beh, che dire, l'ho finita, quindi la posto e in largo anticipo!
forse sarà un pò banale, ma questo punto qualsiasi cosa è meglio di quello che propone la seconda serie... anche se la puntata di oggi era abbastanza carina, dai, Gwen non s'è vista! e poi c'era l'ennesima scena con Artù mezzo nudo... per chi non l'avesse vista, consiglio di correre subito ai ripari!ci sono ottimi spunti per delle slasher incallite! Buona lettura!
Piccola precisazione:
in questo cap ho utilizzato sia la terza persona singolare che la seconda (in un punto mi sembra anche la seconda plurale!) . Ho messo in corsivo la seconda, dividendo le parti in cui parla Artù e quelle in cui parla Merlino. Spero di non farvi fare troppa confusione!
The moment of the truth
Merlino prende un profondo respiro e, forse per la prima volta da quando è il servitore del Principe, bussa prima di entrare negli appartamenti dell’Erede al trono di Camelot.
È il momento della
verità… sei pronto ad andare fino in fondo?
“Avanti” mormora Artù, sentendo dei colpi alla porta.
Che strano: Merlino non bussa mai, ma sei certo che
è proprio lui. Ne
ricevi conferma quando vedi la sua testa fare capolino dalla porta,
seguita dal
resto di quel corpo mingherlino.
A volte ti stupisci di come il tuo servitore appaia
fragile, come se
potessi spezzarlo con una sola mano, e invece nasconde un grande
potere. E
vuole rimanere al tuo fianco, per servirti…
“Sire”
Non riesci a non pensare che, se avessi aspettato
qualche minuto in
più, Artù sarebbe potuto morire. Adesso
è lì sul letto, con una casacca bianca
da cui si intravedono le bende che gli avvolgono il petto; la parte
destra del
volto è arrossata, con un brutto taglio che va dallo zigomo
alla tempia,
l’occhio appena cerchiato da un livido giallo-violaceo.
Gaius gli ha imposto almeno un giorno di riposo
assoluto, e sai quanto
lo stare troppo fermo senza far nulla lo infastidisca.
“Finalmente” esclama Artù “Non mi sovviene di averti dato il giorno libero. La mia armatura è da lucidare, c’è la mia spada da affilare e la camera da riordinare….”
Artù continua la sua lista interminabile finché Merlino, con un sospiro rassegnato, si mette al lavoro. Mette in ordine la stanza e lucida l’armatura, sotto lo sguardo vigile dell’Asino.
Di certo non è così che
avreste voluto che andasse, ma nessuno di voi
ha il coraggio di iniziare un discorso ostico, potenzialmente
imbarazzante e
che potrebbe degenerare nella fine del vostro così precario
rapporto.
“Devo cambiarvi le fasciature, Sire” interviene Merlino d’un tratto, ricordando improvvisamente ciò che gli aveva detto l’anziano medico di corte ormai qualche ora prima.
Si avvicina al letto e Artù si solleva mettendosi seduto.
Alzi le braccia per permettere a Merlino di levarti
la tunica e
vorresti che lo stesse facendo per tutt’altro motivo che non
per cambiarti le
bende. Lo vedi chinare il capo e iniziare lentamente, troppo
lentamente, a
sciogliere il nodo della stoffa.
Non puoi fare a meno di soffermarti qualche istante
in più sul suo
corpo, cercando di controllare il tremito delle mani: forse
è l’ultima volta
che gli sei così vicino.
Non sai quanto potrai resistere con le sue mani che
vagano per il tuo
corpo. È decisamente troppo vicino; stringi i denti e
vorresti ignorare
l’impulso che ti spinge a stringerlo tra le tue braccia e
baciarlo.
All’improvviso Artù gli blocca una mano e lo guarda intensamente, ma non dice niente. Merlino aspetta che l’altro parli; non sa se gli ha fatto involontariamente male o c’è qualcos’altro che frulla nella testa di quel Babbeo Reale.
“Forse avrei… dovuto ascoltarti” sbotta il Principe.
A quelle parole la bocca del mago si spalanca per lo stupore.
“C’era del vero nelle tue accuse contro Cedric, avrei dovuto… darti retta” conclude.
Ti sta chiedendo scusa.
Il borioso Principe di Camelot ti sta porgendo le
sue scuse.
“Artù, io…”
Merlino non sa cosa dire, si limita ad abbassare il capo, mordendosi le labbra. Artù gli tiene ancora la mano.
Non ti importa più di nulla, sai solo
che lo vuoi più vicino di quanto
già non sia. Ti avvicini a lui, posandogli l’altra
mano sulla nuca e
spingendolo verso di te.
L’istante in cui le vostre labbra tornano
ad unirsi senti che non puoi
fare a meno di desiderare egoisticamente di tenere Merlino sempre con
te.
Non riesci a pensare a niente mentre i vostri volti
si avvicinano
inesorabilmente fino a sfiorarsi. Non avresti mai sperato di poter
ottenere
tanto; non riesci a credere di stare baciando l’uomo che ami.
Ma ora non ha
importanza, perché Artù ti sta mordendo
giocosamente il labbro inferiore e
socchiudi le labbra. Ci metti un istante per renderti conto che forse
dovresti
rispondere attivamente al bacio e così cerchi la sua lingua
con la tua.
Artù geme, ma non per l’indubbio piacere che sta provando. Merlino, avvicinandoglisi, gli si è maldestramente appoggiato sulla ferita.
“Scusatemi, non volevo!” boccheggia il servitore dispiaciuto “Io non…”
“Taci, mago da strapazzo!” lo interrompe sgarbatamente Artù, passandosi una mano sul petto.
Ti accorgi solo dopo della tua colossale gaffe.
Alzi lo sguardo verso
Merlino, che ti fissa scioccato.
Artù lo sa, ora ne sei certo. Eppure ti
ha baciato. Ti fissa come se
fossi tu ad aver scoperto un suo segreto, e non viceversa, e non puoi
non chiederti
da quanto sappia la verità.
“Come fate a…?” sta per chiedere il servitore, quando l’altro gli posa un dito sulle labbra facendogli cenno di tacere.
“Ieri notte, quando hai affrontato Cedric, o chiunque egli fosse… vi ho sentiti discutere” spiega il Principe “Perché non me l’hai mai detto?”
Quella domanda gli frullava in mente fin dalla sera prima.
Merlino, seduto sul bordo del letto, prende a far dondolare i piedi imbarazzato.
“Ecco, io… avevo paura” confessò infine il moro, con il cuore che batteva forsennatamente.
“Di cosa?” lo incita a proseguire Artù.
“Della vostra reazione”
E ancora ne hai paura.
“Non ti consegnerò a mio padre, Merlino”
Ti senti in dovere di precisarlo, di fargli capire
che non lo tradirai.
“Non è solo per questo” specifica allora il servitore “È che… ho paura di quello che pensate adesso di me”
Ti si stringe il cuore a quelle parole: teme che tu
lo possa
respingere. È allora che capisci davvero quanto male gli hai
fatto cercando di
allontanarti da lui.
“Scusami” bisbigli.
Finalmente Merlino alza lo sguardo e torna a guardare il suo interlocutore.
Non capisci a cosa si stia riferendo, per quale
motivo ti stia
chiedendo scusa. Forse vuole dire che, anche se ha capito, non vuole
comunque
avere a che fare con te?
Ma prima che il moro possa spingersi oltre nelle sue elucubrazioni mentali, Artù riprende a parlare:
“Merlino, guardami”
Non puoi fare a meno di obbedire e ti volti a
guardarlo.
Artù la afferra e lo trascina su di sé, stringendolo contro il proprio petto nonostante il dolore della ferita.
“Penso che, per quanto tu possa essere una potente mago, rimani comunque un pessimo servitore, dico sul serio: il peggiore che abbia mai avuto” rivela il Principe con un accenno di sorriso.
Sente Merlino rilassarsi e sbuffare.
“Penso che i tuoi disordinatissimi capelli abbiano un buon odore e la tua bocca sembra fatta per essere baciata” continua il biondo, mentre l’altro si sente arrossire “Le tue orecchie però sono sproporzionate” si sente in dovere di precisare alla fine.
“Non è affatto vero!” protesta indignato il mago fissando l’espressione divertita di Artù.
Il Principe avvicina il volto all’orecchio destro del servitore ed inizia a mordicchiagli giocosamente il lobo, per poi passare a tracciare il contorno dell’orecchio con la lingua.
“Hai mai usato la tua magia su di me?” gli chiede d’un tratto Artù.
“Mai, ve lo giuro” dichiara subito il ragazzo “Anche se… beh, una volta ho tentato di guarirvi con un incantesimo, ma non ha funzionato”
Ti fissa intensamente senza però
mostrare alcuna espressione e temi che
possa essere arrabbiato, ma, prima che tu possa aprire bocca, lui ti
sorprende
ancora una volta.
“Qualsiasi cosa tu faccia, guai a te se ti fai scoprire, mi sono spiegato?”
In realtà non ti importa se Merlino ti
ha fatto qualche incantesimo:
l’hai chiesto più che curiosità che per
altro. Ma non puoi sopportare il
pensiero che te lo portino via.
Merlino annuisce e, facendosi coraggio, si avvicina ad Artù e lo bacia.
“Ti amo” confessa quando si staccano, entrambi a corto d’aria, le labbra che ancora si sfiorano.
Il Principe lo fissa per un eterno istante, ancora con il volto a pochi millimetri da quello dell’altro, tanto che ognuno dei due può distinguere ogni singola sfumatura negli occhi di colui che ha di fronte.
“Non sai stare fuori dai guai, tu, eh?” lo apostrofa il biondo con un sorriso malizioso, prima di baciarlo, divorandogli la bocca.
Sanno entrambi che non sarà facile, che il resto del mondo non li accetterà né capirà mai per quello che sono.
“Ti amo anch’io” sussurra infine Artù, ricevendo in cambio il dolcissimo sorriso che Merlino gli regala.
Ma adesso il resto del mondo non ha importanza,
perché potete
davvero contare l’uno sull’altro.
Insieme.
E non c’è null’altro che importi.
***
Angolo Autrice
Spero vi sia piaciuta!
grazie a chi recensisce e a chi legge!
Un bacione -anzi facciamo tantissimi bacioni- a tutti!!!