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Autore: Shainareth    27/10/2009    2 recensioni
[Gundam SEED Destiny] Si sentiva tremendamente in pena. Ora che Athrun era tornato da loro, benché malconcio, e che era riuscita a chiarire le cose almeno con lui, era certamente più tranquilla, ma il non sapere cosa diavolo stesse succedendo a Orb, caduta nelle mani dei Seiran, la metteva in agitazione. Dullindal aveva combinato un bel pasticcio, con quella faccenda dei Logos…
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Athrun Zala, Cagalli Yula Athha, Meyrin Hawke, Miriallia Haww, Mwu La Fllaga
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Degenza




Si sentiva tremendamente in pena. Ora che Athrun era tornato da loro, benché malconcio, e che era riuscita a chiarire le cose almeno con lui, era certamente più tranquilla, ma il non sapere cosa diavolo stesse succedendo a Orb, caduta nelle mani dei Seiran, la metteva in agitazione. Dullindal aveva combinato un bel pasticcio, con quella faccenda dei Logos…

   Cagalli si passò una mano fra i capelli chiari, prendendosi qualche attimo per riorganizzare le idee. Sperava che i lavori di riparazione dell’Archangel fossero ultimati al più presto e che Kira tornasse quanto prima insieme a Lacus: con suo fratello vicino, avrebbe avuto una sicurezza in più. Decise di scuotersi e si diresse verso l’infermeria, incurante del fatto che Athrun potesse dormire; alla peggio, sarebbe rimasta a vegliarlo comunque, come d’altra parte aveva fatto per buona parte del tempo trascorso da che Kisaka lo aveva portato da loro.

   Fu davanti alla porta che incrociò Miriallia. Al suo braccio si appoggiava la ragazza con la quale il suo innamorato era fuggito da ZAFT. Cagalli si fermò e sorrise. «Va meglio?»

   Meyrin rispose con un filo di voce, quasi impaurita. «Sì, grazie…»

   «La febbre è passata, ma è ancora debole», spiegò l’addetta alle comunicazioni del Bipede. Era stata soprattutto lei ad occuparsi della loro ospite, e ci aveva chiacchierato parecchio. «Dovrebbe rimanere a letto, e invece s’è messa in testa di vedere come sta Athrun.»

   La Principessa di Orb rimase per un attimo senza parole. «Beh… è perché lui mi ha protetta», cercava di giustificarsi Meyrin, abbassando lo sguardo. Servì a poco, perché Cagalli comprese comunque la situazione, trovando conferma nelle parole che, un po’ per gioco e un po’ per gelosia, lei stessa aveva detto ad Athrun: quella fanciulla aveva una cotta per lui. E anche bella forte, pensò la bionda, visto che aveva persino deciso di rischiare la vita per aiutarlo a scappare.

   «Allora andiamo a trovarlo insieme», le propose, cercando di contenere i sentimenti possessivi per rispetto alla purezza di quelli della sua rivale. Aprì il portello automatico dell’infermeria e, chiedendo permesso, precedette le altre due all’interno della stanza.

   Il Maggiore La Fllaga, o quel che rimaneva di lui nella memoria del prigioniero chiamato Neo Larrnoke, si volse nella sua direzione. Se ne stava seduto sulla branda con le gambe incrociate e le spalle al suo compagno di degenza, la fronte rivolta al monitor su cui cercava di seguire gli aggiornamenti sulla guerra nei momenti morti, quelli in cui non ricevevano visite. «Oh, meno male che sei tornata, Principessa», esordì.

   «Non chiamarmi in quel modo», obiettò contrariata Cagalli, corrucciando la fronte.

   L’altro la ignorò e fece cenno con il capo verso il suo vicino. «Poco fa il tuo protetto deve aver fatto un brutto sogno e si è agitato parecchio. Credo che tutti gli aghi e i tubi siano al loro posto, ma dacci un’occhiata per sicurezza, io non me ne intendo e da qui non riesco a vedere molto.»

   Lei non se lo lasciò ripetere e corse al capezzale dell’amato: dormiva. «Sì… Sembra tutto in ordine», mormorò, tranquillizzandosi, mentre anche Miriallia e Meyrin la seguivano, seppur lentamente a causa del passo traballante della rossa e dell’asta con la flebo che era costretta a portarsi dietro.

   «Come sta?»

   Non sentendosela di dire male, e non potendo certo affermare il contrario, Cagalli preferì non rispondere. Si limitò a passare una carezza fra i capelli scuri del giovane, rendendosi conto di quanto fosse sudato. «Avrebbe bisogno di un cambio», ragionò.

   «Vado a prenderglielo, allora», si offrì Miriallia, assicurandosi che la sua assistita si reggesse bene o male in piedi da sola.

   «Grazie mille.»

   «Cagalli…?» Athrun riaprì lentamente le palpebre, forse a causa delle voci e del tocco gentile della ragazza.

   «Scusa. Non volevo svegliarti.»

   «Fa niente…»

   «Come ti senti?»

   «Meglio… credo.»

   «Meno male», sospirò lei, sedendosi sul bordo del letto e lasciando così lo sgabello a Meyrin.

   Mwu li scrutò con una certa invidia. «Ragazzo, sei davvero fortunato: hai sempre uno stuolo di belle signorine che vengono a trovarti.» Dopo aver rivolto un sorriso alla sua salvatrice, sollevato dal vederla già in grado di camminare, Athrun fissò l’uomo con fare intontito, riuscendo a malapena a seguire il suo discorso. «Però… guardati bene dal far ingelosire la tua fidanzata», continuò l’uomo, lanciando uno sguardo a Cagalli. Che prontamente arrossì, coprendo la mano sinistra con quella destra e chiedendosi come diavolo avesse fatto, lui, a capire il tipo di rapporto che li legava. Solo un secondo dopo realizzò che, in effetti, fra il suo continuo piangere per le condizioni in cui versava Athrun ed il loro chiarimento, dovevano aver ben lasciato intendere la verità anche allo smemorato che avevano raccolto poco tempo prima sul campo di battaglia – presente ad ogni loro incontro poiché impossibilitato a lasciare l’infermeria.

   Si girò verso Meyrin e quando si accorse di avere i suoi occhi su di sé, scattò in piedi per paura di ferirla. Il paziente più giovane contrasse i muscoli, facendo una smorfia infastidita, ma lì per lì nessuno se ne accorse, anche perché Cagalli al momento aveva altri pensieri per la testa, primo fra tutti quello di cercare di non spezzare il cuore della sua ospite tutto d’un colpo.

   Stava per forzarsi a dire qualcosa per rompere quel pesante, imbarazzante silenzio, quando il Maggiore La Fllaga tornò a parlare. «Ehi, ragazzo, che hai?»

   Le due fanciulle dimenticarono in fretta le loro faccende amorose e si voltarono verso l’oggetto dei loro desideri. «Athrun-san?»

   «Athrun? Stai bene?», iniziò ad agitarsi la bionda.

   «Sì… però…» Lui mosse un braccio fuori dalle coperte per indicare qualcosa sul pavimento. «Il tuo piede…»

   «Il mio piede?», ripeté la bionda, sentendosi scema. Abbassò il capo e finalmente si rese conto della situazione: stava pestando la sacca del suo catetere. «Oddio, Athrun! Scusami!», esclamò, rimediando subito al danno e facendo frettolosamente tre passi indietro. Grazie a questo, urtò con un gomito l’asta della flebo di Meyrin, che cadde addosso a Mwu e per poco non provocò uno strappo all’ago che la rossa aveva infilato nel braccio. «Merda!», imprecò Cagalli, non sapendo quale dei due soccorrere per primo. Decise per la ragazza. «Meyrin, ti sei fatta male?»

   «N-No, sto bene… davvero», balbettò la poverina, osservandosi con una certa ansia il punto da cui entrava la soluzione salina nel suo corpo.

   «Non so davvero come scusarmi», continuava intanto il Delegato Athha, passandole di nuovo l’asta di metallo e, già che c’era, dando un’occhiata alla fronte del Maggiore, appena colpita da quell’arnese.

   «Tanto per cominciare, potresti sederti e stare ferma», le consigliò questi, massaggiandosi la parte lesa e chiedendosi, al posto dell’altro degente, se quest’ultimo fosse davvero sicuro di volerla sposare.

   Cagalli dovette obbedire e, mortificata, tornò a sedersi sul letto di Athrun. Il quale si lasciò sfuggire un lamento soffocato. Lei gli prestò attenzione, timorosa che si sentisse male. «Athrun?»

   Notò che respirava a fatica, e quando si mosse per chinarsi su di lui, gli vide stringere i denti. «Cagalli…»

   «Athrun, che hai?», domandò, allarmata. Si sentì afferrare per la manica dell’uniforme e subito gli prese la mano fra le sue, sperando che quel semplice gesto potesse in qualche modo essergli di aiuto. «Vuoi che vada a chiamare il dottore?»

   Il giovane scosse la testa, si girò appena sul fianco e rilassò i tratti del volto, anche se di poco. «Cagalli… per favore… Mi stai uccidendo…»

   La Principessa rimase come pietrificata. Cosa significavano quelle parole? Perché? Allora non l’aveva perdonata per aver quasi sposato un altro? Certo che no, sarebbe stato chiedere troppo. Si morse il labbro inferiore: dopotutto, non poteva rimproverargli nulla se avesse deciso di chiudere lì la loro storia, scegliendo magari Meyrin al posto suo.

   Come se avesse ascoltato le pene del suo cuore affranto dai sensi di colpa, Athrun prese fiato, strinse le dita fra le sue e svelò l’arcano. «Stai schiacciando il tubicino… Tira da morire…»

   E mentre lei balzava di nuovo in piedi, scusandosi ripetutamente per l’ennesimo danno arrecato da che aveva varcato la soglia della stanza, Miriallia tornò col cambio di vestiti per il loro compagno e rimase paralizzata alla vista di Cagalli che, la testa infilata sotto le coperte di Athrun, cercava di capire se lì sotto fosse tutto in ordine o se il catetere fosse scappato da dov’era stato precedentemente posizionato.

   Sconvolta da quell’imbarazzante visione e per nulla confortata dal rossore delle guance di Meyrin, non certo dovuto alla febbre, cercò disperato sostegno nel viso del Maggiore che, invece, preferì scrollare le spalle. «Non è quel che sembra, anche se, sì, non sarebbe affatto male ricevere attenzioni del genere, ogni tanto…»













Chiedo scusa per questa... cosa. *_*
Spero che Meyrin non sia rimasta troppo traumatizzata. Di Miriallia non mi preoccupo: credo che abbia lo stomaco forte, ormai. Mi chiedo piuttosto che faccia stesse facendo Athrun nel finale... va beh, lasciamo perdere. XD
Grazie ai fedeli lettori e a chi si prende la briga di lasciarmi un parere sulla long o su queste idiozie che scrivo di tanto in tanto per prendere respiro. ^^
Shainareth
P.S. Questa shot avrebbe dovuto essere un regalo di compleanno per Athrun (nato il 29 ottobre), ma non so quanto potrà essergli gradito, visto il modo in cui l'ho torturato... ^^;





  
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