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Autore: ChiyoFlourite    31/10/2009    2 recensioni
"…E tutto questo lo aveva reso lentamente incapace di prendere sonno la sera come tutte le persone normali. Fondamentalmente perché aveva appena realizzato di amare veramente quel ragazzo che ultimamente gli dava così poca confidenza. Buffo come ci si accorge della presenza fondamentale di qualcuno solo dopo che questi si è allontanato da te…"
Fanfic sul pairing AoixUruha,dal punto di vista di un Aoi particolarmente inquieto.
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: Aoi, Uruha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Aoi…Avrei bisogno di parlarti.”

Quel tuono capitò proprio a pennello con le poche ma imprevedibili  parole di Uruha.

Aoi accennò appena un “si” col capo, per poi seguirlo fuori dalla sala prove; su di loro nuvole grigie e ancora cariche di una pioggia che non accennava a diminuire.

“Ecco, ci siamo. Prima o poi questo momento sarebbe arrivato comunque. Forza, forza. ”

Si ripeteva mentalmente, cercando di prepararsi al discorso dell’altro. Si immaginava già il contenuto: Uruha  gli avrebbe detto di essere ancora infastidito dal comportamento di quella sera e che voleva che si dimenticasse totalmente di lui, dal momento che non ci sarebbe stato modo di accettare i suoi sentimenti.

Le parole che pronunciò invece pochi secondi dopo, sotto  la tettoia dell’edificio in cui poco prima si erano riuniti col gruppo, infransero in un soffio quei pensieri.

“Ho intenzione di lasciare il gruppo, Aoi.”

Silenzio. Non poteva dire proprio niente, non credeva di esserne ancora capace. Lentamente  cercò il muro con la schiena  per andare, subito dopo, ad appoggiarvisi con tutto il suo peso. Non credeva neanche di riuscire a restare in piedi senza quel  sostegno.

No, Uruha non poteva andarsene… se avesse lasciato i Gazette , lui Non avrebbe più avuto nessun motivo valido per andare avanti, avrebbe sicuramente commesso qualche grave sciocchezza.

 Ma la cosa che più lo faceva star male è che stava lasciando tutti loro per causa sua. Ne era certo, dopotutto ne stava parlando con lui ed era sicuro di essere il primo a sentire quelle parole.

In qualche modo riuscì a trovare il fiato per rispondergli,mentre non riusciva ancora ad alzare lo sguardo e guardarlo negli occhi. Avrebbe fatto troppo male.

“I -io… mi dispiace. E’ per causa mia giusto? Per quello che è successo l’altra sera…Uruha, so che non è tanto facile dimenticare, ma ti prego di farlo... vedi, Il gruppo senza di te…”  Uruha fece per dire qualcosa, ma Aoi  non glielo permise,sentiva che ciò che stava per dire era troppo importate per essere rimandato.

Prese una pausa e inspirò profondamente. Alzò lo sguardo e, incrociando quello di Uruha, proseguì la frase

Io senza di te...non credo di farcela.”

 Ecco, l’aveva detto. Paradossalmente si sentiva decisamente meglio dopo aver pronunciato quelle parole  e adesso Uruha poteva anche continuare se voleva.

Ma  non arrivò alcuna risposta dall’altro chitarrista. Lo guardava con gli occhi confusi e spalancati, come se stesse rimettendo a posto le tessere di un puzzle che si era formato nella sua mente.

Alla fine la tanto attesa risposta arrivò, e con essa un’ondata di sensazioni che Aoi riteneva perse per sempre.

“Hai ragione, voglio lasciare per causa tua. Da quella sera non faccio che cercare di dimenticare ciò che hai fatto e finisco anche per non concentrarmi al cento per cento sulle canzoni. Ormai mi sembra impossibile riuscire ad eseguire bene un brano, Aoi. E sai perché? Perché  non appena penso che anche tu da qualche parte stai suonando una chitarra come la mia vado in cortocircuito. Percepisco ancora il tuo respiro sulla mia spalla e mi vengono i brividi; mi ritorna in mente il tocco delle tue labbra esaltate e non riesco a pensare ad altro. Si,voglio lasciare il gruppo, ma soltanto perché quando ti vedo  provo l’istinto irrefrenabile di stringerti fra le mie braccia e averti solo per me,Aoi…”

Disse enfaticamente, lasciando scorrere quelle parole con l’intensità della pioggia che batteva su di loro, mentre si era pian piano avvicinato all’altro prendendogli il viso fra le mani.

Aoi  era immobile, travolto in pieno dal fiume di parole che aveva appena pronunciato l’altro.

“Questo vuol dire che…” mormorò mentre pian piano cercava di dare una spiegazione logica a quel che stava accadendo.

“Vuol dire che non lascerò il gruppo ad una condizione.” ribattè  Uruha, avvicinandosi ancor di più.

“Se la metti così, credo che accetterò…”  sussurrò Aoi, cingendogli lentamente la vita con le braccia prima di avvicinarsi al suo viso e accarezzargli una guancia, accostarsi finalmente a quelle labbra tanto desiderate e baciarlo come aveva desiderato ormai per troppo tempo.

  

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Com’erano fredde le lenzuola sulle quali poco prima si erano amati tanto intensamente, e com’erano caldi, invece, i loro corpi esausti e soddisfatti.

Nella penombra della camera da letto di Aoi non c’era più posto per l’inquietudine dei giorni precedenti.

L’opprimente malinconia di quelle notti bianche aveva ceduto il posto al calore della persona che aveva desiderato e che adesso giaceva con lui in un sonno sereno e  ristoratore.

Non erano ancora le 5 quando l’ospite si svegliò, trovando il padrone di casa che, rivolto su un fianco, gli accarezzava i capelli in un movimento rilassante e quasi ipnotico.

“Posso chiederti un favore?”  sussurrò Aoi guardandolo mentre si svegliava.

“Certamente, dimmi.” Rispose l’altro, stropicciandosi un occhio.

“…..Adesso pensi di potermi chiarire come si suona quella canzone?”  concluse Aoi, accennando un sorriso ammiccante, prima di trascinarlo con sé sotto le coperte.

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Il giorno era passato  interamente provando e riprovando quella canzone che riusciva difficoltosa ma anche le altre del repertorio. Tra una pausa e l’altra poi avevano parlato di loro, dei loro sogni e delle loro vite. Aoi non si era mai divertito tanto in vita sua. Avevano anche scritto una canzone insieme, scoprendo che  l’ inquietudine  che ognuno aveva provato nei giorni precedenti pensando di essere il solo era  invece un sentimento fin troppo condiviso.  La pioggia,dal canto suo,non aveva mai smesso di scrosciare rumorosamente fuori dalla finestra,inclemente.

Anche il giorno del concerto pioveva a dirotto , anche se gli esperti prevedevano un netto miglioramento già a partire dall’indomani.

Lo stadio era comunque strapieno, come al solito si era registrato il “tutto esaurito”.  I Gazette erano pronti a entrare sul palco, incitati dalle grida impazienti di migliaia di fan impazzite. Dietro le quinte, stavano facendo gli ultimi riti scaramantici.

“Diamoci dentro,Ragazzi!” Esclamò Ruki, seguito dall’energica approvazione degli altri componenti.

Aoi e Uruha si scambiarono un’occhiata, mentre già i loro compagni facevano il loro ingresso sul palco.

Intrecciarono le loro mani, ritirandole solo pochi secondi prima di raggiungere gli altri ed iniziare a suonare.

Adesso erano veramente pronti a fare del loro meglio.Insieme.

  
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