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Autore: Ardespuffy    30/10/2009    5 recensioni
Cani d'attori e storie di cani. Padfoot & Moony: l'arte copia la vita che copia l'arte, dietro ed oltre il sipario.
Viaggio a tappe insieme all'amato binomio, tra passato e presente - finzione e realtà.
3. ... per la fiducia d'ancora vagare, muso in giù, tra le macerie.
[SB*RL]
Genere: Romantico, Drammatico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Doggish (Fairy)tales.'
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Off Stage

Act 3 + Off Stage.

Il vizio tragico dei

vestiti su misura.

La propria pelle che

calza stretta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Qualcosa è perduto,

e cosa otteniamo?

 

 

 

 

Debole. Debole, debole, debole.

Sui crateri scavati nel volto lunare di Sirius, tra gli anni della storia che li ha squartati – è letta la stessa parola, di nuovo e di nuovo.

“Professor Lupin…”

Nome estraneo ad entrambi.

Il fantasma di Black inclina il capo, scricchiola secco l’osso del collo.

Professore? Carino.”

Il tono è burbero e suadente, forse per l’astinenza da nicotina.

Remus avvampa, gravato di un peso che non aveva neppure iniziato a – che non aveva calcolato. Accettare lo stesso fascino di una voce bagnata di familiare condiscendenza in un guscio depredato e scialbo qual è il Sirius di tredici anni più tardi, è un tributo da pagare all’amore speso. Lo riconosce, ma ne avverte il peso come sconcertante.

Qual è il punto?

Padfoot sorride, da qualche parte nella polvere e il ferro trito.

Remus non soleva stupirsi innanzi alle manifestazioni della propria impotenza. Ma questo era il modo di vivere da ragazzi, era l’adolescenza riflessa negli occhi avorio di un lupo mannaro.

Ora gli occhi sono spenti e scuriti, e hanno il coraggio di allibire per – cosa, poi? Cosa, che non fosse già perfettamente scontato e previsto, così consequenziale?

La rottura è insanabile e il male avvizzito.

Dal suo cantuccio incompetente, Harry s’interroga muto sulla freddezza delle reazioni. Certo il professor Lupin non vorrà ancora dar credito all’opinione generale, ora che Sirius è stato riabilitato da Silente in persona?

“Sì, be’. Mi hai sempre accusato d’essere un talento naturale quando si tratta di dire agli altri cosa fare!”

L’esclamazione è leggera ma energica, con il sorriso giusto fra naso e mento.

Sirius nota con delizia che Moony sta fingendo, proprio com’era certo sarebbe accaduto.

Non è mai stato diverso da questo. Ora lo so.

Libero dall’incomodo dell’autenticità, il livore e l’affetto evaporano con la stessa disinvoltura, lasciandolo con la sola voglia di fare dello spirito.

Eppure Remus gela sul posto, quando in amicizia gli cinge le spalle.

“Chi può dire quante cose siano cambiate, dopotutto! Ma avremo tempo di metterci in pari, non credi?”

Il gomito ossuto contro la scapola non ha quasi peso, timida appendice della figura ristretta; ma la densità di quella facciata ingiusta, messa su per i motivi sbagliati, sguscia tra le vertebre e paralizza il midollo, avvelenando poi le sinapsi con la convinzione dolce che –

è tutto a posto. Non ho fallito. Non come amante, né per difetto d’umanità.

Remus sorride alla fronte di Sirius, distesa livida senza rimproveri.

Un pensiero mostruoso in quella sollevazione di colpe.

Vorrei averlo fatto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tu ed io,

questo è il nostro tempio.

 

 

 

 

D’accordo: non è così che l’aveva immaginata.

Però, adesso che la Scena arida del Crollo Mantenuto si è verificata qui, lo sfondo di piastrelle del bagno non ha più grande importanza.

“Scusa!”

E perché?”

Semplice come la spontaneità del secondo ti amo.

L’accappatoio stretto spasmodicamente fra dita sottili, Remus deglutisce un guizzo di panico e rinuncia a sorridere, optando per un accigliarsi discreto.

Che significa? Ti sono venuto addosso, volevo – ”

“Mi sei venuto addosso migliaia di volte, quand’eravamo ragazzi, e non ti ho mai sentito chiedere scusa per questo.”

Il dubbio del doppio senso lo solletica, ma Remus è ancora ben deciso a tenere la conversazione su binari neutri. Povera anima, ingenua e vile.

“Va bene, come vuoi! Non avevo idea fossi tanto suscettibile all’argomento, ma se è un problema non mi scuso. Adesso, ti spiace…?”

Snap.

Sirius sorride internamente, prima che la fame ben nota lo possegga. Un braccio scatta a frapporsi nella cornice degli stipiti, l’altro strattona l’accappatoio di Remus in vita.

Il tonfo è sordo mentre Lupin perde l’equilibrio e l’altro fa in fretta a bloccarlo contro il muro.

“Ti voglio.”

Sirius – ”

Pressione rude di fianchi.

“Non ho desiderato che la tua testa, per tredici anni. Se non posso prendermi quella dammi almeno il resto.”

E Sirius piove di baci affrettati, denti distratti sul collo. Ha mani che astraggono il sacro da ciò che toccano, e Remus le sente portare marciume lungo il proprio corpo, finché viscide si stanziano sull’inguine ancora caldo d’acqua.

Deve chiudere gli occhi, obbligarsi a riconoscere il piacere smorzato nei tocchi frenetici di dita ossute attorno al sesso. Ha bisogno di risentirlo lì, per potersi scostare e liberare dall’abbraccio con la consapevolezza di quello che rifiuta.

“Smettila. Non così.”

Padfoot ha il fiato spezzato. Gli occhi brillano di lame malevole, le labbra – rosse sul viso scarno e ingrigito, cinto dai capelli troppo lunghi – fuori posto e dischiuse, orrende. Trasfigurate in bocche da incubo per ciò che riescono a dire.

Non così come? Pensi sul serio sia mai stato tanto diverso?!

Remus non ha il tempo di lasciarsi sopraffare dal dolore della replica. Neppure sa inventare un dolore cui arrendersi; di nuovo è spinto al muro – mani pesanti sotto la spugna umida, fiato animale contro la giugulare.

“Eri più freddo.”

Sirius inizia con voce incrinata, trasognato.

“Fatto d’aria… e di sogni. E volavi via… tanto in fretta.

Un palmo premuto contro l’anca rigida del lupo, il polso a fregare la peluria del pube. È più languido e grave, ma in qualche buffo modo timido, premuroso. Sincero, quasi.

“Nei momenti in cui… cercavo di adorare… il tuo corpo, spirava. Volevo solo andarmene.

Il professor Lupin cede ai fremiti, liberi di nuovo da quel primo incontro imbarazzante. Può persuadersi a fingere che non esista lascivia nel tendersi al tocco dell’amante, ritrovato sotto sembianze tanto rotte, ma il pizzicore oltre le palpebre, e Sirius – vuole essere creduto, ascoltato con disperazione. Non può, non può fare altrimenti, non può fargli questo.

“Dovrei ucciderti, perché non mi capiti mai più di sentirmi così solo.

Gelida è la lucidità che arresta il tempo.

Remus ingoia la voglia del sesso, eretto com’è nel pugno scarno dell’altro, il cui abbraccio non dura più d’un altro colpo al costato.

Mutamente, Sirius dichiara il terrore condiviso, e senza indugio si ritira.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

C’è ancora un po’ d’amore,

qui intorno.

 

 

 

 

Sirius.”

È una dimensione via dalle ere, ed è la camera degli ospiti, al tempo stesso.

“Non parliamone più, Moony, ti prego.”

“Hai ragione. Volevo solo tu sapessi.”

“…”

“Non ti ho creduto. Mi sembrava così stupido.

“Va tutto bene, Rem.”

Davvero. Sirius lo tocca con un turbamento gentile di passione, quel garbo ponderato e servile che ha sempre avuto nell’amare.

“Poi, sarei voluto venire. Avevo tanta rabbia. Sono stato lì, e ho scoperto cosa ti era stato fatto, ma non potevo. Non potevo e basta.”

“È la legge.”

“Ma la legge non ha fermato te, o Prongs, o Wormtail.

La pace è tale da permettergli di sorridere al singulto mal soppresso che scorge nel tono di Remus.

“Ora non perdere il controllo! Erano altri tempi. Da ragazzi si vive diversamente.

Il sospiro tenuto stretto si rilassa.

“Eravamo più forti, allora.”

Sirius non dice niente. Non ha il cuore di rievocare i soli frangenti che ha custodito nell’anima nera di Azkaban – le interminabili lune, la colpa, il crollo di Peter, la fine di James – e rovesciarli tutti su Remus quali testimoni d’eterna debolezza. È fermamente convinto che, in qualche modo contorto, Moony sia più innocente di tutti loro.

Pads.”

Mh?”

“Ti sembrerò ingrato, e forse non ci crederai – d’altronde non ne avresti motivo.”

Cosa?”

“Penso che l’avrei preferito, se non mi avessi perdonato.”

“…”

“So che è strano. Forse non ci credo neanch’io. 

Moony…”

La sorte ha fatto di Remus Lupin una creatura oscura davvero fortunata. Anche adesso, i capelli di Sirius sotto i polpastrelli, non riesce a giudicarsi degno di tanto.

Deve rimbrottarsi un attimo più tardi. Attribuirsi l’incarico di un simile giudizio è ben fuori dalla sua portata – ode la propria voce fondere a quella di Silente, assimilarne l’appunto smaliziato.

“… posso sempre arrabbiarmi di nuovo, se ti fa stare meglio!”

Ghigni gemelli posano per occhi privilegiati, nella camera deserta. Poco importa che la battuta sia a spese sue – Remus è talmente stufo della delicatezza, non li ha portati che a bivi tortuosi.

“Dopotutto, ne farò a meno.

Sirius ride di cuore, conscio della semplicità pesante di battute non scritte né recitate. Se mai un demiurgo è stato dietro le scene per tutti loro, per Peter e per James, ha ora scelto di lasciare i superstiti al silenzio della natura vivida.

Nell’oblio, nel frammento, nella verità – osserva,

nella forza, nell’errore, nella libertà – Remus si dice,

un’unica mano larga e violenta cinge entrambi, rimettendoli malconci alle cure del tempo che sempre sa come trattare gli spiriti infranti.

È la lezione di una vita spesa a farsi creta, anima, arte – Padfoot e Moony lasciano la ribalta con profusione d’inchini.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

– –  Cani d’attori, storie di cani.

Per la fiducia d’ancora vagare, muso in giù, tra le macerie.




 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fin.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

_ * _

 

 

 

 

 

 

 

 

 

C’est bien, abbiamo finito J. Grazie a tutti, davvero, DAVVERO grazie.

Come alla fine di una prima teatrale, ne? ;-)

 

Mizar, spero ardentemente tu abbia PIANTO in questo ultimo capitolo, muaha. Non per una qualche gioia sadica, bensì perché ritengo di aver evidenziato qui emozioni un po’ più forti di quelle del capitolo precedente – quindi, ecco, in proporzione. Ti ringrazio davvero tanto per la costanza del tuo incoraggiamento: non saresti obbligata a recensirmi, potresti semplicemente goderti il mio stile contorto xD se ti piace. Apprezzo il superfluo più di quanto riesca a esprimere *__*.

 

TimeWarpAddicted, temo di essermi persa a ‘sorbirti le mie recensioni’. Mi è andato in tilt il cervello. Poco male, però: era alla fine del commento :p. Recensori come te meritano così tanto, e in quanto autrice sono cosciente di poterti ricambiare solo continuando a scrivere, possibilmente migliorando un po’ ‘^^ - oooh, maccomessiamopprofonde, nevvero? Spero vivamente di non averti delusa nel finale, perché non l’avevo esattamente immaginato così: è venuto dal para-nulla (come la sottoscritta, del resto). Un abbraccio fovte fovte <3.

 

Fri rapace, dal tuo commento deduco tu non abbia letto la mia fic di battesimo nel fandom, (Or) The Act, nella prefazione della quale dichiaravo la mia totale e vergognosa incompetenza riguardo il mondo di HP xD: il fatto è che sono stata iniziata al fandom da amiche, ma non mi sono mai premurata di leggere i libri della Rowling o di guardare i film con particolare attenzione. Mi sono presa una cotta spaventosa per Sirius e Remus <3 e i Malandrini in genere, ecco tutto. Premesso questo, vengo alla tua domanda: nella mia situazione di partenza, ovvero quella di un Moony e un Padfoot che stanno insieme sin da Hogwarts, ho pensato che fosse semplicemente più credibile considerare che Sirius avesse raccontato a Remus la verità. Non ho potuto esprimerlo chiaramente perché odio mettere parole in bocca ai personaggi solo per comunicare direttamente ai lettori: in quest’ultimo capitolo Remus dice che ‘non gli ha creduto’, riferendosi al fatto che Peter fosse il Custode. Poi, con sarei voluto venire, ma non potevo. Non potevo e basta’ si riferisce ad un ipotetico processo e alle eventuali visite ai detenuti: difficilmente un lupo mannaro, benché sotto la protezione di Silente, potrebbe avvicinarsi impunemente al Wizengamot. Non so se le mie spiegazioni ti soddisfino o meno ‘^^, e in caso contrario mi scuso con te in quanto rappresenti i fans fedeli della saga, un gruppo cui non appartengo di diritto. Ti ringrazio per questo doppiamente dell’interesse mostrato alla mia umile storiella *____*. 

 

Al mio prossimo coup de génie xD - dunque potreste aspettare tutta la vita.

Bye! :3

 

 

 

 

 

 

 

  
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