C'era
una volta un omino chiamato
Jorjo. Poi il mondo scoppiò e lui non ci fu più.
Quando
morì anche Chuck Norris non ci fu più nulla.
Dio,
accortosi di ciò, dalla sua imponente e non impotente
bicicletta (che infatti aveva un sacco di triciclini), lisciandosi la
lunga barba blu, prese una decisione e rifece il mondo.
Alle
interviste rispose: -Rifeci il mondo!-; Ed infatti era proprio una
cacca. Di nuovo.
Per essere una cacca completa, proprio col fiocco,
il mondo rigenerò Jorjo. Allora lui, tutto contento, si mise
a
leggere la sua storia, così da non dover fare tutto da capo.
Sapendo che la sua famiglia era tutta già morta,
andò a
farsene una con i Lego: una famiglia-lego!
Tutto contento la costruì
mattone-lego su mattone-lego ed il settimo giorno si riposò.
Quando però il figlio-lego cominciò a fare delle
lagne-lego per avere il motorino-lego, Jorjo lo legò ad un
palo-lego e se ne andò con la classica camminata-lego con
tanto di vaffan-lego di disperazione da post creazione.
Dio allora,
che non gli piaceva la concorrenza, chiamò Jorjo al
cellulare;
questo però, premendo il bottone sbagliato, mise in funzione
il barba-fonino, che lo rasò tutto e tra l'altro gli
asciugò
anche i capelli.
Decise Allora di farsi ricoverare all'ospedale di
SarZan, dove i pazienti venivano curati in piedi a forza di viagra da
scimmie perennemente eccitate.
Jorjo, perdutosi nella giungla di
corridoi bianchi un po troppo mollicci, chiese indicazioni ad una
scimmia dottore che con una banana lo fece stare zitto (e ritto) e lo
portò dalla direttrice Cita, che con fare pompinoso, no,
cioè,
volevo dire pomposo, lo citò in giudizio per tentata rapina
di
banana.
Jorjo, nonostante gli scongiuri e le preghiere al giudice che
gli togliessero quella banana da lì, che tra l'altro non ce
l'aveva messa lui, fu mandato nella prigione di Skatramaz per molestie
a banana
minore.
In prigione però si fece un sacco di amici, dato che
per ogni peto riusciva a fare una fanfara di Back in Mi maggiore con
tanto di orchestra. In cella fece la conoscenza di un giovane che
guadagnava sempre un sacco di soldi scommettendo contro se stesso.
Questo era Tom Cruise che con una bellissima operazione bellica fece
scoppiare un palloncino pieno d'acqua contro una parete. Cruise,
tutto contento per non si capisce per quale ragione, si diede dieci
Euro e cominciò a cantare l'inno Bolscevica, che tra l'altro
neanche si scrive così.
Incredibilmente Jorjo e Tom riuscirono
a fuggire da Skatramaz con la scusa di star rincorrendo la
pipì che gli
stava scappando. Cercati l'aurei fluidi per tutta la foresta
lì
vicino, ringraziarono le guardie che li avevano aiutati e si
congedarono dal freddo, visto che erano vestiti solo di calzamaglie a
righe nere e gialle degne dell'ape Maia.
Cercando il caldo, andarono quindi in Mecsico,
al rirovo degli amanti delle biglie dei tori indoamericani
depilati
gialli sponsorizzata dalla Yellow bull, fabbrica di caffeina a
gògò
nemica dell'altra, più famosa.
Mentre camminavano fra le
matasse di gente, Jorjo fu abbagliato dalla lucidità dei
cohones taurini che risplendevano del riverbero del sole, e si
ipnotizzò. Quando si riprese era così abbronzato
che
attirò su di sé le furie del Toro D'oro,
l'animaletto
domestico del Budda di giada.
Allora Tom affrontò l'animalo
con la banana minorenne (che nonostante tutto continuava a seguire
Jorjo) e lo colpì sul mento. Il Toro morì per
accecamento, perchè, poverino un'occhio c'aveva, e proprio
su
quella minchia di mento, ed un cornuto disse bue ad un asino senza
sapere che quell'asino era in realtà il toro che si era
raschiato le corna perchè aveva visto da poco Hellboy. In
tutto quel casino, Jorjo se la filò come Arianna con Teseo
ed
andò a Las Vegas...