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Autore: madychan    19/10/2009    15 recensioni
Matt, un normalissimo giornalista. E Mello, un comunissimo studente universitario. E poi, le persone che li circondano, primi tra tutti i loro impegni sentimentali, per uno più fisso (Mello), per l'altro meno (Matt). Ma, quando le strade di Matt e Mello s'incrociano e i due decidono di mettersi insieme, i loro "vecchi impegni" non la prenderanno molto bene...
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: L, Light/Raito, Matt, Mello, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
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Ciao a tutti!!!
Allora, lo so che il mio ritardo è assolutamente imperdonabile, ma... Vi prego, perdonatemi!
Non dirò che ho avuto lo studio di mezzo o sparerò scuse sul fatto che ho la patente da fare (anche se, in effetti, sto studiando abbastanza e sono abbastanza sommersa, con la storia della patente, che ho l'esame di teoria all'inizio di novembre...). La realtà dei fatti è questa: non avevo molta ispirazione. Cioè, mi spiego, l'idea di cosa fare con questa fic c'era, in effetti, ma non sapevo come andare avanti e non mi veniva molta voglia di scriverla.
Poi, venerdì è successa una cosa: ho incontrato una persona che mi ha messo di un buonumore che non mi aspettavo, sinceramente, e mi è tornata la voglia di scrivere questa fanfic.
Anche se so che non sta leggendo, ringrazio mille volte questa persona^^.
Comunque, avverto: ora ho abbastanza l'ispirazione, ma se non vedete capitoli a breve è per vari motivi: studio, patente, impegni con la famiglia, e probabilmente un po' un calo d'sipirazione...
Comunque pazientate, per favore. Anche se la mia beta mi rimprovera sempre per lasciare le storie a metà e non finirle mai, io odio categoricamente lasciare le storie a metà. E soprattutto, ora che ho ripreso un po' la voglia di scrivere di Matt e Mello, credo proprio che m'impegnerò a scrivere più possibile. Per il resto, siate clementi, che sto anche mandando avanti un'altra fic originale e in effetti devo confessare che sono un po' più ispirata con quella che con questa, in questo periodo...
Vi chiedo ancora di perdonarmi... Spero che continuerete a seguire nonostante i tempi un po' lunghi. E scusatemi ancora per il ritardo di un mese e mezzo, per favore.
XXX by madychan!

Ci vediamo in fondo con i commenti e le risposte alle recensioni! Un bacione e un grazie a tutte le 38 persone che mi hanno messo tra i preferiti, le 22 che mi hanno messo tra i seguiti, le 5 persone che mi hanno messo come autrice preferita, tutti quelli che hanno commentato, e anche coloro che hanno letto e basta! Un bacione! Vi voglio bene!

NB: in questo capitolo sono presenti comportamenti un po' OOC da parte di Near... Perdonatelo, a volte esce davvero dai gangheri per colpa di "qualcuno"...





14. Mai cantar vittoria troppo presto…


Ed arrivò il gran giorno.
Beh, “grande” è una parola grossa.
Meglio dire il tragico giorno, sì sì.
Perché oggi conoscerò il nuovo professore di letteratura.
«Mel, ma si può sapere perché è così tragica per te? Magari è anche meglio di quello di prima…»
Near, il mio adorabile ingenuo amico che ora si trova al mio fianco in questa fase tragica della mia vita, mi guarda da oltre l’ingresso della classe, con la testa leggermente inclinata, perplesso.
Lui il passo fatidico l’ha già fatto.
Io sono ancora a guardare la classe dell’università in cui avremo, da qui a due minuti, la lezione di letteratura moderna – e non ho ancora fatto il mio fantomatico ingresso.
«Ma che è successo?» domanda Light, arrivando proprio in quel momento – e oltrepassando, anche lui, la soglia della classe senza farsi tanti problemi, per poi andare al fianco di Near e guardarmi, perplesso tanto quanto il mio adorabile amico albino che non mi ha aspettato e, senza un minimo di tatto, ha oltrepassato la soglia.
«La storia del professore di letteratura.» replica Near, esasperato. «È da una settimana che ne sta facendo una tragedia solo perché è cambiato.»
«È una tragedia, Cristo Santissimo!» esclamo, punto sul vivo. «L’unico professore che mi sia mai piaciuto in quasi vent’anni di onorata carriera scolastica è andato in pensione, ora, lasciandomi in balìa di chissà chi!»
Near sospira, ancora esasperato. «Credo che se il professore ci fosse stato, alle sue avances, Mello ti avrebbe messo le corna da un bel po’ di tempo, Yagami.» dice, rivolgendosi a Light.
«Il mio era un amore diverso! Io provavo una vera ammirazione, per quel professore, un… un amore platonico, ecco!» esclamo, convintissimo – e sempre senza oltrepassare la soglia.
«Secondo me era solo perché non potevi provare un amore di tipo diverso, sennò altro che amore platonico…» commenta Near, sbuffando. Poi, sbuffa di nuovo, mettendosi una mano sulla fronte. «Mio Dio, ma che diavolo sto dicendo? Devo smetterla di frequentare quella lì…»
«Io non provavo un amore di quel tipo, per il professore!» esclamo io, incrociando le braccia, piccato.
«Va beh, Mello, ma io credo che non dovresti fare tutte queste scene, magari il nuovo professore non è così male…» commenta Near, letteralmente esausto – e non gli posso dare torto, dato che sono cinque minuti buoni che sta cercando di smuovermi da qua, e le mie gambe e tutto il resto del mio corpo invece decidono di rimanere immobili.
«Io… Io credo che mi darò per malato, per questa lezione.» replico, convinto.
Near si schiaffa una mano sulla fronte, palesemente irritato.
Probabilmente, se avesse un muro, ci sbatterebbe la testa contro.
«Mel, non fare il cretino e muoviti da lì.» ordina, prendendomi per un braccio e cercando di trascinarmi dentro.
«No! Non voglio! Io mi do per malato!» esclamo, dimenandomi per cercare di liberarmi e per non oltrepassare la soglia di quell’aula – maledetta, in questo momento.
«Mello… Non fare il bambino, per favore…» prosegue Near, tirandomi.
Light non si intromette in quella scena – quasi patetica, devo dire: io che vengo tirato e punto i piedi per non entrare assolutamente, e Near, in piena parità di forze con me, che mi ha fatto oltrepassare la soglia con solo il braccio che mi sta tirando per cercare di farmi entrare interamente.
Ovviamente – ma è inutile dirlo – abbiamo attirato l’attenzione di tutta la classe.
Probabilmente Light non vuole passare per malato mentale.
Io e Near, invece, ormai ci siamo abituati, a passare per dei deficienti.
«Yagami, potresti smuovere quel tuo sacerrimo deretano e aiutarmi a spostare il tuo ex da qui, per carità?»  domanda Near, esasperato, voltandosi verso Light.
Light inarca le sopracciglia, rivolgendo poi uno sguardo a me.
«Non ti azzardare!» esclamo, puntandolo con la mano del braccio libero dalla presa di Near. «Giuro che se hai anche un’infinitesimalissima possibilità di tornare con me in futuro, se aiuti Near adesso te la giochi per sempre, Light!»
«Ma che cazzo dici?! Questa la riferisco, a Matt!» esclama Near, sconvolto.
«Non tirare in mezzo Light, due contro uno non è leale!» esclamo io, puntando Near, con fare accusatorio.
«Mello, porca miseria, muoviti e non fare storie! È di una lezione di letteratura che si sta parlando!»
«Io non mi muovo da qua! E non è solo di una lezione di letteratura, che si sta parlando, lo sai benissimo!»
«Sì, invece!» esclama Near, tirandomi più forte – ma senza riuscire a smuovermi. «Mello! Per favore, entra e non fare il bambino!»
Light fa per dire qualcosa.
«Non dire niente.» sibilo, furioso. «E non osare aiutare Near, Light! Giuro che te la faccio pagare, se lo aiuti!»
«Mello…» replica Light pazientemente. «Secondo me, il tuo comportamento…»
«…è perfettamente giustificabile, giusto?» completo, prima che lui possa dire altro.
Light mi guarda, esitando.
«Giusto?» incalzo, gettandogli un’occhiata di fuoco.
Light sospira, facendo spallucce e rivolgendosi a Near.
«Io ci ho provato.»
Near si volta verso di lui, sconcertato.
«Scusa?! Hai provato a fare cosa, esattamente?! Illuminami, ti prego, perché non mi sembra che tu abbia fatto molto per darmi una mano!»
«Che ti aspettavi? Fino a neanche un mese fa era geloso, di te!» esclamo io!
«Ma che c’entra questo con la lezione di letteratura?!» esclama Near, guardando di nuovo me.
«Propriamente non c’entra!» esclamo io, contrapponendomi a uno sforzo particolarmente forte di Near per strattonarmi dentro. «Ma quando gli chiedi di aiutarti contro di me, credo proprio che tu non possa aspettarti diversamente!»
Near getta un’occhiataccia a Light, furioso. «Grazie infinite, Yagami, ora puoi anche andare a sederti, non scomodarti ad aiutarmi oltre!» esclama, in un sarcasticissimo ringraziamento.
Sebbene io non lo dimostri, adoro queste occasioni.
Sono le uniche in cui Near tira fuori una parte incazzosa e umana – ed è divertente soprattutto vedere come e quanto s’incazza con Light, più che con me.
Però, è strano che l’abbia tirata fuori per così tanto, stavolta… Di solito la tira fuori per una volta soltanto, il tempo di un’esclamazione sconcertata o esasperata – e poi ritorna al suo sconfortante razionalismo che lo porta ad essere uno pseudo-vegetale albino. A volte mi è seriamente venuta voglia di soprannominarlo “betulla”, per questo.
«Kheel, mi chiedevo se ti potrebbe andare una tavoletta di cioccolato.»
Mi volto – ma non faccio in tempo a vedere chi mi ha parlato di cioccolato alle spalle, che cado addosso a Near, e roviniamo entrambi a terra. Io sopra e Near sotto.
Rem ci guarda dall’alto, sbattendo per un attimo le sopracciglia – con una tavoletta di cioccolato nella mano destra.
E sorride.
Per l’ennesima, memorabile volta, Rem sorride.
Queste sono le occasioni in cui servirebbe la foto di Matt – altro che ritrarre me, Near e Misa qualche giorno fa per poi mettere la foto come sfondo del computer.
«Deve proprio mancarti tanto, fare il seme.» commenta, con tono divertito.
Ok, ritiro la storia delle foto.
Avvampo, togliendomi immediatamente da Near, sedendomi di fianco a lui e mettendomi una mano a coprirmi la faccia, esasperato e imbarazzatissimo.
Con la coda dell’occhio, vedo Near rialzarsi a sedere, rosso in faccia tanto quanto me.
«Rem, potresti risparmiarti questi commenti, per favore?» domanda, alzandosi in piedi e guardando a terra, per poi scuotersi i vestiti dalla polvere.
«Beh, almeno l’abbiamo fatto entrare, no? Se aspettavi Yagami, avremmo fatto notte e sareste stati ancora qua a litigare.» replica Rem, porgendomi una mano e aiutandomi ad alzarmi, per poi porgermi la tavoletta di cioccolato che ha in mano. «Un regalo per te, Kheel.»
«Perché tanta gentilezza?» domando io, accettando la tavoletta ma guardandola con sospetto – dopotutto, ha pur sempre aiutato Near a farmi fallire nel mio intento di non entrare in classe.
«È semplicemente un regalo per congratularmi del tuo nuovo fidanzamento, Kheel.» replica Rem, sorridendo – di nuovo?!
Sogghigno – e anche Near fa un sorrisetto sarcastico, mentre entrambi guardiamo Light.
Che, per inciso, sta guardando male Rem.
Che, sempre per inciso, se ne frega altamente degli sguardi omicidi di Light.
«Quando mi ero messo con Light non mi avevi fatto niente.» ribatto, scartando la tavoletta e tornando a guardare Rem.
«Vi siete messi insieme quando eravate all’ultimo anno di superiori.» obietta Rem. «Io ancora non vi avevo visti.»
«Giusto, giusto.» commento, annuendo e addentando la tavoletta. Poi, guardo a terra, realizzando solo in questo momento che Near a Rem, con la loro collaborazione, sono riusciti a farmi entrare in aula.
Sbuffo, scocciato.
Near, invece, abbandona la puerilità che l’aveva contraddistinto nel litigio con me, e ritorna serio com’era prima di cominciare. Di nuovo betulla.
«Andiamo, non è la fine del mondo, te l’hanno detto anche Matt e Misa.» commenta, pulendomi i vestiti dalla poca polvere che hanno preso quando sono caduto addosso a lui. «Magari davvero non è così male. Probabilmente non sarà come quello di prima, ma se parti prevenuto poi come fai a fartelo piacere, me lo spieghi?»
Sbuffo – in modo quasi infantile, lo so benissimo. Near sospira, rassegnandosi all’evidenza.
«Avanti, andiamo a sederci.» dice alla fine, precedendo me, Light e Rem.
Sbuffo di nuovo, addentando di nuovo del cioccolato e andandogli dietro, per poi andare a sedermi nel solito banco davanti a Near, con alla mia destra Light e alla mia sinistra Rem.
«Rem, come mai sei qui, te?» domanda Near, sporgendosi un po’. «Di solito non fai i nostri stessi corsi.»
«Ero venuta a vedere il nuovo professore di letteratura.» spiega Rem, cordialmente. «Ero curiosa di vedere chi fosse. Magari sono ancora in tempo ad iscrivermi al suo corso.»
«Mh…» commenta Near, guardando verso la cattedra, mentre io mi rilasso sulla sedia.
La porta si apre poco dopo – rivelando che il nuovo professore non è di certo un asso nella puntualità; ma questo si era già capito dal fatto che io e Near abbiamo fatto in tempo a fare quella scenata e a finirla, e ci è voluto come minimo un quarto d’ora, ingresso di Rem escluso.
Nella classe entra un uomo giovane, sulla trentina, dai capelli neri tutti scompigliati e dalla pelle chiara, con indosso solo un maglione bianco per via delle temperature basse, e un paio di jeans sbiaditi.
La tavoletta mi cade di mano nello stesso istante in cui lo vedo, atterrando sulle mie gambe.
Con il poco raziocinio che mi rimane dopo aver visto una cosa del genere, riprendo la tavoletta e la metto sul banco, per poi sporgermi a guardare meglio.
L’uomo appoggia il registro sulla cattedra, gettando un’occhiata sommaria alla classe con i suoi occhi scurissimi.
Si sofferma in particolar modo sul nostro quartetto, per poi tornare a guardare la classe in generale e schiarirsi la voce.
«Buongiorno a tutti.» dice.
E il primo pensiero che mi viene in testa è: “buongiorno ‘sti cazzi!”.
«Come già saprete, il vostro precedente professore di letteratura giapponese è andato in pensione giusto questo weekend…» continua lui, completamente ignaro dei miei pensieri – anche se non credo sia più di tanto ignaro, alla fine. «Siccome il collegio docenti cercava come minimo un sostituto, in attesa di trovare un nuovo professore di ruolo che sostituisse più degnamente il vostro ex-insegnante, mi sono offerto io.»
Adesso pure il modesto fa. Maledetto ipocrita… Però, no, dài, magari è uno che gli somiglia… Uno suo sosia…
«Il mio nome…» continua lui – sempre in qualche modo estraneo e non estraneo ai miei pensieri. «…è L Lawliet, e nei prossimi mesi sarò il vostro docente di letteratura giapponese. Molto piacere di conoscervi.
Sbatto la testa sul banco, istantaneamente – provocando un sonoro “bonk” nella classe silenziosa.
Il mio era un gesto di disperazione, però, che cazzo.
Non volevo mica gli occhi di tutti addosso!
«Qualcosa non va?» domanda L, rivolgendosi a me dopo che ho alzato la testa.
Avvampo, sudo freddo e per questo gli getto pure un’occhiataccia che lo fulminerebbe, se solo ne fossi capace.
«No… Assolutamente niente. Mi scusi.» dico, ostentando un sorriso forzatissimo.
Ora gli devo pure dare del lei. È il mio nemico numero uno, e io gli devo pure dare del lei e portargli rispetto.
Quando L si volta verso il resto della classe, indifferente alla mia scena, io getto un’occhiataccia anche a Light – che, per inciso, è rimasto tutto il tempo a fissarmi con un sorrisetto sarcastico e divertito stampato su quelle labbra odiose.
«Bastardo…» sibilo. «Tu lo sapevi, bastardo… Anzi, no, tu l’hai progettato, hai progettato tutto… Bastardo…»
«Sei ripetitivo, Mello.» commenta Light, inarcando un sopracciglio e tornando a guardare il professore, tranquillamente – e palesemente soddisfatto, cazzo. Palesemente e visibilmente, soddisfatto.
Mi volto, gettando un’occhiata a Near – che subito ricambia, sorpreso tanto quanto me, anche se solo io posso vedere sorpresa in quegli occhi grigio-azzurri che a tutti sembrano così apatici.
È sorpreso, l’albino. E si sente anche un po’ in colpa.
E a sentirsi in colpa fa più che bene, garantito.
Però, non posso fare a meno di precisare una cosa, sibilandogliela spudoratamente in faccia.
«E poi ero io a partire prevenuto, nh?»


Sono appena arrivato nel mio piccolo ufficio davanti a quello di L, dopo una mattinata fatta, come al solito, di un risveglio stupendo dopo una magnifica nottata insieme a Mello, di un caffè non troppo zuccherato proprio come piace a me… Insomma, vabbè, non sto a soffermarmi su quello che faccio il mattino, ma è stata una mattinata meravigliosa, come tutte del resto.
E mi trovo Misa davanti, con una faccia da funerale – che mi smorza tutta la felicità con cui ero entrato, tutto baldanzoso, nel mio piccolo e confortevole ufficio da assistente.
«Misa?» la chiamo, perplesso da quella faccia.
Insomma, Misa la yaoista, che ogni santissima mattina mi tempesta di domande su cosa abbiamo fatto di sconcio la notte prima io e Mello (domande a cui ovviamente io rispondo semplicemente che lei deve farsi i fatti suoi). Misa la colonna portante della felicità del nostro reparto. Misa, che è sempre allegra e maliziosa, sempre esaltata e sempre saltellante, che abbraccia una sacco di gente appena la vede.
Misa ora è con una faccia da funerale.
«Che è successo?» domando, inarcando un sopracciglio e cominciando a preoccuparmi.
Misa mi appoggia una mano sulla spalla, chiudendo gli occhi e facendo un’espressione come quella di una che ha capito tutto quanto.
Ma che cazzo ha capito, si può sapere?!
«Condoglianze, Mail.» dice, battendomi la mano sulla spalla.
«Eh?»
Insomma… Condoglianze?! Che cazzo è successo?!
«Chi… chi è morto?» domando, ansioso.
Misa batte di nuovo la mano sulla mia spalla, quasi con fare comprensivo.
«Non in quel senso.» dice. «“Condoglianze” perché mi sa che per un po’ dovrai rinunciare alle tue splendide nottate con Mello…»
Se possibile, la cosa mi sconvolge ancora di più del fatto che sia morto qualcuno.
«Perché?!» esclamo, sconvolto.
Insomma, abbiamo resistito al “regime L” come l’abbiamo rinominato io e Mello, e siamo riusciti a far funzionare tutto quanto tranquillamente, senza che L riuscisse a scoraggiarci o a farci litigare… Perché ora dovrebbe finire?
«Prova a passare questa giornata, e poi vediamo se riesci a fare qualcosa con Mello.» dice Misa, battendomi ancora la mano sulla spalla. «Se ci riesci, hai tutto il mio rispetto e tutta la mia ammirazione.»
Inarco un sopracciglio, perplesso.
«Ma che…?»
«Comunque, ha detto di entrare.» dice Misa, non lasciandomi finire. «Meglio che ti muovi.»
«Ok…» replico, sempre più confuso. «Ci vediamo più tardi, allora?»
«Se ti rimane tempo di pranzare…»
Inarco ancora di più le sopracciglia – ovviamente non smettendo nemmeno un attimo di essere confuso. Misa scuote la testa, toglie la mano dalla mia spalla e se ne va, lasciandomi lì da solo.
Guardo la porta, esterrefatto dal fatto che L abbia saputo deprimerla così tanto già di prima mattina.
Beh, tanto vale entrare e parlare con L.
Sospiro, preparandomi mentalmente – che poi, non so cosa ci può essere, da prepararsi mentalmente. L è sempre L, no? Magari Misa era già depressa di suo, stamattina…
Che sia successo qualcosa con Near?
Mannò, aveva detto che non stanno insieme…
Però quei due stanno sempre insieme, possibile che non abbiano qualcosa di più?
Mah, chi li capisce è bravo…
Sospiro di nuovo, andando verso la porta e abbassando la maniglia e aprendo la porta, per poi sporgermi leggermente e guardare dentro.
Quello che c’è dentro…
…non è L?!
«Mail, sei tu. Entra pure, ho giusto del lavoro da farti fare.»
Deglutisco, e entro nell’ufficio, senza distogliere un attimo lo sguardo da Takada.
Lei è seduta tranquillamente al posto di L, senza battere minimamente ciglio, e sta consultando dei fogli e delle foto – in modo terribilmente spocchioso e professionale. Almeno L lo faceva in modo particolare, come se avesse delle pinze al posto delle dita, e sembrava quantomeno interessante, o comunque divertente da guardare – almeno quando non ti criticava. Takada è noiosamente professionale.
Ok, ok. Mi avrà anche rotto le palle in una maniera assurda, ma sento già la mancanza di…
No, aspetta, ma che cazzo sto pensando?!
…Sento la mancanza di L?!
Come capo, certo, ovviamente, ma…
Insomma. Sento la mancanza di L?!
Forse perché qualcosa mi dice che il fatto che L non ci sia può significare solo guai…
Come avevo detto?
Ah, sì: uno più uno fa due.
Quindi, ricapitoliamo: se Takada è qua è perché L l’ha chiamata, e se Misa mi ha fatto le “condoglianze”… può voler dire solo una cosa.
Takada è peggio di L.
Oh, mio Dio. Ma perché tutte a me?!
«Buongiorno, Mail.» mi saluta lei, per niente partecipe alle mia paranoie mentali su quanto lei possa essere peggio di L. «Chiudi pure la porta, ti devo parlare un attimo.»
Obbedisco, per poi andarle incontro alla scrivania, perplesso.
No, dài… L veramente ha assoldato persino la sua peggior nemica per mettere i bastoni tra le ruote a me e Mel?
Quell’uomo è davvero capace di tutto, di questo si deve prendere atto.
«Buongiorno, signorina Takada.» la saluto, cercando di apparire il più convinto possibile di volerle veramente augurare una buona giornata.
«Immagino che tu ti stia chiedendo dove sia L.» commenta lei, senza distogliere lo sguardo dai fogli e dalle foto che sta esaminando.
«In effetti…» replico, rimanendo in piedi.
«Una settimana fa, L mi ha convocato per chiedermi di prendere il suo posto durante l’orario mattutino.» spiega Takada. «Questo perché lui, la mattina, ha optato per fare un altro lavoro, quello dell’insegnante universitario. Tornerà qui questo pomeriggio, verso le due. Nel frattempo, tu dovrai obbedire ai miei ordini. Ti è chiara la cosa?»
Veramente mi sono fermato un attimo all’ “insegnante universitario”…
Aspetta: uno più uno fa due.
Quindi… L si è messo a fare il professore universitario perché…?
Oddio. Questo è un attacco su due fronti, porca miseria!
«S-sì… Direi che mi è chiara…» replico.
«Perfetto.» ribatte Takada, alzando finalmente lo sguardo verso di me, e porgendomi due fogli stampati. «Perché ho subito del lavoro da farti fare. Devi correggere questi articoli, e poi andare al servizio cui sta assistendo anche Misa e fare delle foto che possano dirsi quantomeno decenti, e un servizio anche su quello. Voglio i tre articoli e le foto sulla mia scrivania entro l’una e quarantacinque. E che siano presentabili, che non abbiamo un’infinità di tempo, per correggere le bozze da pubblicare.»
Ma quanto ti paga L per essere così tirannica, si può sapere?!
«C’è altro?» domando, sarcasticamente.
«Se proprio vuoi altro lavoro.» ribatte Takada – non cogliendo minimamente il tono sarcastico. «Voglio un caffè espresso del bar qui di fronte alla redazione, con una bustina di zucchero. E che mi porti il solito pranzo all’una e trenta esatta. Basta che tu dica che la signorina Takada vuole il solito, al bar sui di fronte, e sarà subito pronta. Puntuale, mi raccomando. Una e trenta precise. E hai sette minuti per il caffè, che poi vado in riunione.»
E io la prossima volta me ne sto zitto, che questa non sa nemmeno scherzare…
Decisamente peggio di L, cavolo!
«Va bene.» replico. «Allora vado…»
Takada torna a guardare altri fogli, mentre io prendo i miei e indietreggio di un passo, prima di voltarmi e fare per andarmene.
La voce di Takada mi blocca sulla porta.
«Mail?»
Mi volto, sospirando. «Sì?»
Lei invece non fa una piega. Continua a guardare i fogli sparsi sul tavolo, e le foto, senza degnarmi di uno sguardo. ‘Sta stronza.
«Bello sfondo, al computer.»
Cioè, mi ha bloccato per dirmi questo?! E io che pensavo fosse chissà che di importante!
Sbuffo silenziosamente, rassegnato a passare del tempo con questa pazza visionaria che vuole caffè entro sette minuti e l’insalatina a pranzo all’una e mezza in punto. Fortunatamente, ho i miei metodi per essere sempre in orario, non mi frega con così poco.
Faccio un piccolissimo inchino, ringrazio e apro la porta dell’ufficio, per poi chiuderla ed andare nel mio, di ufficio.
Mi siedo e accendo il computer, per poi mettere i due fogli degli articoli sul tavolo e guardarli per un attimo.
Sospiro, prendo il telefono in mano e digito un numero che, a furia di dover accontentare i capricci di L senza allontanarmi dall’ufficio, ho imparato a memoria la bellezza di due anni fa.
Ordino il caffè che la Takada mi ha richiesto e mi alzo, per andare a prenderlo, mentre il computer si aziona.
Uno a zero per me.

Sono le nove di sera, quando torno a casa.
Le nove di sera, cazzo. Se io mi ero aggiudicato il primo round, in un certo senso, Takada e L si sono aggiudicati gli altri trenta… quaranta… boh, ho perso il conto. Il problema è che sono stati tutti in una giornata, cazzo.
E per di più, sono le nove di sera. Mello mi ucciderà per aver fatto così tardi, questo è certo. Di solito, ritorno al massimo alle sette e mezza, le otto, oppure viene lui in ufficio con me e stiamo insieme.
A proposito, tra l’altro: oggi pomeriggio Mello non è venuto in ufficio, come fa di solito. Che strano. Di solito viene per controllare che tutto vada bene e che L (o Takada, nell’ultima settimana) non ci provi con me. Oggi invece non è venuto.
Ok, non è il momento di pensare a questo. Ora è il momento di pensare a cosa dirgli, una volta entrato, giusto per reagire un minimo alla sua probabilissima sfuriata.
Probabilmente sarebbe meglio dirgli la verità, ma siamo sicuri che non lincerà nessuno, al saperla?
Mah… Comunque, sempre meglio essere sinceri. Anche perché non mi viene nessuna giustificazione, per essere stato fuori così tanto e non aver risposto alle sue chiamate. Ma quella stronza di una Takada mi ha fatto spegnere il cellulare personale dopo che le ho portato il caffè stamattina – caffè che peraltro quella stronza non ha bevuto, perché ha detto che era troppo amaro! Nonostante il fatto che io sia andato a prenderglielo e mi sia fatto l’ascensore su e giù per uno suo capriccio! –, perché diceva che interferiva con il lavoro. Mi ha fatto tenere acceso solo il cellulare che io e L – e adesso anche io e lei – usiamo per tenerci in contatto durante il lavoro.
Apro la porta, sbirciando dentro.
Mi sorprendo non poco, al vedere che la casa è letteralmente deserta.
Non c’è anima viva in giro. E soprattutto, non c’è Mello.
Entro, chiudendomi la porta alle spalle, e guardandomi in giro.
C’è solo la cena sul tavolo della cucina, e il suo cappotto appeso all’appendiabiti nell’ingresso. Ma in casa c’è un silenzio innaturale – non può essere nemmeno in doccia, perché il rumore non si sente.
Tolgo le scarpe, guardandomi ancora intorno, perplesso. Poi, convinto che così non lo troverò mai, vado verso il tavolo, a guardare che cosa mi ha preparato – non per dire, ma ho una fame che non ci vedo più. E sto pure morendo dal sonno.
Beh, mi ha preparato del ramen. Non è poi così male – anche se ho il sospetto che l’abbia ordinato al takeaway qui vicino a casa.
È solo in quel momento, che mi volto un pochino per andare in bagno a lavarmi le mani, e vedo che in camera nostra c’è il buio più assoluto.
In effetti, ora che ci penso, quando sono entrato le luci erano accese…
Ma questo vuol dire che…?
Sbircio dentro la camera, notando che c’è qualcosa, steso sul letto.
E ho anche il presentimento di sapere cosa sia – o meglio, chi sia.
Prendo il cellulare dalla tasca e faccio accendere la luce sullo schermo, per guardare dentro. E, in effetti, Mello è steso sul letto, addormentato, in tuta e senza nemmeno essersi coperto, con la testa appoggiata a qualche strano foglio.
Inarco il sopracciglio, chiedendomi per quale diavolo di motivo Mello abbia la testa appoggiata a dei fogli invece che a un normalissimo cuscino – e vado verso il fondo del letto, per prendere una coperta.
Il mio piede inciampa improvvisamente in qualcosa di duro che si trova a terra, senza che io lo riesca a vedere – e io lancio un mezzo urlo di dolore, tenendomi il piede con una mano e il cellulare con l’altra, e mettendomi a saltellare sul posto.
«Ahia, cazzo!»
Sento Mello mugugnare, e lo vedo con la lucetta del cellulare mentre si alza in ginocchio sul letto, spaesato, grattandosi la testa.
Quando si volta verso di me, deve ovviamente coprirsi gli occhi, per via della luce.
«Matt, la luce del cellulare!» esclama, scocciato.
«Cazzo! Scusa!» esclamo io, mettendomi il cellulare in tasca. «Eh, però accendi tu la luce, che sennò mica ci vedo!»
Lo sento sbuffare nell’oscurità, per poi sentire qualcosa prendere il mio giubbotto – che non mi sono tolto, per via del fatto che ero talmente sconvolto che non ci fosse casino in casa.
«Non mi va… Vieni tu da me.» ribatte, con il tono impastato dal sonno.
Sospiro, per poi andargli incontro, incappare con le ginocchia nel bordo del letto e fermarmi davanti a lui – anche se lo vedo ben poco, per via del fatto che la luce in salotto non aiuta molto, a vedere lì, e io non ho avuto la brillante idea di accendere quella della cucina… Cazzo, sono troppo sfasato.
«Ciao…» lo saluto, stancamente.
«Bentornato…» replica lui, ancora più stanco di me. «Che ore sono?»
Cazzo, pure le ore gli devo dire?! «Le nove e un quarto, credo…»
Mello rimane in silenzio per un attimo, prima di toccarmi sul petto, forse in cerca di qualcosa.
«Mel?»
«Hai ancora il giubbotto addosso?» domanda lui, stupito. «Almeno quello potresti toglierlo, quando entri in casa…»
«Veramente ero rimasto talmente sconvolto dal fatto che non ci fossi, ad accogliermi, e che non fossi nemmeno venuto in ufficio, che me ne sono dimenticato.» spiego. «Eri nella tua mezz’ora di dormiveglia prima di addormentarti completamente?»
«Mhmh… Scusa…» replica lui, togliendomi il giubbotto. «Ho dovuto fare un tema per il tuo simpaticissimo capo, e mi sono dannato tutto il giorno… Tu invece come mai sei arrivato così tardi?»
Ma come? Niente sfuriata?
«Ero al lavoro… Scusa se non ho risposto alle tue chiamate, ma avevo il cellulare spento…»
«Non importa… Immagino.» replica lui.
Che strano. Non mi aspettavo un qualcosa di così tranquillo. Piuttosto, una scenata di gelosia bella e buona.
Mello ride, senza che io capisca veramente il motivo. Lo guardo – più o meno – nell’oscurità, perplesso da quella risata divertita.
«Che c’è?» domando.
«Ti aspettavi una scenata di gelosia, vero?» replica lui, divertito.
Beh, in effetti… «Ti offendi, se ti dico di sì?»
Mello ride di nuovo. «Non mi chiamo mica Light Yagami, o L Lawliet!» esclama. «Non sono geloso! Cioè, sì, se qualcuno o qualcuna ti mette gli occhi addosso sono gelosissimo, ma se tu tardi al lavoro senza rispondere alle mie chiamate non più di tanto… Lo so che stai lavorando per quel pazzo del tuo capo. E poi, io mi fido di te.»
Spalanco gli occhi, esterrefatto da quella costatazione. Una cosa del genere, quando Mello si è appena svegliato e ha passato tutta la giornata su un tema per L, proprio non me la sarei mai aspettata. Men che meno, al buio, e in una situazione come questa.
«Grazie.» replico, sorridendo. «Mi fa piacere. Almeno non ho cataclismi, dalla tua parte.»
«Ehi! Di norma si dovrebbe dire “anche io mi fido di te”!» replica Mello, ridendo di nuovo.
«Oh, certo, dimenticavo. Ma se lo dico adesso non ha più lo stesso valore, no?»
«Bravo, bravo, dimentica cose fondamentali come questa!» ribatte lui, tirandomi la maglia. «‘Sto stronzo!»
Sbuffo, spingendolo sul letto, sotto di me. «Vedo che anche se hai lavorato tutto il santo giorno per quello stronzo del mio capo, sei ancora bello pimpante.» commento.
«Che c’è, Matt? Vuoi fare qualcosa di sconcio solo alle nove di sera?» domanda lui, divertito. «Di solito non cominciavamo alle undici, o verso mezzanotte?»
Sbuffo, esasperato. «Sinceramente, sono un po’ stanco.» replico. «Takada mi ha letteralmente annientato, questa mattina, e L mi ha devastato questo pomeriggio. Non so che cosa riesco a combinare.»
Sento le labbra di Mello che mi sfiorano il collo, delicatamente. «Sei così stanco?» domanda.
«Decisamente.»
Lui sorride – anche se non lo vedo, lo sento chiaramente, che sorride nel buio. «Va bene. Vorrà dire che per stasera mi sacrificherò e farò io il seme…»
«Non intendevo quello, Mel!» esclamo io, alzando la testa dal suo petto, dove l’avevo appoggiata e mi ero rilassato – per un attimo, perché sia mai chiedere a Mello di rilassarsi un po’ troppo.
«Perché?» domanda lui, in tono capriccioso.
«Perché se devi fare questo sacrificio, non c’è bisogno che lo fai stasera, tesoro.» replico, ironicamente. «Preparati mentalmente per un’altra volta, ok? Stasera ci riposiamo e basta.»
«Eh già, che lui deve ingranare la marcia…» commenta Mello.
Arrossisco, imbarazzato. «E smettila!»
«Che c’è? È la verità, no?» replica lui, ridendo.
«Sarà anche la verità, ma non detta con quel tono! E poi, hai detto tu stesso di essere stanco, si può sapere come cazzo fai ad avere l’energia di fare qualcosa?!»
«Perché io sono giovane, Matt.» replica lui, divertito. «A differenza di te, che sei vecchio e già non reggi più certi ritmi…»
«Aspetta soltanto che ingrani la marcia, poi te li faccio vedere io i ritmi!»
«Bene, perché non vedo l’ora!» replica lui, ridacchiando.
Sbuffo, riappoggiandomi al suo petto caldo, e guardando l’oscurità che alberga nella nostra camera.
«Hai mangiato?» domando, un po’ assonnato.
«Un po’ di cioccolato, verso le otto…» replica lui – e, malgrado tutto il discorso che ha fatto prima, anche lui è stanchissimo, si sente chiaramente dal tono di voce.
«Mangiare qualcosa di diverso, ogni tanto?»
«Io non parlo di alimentazione, con qualcuno che non capisce che il cioccolato è una filosofia di vita.»
«Allora aspetta e spera…»
«Tu hai mangiato? C’era del ramen, sul tavolo…»
«L’ho visto. Me l’hai preparato tu?»
«Ma va’… L’ho preso al takeaway qua vicino, io non sono capace di fare bene il ramen.»
Chissà perché, me l’aspettavo…
«Sai, Mel? Non saper fare il ramen è un difetto imperdonabile, per una mogliettina che si rispetti.»
«Peccato che io non sia tua moglie…» replica lui, sarcasticamente. «O devo mostrarti che sono un uomo?»
Ridacchio, divertito. «No, no, lo so.» replico. «Ma un giorno mi piacerebbe assaggiare il ramen che fai te.»
«Se vuoi avvelenarti ti accontento, anche se non sono molto esaltato all’idea di dover assecondare il mio ragazzo nel suo progetto suicida.»
«Eddài… Tanto male non sarà, no?»
«Credimi. Near una volta l’ha assaggiato perché volevo farlo per Light, e mi ha detto senza mezzi termini che faceva letteralmente schifo, e che avrei rischiato di avvelenare Light, se l’avessi preparato per lui.»
«Nooooo… Perché non gliel’hai preparato?»
Mello ridacchia. «Eddài, che stronzo…!»
«Ma io sono serissimo! E poi, come mai Near è sopravvissuto al tuo ramen?»
«Ma perché Near è abituato, alle stronzate che cucino! Lui ha una specie di antidoto innato nel corpo…» esclama, sempre ridacchiando. «L’hai mangiato il ramen che c’era, sì o no?»
«No… Sono venuto a vedere che cavolo stavi facendo al buio, in camera.»
«Male! Dovresti mangiare, invece di spiare quello che faccio!»
«Non c’era niente da spiare…» replico, sarcasticamente. «E poi, non mi faccio dare lezioni di alimentazione da uno che vive a acqua e cioccolata, anche se è il mio ragazzo.»
«Uffa…! È che sei così magro!» replica lui, stringendomi ai fianchi. «Sembri tutto pelle e ossa!»
«Ha parlato l’altro…» obietto. «Sei addirittura più magro di me. Non hai molta voce in capitolo.»
Lui sbuffa, stringendomi di più. «Una cosa positiva in te però c’è.» commenta.
«Tesoro, io ho ben più di una cosa positiva, mi aspettavo che l’avessi già capito da tempo.» replico, ironicamente.
«Intendevo che, nonostante il fatto che sembri quasi pelle e ossa… sei caldo. Hai un corpo caldo.»
Ridacchio, ricordando la storia del termosifone marca Jeevas. «Che sembro un termosifone non è la prima volta che me lo dici…»
«Però è vero… Sei davvero caldissimo.» commenta lui, convintissimo. «Sei meglio di una coperta.»
«Grazie, che bel complimento…»
«Prego, tesoro, non c’è di che.»
Sorrido, accucciandomi meglio contro il suo petto – caldo probabilmente tanto quanto il mio corpo. Appoggio una mano su ciascuno dei suoi fianchi, stringendoli dolcemente, senza troppa forza.
Non ho nemmeno voglia di alzarmi per andare a mangiare: di botto mi è passata tutta la fame. Sto bene così, grazie.
Respiro profondamente il suo odore, sorridendo.
«Mello?» lo chiamo, a bassa voce.
«Mh?»
«C’è una cosa che in tutto questo tempo che stiamo insieme non ti ho mai detto.» osservo.
«E cioè?» domanda lui.
Lo stringo di più ai fianchi, per poi accucciarmi meglio tra le sue braccia, che mi stringono alla schiena, senza troppa forza.
«Ti amo.»
È la prima volta che lo dico a qualcuno, e la cosa mi spaventa un po’, sinceramente. Ma sento che a lui posso dirlo, senza tanti problemi.
Mello allenta leggermente la presa sui miei fianchi, esterrefatto – lo sento, il suo cuore che si è messo a battere all’impazzata, per quello che ho detto. E sorrido, intenerito da quel suo atteggiamento.
«Davvero?» domanda, a bassa voce.
Sorrido. Non mi importa nemmeno che lui non me l’abbia detto. L’importante è che sappia quello che io provo per lui. Non servirebbe a niente forzarlo.
«Davvero.» replico. «Ma tu puoi anche non dirlo, se non senti la stessa cosa per me.»
«Non dire stronzate!» esclama lui – e io alzo lo sguardo, stupito, notando che è un po’ arrossito, grazie al fatto che ora ci vedo un po’ meglio, nel buio. «È che… non mi aspettavo che me lo dicessi così presto…»
Rido, divertito. «E quando avrei dovuto dirtelo, scusa?»
«Non lo so…! Cazzo, hai la capacità innata di farmi sentire in imbarazzo, e la cosa non è da tutti, te lo assicuro!»
«Beh, ma tanto io al buio non ti vedo… Non lo vedo mica, anche se diventi completamente rosso per l’imbarazzo!» replico, ridacchiando. «E comunque, sono lusingato di avere una simile capacità, Mel.»
Mello sbuffa leggermente, scocciato. «Non so che dire… Se te lo dico adesso sembrerebbe che lo faccio solo per circostanza…»
Ridacchio di nuovo, portandogli una mano alla guancia e accarezzandolo, dolcemente.
«Mi ami?» domando, a bassa voce, con la bocca contro la sua fronte.
«Sì…»
Sorrido, baciandolo sulla bocca, delicatamente e senza soffermarmi ad approfondire. «E allora va bene così.» commento, sorridendo. «Grazie, Mel.»
«Grazie di che?»
Rido di nuovo. «Di amarmi. E di esserci. E di essere qua con me.»
Lo vedo sorridere leggermente. «Diciamo che siamo pari, perciò non mi devi ringraziare.»
Ridacchio di nuovo, per poi appoggiarmi al suo petto un’altra volta.
«Domani voglio che mi prepari il ramen e che lo mangiamo insieme.» dico, convinto.
«Ma vuoi veramente morire?!» esclama lui, ridendo.
Rido di nuovo. «Beh, al massimo lo puoi prendere dal takeaway e spacciarlo per tuo, no?»
Lui ride a propria volta, divertito.
«Visto che mi hai dato il permesso, credo proprio che lo farò.»



Note dell'autrice
Ok,ok, lo so che questo capitolo nella parte finale è un po' melenso e magari non è divertentissimo, però... Vabbè, per stavolta prendetela così.
Comunque, giusto venerdì stavo ragionando sulle vostre recensioni e mi stavo dando ad una rapida rilettura di alcuni capitoli della ff... E in effetti mi sono accorta che molte di voi propendono tantissimo per una LxLight, ma che ancora non c'è niente di certo... Beh, gente, io non so che dire... Sappiate solo che questa è una produzione "madychan", e mi sa che vi potete aspettare di tutto tranne che la norma. Tra parentesi, la stessa coppia "normale" MattxMello è nata non tanto perchè io adoro le coppie "normali" (anche se io adoro Matt e Mello insieme, ma questo è uno dei pochi casi), ma più che altro per il fatto che volevo fare una vendetta alla mia beta... Che poi, 'sta vendetta non è mica riuscita tanto bene, perchè lei non se l'è proprio presa per niente, anzi...^^ Vabbè!
Comunque, tenete a mente che io sono più persona da crack pairing, piuttosto che da pairing normali... Non potete dare niente per scontato finché non arriveremo alla fine...^^ Un bacio!

Risposte alle recensioni! (scusate se non mi dilungo molto^^)

x Bimba127: beh, direi che la risposta sul professore all'università è stata più che eloquente...^^ E anche Takada, non la vedremo molto ma fa tanto la parte della bastarda in questa fic... Comunque non ce la vedo molto a provarci con Near... Mah, chissà! Poi vedremo! Comunque eccoti accontentata su Light, ovviamente lui non può mancare tra i banchi di scuola... Anche se Light professore ci stava, ma non credo che in molti lo avrebbero ascoltato, più che altro si sarebbero imbambolati a guardarlo...^^ Un bacio e alla prossima! xxx!

x Sibil_Vane: allora, innanzitutto grazie mille per avermi messo tra i tuoi autori preferiti, è un vero traguardo per me (tra l'altro, wow, al primo colpo!) Comunque, grazie mille per i complimenti (ma... l'hai letta tutta d'un botto?! Non ci credo!)... Mi fa piacere che apprezzi trama, personaggi e scrittura, perchè molte volte non sono convinta di aver scritto qualcosa di decente. Quanto a Matt e Mello, devo dire che io li adoro (adoro in particolare Matt per l'aspetto, ma Mello è il mio idolo personale in quanto vive di cioccolata...^^) Quanto a L e Light... Beh, anche loro sono divertenti come personaggi, mi piacciono molto.  Ecco qua il prossimo capitolo, spero ti sia piaciuto! un bacione e alla prossima! xxx!

x _Kira_94: E non è ancora finita, mancano ancora un paio di personaggi a comparire, mi sa... Uno di certo. Comunque non sei l'unica ad odiare Takki, io la detesto per il semplice fatto di aver ucciso Mello... Matt sarà sfigato ma anche Mello adesso ci si sta mettendo, con L... E  comunque anche io ci vedo bene Mel in film vietati ai minori (anche se Matt non approva^^). Grazie per la tua enorme pazienza, comunque, ne sono commossa! Un bacio e alla prossima! xxx!

x SillySuper: perchè non saresti brava a recensire?! A me la tua recensione è piaciuta! Grazie mille per i complimenti, mi fa piacere che la fic ti piaccia così tanto e che ti piacciano tutte le situazioni e i legami... Quanto a Wedy, lei comparirà, credo proprio... Mentre i tizi della Yotusba non ce li avevo in programma, ma forse potrei farci un pensierino... Mmmmhhh... Ecco qua il nuovo capitolo, spero che ti sia piaciuto e che continuerai a seguire! Un bacio e grazie mille di nuovo! xxx!

x Puce16: uddio, scusa il nuovo catastrofico ritardo... Spero mi capirai. Comunque, se ti può consolare, non ti perdi niente a non aver fatto ancora la patente... Un casino megagalattico, davvero. Per quando la farai, meglio se riesci a fare l'esame tipo a settembre, che non si hanno tante verifiche di solito (almeno, parlo per me)... Io quando dovrò farlo sarò uscita da una situazione a dir poco tragica, da scuola...  Coooooomunque! Grazie mille per i complimenti sui capitoli, mi fanno piacere lo sai! Takki probabilmente l'ho dipinta così perchè la odio spassionatamente (non si era capito, vero?^^), mentre Mello... beh, lo posso anche capire, ma forse lui ha esagerato un po'... Ha fatto persino disperare Near! Comunque, Matt e Mello non sono stupidi, ma a volte L e Light hanno di quegli assi nella manica che sono totalmente inevitabili... Ecco qua il nuovo capitolo, spero ti sia piaciuto! Un bacio e alla prossima! xxx!

x silviotta: ma dài, la recensione non fa affatto schifo, anzi! Grazie mille per i complimenti, intanto; mi fa piacere che la fic ti piaccia e che Misa abbia riuscito nell'impresa di starti simpatica (le famolto piacere, dato che non sei nemmeno l'unica che me lo dice^^!). Light e L sono campioni di bastardaggine (ps: non so se la parola esiste nel vocabolario, ma io la uso spesso), ma purtroppo i protagonisti sono Matt e Mello, per ora... Però, chissà, in futuro potrebbero avere più spazio i tuoi beniamini, tutto può succedere^^ Quanto alla questione dell'uke tra Light e L, direi che potrebbero scambiarsi i ruoli... Anche perchè io non mi ci vedo nè Light nè L come uke... Forse per un doujinshi che ho visto su internet mi riesco a immaginare un po' di più un Light, comunque...^^ Rem ti ringrazia per i complimenti^^! Un bacio e alla prossima, spero che il capitolo ti sia piaciuto! xxx!

x lain87: beh, ecco qua il nuovo capitolo! Grazie mille per i complimenti! Spero di non deluderti nemmeno in futuro... Un bacio e alla prossima! xxx!

x BloodNyar: la prima cosa che ho pensato, quando ho letto la tua recensione, è stata: o Mio Dio.
Allora, comincio con il ringraziarti sia per la recensione sia per la mail. Il tuo interesse e la tua pazienza per la mia fic mi commuovono, davvero *o*! I tuoi complimenti mi lusingano, davvero: non mi aspettavo di essere così coinvolgente nella storia, tanto da riuscire a farti addirittura vivere le situazioni che si vedono. E mi fa anche molto piacere che tu apprezzi la prima persona in cui narro... Anche perchè così mi fai capire che sono riuscita nel mio intento, siccome non sono motlo abituata alla prima persona e di solito uso la terza... Mi fa piacere aver reso bene la storia, quindi, e i tuoi complimenti in proposito mi hanno fatto molto piacere, davvero. Così come mi lusingano anche i tuoi complimenti sullo scorrimento della storia... Strano a dirsi, perchè di solito io adoro i flashback, ma stavolta non li ho usati, e il fatto che sia riuscita a non incasinare la storia mi fa molto piacere...^^ Anche per la storia dei personaggi IC, i tuoi complimenti mi hanno fatto molto piacere, perchè sono sempre convinta di non rendere bene il fatto che lo siano... Insomma, a volte tendo a farli impazzire un po'^^ Ma mi consola che tu non ti dispiaccia per la cosa^^.
Quanto a Matt e L, e a Light e Mello, anche a me piacevano molto come coppie...Tanto che stavo progettando una cosa su di loro... Bah, vedrò che riesco a combinare, comunque, perchè come ho già detto nell'introduzione non ho molta ispirazione in questo periodo...Comunque mi fa molto piacere che le coppie ti siano piaciute (compresi Near e Misa, anche se ripeto che non c'è niente di certo fino alla fine... Resta a guardare che combino!^^) Quanto al crack... Beh, credo proprio che ci troveremo d'accordo su questo punto, perchè anche io adoro il crack^^!
Quanto ai personaggi secondari. Mi fa piacere che Mikami e Ryuk ti siano piaciuti (anche io sono morta dal ridere a rileggere quel pezzo XD), mentre Rem... dunque... in effetti prima era apparsa come personaggio secondario, ma poi in seguito alla tua recensione ho deciso di farle assumere un ruolo un po' più importante... In effetti mi dispiace anche mettere personaggi così alla cavolo e poi non farli apparire più... Insomma, avevo dato persino a Takada, che io odio, un ruolo più importante di quello di Rem! Anche a Rem dovevo dare importanza, senza dubbio. e tu me ne hai fatto prendere coscienza... Grazie! Comunque ti anticipo che per un certo periodo non avrà un ruolo definito,sarà solo dopo che diventerà una specie di personaggio onniscente...proprio come nel manga^^
Quanto ai ruoli di L e Matt, posso solo dire che mi fa piacere che ti siano piaciuti: io personalmente li adoro, in quei ruoli.
Comunque non lusingarmi troppo, che poi mi esalto troppo e non è mai un bene! Ma mi fa piacere che tu mi ritenga davvero brava, sul serio, perchè è un traguardo per me che tu ti sia letta tredici capitoli senza morire prima e anzi addirittura apprezzandoli, soprattutto perchè io non sono molto il tipo da storie comiche... Perciò, non scusarti per essere logorroica (non ti preoccupare, anche io lo sono^^) e, anzi, sono io che devo solo ringraziarti per avermi fatto quest'infinità di complimenti e di avermi messo tra i tuoi autori preferiti!
Ultima cosa, la tua curiosità: non sono fiorentina, ma milanese, con origini palermitane da parte di padre. Se vedi magari qualche termine che ti ricorda il tuo dialetto è perchè io ho viaggiato in mille posti diversi durante le vacanze estive, e un paio di anni fa sono stata anche lì a Firenze... Siccome tendo a prendere un po' dai dialetti di qualunque posto in cui mi trovo, magari inconsciamente ho usato qualcosa del tuo... O magari sono solo somiglianze con qualcosa del mio!
ps: ho letto adesso che hai modificato la recensione... cioè, l'avevo letta, ma mi ero dimenticata di salvarla... Comunque, bisognerà vedere che combinano L e Light... Quei due sono dei pazzi, potrebbero cambiare le carte in tavola e io nemmeno me ne accorgo!^^ Comunque mi fa piacere che ti sia piaciuto, invece, il rapporto di Matt e Mello...Personalmente, come coppia li adoro^^
Grazie mille ancora per la recensione e per la mail... Spero che il capitolo ti sia piaciuto e scusa per il ritardo astronomico, per favore... Appena rivedo la persona che venerdì mi ha ridato l'ispirazione la ringrazio infinitamente, e intanto ne approfitto per ringraziare te che mi hai dato un input con la tua mail. Un bacione e alla prossima! xxx!

x EnnyGio: Grazie mille per i complimenti!!! Mi fa piacere che la storia ti piaccia tanto! Scusa il ritardo dell'aggiornamento, spero che il capitolo sia abbastanza lungo... Un bacione anche a te e alla prossima! xxx!
  
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