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Autore: manubibi    06/11/2009    1 recensioni
Avete presente il DVD dell' Absolution Tour DVD? Beh, dopo quel concerto il padre di Dom è morto. Questa fic, che non sapevo se pubblicare o no (e come al solito decisi di "si" XD), parla di questo, ma soprattutto dell'amicizia fra lui, Matt e Chris, che ha impedito ai Muse di sciogliersi dopo questo fatto...spero di non risultare superficiale nella descrizione degli stati d'animo, e ovviamente che vi piaccia! Come al solito una recensione fa piacere =)
Genere: Triste, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Christopher Wolstenholme, Dominic Howard, Matthew Bellamy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le cose succedono così, all'improvviso. Non c'è modo di prevederle o prevenirle, accadono nell'attimo in cui sei più convinto che tutto stia andando per il verso giusto. E poi, appunto, succedono.

Festival di Glastonbury, 2004, qualche ora dopo l'esibizione.
Lui è ancora euforico e l'adrenalina lo fa ancora balzellare sulla punta dei piedi mentre si aggira pigramente per il backstage, chiacchierando e scherzando con i roadies.
Quando arriva in vista del capannello di visi familiari - Matt, Chris eccetera -, però, l'atmosfera cambia.
intuisce dalle loro espressioni che qualcosa non va. Qualcosa di grosso.
Lo vedono, ma non lo guardano negli occhi.
-Che succede?-, chiede, sforzandosi di suonare allegro.
Nessuno risponde, non sanno come dirglielo.
-Dom...-, esordisce Chris a bassa voce, avvicinandosi cautamente con uno sguardo carico di preoccupazione.
-Cheers, che avete tutti quanti?-, esclama Dom, cominciando a sentirsi a disagio.
Chris sospira, maledicendosi per aver preso l'iniziativa.
-Dom, tuo padre.
Suo padre?
Che cazzo...
-Mio padre cosa?-, sbotta sentendo le gambe farsi improvvisamente molli e un senso di nausea. Poi barcolla, e il cuore comincia a galoppare. Paura.
Dio, fa che non...
-...ha...ha avuto un infarto, poco fa-, conclude il bassista, abbassando gli occhi, non avendo il coraggio di guardare.
Una frase del genere non ha senso. D'un tratto Dom perde la percezione di tempo e spazio per galleggiare in un nulla angosciante. I contorni delle cose si fanno sfocati e indistinguibili e il respiro si ferma per un'eternità. Fa freddo. Le mani che tremano incontrollabili e il cuore che batte così forte da voler sfondare la cassa toracica sono solo particolari inavvertiti.
No!
-No...
Un flebile mormorio, è tutto quello che riesce ad emettere.
Chris lo fissa preoccupato dal fondo degli occhi color nocciola, tristi e addolorati. Quella scena gli ricorda la propria adolescenza.
Gli si spezza il cuore quando Dom scoppia in lacrime. Non è giusto, non dovrebbe soffrire. Istintivamente fa un passo verso di lui e lo avvolge in un abbraccio caldo e protettivo, paterno. Lo sente tremare e sussultare contro il proprio corpo, e lo stringe più forte.
-Papà-, gli sente singhiozzare.
Lucidamente sa che sta cadendo a pezzi, e che deve abbracciarlo stretto per tenerlo insieme.
All'improvviso Dom si divincola e si volta, e corre.
Corre via, fra la massa indistinta che brulica inconsapevole, corre con le lacrime che offuscano la vista, corre con miliardi di pensieri frammentati che scorrono senza freno.
No papà non è vero non è vero ti prego no ti prego dimmi che non è vero
Sale in macchina, gira la chiave, mette la prima, sgomma via.
Vaffanculo non è vero no papà papà no per favore perché?
Non sa dove sta andando, ma segue la strada finché non si ferma in cima ad una collina isolata, nel paesaggio del Somerset.
Silenzio.
Nessuno può sentirlo, è solo. Ma anche se qualcuno lo sentisse non gliene fregherebbe niente, che si fottano tutti.
Silenzio.
E poi qualcosa scatta.
Lancia un urlo strozzato, roco di rabbia, che rimbomba di impotenza nell'abitacolo e nella sua testa.
Papà.

-Pronto?-, mormora la voce stanca e flebile di Dom.
-Dom, dove sei?
Matt. E' preoccupato.
-Whitstone Hill-, risponde sospirando dopo qualche istante di esitazione.
-Stiamo arrivando.

Lo trovano rannicchiato sotto una quercia, con il viso nascosto fra le ginocchia ossute, come un bambino spaventato che si è perso.
Si avvicinano con cautela e si siedono accanto a lui senza una parola, Matt da una parte e Chris dall'altra. Quando Matt gli circonda le spalle col braccio si aspetta di venire respinto, e invece Dom non reagisce. Sembra non abbia neanche avvertito la loro presenza.
-Dom...
Ma non c'è niente da aggiungere.
-Perché?-, chiede il biondo, che alza il viso. Con gli occhi rossi e gonfi, come le guange rigate di sale. E spenti.
Matthew sente il dolore infrangersi contro di lui e trapassarlo come una freccia al petto.
-Non...non lo so, Dom...non c'è un motivo-, mormora stringendolo a sé.
-Ma ci deve essere una spiegazione! Io esigo una spiegazione!-, urla il batterista in preda alla frustrazione.
Matt e Chris rimangono in silenzio, di nuovo.
Cosa possono dirgli? Che era destino? O che era il caso? Che col tempo passa tutto?
Cazzate superficiali.
E allora stanno zitti.
-Ditemi qualcosa, vi prego-, supplica invece Dom, asciugandosi gli occhi.
Matt e Chris si guardano, e quest'ultimo sospira.
-Dom, posso solo dirti che ci sono passato e...posso capire quello che stai provando, Sarà dura, te lo dico subito, ma noi ti staremo vicini-, conclude passandogli la mano fra i capelli.
Dom annuisce, e forse si sente un pò meglio.
Ha ragione. Matt, Chris e tutti gli altri gli vogliono bene. Forse non sarà abbastanza, ma è già qualcosa.
Tira su col naso e abbozza un piccolo sorriso.
-Grazie. Vi voglio bene, ragazzi.
Chris e Matt, già leggermente sollevati, si stringono a lui come due fratellini.
-Anche noi, Dom-, risponde Matthew.
Fa un pò meno freddo, ora.


[Eh già, l'ennesima fic sui Muse XD forse dovrei cambiare fandom, qualche volta O.O Non è colpa mia, li amo troppo <3 ci tenevo tanto a ringraziare Stregatta per le recensioni *____________* grazie mille!!! fanno tanto piacere!!]
   
 
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