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Autore: chiaretta78    21/10/2009    1 recensioni
Lei è una giovane interprete e traduttrice, lui un attore bello e famoso. Un progetto editoriale li farà incontrare e da quel momento niente sarà più come prima.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Viggo Mortensen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Ho un appuntamento con Mr Mortensen alle 18."
"Buona sera Ms Sturlese! Com'é andato il volo?" Quella donna sorridente era veramente gentile e carina. Si sentì in colpa per la fretta con cui si era presentata. Non voleva essere maleducata, ma era così stanca da una parte e così nerovosa dall'altra...
"Piuttosto bene, grazie! Ci vuole troppo però... Insomma, non è che mi faccia impazzire star seduta per 7 ore su un aereo!!"
Fece un bel respiro e si rilassò. Così andava meglio, pensò. Non c'era motivo di essere così nervosa dopo tutto! Se la segretaria era così dolce anche lui doveva essere una persona piacevole.
"La capisco! Per questo non sono mai venuta in Europa..." - le sorrise - "Sarà meglio che si accomodi, è occupato al telefono in questo momento... E' sua moglie, perciò temo che dovrà avere un po' di pazienza per qualche minuto..."
"Non si preoccupi!" Si girò verso una delle sedie e lentamente iniziò a togliersi la giacca. Era molto contenta di quell'acquisto... Aveva cercato una giacca rossa come quella per mesi! Era proprio carina con quel completo, doveva ammetterlo! I pantaloni neri, leggermente attillati, facevano intravedere una figura tonica e in forma. Gli stivali col tacco alto l'aiutavano a cammuffare una statura non molto alta. Ma il cappellino nero era davvero la cigliegina sulla torta... quello e la borsetta, che si abbinava perfettamente al completo, essendo rossa e nera.
Una volta seduta non potè fare a  meno di dare un'occhiata in giro... C'erano molte foto appese ai muri, la maggior parte in bianco e nero. Lanciò un'occhiata al suo orologio. Erano le 18:10 e non era nemmeno ancora entrata... Voleva essere di ritorno all'hotel  in tempo per la telefonata di Alice, alle 20... non era così' sicura di farcela ora, dato che lui era così in ritardo... Sua moglie... Non sapeva che fosse sposato... Elena inarcò il sopracciglio destro, cosa che faceva ogni volta che qualcosa la indisponeva. Avrebbe potuto chiamarla in un altro momento visto che doveva avere un appuntamento di lavoro! Non era molto carino... Sospirò. La segretaria non fece in tempo a posare la cornetta che il telefono suonò di nuovo.
"Questo dev'essere lui..."
Elena alzò lo sguardo verso di lei, cercando di decifrare ogni più piccolo movimento delle sue labbra e del suo viso. La signora attaccò e si alzò, andando verso di lei.
"Adesso la può ricevere... se vuole accomodarsi..."
Elena le sorrise un po' tesa. Era l'ora. Si era immaginata quel momento negli ultimi 5 mesi, da quando aveva ricevuto l'email dell'editore in cui dicevano di essere interessati al progetto e che il proprietario desiderava sapere se fosse possibile incontrare lei e la scrittrice per parlare.
Parlare di cosa? Si era chiesta da allora. E ora l'avrebbe scoperto, perché in pochi minuti sarebbe stata di fronte a lui, una delle celebrità più richieste e famose del momento. Mentre pensava tutto ciò, la segretaria aprì la porta e la fece entrare.
"Ecco Ms Sturlese, Viggo. Sono più di 10 minuti che aspetta qui fuori... sarà meglio che ti scusi!" - gli sorrise con un sorriso dolce.
"Cavoli, mi dispiace!" - si alzò.
Maledizione. Era anche più sexy di quanto si aspettasse in carne e ossa! Cercò di darsi un contegno e sembrare calma e distaccata. Lui si avvicinò velocemente verso di lei sorridendo, gli occhi che brillavano. Era veramente felice, finalmente, di conoscerla! Si erano scambiati un po' di email che aveva trovato molto interessanti. Si era chiesto che aspetto potesse avere, come un adolescente che chattava con una ragazza sul web. Avvicinandosi a lei cercò di darle una bella occhiata. Era proprio carina! Quel cappellino poi le stava proprio bene... incorniciava la bellezza dei suoi occhi. Occhi incredibilmente scuri... ti ci potevi perdere facilmente dentro...
Si strinsero la mano.
"Sono davvero davvero dispiaciuto! Sono rimasto bloccato da una telefonata che non potevo rimandare..." - le sorrise, in modo così caldo che lei si sentì come stesse per sciogliersi davanti a lui.
"Non importa, davero." Oh, per favore! Che cavolo di risposta stupida e insulsa era quella?
"Prego, si accomodi..."
"Grazie"
Si sedettero entrambi. Elena si tolse il cappello, lasciando cadere sulle spalle una cascata di riccioli neri che le incorniciavano perfettamente i tratti del viso. Viggo pensò che nessun'altro tipo di capelli le sarebbe stato più adatto.
" Sono molto contento di conoscerla, finalmente! Spero che il suo viaggio sia andato bene e l'albergo sia di suo gradimento."
"Oh, sì, grazie mille! E' tutto perfetto."
Cavoli Viggo, questo è proprio fiacco come approccio, sai fare di meglio!
"Quando arriverà Mrs Vieira?"
"Dovrebbe essere qui domani per le 9. Dovrei ricevere una sua telefonata fra un'oretta e mezza" - guardò l'orologio
"Benissimo, allora possiamo vederci alle 15, così avrà il tempo di rilassarsi e riposarsi un po'. Devo dire che sono piuttosto emozionato di conoscerla... Mi è piaciuta moltissimo la storia che ha scritto e che lei ha tradotto così bene... E ovviamente mi sono subito appassionato al progetto che vi è dietro..."
"Lo so... Credo sia impossibile non venir colpiti da quello che sta succedendo nel mondo... ma devo dire in realtà che lei sè stato l'unico editore a mostrare interesse! Insomma... sono rimasta sorpresa dall'indifferenza dell'ambiente... migliaia di bambini muoiono ogni secondo che passa in molte aree del mondo, non posso credere che ci siano persone cui non gliene frega niente e che dormono tranquillamente, magari con i propri figli nella stanza accanto!"
Si era improvvisamente accalorata,  gli occhi che brillavano e il volto che mostrava chiaramente il suo stupore e il suo disgusto. Viggo rimase colpito dall'energia e la luce che stava emanando in quel momento...
"Ok, ok... Io sto dalla sua parte, se lo ricorda??" - rise
Elena arrossì. L'aveva fatto di nuovo! Ogni volta che iniziava a parlare di qualcosa a cui teneva particolarmente o che pensava fosse molto importante si agitava e iniziava a parlare come un fiume in piena!
"Cavoli, mi dispiace... E' solo che... per me è così importante e così... incredibile!"
Viggo le sorrise. Era così carina in quel momento, con le guance ancora in fiamme per l'imbarazzo. Qualche ricciolo le cadde sulla fronte coprendole un occhio, ma con le dita li rimise a posto subito.
"Non si preoccupi, la capisco perfettamente. Anch'io me la prendo per queste cose..."
Dal suo sguardo capì che era vero.  Quegli occhi erano così caldi e profondi e...
"Tutto bene?"
"Sì, sì..." - arrossì di nuovo - "Forse sono un po' stanca..." - abbassò lo sguardo. Cosa diavolo stava facendo?
"Comunque... Credo sia tutto a posto. Avete ricevuto il contratto, no?"
"Sì, certo"
"Bene, quindi penso proprio che non ci saranno problemi... Fra un mese dovremmo essere pronti e andare al Gala di Beneficenza per promuovere l'iniziativa."
"Fantastico!" - sorrise
La luce nei suoi occhi era davvero affascinante... e anche il suo sorriso... era come se tutto il suo viso sorridesse. Era stata davvero un'ottima idea chiedere un incontro... Viggo aveva capito subito che doveva esserci una persona speciale dietro a questa idea...qualcuno che valesse la pena di conoscere, almeno.
"Anche Alice è molto felice. L'idea che il suo libro venga usato per raccogliere fondi per bambini le dà un'immensa gioia...e ne aveva bisogno"
Forse non avrebbe dovuto dirlo... ma Alice aveva passato un periodo così difficile ultimamente... Quando suo marito era morto Elena aveva pensato che non avrebbe scritto mai più e non avrebbe sorriso mai più. Poi le era venuta quell'idea... non ricordava neppure come le fosse venuto in mente ma era successo e ne era contenta.
Si sentì improvvisamente confusa.
"E' un po' pallida... è sicura di star bene?"
Pallida? Come poteva essere pallida? Non era mai pallida... E perché la stanza girava così forte ora??
" Io... in realtà... gira tutto...."
"Cosa??"
Elena mosse le labbra ma non uscì nessun suono. In pochi secondi si accasciò sulla sedia e perse i sensi.
"Mildred!!"
Doveva essersi addormentata... ma com'era possibile?? Stava parlando con lui... tutto andava bene e poi... il buio...
"Grazie a Dio si sta riprendendo...ci ha fatti spaventare, sa?"
Spaventare? Ci? Ma dove cavolo si trovava?? Forse se avesse aperto gli occhi la stanza avrebbe smesso di vorticare.
"Io..." - si portò una mano alla fronte - "Mi dispiace..." - cercò di tirarsi su, ma la testa iniziò a girare ancora più veloce. Che diavolo stava succedendo? Non riusciva a capire perché si sentisse così male. Tutto era andato così bene fino ad allora.. Aveva preso il suo volo, avuto un buon viaggio... il cibo sull'aereo era terribile come al solito, ma il volo era così lungo che non aveva potuto fare a meno di mangiare qualcosa. Alle 12 era arrivata all'hotel che avevano prenotato per lei ... era davvero un bell'hotel, un cinque stelle... lei non si sarebbe mai potuta permettere una cosa simile! Non appena era entrata in camera si era fatta una lunga doccia e poi si era infilata a letto e si era addormentata in pochi secondi. Grazie a Dio si era svegliata in tempo per prepararsi per l'appuntamento. Tutto liscio, tutto ok...
"Sarà meglio che resti coricata ancora un po'... Mildred le sta preparando un caffé o qualcos'altro, non ricordo cos'ha detto... " - era davvero preoccupato per lei, era così pallida...
"Ho solo bisogno di un po' di zucchero, tutto qui... Un piccolo collasso, non è niente, non si preoccupi... " - sentiva che lui era davvero agitato... gli uomini non sanno mai gestire quel tipo di situazioni... Non c'era niente di cui preoccuparsi, probabilmente era il fuso orario o ... Improvvisamente capì! Ma certo! Che stupida era stata... Non poteva non svenire, in alcun modo...
"Ho fame... Devo aver fame..."
Viggo non capì. Cosa aveva detto? Fame?
"Ho saltato il pranzo oggi..." - fece un debole sorriso per rassicurarlo - "Ero così stanca che mi sono addormentata in hotel e non ho mangiato nulla... Ecco perché sono svenuta..."
In quel preciso momento entrò Mildred con un succo di frutta e delle bustine di zucchero.
"Eco qui..." - spostò Viggo e si chinò verso di lei - "Prenda questo e si sentirà meglio... Ha mangiato qualcosa oggi?"
Elena pensò che Mildred doveva essere una mamma... Aveva quel tipo di istinto che ogni madre ha.  E poi  era così calma e aveva tutto sotto controllo... Prese il succo e lo sorseggiò lentamente, per evitare la nausea. Scosse il capo.
"Benedetta ragazza! Ovvio che svenga se non mangia niente!"
Sì, doveva essere una mamma, non vi erano dubbi.
Viggo lanciò un'occhiata al suo orologio. Erano quasi le 19... era un po' presto, ma non avrebbero dovuto esserci problemi al Bowl a quell'ora... Joe avrebbe capito sicuramente.
"Non c'é problema, non appena si sentirà meglio la porterò al Bowl, che ne dici?"
Mildred gli sorrise con approvazione.
"Penso che sia un'ottima idea Viggo! Aspetta che chiamo Joe per avvisarlo." - uscì dalla stanza.
I suoi sensi iniziarono a tornare a posto. La sensazione di freddo e nausea erano passate e la stanza aveva smesso di girare.
"Non è il caso, davvero" - gli diede il succo e lentamente si tirò su a sedere - "Posso mangiare qualcosa all'hotel, non deve disturbarsi..."
Come poteva una persona essere così carina in quella situazione? Stava riprendendo colore in viso, le sue guance stavano tornando rosate e la luce stava tornando anche nei suoi occhi. Era così dolce in quel momento a preoccuparsi di disturbarlo...
"Non si preoccupi, non è un problema, davvero. "
Sì, decisamente si sentiva meglio se l'unica cosa a cui riusciva a pensare in quel momento era quanto lui fosse bello... Era un buon segno!
"Ma non sono vestita come si deve per un ristorante..."
Le donne. Non importava dove fossero, o cosa stesse succedendo, si preoccupavano del loro aspetto comunque.
"Penso che vada benissimo così. Inoltre il Bowl non é un ristorante elegante... questo è un posto piccolo, ci sono solo cose semplici..."
"Ok allora... credo di dovermi arrendere... - gli sorrise - non mi dà altra scelta, mi sembra..."
Anche Viggo sorrise.
"Esattamente!"
"Vorrei cercare di alzarmi, potrebbe darmi una mano?"
"Certo..."
Fece un bel respiro e annuendo come a convincere il suo corpo a farlo si alzò. Viggo si mosse verso di lei per sostenerla in caso di bisogno, le sue mani protese verso le sue braccia come se avesse una bambina piccola davanti.
"Ok... dovrei essere a posto... grazie..." - si portò i capelli dietro le spalle e poi lo guardò - "Mi dispiace per l'incontro, stavamo parlando e io ho rovinato tutto..."
"Beh, dovevo essere proprio noioso per farla svenire!!" - risero - "Non si preoccupi, continueremo la conversazione a tavola."
Mildred rientrò.
"Joe vi sta aspettando. Ha detto che potete andare anche ora se volete."
"Era questo il piano, direi..."
"Come si sente ora?" - le sorrise premurosa
"Meglio, la ringrazio... per tutto..." Elena le sorrise un po' imbarazzata.
Ci fu un momento di silenzio.
"Allora?? Cosa state aspettando?"
"Hai ragione Mildred" - con lo sguardo cercò la ragazza - "Andiamo?"
Elena annuì timidamente. Viggo le fece strada e uscirono.
"Saremo lì in pochi minuti, non si preoccupi. Spero che riesca a resistere..." - le sorrise.
Accidenti che sorriso... non c'è da stupirsi che le donne siano pazze di lui...
"Dovrei... spero!"
Salirono sulla macchina dell'attore e si diressero al ristorante.
Era davvero una piccola cittadina accogliente... si capiva dai volti e dalle espressioni delle persone il perché avesse deciso di vivere lì, lontano dalla frenesia e dallo show business di città come Los Angeles o New York. Le piaceva quel posto.
"E' un bel posto dove vivere..." - wow, riesce a leggermi nella mente?? - "e dove allevare un figlio... Io sono cresciuto in una fattoria in Argentina, sa? Volevo che anche mio figlio avesse lo stesso tipo di infanzia e vivesse le mie stesse esperienze, protetto dalla gente, dai paparazzi, dall'ambiente..."
Doveva essere un buon padre... Si chiese come fosse il figlio. Gli assomigliava? Aveva la stessa luce negli occhi?
"Sì, capisco..."  - guardò fuori dal finestrino. Viggo la osservò di sfuggita - "Si capisce che è un posto tranquillo..."
Viggo sorrise. Sì, era davvero tranquillo lì.
Parcheggiò  e fece il giro della macchina per aprirle la portiera.
"Eccoci qui"
"Wow... non sono abituata a questo genere di cose..." - arrossì leggermente, sorridendo - "Grazie..."
"Non c'è di che..."
Elena scese e si sistemò velocemente i capelli mentre Viggo chiudeva la macchina. Infondo stava per sedersi a tavola con l'uomo più bello e affascinante che le fosse mai capitato di incontrare e non aveva nemmeno avuto modo di darsi una sistematina...
L'uomo le passò davanti, le sorrise e si incamminò verso il ristorante. Elena rimase qualche secondo indietro, osservando la sua figura dirigersi con passo deciso verso la porta. Sorrise senza rendersene conto.
Sì, sarebbe stata decisamente una cena interessante.


Ovviamente (e sfortunatamente) non conosco personalmente Viggo Mortensen, tutto ciò è frutto della mia immaginazione. Ovviamente con la presente non voglio offendere nessuno, né Viggo né chiunque appaia in questo mio delirio.
Spero vi piaccia!

  
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