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Autore: Anthy    20/10/2009    15 recensioni
La cioccolata è come la vita umana; conoscila e scoprirai un pezzo di mondo. In una giornata storta, assumere della cioccolata fondente fa ritrovare l'energia; in un giorno felice, mangiare un quadratino di cioccolato bianco non può che migliorare il tutto...
Sono queste le parole che Inuyasha rivolge ad una Kagome delusa dalla vita, sola e ferita. Cosa succederebbe se, un giorno, provasse allora una cioccolata un po'...piccante? Beh, proverebbe un sapore difficile da dimenticare.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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capitolo2Choco
CHOCOLAT





Capitolo 2

Il mio incontro con Inuyasha… A ripensarci non posso fare a meno di sorridere. La pioggia aveva completamente cambiato la mia vita, ma io ancora non potevo saperlo.
L’unica cosa di cui ero certa era che lui mi piaceva, che avrei voluto conoscerlo meglio. Rigirai la tazza fra le mani, facendo vorticare il liquido dentro.
Dimenticavo, pure la cioccolata ci aiutò ad avvicinarci. E ancora oggi ci unisce… Insieme a qualcos’altro, se era possibile, di ancora più dolce. Un sentimento chiamato amore.

*** PASSATO***

Quella sera dormii abbracciata alla giacca di Inuyasha; mi sentivo stupida ed infantile, eppure non riuscivo a fare a meno di pensare a lui, al suo sguardo, al suo fisico…
Anche le sue parole rimbombavano nella mia testa. Tutte.
Aveva ragione, dovevo riprovare ad aprirmi al mondo, in quell’ultimo anno non ero stata la solita Kagome; ero stata ferita, ma non avevo reagito. Era arrivato il momento di smetterla di compatirmi! Decisi che avrei sfruttato ogni occasione possibile per conoscere meglio i miei collaboratori; chi voleva avrebbe potuto accettare la mia amicizia, gli altri non sapevano cosa avrebbero perso.

Fu con quello spirito battagliero che mi presentai a lavoro il giorno dopo. Entrai nel mio nuovo ufficio sorridendo allegramente, come mai era successo prima, salutando tutti quelli che incrociavo. Mi sentivo più libera, più leggera, ma non potevo fare a meno di darmi della stupida: avevo dovuto attendere le osservazioni di un ragazzo sconosciuto per risvegliare il mio vero io. Stupida!
Fu una mattinata meravigliosa. I miei tentativi di conversazione mi portarono a conoscere tre ragazze nella mia stessa divisione, Eri, Yuka e Ayumi; erano tre simpaticissime giovani della mia stessa età, allegre e spigliate. All’ora di pranzo uscimmo insieme, chiacchierano come amiche di vecchia data, scambiandoci aneddoti sulla nostra adolescenza, sulle nostre storie d’amore; mi aprii a loro e furono molto comprensive, mi consolarono ma senza avere pietà o altro, mosse solo da un reale dispiacere.
Sì, mi sentivo felice, veramente felice.
Tuttavia una leggera impazienza mi faceva fremere sul posto. Desideravo incontrare Inuyasha; mi mancava la sua voce e i suoi occhi. Le mie amiche si accorsero presto che non stavo più seguendo i loro discorsi e mi fecero il terzo grado per sapere chi era colui che mi aveva stregato a quel punto.
<< Eh? Ma, ma che dite??? N-non stavo pensando a nessuno!>>
<< Ah-ah Kagome, non ce la dai a bere! Avevi le guance leggermente arrossate, gli occhi luminosi e non stavi ascoltando una parola di quelle che dicevamo.>>
<< Sì, >> le diede man forte Yuka, mentre Ayumi annuiva. << c’entra sicuramente un ragazzo e devi assolutamente confidarci chi è.>>
Fui costretta a rivelar loro tutto. Erano molto persuasive quando volevano.
<< So solo che si chiama Inuyasha e ha una cioccolateria di nome “Chocolat”. L’ho conosciuto ieri sera, è un hanyou bellissimo e sembra abbia la mia stessa età.>>
Ayumi si fece pensierosa, incuriosendomi << Inuyasha… Inuyasha… Ma certo!>> il suo urlo aveva attirato l’attenzione del locale su di noi. Imbarazzata la nostra amica si fece rossa, ma non la fermò dal parlare in maniera concitata. << Inuyasha No Taisho! Il rampollo dei No Taisho. Però, hai avuto fortuna Kagome.>>
Ero confusa. << Fortuna?>>
Eri annuì. << I No Taisho sono degli importanti industriali, i cui eredi altri non sono che Sesshomaru No Taisho ed Inuyasha No Taisho. Tuttavia gli ultimi gossip parlavano di screzi fra il più giovane dei fratelli con il maggiore e il padre. Il minore altri non è, se non sbaglio, proprio il tuo Inuyasha.>> ero sbalordita! Conoscevo solo di fama la potenza dei No Taisho, ma addirittura venire a scoprire che il proprio ragazzo dei sogni era ricco… Improvvisamente la voglia di saperne di più si impadronì di me. Non per i suoi soldi, per la sua notorietà o altro. Solo per capire come mai non andasse d’accordo con la sua famiglia, cosa nascondesse quell’hanyou dai modi così fieri, ma che forse soffriva per quella situazione. O almeno, credevo potesse essere così. La famiglia per me era una cosa sacra, qualcosa di intoccabile. Io adoravo la mia; sebbene mio padre fosse morto quando ero piccola, mia madre  e il nonno hanno sempre fatto in modo di non farmi pesare quella grave perdita. Con grandi sacrifici avevano permesso un’infanzia felice prima a me e poi a Sota. E io non potevo che essere orgogliosa della mia famiglia. Screzi ce n’erano ogni tanto, ma erano banali sciocchezze, che finivano sempre con scusa sussurrati o abbracci pentiti.
Per quello mi risultava difficile credere che si potesse creare una crepa così profonda in un nucleo famigliare.

Persa nei miei pensieri, non mi accorsi che la pausa pranzo era finita. Tuttavia la mia mente continuava ad elaborare le informazioni apprese.
Informazioni che facevano capire quanto ancora poco sapessi su Inuyasha e quanto desiderassi approfondire la nostra conoscenza. Ma forse stavo correndo troppo con la fantasia; del resto eravamo degli sconosciuti che avevano passato una serata piovosa a chiacchierare, invece che nel gelo dei proprio appartamenti vuoti. Forse, questo mio desiderio di sapere di più di lui era inopportuno. Inoltre pure lui sapeva poco di me; e se dopo esserci conosciuti meglio non l’avrei più aggradato? Le paranoie mi stavano logorando. Inuyasha era bellissimo, come poteva desiderare conoscere una ragazza così cieca da non saper vedere oltre la punta del proprio naso? Come poteva volere ancora la mia compagnia? La verità era che avevo paura di illudermi, di vedere tracce e segni laddove in realtà non c’era che semplice cortesia. Troppo tempo ero rimasta sola, troppo tempo era passato da quando venivo corteggiata; magari stavo enfatizzando quelli che erano normali riti che si svolgevano con chi si era appena conosciuto. Mi aveva invitato, ma magari in realtà preferirebbe non vedermi. Mi aveva prestato il suo giubbetto, ma forse era la sua educazione costosa ad imporglielo. Oh kami, forse dovevo lavargliela la giacca!  

Il resto della giornata non apparve più tanto entusiasmante come la mattina trascorsa, neanche la vicinanza delle mie nuove amiche mi aiutò. Appena finito il turno, uscii e mi incamminai verso la cioccolateria a passo veloce, facilitata dalle comode ballerine. Arrivai al locale che era già chiuso, ma come avvicinai la mano alla maniglia mi fermai, tutti cattivi pensieri che si affacciarono prepotentemente nella mia mente.
Sentivo il bisogno di vedere Inuyasha, ma le mie gambe erano bloccate, un istintivo impulso di fuga si impossessò di me.
Kami, dovevo reagire! Ora ero la nuova Kagome, quella che guardava il mondo con il sorriso, pronta a lottare per difendersi dal dolore.
Abbandonando ogni remora, bussai alla porta e finalmente rividi il suo viso, quel viso che mi aveva tormentato per tutta la notte e il giorno; un sorriso automatico si aprì fra le mie labbra, era pura felicità quella che provavo. Ogni paranoia era un ricordo lontano, cancellata da quelle iridi intense che mi fissavno. Possibile che avesse questo effetto su di me?
<< Ciao Kagome! Entra pure.>> quasi non le sentii le sue parole, imbambolata com’ero a guardarlo, e solo quando ripeté il mio nome  notai che mi osservava confuso, aspettando un mio movimento.
<< C-ciao Inuyasha.>> no, non potevo rendermi ridicola come il giorno prima! << Tieni, ti ho riportato la giacca. Grazie mille! Non l’ho lavata, ma se vuoi ti do volentieri i soldi della lavanderia. Basta una parola e…>>
Scoppiò a ridere, interrompendomi. E sconvolgendo il mio battito cardiaco << Ma scherzi? Ci mancherebbe altro. Poi l’hai solo indossata per andare a casa, non ci sono problemi.>> se avesse saputo che ci avevo dormito abbracciata non credo l’avrebbe pensata allo stesso modo, ma non volevo che mi credesse più pazza di quel che ero.

Ci sedemmo allo stesso tavolo, a farci compagnia c'era una splendida torta di cioccolato decorata con fragole e panna. Era stupenda e sicuramente anche buona.
<< Ma sei sicuro che dobbiamo mangiarla? È così bella…>>
<< È fatta apposta per essere mangiata.>>
<< Lo so anch’io, ma…>>
<< Niente ma. Mangia e basta.>> portai alla bocca la prima forchettata di quello splendido dolce, rimanendone subito conquistata.
Era una delizia. Morbida, la cioccolata si scioglieva in bocca che era un piacere, la panna fresca contrastava il calore e rendeva il tutto ancora più dolce. Le mie papille gustative erano in estasi.
<< Mmm…>> oh Kami! Non era vero! Non avevo appena emesso un gemito di piacere, non potevo essere stata così stupida. Ma la sua risata divertita mi fece capire che purtroppo le mie supposizioni erano giuste.
<< Beh, non posso che essere orgoglioso del risultato. Nessuno aveva mai… apprezzato… così apertamente una mia creazione. Il mio ego non può che esserne soddisfatto.>> nonostante quel tono canzonatorio c’era una reale contentezza per il mio gesto e solo quello mi fermò dall’offendermi. Del resto, come potevo realmente offendermi con lui, quando aveva fatto capire che il mio parere gli interessava?


Trascorremmo il tempo mangiando e chiacchierando; gli raccontai della mia giornata, di come avessi ascoltato i suoi consigli e mi fossi aperta a lavoro, conoscendo tre fantastiche persone. Mi ascoltò attento, senza dar segni di noia o impazienza di finire l’incontro; mi osservava piegando le labbra con quel sorriso strafottente, consapevole che buona parte di merito ce l’aveva lui se mi ero aperta. Ma i suoi occhi erano caldi, come il fuoco che bruciava dietro di noi. Era un calore che mi faceva impazzire, che mi faceva desiderare di essere guardata così per sempre.  
Cercai di cancellare questi pensieri, mentre mi raccontava la sua giornata, i clienti difficili e le soddisfazioni nel vedere le sue preparazioni apprezzate. Mi piaceva sentirlo parlare, mi permetteva di capire parte del suo carattere e farmi un quadro più chiaro della sua personalità. Parlava con passione, ma mostrava pure ironia e sarcasmo, salvo poi imbarazzarsi quando parlava di clienti troppo appiccicose che facevano avances non troppo velate. Era un’insieme di contraddizioni quel ragazzo; un miscuglio di personalità che non facevano che incuriosire la mia natura per l’appunto curiosa.
Però un pensiero rimaneva fisso nella mia mente, non riuscivo a dimenticarlo neppure concentrandomi sulla sua voce: riguardava la conversazione di stamane, quella riguardante le sue origini. Ma avevo paura ad introdurla, pensando che potesse prendermi per una pettegola.
Purtroppo, fu la mia bocca, indipendentemente dalla mia testa, a sollevare la questione.
<< Inuyasha, volevo chiederti... È vero che sei uno degli eredi dei No Taisho?>> avevo cercato ti trattenere la reale portata della mia curiosità, mascherandola in un tono indifferente, ma percepii chiaramente l'atmosfera cambiare. E la cosa non mi piacque. I suoi occhi, così calmi, si erano induriti; il suo corpo si era irrigidito e una spiacevole sensazione di freddezza era emanata dalla sua figura. Il calore provato fino a poco fa era velocemente sparito, non ero preparata a quel cambiamento. Mi sentii a disagio.
<< Come lo sai?>> anche la sua voce si era fatta gelida, cominciavo a pentirmi della mia domanda. Quello che avevo di fronte non era l’Inuyasha che avevo conosciuto.
<< Quando oggi a pranzo ho parlato alle mia amiche del nostro incontro, hanno collegato la tua persona al cognome.>>
<< E anche se fosse, a te cosa interessa?>>
Mi strinsi fra le spalle, dispiaciuta per la piega della conversazione. Una spiacevole morsa si stava impossessando del mio stomaco, per nulla piacevole. << Era solo per sapere, per conoscerci meglio...>> ma lui proseguì, come se non avessi parlato.
<< Dimmi, ci scriverai un articolo? Già me lo vedo il titolo "Una serata con Inuyasha No Taisho". Manderai anche a me una copia? Ci conto sai.>> scoppiò in una risata fredda, che mi fece rabbrividire.
Ero allibita. No peggio, ferita. Era questa l'opinione che aveva di me? Era così che mi vedeva, una persona senza scrupoli capace di scrivere cose false pur di far soldi? Certo, la nostra non era una conoscenza profonda, ma era veramente questa l’impressione che gli avevo dato? Ogni mia certezza crollò; le paranoie faticosamente scacciate si erano manifestate nella cruda realtà. Con una facilità disarmante mi aveva etichettato come superficiale e calcolatrice; ci aveva messo troppo poco per giudicarmi, probabilmente aveva passato la sera a pensare al mio carattere. Ah no, non ero degna di entrare nei suoi pensieri, ero una manipolatrice.  Sentivo di avere gli occhi lucidi, sapevo bene di essere prossima alle lacrime ma per nulla al mondo avrei pianto davanti a lui.
Possibile che le parole di un quasi sconosciuto ragazzo avessero potuto farmi così male?
Sì perché lui non era un qualcuno, lui era Inuyasha.
<< Mi scusi, si è fatto tardi, meglio che vada.>> mi alzai in fretta dalla sedia, consapevole che solo un altro secondo passato là dentro mi avrebbe fatto scoppiare in una crisi di pianto irreversibile; presi le mie cose e tirai fuori il portafoglio. << Ecco qua, la ringrazio per il dolce. Addio.>> gettai qualche soldo a caso, non mi interessava quanto avessi lasciato. Volevo solo andarmene, tornare a casa e rifugiarmi sotto le coperte per piangere.
Avevo trovato un ragazzo che finalmente mi interessava conoscere, ma che mi considerava un'approfittatrice. Evidentemente io non ero destinata a trovare l’amore.
Mi diressi verso la porta, cercando di reggere almeno finché non l'avessi oltrepassata, quando una mano calda, quasi a contrastare la freddezza di poco fa, afferrò il mio polso in maniera decisa. Ma non mi girai, ero sicura che se avessi incrociato i suoi occhi gelidi sarei scoppiata.

<< Scusami Kagome. Ti prego scusami.>> come un delicato alito di vento, la sua voce sfiorò il mio orecchio, nessuna traccia del pungente sarcasmo di prima. Non mollò la mia mano, ma sentii il suo corpo avvicinarsi al mio. Così vicino da godere del suo calore, eppure troppo lontano per potersi appoggiare e lasciarsi cullare dalle sue braccia. Le sue parole bruciavano dentro di me, chiare e limpide come se le stesse urlando proprio in quel momento.
<< Non credevo a nessuna di quelle parole, te lo assicuro. Ma devi capirmi, anche la mia fiducia è stata spesso tradita, i consigli che ti ho dato provenivano da esperienza personale.>> certo, non faticavo ad immaginare quante persone potessero aver approfittato della sua fiducia per ottenere propri interessi, ma essere paragonata a loro mi aveva fatto male. Più che altro il modo sicuro con cui aveva affermato quelle parole, come se mi conoscesse talmente bene da poter dire che IO avrei fatto sicuramente così. Ero mortificata.
<< Per favore Kagome, girati.>> presi un profondo respiro prima di voltarmi, masochista fino alla fine.
Come calamite, i suoi occhi attirarono i miei; la gelida furia di prima era sparita e aveva lasciato spazio ad un profondo dispiacere, ad una tristezza che mi colpirono. Era realmente dispiaciuto, glielo leggevo in volto.
Potevo io, che avevo conosciuto il dolore della delusione e del tradimento, non perdonarlo? Era difficile, non avevo ancora la lucidità necessaria per capire cosa fosse giusto o sbagliato. Tutto come prima, era dannatamente tornato tutto come prima. Una questione di fiducia. Dargli una seconda chance di parlare, di farmi capire... Di scusarsi?
<< Perdonami.>> le sue graziose orecchie erano abbassate sul capo, a rafforzare il dispiacere che provava. Fu li che mi sciolsi. Al mondo c’erano persone che meritavano fiducia e altre no. Non era facile riconoscerle, era maledettamente difficile. Ma chi conosceva la sofferenza  causata da una fiducia mal riposta, sicuramente cercava, per quanto gli era possibile, di evitare di ferire intenzionalmente le persone che lo circondavano. Era un pensiero contorto, ma che mi fece capire che in realtà, quello di Inuyasha era stato un tentativo di proteggersi, forse perché… forse perché ci teneva alla mia vicinanza, una vicinanza reale non dovuta al suo cognome. Probabilmente lui aveva sofferto nel tempo ancora più di me, sempre a chiedersi se chi gli fosse di fronte ci tenesse veramente a lui.
Mi scostai dalla sua presa e presi fra le mie mani le sue; cercai di sorridere per quanto fosse possibile: per quanto desiderassi perdonarlo completamente, le sue parole non erano state leggere. << Credo di poterti perdonare... Per ora.>> non volevo perdere la sua compagnia, la sua presenza. Sentivo una forte attrazione nei suoi confronti, mi piaceva e non per un nome, ma per qualcosa che si era radicato in me la prima volta che avevo incrociato il suo sguardo, che avevo sentito il suo tocco.
Sollevò le nostre mani fino alla sua bocca e posò un bacio sulle mie, senza smettere di osservarmi. << Non metterò più in dubbio la tua fiducia. È una promessa!>> aveva parlato con convinzione, una determinazione che segretamente mi aveva scaldato da quel gelo provato poco fa. Decisi di fidarmi delle sue parole, di crederci.
Tornammo al tavolo in silenzio, lentamente, leggermente imbarazzati entrambi, ma notai che una mia mano era ancora fra le sue. Era una stretta leggera, ma al contempo bisognosa. Sì, aveva bisogno di sentire qualcuno di vero vicino, ne ero sicura. Per quello ricambiai la stretta. Quando ci sedemmo, fummo costretti a sciogliere quel piacevole, almeno per me, intreccio.

<< Riprenditi i soldi, da te non vorrò mai niente. La tua compagnia mi fa piacere, molto piacere, e il minimo è offrirti i miei dolci.>> era la seconda volta che mi diceva che stava bene con me, forse non se n’era reso conto, ma io sì. E mi aveva fatto fin troppo piacere saperlo, soprattutto dopo le parole dure di prima.
<< Allora Kagome,>> sapevo che si stava sforzando per cercare di alleggerire l'atmosfera e non potei che essergliene grato. << com'è che parli di me alle tue amiche?>> ok, non ero più tanto grata come prima. Arrossii violentemente alle sue parole.
<< Non parlo di te a loro!>>
Mi guardò scettico, un sopracciglio sollevato, ma il suo sorrisetto malizioso la diceva lunga su quanto mi credesse.
Sbuffai, imbarazzata come non mai. << D'accordo. Mi ero distratta un attimo a pensare mentre parlavamo e subito si sono insospettite. Per cui ho dovuto raccontare del nostro incontro di ieri.>>
Il suo sorriso si allargò, ma non vi era nulla di malizioso stavolta. Solo uno splendido dolce sorriso. Uno di quelli che avevo imparato ad adorare. << Stavi veramente ripensando a ieri?>> oh Kami! Avrei voluto sotterrarmi.
<< Sì.>> mormorai flebilmente, distogliendo lo sguardo. Lo sapevo anch'io che non era normale essere fissati con qualcuno conosciuto da un giorno, ma non volevo che lo scoprisse pure lui!
<< Anch'io ho pensato a te...>> alzai di scatto la testa. Mi stava guardando con dolcezza, nessuna traccia di ironia. Io invece avevo la bocca spalancata per lo stupore. << Sì, pure io ho ripensato a ieri e per questo mi dispiace per come ho dubitato di te prima.>> aveva pensato a me, nonostante gli fossi piombata nel negozio dopo l'orario di chiusura, nonostante fossi una sconosciuta... Aveva pensato a me!

La seguente ora passò con lui che raccontava i propri problemi con la famiglia; il difficile rapporto con il padre, la mancanza di dialogo con il fratello, gli approfittatori, il suo ruolo nell'azienda.
Parlò ininterrottamente, rispondendo di tanto in tanto alle mie curiosità. Probabilmente era un ulteriore tentativo per dimostrare le sue scuse. Certo, gli ero grata per questo, ma ero ancora più felice perché si stava aprendo a me; dopo essersi scusato poteva benissimo accantonare l'argomento e invece mi stava rendendo partecipe di una parte di sé. Erano piccoli passi avanti che mi facevano sperare sul nostro rapporto, sulla sua evoluzione. Era innegabilmente attratta da quel ragazzo e una piccola parte di me, sicura, sentiva che che pure lui non era del tutto indifferente. I suoi occhi parlavano da soli; le sue rivelazioni su di sé davano piccole conferme. Sì, io e Inuyasha eravamo destinati a qualcosa di importante.

Tuttavia, troppo in fretta arrivò il momento di salutarci.
Decise di accompagnarmi, come l'altra sera; ma un profondo silenzio ci accompagnò fino alla mia fermata. Finchè la sua voce non lo spezzò.
<< Kagome, senti... Ti andrebbe di venire da me anche domani? Se ti va ovviamente.>> non credevo potesse chiedermelo, pensavo che dopo avermi parlato di sé la nostra conoscenza non sarebbe stata più necessaria e invece...
<< Certo! Sei sicuro che non sia un disturbo?>> non volevo che si pentisse delle sue parole, sarebbe stato peggio.
<< Nessun disturbo. Ah, se vuoi parlare del nostro incontro con le tue amiche fa pure, ti do il permesso. Sperando che non se la prendano troppo per il mio comportamento.>> avvampai al pensiero.
<< Probabilmente mi assaliranno domani...>> forse non era necessario che raccontassi loro proprio tutto, forse poteva dir loro di...
<< Kagome?>> sobbalzai sentendo la sua voce così vicina e persi un battito nel constatare che era effettivamente troppo vicino. Così vicino da poter osservare le mille sfumature che le sue iridi d'ambra assumevano, così vicino da poter godere del suo profumo, così dolce ma al contempo virile... Avevo una voglia matta di farmi abbracciare da quelle forti braccia, affondare il volto sul suo petto e rimanere lì per un tempo indefinito. Non c'erano dubbi, il mio era un colpo di fulmine vero e proprio. Mi piaceva Inuyasha. Non era amore, ma una forte attrazione, un qualcosa che se coltivato con pazienza e attenzione si sarebbe trasformato in qualcosa di molto bello.
Nulla a che vedere con il rapporto con Koga, neppure agli inizi era stato così intenso, così immediato...
<< Kagome, tutto bene?>> Kami che figura! << A cosa pensavi? Sembravi così assorta...>> pensavo a quanto mi piacevi... Ma ovviamente non potevo dirglielo, così mi limitai ad arrossire per l'ennesima volta.
<< Scusa. Dicevi?>>
Scosse la testa divertito, per poi farsi serio. Quel cambiamento mi stupì; lessi nei suoi occhi un pizzico di indecisione, che fu subito sostituito da un lampo di decisione.
Non feci in tempo a porgli nessuna domanda. Il suo movimento fu più veloce, mi bloccò completamente.
La sua mano destra si posò gentilmente sulla mia guancia, già di suo accaldata, in una lieve carezza che mi provocò tanti piccoli brividi. Mi persi in quello sguardo, nessuno mi aveva mai fissato così intensamente. I suoi polpastrelli si mossero, raggiungendo una ciocca dei miei capelli che scostarono dietro l'orecchio. Pensavo finisse là, ma mi sbagliavo. E di grosso.
La sua mano scese, carezzando gentilmente il collo, facendomi fremere nell'attesa. L'aria si era fatta elettrica, sentivo il mio corpo vivo come non mai. Il suo viso si avvicinò; l'unico mio pensiero coerente era rivolto alle sue labbra. Erano così belle, così virili, non troppo carnose. Invitanti. Volevo che mi baciasse, era inutile girarci intorno. Lo desideravo troppo, non sapevo se Inuyasha o il bacio, probabilmente entrambi.
Mancava poco perché i nostri visi si toccassero, ma la tensione che mi aveva avvolta non mi permise di tenere gli occhi aperti, proprio come ieri sera. Sentivo il suo fiato sfiorarmi, il suo calore avvolgermi, il suo profumo confondermi. Il mio povero cuore stava battendo all'impazzata, lo stomaco preso in una morsa d'aspettativa assurda.
Ma le sue labbra non toccarono le mie; ad essere baciato fu solo l'angolo della mia bocca. E tutti i castelli crollarono miseramente. Certo, cosa pretendevo, un bacio alla francese già dalla seconda sera? Eppure, mi sembrava che pure lui provasse una certa attrazione nei miei riguardi, l'avevo letta nei suoi occhi. Che fossi talmente sola e disperata da confondere banali gesti d'amicizia per qualcosa di più?
Eppure... Non si era ancora staccato. A quella consapevolezza aprii di scatto gli occhi, specchiandomi in due pozze d'ambra che mi fissavano intense, sciogliendomi nel profondo. Abbandonò la mia pelle con lentezza, mantenendo il suo sguardo sul mio viso, che sentivo tirato in un'espressione confusa e probabilmente idiota.
Rimase serio per un altro istante, prima che il suo solito sorrisino strafottente comparisse, dandomi il colpo di grazia.
<< Mi raccomando, ti aspetto domani!>> come se potessi rispondergli. Mi limitai ad annuire, osservando impotente il suo sorriso allargarsi.
Ma a quel sorriso avrei concesso tutto.

***


Note: okay, come potrete notare non sono sparita XD Ho solo un po' di problemi di chiavetta, mannaggia! Allora, per prima cosa il capitolo non è stato betata: spero non ci siano troppi errori, in ogni caso sono solita rileggermeli anche nei giorni successivi alla pubblicazione, per cui dovessi trovarne verrebbero cancellati. Secondo, questo capitolo mi ha fatto molto penare. Davvero. Non so, ci sono parti che mi convincono altre no; alcune in cui mi piacciono le cose che ho scritto, altre in cui mi sembrano ripetitive. Boh. Però in complesso DEVE essere un capitolo leggermente confuso perchè pure la signorina protagonista alias Kagome è confusa. La scena del litigio e la decisione di Kagome di perdonarlo spero vi sia stata chiara: Inuyasha l'aggredisce duramente non perchè crede seriamente che possa essere meschina, ma come un automatico meccanismo di difesa. Reso eccessivo dal fatto che a lei ci tiene (se non ci tenesse, le avrebbe parlato male e mandata via.). Kagome lo capise e lo perdona, le dispiace ovviamente perchè sono parole che l'hanno ferita ma capisce la maniera in cui le erano state rivolte.
Altra cosa: il font della storia. Io la sto pubblicando con il font "Viner Hand ITC", ma mi sono accorta che dal fisso (dove abitualmente posto) la vedo in un modo, dal portatile (da cui sto postando quest'ultimo) la vedo in un altro. Perciò non so voi cosa vedete O_O Fatemi sapere e se ci sono problemi appena posso li adeguo.

Passo ora alle recensioni. ^^

ThePirateSDaughter: me si emoziona per tutte le parole che hai detto ^///^ Ora spero che questo sia stato all'altezza O_O Panico! Ahahahah! Io vedo cioccolata dappertutto, fai un po' te. Ma esistesse un posto come lo "Chocolat" e sarei la prima cliente! Un bacione e grazie!!!

Chocola92: tranquilla, per stavolta sei scusata u.u Scherzo XD Non ti preoccupare, direi che la cosa non può che rendermi felice se la storia ti sortisce questo effetto! Mi trovi d'accordo con te: se un racconto è interessante non si sente la sua lunghezza. Tuttavia so che ci persone che, o per mancanza di tempo o pechè non riescono, trovano difficoltosi i capitoli troppo lunghi. Ma mi ha fatto piacere vedere che non vi ha creato problemi. Grazie mille dei complimenti, un bacione!!!

ryanforever: quoto tutto ciò che hai detto su Inuyasha e sul volere una cioccolateria così. Meno male esiste la fantasia che ti permette di crederci per davvero. (me sospira estasiata XD). Sì, Inuyasha si è dimostrato parecchio profondo, fa quasi paura vero? ^^ No, povero Inu-chan, noi gli vogliamo bene lo stesso, un falso arrogante! ihihih Un bacione e grazie!!!

Fmi89: sono felice che ti abbia appassionato! Eccezziuonale veramente??? Okay, me le faccio e me le dico da sola. ^^ Grazie del commento ed un bacione!!!

Dance of Death: che mondo sarebbe senza cioccolato? Okay, schizzo a parte sono contenta che lo stile ti sia piaciuto, spero solo che valga lo stesso per questo capitolo, è stato un po' più problematico scriverlo. Mi sono resa conto che alternavo momenti di riflessioni con altri veloci. Speriamo bene. ^^ Mi sa che la voce che ti parla è quella che è passata per casa mia a chiedermi i soldi per averti suggerito quel consiglio u.u Accidentaccio. ^^ Grazie ancora dei complimenti ed un bacio!!!

Mew Paddy: wow, calma, respiro profondo, inspira ed espira. Calmata? ^^ Eh già, Inuyasha è proprio bello, sìsì. Esistesse nella vita reale... Stendiamo un velo pietoso va. Un bacione e grazie!!!

Grazie inoltre a chi legge e a coloro che hanno aggiunto la storia tra le preferite/seguite. Grazie sul serio

Inoltre vi avviso che pubblicherò prossimamente una shot su Inuyasha, tempo di concluderla e di avere la chiavetta funzionante.

Bacioni
Anthea

 
   
 
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