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Autore: bic    29/10/2009    8 recensioni
Cosa sarebbe successo se Sirius Black non fosse stato accusato di un crimine che non aveva commesso.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Famiglia Dursley, I Malandrini, Mangiamorte, Remus Lupin, Sirius Black
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Korat And Black Chronicles'
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Ili91: grazie per la recensione, anche a me dispiace un po’ che la storia sia finita, ma non disperare…

dirkfelpy89: mi dispiace che l’aggiornamento non sia stato molto rapido, purtroppo ho avuto dei problemi con la connessione, ma mi faccio perdonare subito…

le_montagnine: scusa per l’attesa, non indugio oltre e ti lascio leggere la storia. Un bacio!

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N.D.A

Lo so, normalmente le note d’autore si mettono al fondo del capitolo, ma questa andava assolutamente inserita prima, non odiatemi…

Eccoci al dunque, il topo è stato catturato, giustizia è stata fatta.

E poi? E poi credo proprio che ci vorrà un If_2 il Ritorno (non vi libererete tanto facilmente di me). Ho lasciato troppe porte aperte per esempio: come se la cava Bellatrix? Oppure come diventerà il piccolo James Remus? ma soprattutto...

Se vi dico tutto adesso che gusto c'è?

Per quanto riguarda questo ultimo capitolo è nato parecchio tempo fa quando ancora non avevo idea di cosa sarebbe successo in mezzo, per questo spero non sia troppo slegato dal resto o meglio da come si sono evoluti i personaggi.

Un giorno sentendo la canzone "In qualche splendido giorno" dei Modena City Ramblers hanno cominciato a frullarmi in testa immagini che si adattavano alla perfezione con questa FF e con questa conclusione, per cui ho deciso di introdurre la canzone. Se avete voglia ascoltatela mentre leggete, perchè merita davvero. Il link è qui sotto

http://www.youtube.com/watch?v=0jo0_WTaobw

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In qualche splendido giorno

 

Il faro tagliava la notte, un filo d'acqua bagnava la strada.
Camminavano insieme in direzione del ponte. Da un portone una tromba suonava.
Lei guardava in basso le scarpe, tra cicche spente, giornali e lattine.
Lui fischiava un vecchio blues
e pensava ad una cosa qualunque da dire.

 

Era raro che loro due, si ritrovassero a passeggiare tranquillamente in una notte d’estate.

Stavano rientrando da Diagon Alley, Howard li aveva viziati con uno dei migliori vini che aveva. Avevano lasciato passare il tempo in chiacchiere inutili e, quando era stato il momento di andarsene, l’uomo si era reso conto che di tutto avevano parlato tranne che di ciò che gli premeva. Sirius non sapeva come cominciare, a volte Mira riusciva ancora a farlo sentire totalmente fuori posto, eppure era importante ciò che aveva da dirle. La ragazza gli camminava di fianco saltellando come un Elfo nel vecchio vicolo della Londra Babbana, sembrava quasi che danzasse, aveva un modo di muoversi particolare: come un gatto che cammina sopra un cornicione, attento, ma elegante.

- Mira, io devo parlarti.

- Abbiamo parlato tutta la sera, se non sbaglio. – Rispose lei con una smorfia sbarazzina.

- Questa è una cosa importante.

- L’avevo immaginato, sapevo che non saresti rimasto, anche se per te Harry è la cosa più importante al mondo. Sai, nella letteratura Greca si parla di un eroe che dopo dieci anni di combattimenti ed altri dieci di esilio riesce finalmente a ritornare a casa, per trascorrere il resto della sua vita in pace e serenità. Sai lui cosa fa dopo qualche tempo? Riprende il mare, perché quella è la sua casa, tu sei come lui Sirius.

Mira aveva gli occhi lucidi mentre finiva di parlare, ma guardava ostinatamente di fronte a sé.

- Non ti starai mica commuovendo, vero? Mirzam Korat, la ragazza dura come un pezzo di marmo, si sta squagliando in lacrime perché il favoloso Sirius Black sta per andarsene?

In realtà Sirius non avrebbe voluto essere così sarcastico, le parole che gli frullavano in mente erano altre:


Ma non piangere per me, non piangere per me.
Perché presto o tardi sai sarò di nuovo qui intorno.
Ma non piangere per me, non piangere per me.
Ci troveremo ancora sai, in qualche splendido giorno.

 

Lei gli soffiò contro come una gatta arrabbiata, mentre cercava di trattenere quelle cavolo di lacrime che erano lì per sfuggirle dagli occhi.

Sirius la trattenne per le spalle: - Mira, tornerò, non vado mica via per sempre.

Lei gli lanciò un’occhiata stizzita: - Se tornerai intero non è detto che comunque io sia rimasta qui ad aspettarti.

Sperava di farlo arrabbiare in quel modo, sapeva che non poteva neanche estrarre la bacchetta per minacciarla come avrebbe voluto perché c’era gente intorno a loro.


Una vecchia indiana vestita di giallo li osservava seduta a un balcone.
Lei sorrise appena e gettò una moneta al mendicante dal cappello marrone.
Lui marcava i passi come Jimmy Dean, masticando una frase d'addio.
"Ogni cosa è già fatta, ogni cosa è già detta,
quando vedi che il racconto è finito."

 

- Mi stai lasciando Mira?

La domanda di Sirius la colpì come una coltellata al petto, ma che diavolo farneticava?

- Perché quando mai siamo stati insieme?

Sirius sussultò: - Pensavo che per te fosse qualcosa di più di qualche incontro occasionale e di un paio di bicchieri ogni tanto.

Un sussurro: - E per te cos’era? -  Ormai Mira non cercava neanche più di trattenerle, le lacrime avevano cominciato a scorrere da sole.


Ma non piangere per me, non piangere per me.
Perché presto o tardi sai sarò di nuovo qui intorno.
Ma non piangere per me, non piangere per me.
Ci troveremo ancora sai, in qualche splendido giorno.

 

Avrebbe voluto prenderle il viso fra le mani e cancellare quelle lacrime, avrebbe voluto tornare indietro e dire a Silente che poteva andare a cercarseli lui quegli oggetti maledetti, i cimeli dei fondatori perduti da secoli. Avrebbe voluto, ma sapeva che non l’avrebbe fatto, sapeva di dover fare la sua parte, come aveva fatto suo fratello, quel fratello di cui ora era così fiero.

La guardò dritto negli occhi: - Mira, hai ragione, probabilmente io sono come quell’antico eroe, non posso fermarmi, devo cercare qualcosa di nuovo, devo rischiare per sentirmi vivo e soprattutto per dare a Harry la possibilità di vivere in pace, senza essere braccato continuamente da Voldemort o dai Mangiamorte.

Lei annuì, poi sbuffò e rispose: - Non è solo un passatempo il fatto di vederci, ma puoi pure scordartelo che adesso ti dica languidamente che ti amo, perché tanto non lo farei mai.

Sirius sorrise con quel sorriso sbilenco che le faceva venir voglia di avvinghiarglisi addosso e non mollarlo più.

- Piantala, bastardo, che tanto non ti salto addosso in mezzo alla strada.


Il marciapiede era grigio e deserto, nella notte un lampione brillava.
Lui la strinse forte al suo fianco, mentre lontano un cane abbaiava.
"Era tutto scritto da sempre sai. Era racchiuso nel mazzo di carte.
Che la donna rossa si incontra col fante,
ma alla fine il giro riparte."

 

- Mira, ti prometto che tornerò. – Il tono di Sirius era grave, un’espressione seria aveva rubato il posto al sorriso malandrino.

- Mi stai chiedendo di aspettarti?

L’uomo annuì: - Preferisco passare tutta la vita a litigare con te piuttosto che avere tutte le donne del mondo.

Mira, con un groppo alla gola riuscì a formulare la domanda a stento: - P-perché?

- Perché ti amo sciocca testona, e so che anche tu ami me anche se non lo ammetteresti nemmeno sotto tortura.

Mira strinse le labbra, cavoli, aveva ragione, ecco perché faceva così male sapere che sarebbe partito per una missione con tante incognite, molto probabilmente anche pericolosa, ecco perché temeva che non tornasse: non per Harry, ma per sé stessa, la consapevolezza della cosa la colpì in pieno. Quindi lei era Penelope?

Si erano fermati nei pressi del ponte, aveva preso il suo viso tra le mani e l’aveva baciato con tutta la consapevolezza che quello avrebbe anche potuto essere l’ultimo. Lui si era stupito, non capitava spesso che Mira si lasciasse andare a simili gesti di affetto. L’aveva sollevata, era così leggera, l’aveva appoggiata sulla balaustra perché fosse più comoda, per quel bacio si erano presi tutto il tempo.


Ma non piangere per me, non piangere per me.
Perché presto o tardi sai sarò di nuovo qui intorno.
Ma non piangere per me, non piangere per me.
Ci troveremo ancora sai, in qualche splendido giorno.

Lei gli disse: - Che il viaggio sia buono.

Lui rispose soltanto: - Lo sarà.

 

Un attimo dopo si era Smaterializzato, lei si cancellò le  lacrime con una manata, doveva tornare a casa, da Harry.

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Note finali

Se siete arrivati a leggere fino qui avete avuto una bella resistenza ed ora vi tocca sorbirvi anche tutti i ringraziamenti.

Grazie a chi ha letto, a chi ha recensito, a chi ha deciso di votare questa storia su Acciofanfiction, a chi ha amato i miei personaggi ed anche a chi li ha odiati aiutandomi a ridimensionarli un pochino.

Grazie a tutti perché sapere che ciò che si scrive suscita emozioni non ha prezzo… per tutto il resto c’è mastercard

 

  
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