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Autore: Phedra    06/11/2009    1 recensioni
...Richiamato d’urgenza a intervenire a un caso alquanto insolito, che riguardava il carcere, Fujitaka si ritrovò a osservare con orrore le celle della prigione, ormai vuote. Lo stregone era riuscito misteriosamente a scappare dalla prigione, con il resto dei carcerieri...
Genere: Romantico, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fay D. Flourite, Kurogane, Mokona
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Salve ragazzi, finalmente è arrivato anche il secondo capitolo … i nostri personaggi si stanno svelando piano piano, spero che stiate seguendo numerosi, e mi raccomando, lasciate qualche recensione, altrimenti mi viene il dubbio che non piace a nessuno!! eheheh …. un saluto e Buona Lettura!!


“Piccole Donne”




Una flebile luce oltrepassava la finestra semisocchiusa della camera, per andare ad infrangersi debolmente nei dolci visi delle due bambine, che erano ancora assorte in un profondo sonno.

Sakura stringeva con forza la piccola manina paffuta di Tomoyo, che dormiva con un sorriso stampato sul volto, quasi a voler svelare la gioia di un sogno incantato. Al contrario la piccola Sakura aveva il viso contratto in un smorfia di paura, sicuramente a causa di ciò che aveva sentito narrare dalla madre la notte prima.

In lontananza si udì l’eco delle campane, un suono che gli abitanti del villaggio di Tinwe avevano modo di ascoltare ogni mattina, come sveglia giornaliera.

Ormai il sole aveva fatto capolino ad est, illuminando l’intera pianura, e augurando il buongiorno al villaggio, posto alla base delle fondamenta del castello. Il centro abitato contava più di tremila abitanti, dedite chi alla vita contadina e pastorale, chi alla vita artigiana e ai lavori manuali, specialmente in ambiti come la sartoria, la cesellatura, e la lavorazione delle armi, sia di taglio che di tiro; tutte attività che contribuivano al mantenimento della vita a corte.

Al castello vi era sempre un via vai di persone, tra funzionari dell’alta aristocrazia e servitù, ed era proprio in quest’ultima categoria che le due bimbe, Sakura e Tomoyo, ricoprivano un ruolo fondamentale come dame di compagnia dell’unica erede al trono del Regno, la piccola principessa Mei Ling.

Sakura e Tomoyo si destarono finalmente dal sonno, l’una un po’ turbata e l’altra più serena.

“Buongiorno sorellina, dormito bene?” domandò Tomoyo allegra come sempre. Sakura dal canto suo avrebbe preferito stare a letto sotto le coperte.

“Ho avuto un sonno piuttosto agitato, con strani incubi …” rispose Sakura confusa per il mancato sonno, “ di sicuro ho dormito male per colpa della storia che ci ha raccontato ieri la mamma … ma, fortunatamente c’eri tu! Ti ho tenuto la mano stretta per tutto il tempo!!”

“In effetti ce l’ho un po’ indolenzita” disse Tomoyo massaggiandosi le dita.

Sakura con un espressione disperata si rivolse alla sorella con fare addolorato:

“Sorellina, mi dispiace tanto! Posso fare qualcosa per te!?”

“Suvvia Sakura, cosa vuoi che sia. Passerà subito! E quando avrai ancora paura la notte, potrai stringermi la mano tutte le volte che vorrai!!”.

Le due si concessero un attimo di affetto, donandosi l’una con l’altra un caloroso abbraccio, e ringraziandosi dell’aiuto reciproco.

“Penso sia ora di cominciare a prepararci per la lunga giornata che ci aspetta a corte … oggi la principessa Mei Ling riceverà a corte alcuni cavalieri!! Com’è fortunata!” disse Tomoyo sognante.

“Fortunata!? In che senso?” domandò Sakura poco convinta.

“Beh, immagina di avere al tuo cospetto tanti nobili uomini che chiedono la tua mano, non è fantastico!?”

“A me non sembrerebbe così tanto fantastico se qualcuno chiedesse la tua mano solo perché nelle segrete del castello possiedi immense ricchezze!!”

“Ma no Sakura!! Che dici??” rispose la corvina contrariata. Si mise in piedi sul letto con fare combattivo, mentre Sakura scese dal letto e si avvicinò al comò per prendere la spazzola e cominciare a dare una sistemata ai suoi capelli ribelli.

Guardando l’immagine riflessa allo specchio, vedeva Tomoyo dietro di se che si sistemava la veste, e continuò a parlare:

“Io non penso che la scelta del nobile uomo sia fondata sull’amore, anche perché saranno il Re e la Regina a decretare il successore e il compagno della principessa. Sarebbe fantastico se a scegliere per te fosse qualcun altro!?”

Tomoyo dubbiosa e con un grosso punto interrogativo stampato sul volto ci penso su. Sakura proseguì:

“Questo non è amore, è solo profitto, una rincorsa contro il potere e il denaro!! Povera principessa Mei Ling … non vorrei trovarmi nei suoi panni”.

“Beh, per certi versi sorellina hai ragione” e atteggiandosi a dama di corte Tomoyo proseguì “però mi piace immaginare di essere una principessa, che ha a sua disposizione tanti pretendenti che affrontano numerose imprese per poter avere in cambio la sua mano. E poi ci vorranno degli anni ancora perché la principessa Mei Ling e il fortunato cavaliere si fidanzino. Avranno tutto il tempo per conoscersi!!”.

“Potranno passare mesi, anni, ma se la principessa non riuscirà ad amare con tutto il suo cuore il nobile cavaliere, sarà stato tutto tempo perso, e comunque non sarà lei a scegliere!” disse Sakura interrompendo le fantasie della povera Tomoyo che roteava sopra il letto con la veste alle mani.

“Uff Sakura, con te non fa mai a parlare di questi argomenti, li prendi troppo seriamente!!”. Tomoyo fece una linguaccia a Sakura che continuava a vedere l’immagine riflessa della sorella allo specchio. Quest’ultima prese in mano un cuscino, e lo lanciò alla castana, innescando una divertente lotta che venne interrotta dall’arrivo della madre delle due.

Ferma sulla soglia della porta con lo sguardo severo fissò le due, che nel frattempo si erano bloccate con i cuscini alle mani: Tomoyo sopra il letto pronta a colpire Sakura che si faceva scudo con il cuscino di fronte al viso. Trattenute in quella posizione, attesero che la madre facesse loro una sonora ramanzina, ma questa fortunatamente non arrivò. La donna in cuor suo sapeva che, se anche le sue piccole facevano discorsi maturi, e si comportavano per così dire come delle “piccole donne”, erano pur sempre bambine, con la loro infantile voglia di giocare. Accennò un sorriso, e le due tranquille ricambiarono, sistemando nel frattempo il caos che avevano creato nella stanza.

“Su bambine, fate presto a sistemare che la colazione è pronta. Venite giù in cucina e mangiate che una lunga giornata vi attende!!”.



Ed ecco concluso un altro capitolo … alla prossima!! ^^





  
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