ci sarebbero state le prove generali, e allora avrebbe dovuto suonare perfettamente e concentrarsi  solo sulla chitarra e sulle note giuste.

Ma per il momento la mattinata era finita e con essa le prove per  quella sessione; l’orologio segnava le 13:08. Ora di pranzo,  si ritrovò a pensare Aoi, con un’espressione  quasi rassegnata. Staccò la chitarra dall’amplificatore, poi prese il fodero  e la ripose lentamente, poggiandola dentro con una cura impressionante. Raccolse la sua roba, si infilò la giacca e si diresse all’uscita con un cenno di saluto verso i compagni.

Fuori non c’era davvero freddo, ed in quel modo la pioggia era ancora più fastidiosa. Si calò il cappuccio sugli  occhi e vagò in cerca di un posto qualsiasi dove andare a mettere qualcosa sotto i denti.

Lo vide sparire così Uruha, che non gli aveva staccato gli occhi di dosso per tutta la durata delle prove anche se l’altro non se n’era accorto proprio, troppo impegnato com’ era a fissare il pavimento o al massimo  la tastiera della chitarra.

“fermalo, fermalo maledizione! Digli qualcosa!” 

Si ripeteva mentalmente mentre lo vedeva scivolare nel caos urbano,incapace di muovere un muscolo.

Questa storia si ripeteva ormai da qualche settimana,durante le quali Uruha avrebbe voluto più volte fermarlo e dirgli tutto,chiedergli scusa per quello che gli stava facendo passare… ma non ce l’aveva fatta e continuava solamente a seguirlo con lo sguardo mentre si incamminava da solo verso chissà quale meta.

“Uru,ma che stai fissando? Dai, andiamo, muoio di fame!”  lo incitò Reita, sull’uscio della sala prove. Gli altri erano già tutti andati, restavano solo loro.

Il chitarrista si girò di scatto,quasi come se il bassista avesse potuto ascoltare i sui pensieri, scosse impercettibilmente  la testa e raggiunse l’amico che l’aspettava per chiudere la sala.  

Tornarono tutti a provare qualche ora dopo, con la pioggia battente sulle finestre che accompagnava la loro musica.

Non aveva dato il meglio di sé, lo sapeva. Eppure non era riuscito proprio ad impegnarsi come avrebbe voluto , data la confusione che aveva in testa. E non si era neanche accorto di tutte le fuggevoli occhiate di Uruha , che a tratti sembrava  irrequieto quanto lui.

“Ok, per oggi basta così. Non mi sembra che siate perfettamente in forma,ragazzi…” disse Ruki lanciando due occhiate interrogative ai suoi chitarristi.

Aoi abbassò lo sguardo, poi in silenzio adagiò la chitarra al piedistallo e si allontanò per andare a rinfrescarsi in bagno, mentre gli altri componenti  lasciavano la sala prove.

Tornò con il viso ancora umido e i capelli corvini spruzzati con qualche gocciolina, pronto per tornare a casa e passare l’ennesima nottataccia, quando un rumore,che non era quello della pioggia, lo colse di sorpresa. Girò lo sguardo e si trovò di fronte Uruha, con un’espressione che non gli aveva mai visto in viso.

“Aoi…Avrei bisogno di parlarti.”

Disse con voce bassa, invitandolo  con un cenno del capo ad uscire.

Un tuono si infranse poco più lontano, illuminando per pochi istanti il buio cupo di quella sera.

  
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > The GazettE / Vai alla pagina dell'autore: ChiyoFlourite