Titolo:
She’s
not her
Fandom:
The Vampire Diares (telefilm)
Genere:
Introspettivo, Romantico, Angst
Personaggi:
Damon
Salvatore, Elena Gilbert
Pairing(s):
Damon/Katherine
+ Damon/Elena; (Stefan/Elena
implicit)
Avvertenze:
oneshot
Note
iniziali: l’ho
scritta ispiratandomi
all’episodio
3, e in generale unicamente
alla
serie televisiva,
non
alla
saga letteraria (della quale, per altro, ho di
recente letto solo il primo libro, e ho notato le profonde
differenze. Tra parentesi, la serie tv è carina, piacevole,
invece
il libro non mi è garbato per niente :/ ma vabbè).
Dedicata a
Damon, il mio personaggio preferito, sul quale non potevo non
scrivere qualcosa.
Vi prego di dirmi se risulta OOC (rispetto al
telefilm, ovviamente).
Personalmente credo che oltre la maschera
della crudeltà, ci sia in lui molto
di più.
Il
personaggio di Katherine e la sua relazione coi fratelli Salvatore
non sono ancora stati approfonditi nel dettaglio nella serie, ma
risulta chiaro che la ragazza ha intrattenuto una relazione con
entrambi, per poi trasformarli in vampiri.
Vi sono accenni a
queste informazioni, su cui io ho ricamato sopra parte della
fic.
Disclaimer: Personaggi,
luoghi, nomi e tutto ciò che
deriva dalla trama ufficiale di “The Vampire
Diaries” , da
cui ho elaborato la seguente fanfic, non mi appartengono, ma sono di
proprietà di Kevin Williamson, il produttore, e di
chi ne
detiene i diritti. Questa storia non è stata scritta a scopo
di
lucro e, viceversa, gli elementi di mia invenzione, non esistenti
nella trama, appartengono solo a me.
She’s not her
Il vento soffia
lieve nell’autunno mite di Mystic Falls, mentre Damon, come
aria
invernale, fredda e crudele, si insinua attraverso la finestra di
Elena, lasciata socchiusa quella notte.
Ma sarebbe riuscito a
entrare ugualmente, anche a porte serrate.
Dopotutto, lei lo ha
invitato ad entrare.
Il vampiro fa un passo deciso, poi un
altro ancora, spettrale nei suoi movimenti cadenzati e
sensuali.
Grazie ai Poteri, è invisibile e silenzioso più
di
un’ombra.
Si ferma ad osservare la figura addormentata sul
letto.
Il diario abbandonato tra le lenzuola, la penna tra le
dita, probabilmente Elena è stata vinta dal sonno durante la
scrittura.
L’abat-jour sul comodino è ancora accesa e ferisce
distrattamente il volto della ragazza, illuminandone i tratti fini ed
eleganti.
Damon trattiene il respiro: perfino nel sonno, è
così
somigliante a Katherine.
Le sopracciglia lievemente corrugate, le
labbra, sottili e rosee, appena schiuse, il respiro placido e
regolare.
Katherine quella volta,
dopo essersi concessa a
lui, era come Elena in quel momento.
Damon l’aveva osservata a
lungo, accarezzandone il viso e le labbra con gli occhi e con i baci,
bramando segretamente di poter condividere con lei più del
sangue e
della vita eterna, gioendo di non doverla condividere col fratello
mai più.
Non poteva sapere che la ragazza aveva già promesso il
suo sangue e il suo cuore anche
a Stefan.
Damon fa un altro
passo.
Lo sa -lo sa- che
Elena, per quanto le somigli,
possiede solo il pallido riflesso della luce oscura di Katherine.
Sa
anche che il carattere di Elena è completamente differente e
che non
potrà mai essere lei.
Eppure quando la ragazza lo ha
affrontato, respingendolo e colpendolo sul viso con violenza, a Damon
è parso di scorgere vividamente l’ombra
affascinante e il potere
carismatico di Katherine oltre lo sguardo furioso di Elena.
Così
simili…
Il vampiro avvicina lentamente una mano verso il
volto della giovane.
Senza quasi rendersene conto lo sfiora, con
le dita fredde.
Perché lo sto
facendo?
Damon ricorda
quanto fosse forte l’aura di Katherine.
Intensa a tal punto che,
perfino senza volere esercitare il proprio controllo su di lui
tramite i Poteri, la ragazza sapeva legarlo indissolubilmente a
sé
con la sua sola presenza, col suo respiro lieve come la fiamma di una
candela.
E’ quello che Damon prova adesso, mentre si abbandona a
una carezza timorosa che non avrebbe mai voluto concedere ad
Elena.
Nei secoli, ha riservato quella dolcezza solamente a una
persona: Katherine, un nome proibito e maledetto come un sortilegio
per Damon, e che, se solo scandito dalle labbra indegne di Stefan,
basta a fargli provare un moto di fredda rabbia
animale.
Katherine.
Per anni e anni, dopo la sua
scomparsa, Damon ha cercato qualcosa per mantenersi vivo, nella
propria immortalità, e l’odio verso il fratello
è riuscito
nell’impresa.
Ma ora c’è più di questo a fargli
ribollire il
sangue nelle vene: è proprio quella ragazza
addormentata, che è
riuscita a catturare l’attenzione di entrambi i fratelli
Salvatore
come in passato vi è riuscita solo Katherine.
Elena Gilbert, una
comune mortale che pare la reincarnazione dell’unica donna
che
Damon abbia mai amato e che ora rappresenta una nuova motivazione per
ricominciare l’eterna lotta con Stefan, quella stessa lotta
che ha
visto entrambi perdere tutto.
Con un sospiro, chiude gli occhi e
dilata le narici, mentre il profumo intenso della pelle di Elena lo
colpisce con la forza e la dolcezza di un veleno.
Pensa a quanto
sarebbe facile serrare le mani su quella gola tenera e pulsante di
vita, stringerla a sé in un abbraccio fatale, affondare i
denti su
quel collo candido, bearsi del sapore del suo sangue caldo…
Chissà
se anche quello saprà di Katherine...
Ma no.
Non è ancora
giunto il momento.
Damon non ha ancora ferito Stefan abbastanza,
non l'ha punito a sufficienza e non ha intenzione di mettere fine
alla propria vendetta in modo rapido, frettoloso e indegno.
Senza
il minimo divertimento, proprio no.
Non è nel suo stile:
Stefan dovrà vedere coi propri occhi l’amore di
Elena scivolargli
dalle dita come sabbia. Osserverà la sua ragazza
abbandonarsi tra le
braccia di Damon, e infine ne assisterà impotente alla
dolce,
dolcissima morte.
Un cacciatore non si priva del
piacere di
giocare con la preda.
Interrompendo quei pensieri, Damon apre
gli occhi e fissa un’ultima volta il viso di Elena.
E per un
attimo, c’è qualcosa in lei che è
più forte del profumo del
sangue, più forte di ogni pensiero coerente, più
forte dell’odio
che lo divora da secoli.
La ragazza sospira un nome nel sonno
-“Stefan…”-
con un viso sofferente e un tono angoscioso
così simili a quelli di Katherine, che Damon per un attimo è
certo che non sia passato un
giorno da quando l’ha vista per
l’ultima volta.
E’ certo che Katherine viva
in
Elena.
Damon sente la lucidità abbandonarlo pericolosamente,
mentre depone una nuova carezza sul viso della ragazza.
Contrae la
mandibola, si passa la lingua sulle labbra,
esitante.
Impossibile.
Non è lei, si
ripete più
volte.
Non sarà mai
lei.
Katherine è morta quel
giorno, assieme all’anima e al cuore di Damon.
E allora, perché
-perché?-
il suo ricordo fa ancora così
male?
All'improvviso, sente l’odio per se stesso scorrergli
nelle vene come sangue, come la Morte, di fronte alla presa di
coscienza di quanto il proprio comportamento, quella notte, sia
–schifosamente-
debole e umano.
Si sente simile a
Stefan.
E mentre la sua mano si allontana con rapidità
sovrannaturale da quel viso bellissimo e maledetto, Elena si
desta.
Non saprà mai cosa l’abbia svegliata: Damon
è già
lontano, svanito in una folata di vento e nebbia; dolorosamente
furioso e avvolto dalle tenebre eterne a cui appartiene.
FINE
***
Note
finali:
critiche negative o positive/commenti/consigli/lancio di ortaggi sono
sempre ben accetti.
Anzi, vi prego davvero di dirmi sinceramente
che ve ne pare di questa shot.
Mi fareste molto felice ^^
Grazie
per l’attenzione, alla prossima!