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Autore: Thilwen    10/06/2005    9 recensioni
La vita continua a procedere come prima anche quando tutto è cambiato, mentre l’attesa d’agire può anche essere snervante. Perché, se è facile restar sedotti dal sibilo del serpente, ben più difficile è riparare gli errori commessi in gioventù…
Genere: Drammatico, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: I diritti di Harry Potter and co. appartengo a J.K.Rowling ed alla molteplicità di gente che li detiene, niente di tutto ciò m’appartiene e non scrivo assolutamente a scopo lucro, non voglio offendere nessuno  il mio è solo un modo per esercitare la mia fantasia, perversa e malata.

 

Nota dell’autrice:

Ci sono diverse cose da mettere in chiaro parlando di questa ff, ma  chi non volesse leggere le seguenti e forse noiose righe  è libero di saltare e d’iniziare a leggere la storia, a suo rischio e pericolo.

Per prima cosa bisogna dire  che è stata scritta e pubblicata su di un altro sito un due annetti fa. Ma visto che è uno dei miei pochi lavori che mi piace ho deciso di riprenderlo, rivederlo e ripubblicarlo. È stata scritta prima dell’uscita del quinto libro, quindi, nonostante l’ho ricorretta,  potrebbe esserci qualche piccola incongruenza che mi è sfuggita.  Dovesse essere accaduto, non ve ne curate. Non è questo ciò a cui mira la mia fanfiction

 Il protagonista di questa mia ff è un personaggio molto amato tanto quanto non ben delineato nelle menti dei lettori. Ambiguo ed affascinante. Sto parlando di Severus Snape, o Severus Piton se  preferite, un personaggio che ha molto di poetico ed angusto e regala diversi spunti di scrittura. Questa ff parla di lui, dei suoi pensieri, di ciò che può esserci di più profondo rispetto ad i fatti narrati. Di come, con la resurrezione di Voldemort, tutto sia stato stravolto e di quanto male può fare questa apparente tranquillità, questo continuare a vivere nell’amata e perfetta regolarità, la continua attesa che il velo ipocrita che copra la realtà venga sfaldato dalla necessità d’agire.

Attesa snervante, mentre tutto, in maniera latente e dolorosa cambia, mentre ci si ritrova a riflettere su quanto spesso la nostra volontà possa influire poco sulle scelte che facciamo, soprattutto da giovani, dove è facile restare ammaliati dall’invitante “sibilo del serpente” e ci accorgiamo che questo sia capace di mordere solo tempo dopo. Ambientata nell’autunno del quinto anno descrive l’inconsueta quotidianità di Piton e spesso compaiono le sue sadiche torture ai Grifondoro ed i comportamenti che ormai siamo abituati a vedere in lui, che forse lui stesso disapprova ma dai quali non può fare a meno di trarre piacere.

Ho diviso la ff in 8 brevi capitoli, alcuni dei quali sono composti da due o più “pezzi”. Ogni pezzo si dissocia ed insieme collega al successivo/precedente ed è intervallato da alcune frasi, poesie, pensieri, di grandi personaggi del passato che mi hanno in un certo modo ispirato a scrivere la storia. La maggior parte di queste sono in latino, ho riportato la traduzione e mi auguro sia corretta (perdonate la mia ignoranza).

Vi prego di recensire.

Ringraziamenti e Dediche:   Allora, prime fra tutti Chiara  e Gioia due amiche fantastiche e due scrittrici stupende, che devo ringraziare per i loro consigli e per la loro pazienza,non solo per quanto concerne questa ff. Vi voglio tanto bene! Alla mia sorellina, Elis, perché è un mito e perché le voglio un mondo di bene! A Rosario per la stima che ha nei miei confronti e per tutte le volte che mi ha incoraggiato ad andare avanti e per quanto ha apprezzato questo mio lavoro.

Infine ad Ida59 che ha lasciato delle splendide e toccanti recensioni nella prima pubblicazione di questo lavoro. Grazie, per me sono state davvero importanti!

 

Snake’s Whistle

 

Parte Prima

 

-Attesa ripudiata-

.

 

Dies non levat luctum

 

Il tempo non allevia il dolore.

 

(Cicerone)

.

 

Amicizia caritate  et amore cernuntur.

 

Le amicizie si riconoscono dall’affetto e dall’amore.

 

(Cicerone)

.

 

Se la notte durasse ventiquattro ore, per me non ci sarebbe differenza.

Perché qui,  nascosto nella parte più buia del castello, a preparare pozioni e fare lezione fra il fumo e il borbottio dei calderoni,  i raggi del sole non filtrano rallegrare l’ambiente.

Ma va bene così.

Io sono il tipo che vive bene fra masse di libri ed abominevoli sostanze, odori sgradevoli e tappeti di polvere, ombre dilungate e gelo intenso.

I sotterranei sono il mio mondo, le pozioni la mia vita, tormentare gli alunni il mio hobby.

E per quattordici anni  tutto è andato avanti così, tranquillamente. Ogni giorno identico al precedente ed al prossimo,  una lunga fila di carte uguali. Ed era questo quello che mi piaceva di più.

Poi, però, le cose cambiano.  O forse il verbo “cambiare” può essere inteso come un eufemismo. Infatti temo lo sia.

Poi,  però, le cose si stravolgono.

E se adesso passo una giornata a seviziare giovani Grifondoro, correggere compiti, preparare pozioni,  non so se questo si potrà ripetere il giorno dopo.

Ed io odio i dubbi.

Mi avvio a passo lento verso la mia aula. Le candele  emanano una debole luce e rendono scura e spietata la mia ombra contro nuda roccia.

Cerco con la mano destra le chiavi dentro la tasca della mia tunica nera. Apro l’aula e mi fiondo nella sua fitta oscurità, respirando la sensazione di vecchio e di pace che emana.

Con un cenno della mia bacchetta diverse candele s’accendono rischiarando appena la stanza.

M’avvio con il mantello sventolante verso la cattedra, prendo posto ed osservo la miriade di fogli e libri posati su di essa.

Per un secondo li osservo stupito, non è da me lasciare in disordine. Poi ricordo che ieri sera la stanchezza è stata capace di vincere anche me.

Una pila di questi sono i compiti di pozioni del quinto anno, che ho tediosamente  corretto.

I primi periodi mi divertivo a cacciare votacci a quella massa d’incompetenti, poi ci si perde gusto. Tranne che in casi eccezionali, dove metto in mostra il mio rinomato sadismo. E nel quinto anno di casi eccezionali ce ne sono….

Per il resto fra appunti e libri di testo, ho preparato tutte le lezioni che dovrò affrontare questa giornata.

Soffoco con una mano un sbadiglio. Manca ancora mezzora buona prima dell’inizio delle lezioni. E contando il ritardo che non manca mai…

Grifondoro e Serpeverde, quinto anno, due ore. Il lunedì è il giorno che più preferisco. Potermi sbizzarrire a punire Potter ed il gruppo ha un certo gusto. Di fronte ai Serpeverde poi…

Un ghigno quasi sicuramente solca il mio volto. Non sono in grado di vederlo ma posso facilmente immaginarlo. Oggi mi divertirò tantissimo!

Ma non è il momento di pensare a queste futili soddisfazioni. Sono pensieri che non dovrebbero toccare Severus Piton. La situazione è brutta,  i rischi grandi.

Mi stiro svogliatamente sulla sedia.

*

Dividamus, si tibi videtur, iniuriam a contumelia.

 

Distinguiamo, se ti pare, l’offesa dall’insulto.

 

(Seneca)

.

-Per il momento Severus dobbiamo andarci cauti. Ho mandato Hagrid in missione. Con i giganti. Vediamo che nuove porterà. Tu continua a fare il tuo lavoro.-  ripenso all’ultima conversazione con Silente.

- Ma professore – ho tentato di ribattere mentre quello alzava gli occhi stanchi dagli occhiali a mezzaluna –Il marchio nero brucia. Lo sento pulsare sotto la mia pelle.- la sua espressione non è mutata completamente di fronte alle mie spiegazioni. –L’Oscuro Signore è tornato. Più forte di prima. Siamo tutti in pericolo…-

-Nessuno è in pericolo qui a Hogwarts- la sua voce era tanto calma da mettere i brividi pure ad uno come me, che di solito li fa venire agli altri – Forse è l’unico posto sicuro. Di questo puoi stare tranquillo Severus.-

Non si può non avere fiducia in Albus Silente. Forse non si possono condividere certe sue idee, ammettiamolo,  ma è impossibile non stimarlo. Ed io gli devo molto.

-Sì-  ho mormorato infine -Si ricordi che io sono sempre a disposizione- sono parole che mi hanno fatto un po’ paura. –Buona Giornata.-

Ho girato sui tacchi,  con il frusciare del mio mantello nelle orecchie ho scostato la porta dell’ufficio del preside. Ero sul punto di uscire quando mi ha richiamato.

-Severus!- non sono tornato sui miei passi, mi sono limitato a voltare il capo e fissare il fermo azzurro dei suoi occhi – Ti farò sapere al più presto se sono giunte novità. Per il momento chiedo a te una cosa importante- ha taciuto prendendo fiato – Metti da parte i rancori. D’altronde i motivi della tua offesa…-

Non gli ho risposto, mi sono limitato a fissarlo eloquentemente. È qualcosa che mi costa molto quello che mi ha chiesto. Ho annuito   insoddisfatto e sono andato via con stizza.

Il mio comportamento è stato un po’ irrispettoso e non degno di una persona intelligente come me. Non oso pensare a niente che possa rivelarsi peggio di dover collaborare con…quelli là.

Ma sono un uomo maturo, non un ragazzino capriccioso.

Così abbandonerò ogni rancore.

Per ora.

- - - - - - - - - - - - - - - -

 

Allora, che ve ne pare di questo primo brevissimo capitolo? La storia parte un po’ sottotono, forse, ma poi si fa interessante. Il prossimo capitolo è abbastanza divertente, il titolo “Seviziare ed Insegnare” la dice davvero lunga!

Invierò i capitoli di questa ff in poco tempo, nel frattempo ho in cantiere un altro lavoro (ma non vi anticipo nulla…!), e ci sarebbe una one-shot pronta... ma ho promesso ad una persona che non l’avrei inviata se prima non l’avesse letta e, vi assicuro, per me è molto importante sapere che ne pensa.

Recensite, vi raccomando!

  
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