“Conosco Bryce.
So che tipo è. Fidati.
-Lo so-ho detto. Ho
abbassato lo sguardo,
sfregando la punta della scarpa contro una macchia sulla moquette.
–E’ solo che
mi chiedevo come mai ti piacesse così tanto parlare con lui.
Non mi ha risposto. Non
subito.”
Alzai svogliatamente
lo sguardo dal libro e mi guardai intorno. Nel negozio c’era
poca gente, tutti
intenti a guardare i fantastici dolci esposti nelle vetrinette e negli
scaffali.
Qualcuno si azzardava
a prenderne qualcuno, in molti venivano fermati dai prezzi troppo alti.
Io lo sapevo bene, mi
ricordai della volta in cui avevo osato ingozzarmi. La cosa mi era
costata la
metà dello stipendio mensile. Ma non mi importava molto, ero
solo una commessa
part-time che veniva pagata regolarmente. Non era mio compito scegliere
i
prezzi.
-Ecco a lei il
resto-risposi con il solito sorriso di cortesia. Oramai mi veniva
spontaneo,
anche con le persone a cui proprio non avrei detto neanche
“scusa”. Ottimo
esempio la signora che avevo davanti. Seppure avesse l’aria
di una brava
persona grassottella dal sorriso raggiante e con degli strano ciuffi
che le
erano sfuggiti dall’acconciatura per colpa del vento e della
neve che
infestavano la città, la pelliccia di leopardo (almeno
credo, non me ne intendo),
e la borsetta di coccodrillo non attiravano la mia ammirazione.
Quando se ne
andò,
rimanemmo in tre nella stanza, io e una coppietta a cui non sembrava
interessargli molto il cioccolato, quanto lo sbaciucchiarsi a vicenda e
sussurrarsi parole dolci che facevano sogghignare la ragazza. Molto oca
per i
miei gusti.
Cominciai a fissarli
senza accorgermene, senza pensare a nulla, quando il ragazzo,
spingendosi
troppo in là, non fece cadere una scatola di cioccolatini,
che si
sparpagliarono sul pavimento.
Non mi mossi, il
ragazzo si girò a guardarmi, imbarazzato, mentre la ragazza
(che proprio non
riuscivo a sopportare) si piegava in due dalle risate.
“Che
ridere”, pensai
ironicamente. Sbuffai e con un –Non importa, lasciate stare-
sussurrato, andai
a prendere una scopa per
pulire nel
retro.
Quando tornai
c’era
solo il ragazzo, rosso in viso, che si toccava i capelli nervosamente.
Aveva
già raccolto tutto e riposto nella scatola. Aveva dei soldi
in mano. I cioccolatini
erano al liquore, con della scorza di limone sulla superficie.
Costavano una
fortuna. Aveva scelto proprio i migliori da sprecare.
-Non ti preoccupare.
Metti via i soldi, spiegherò che è stato un
incidente- si girò di scatto appena
sentì la mia voce, poi guardò i soldi che aveva
in mano.
-Veramente io.. non
volevo ripagarli..- mi guardò confuso.
-Ah…va
bè, puoi andare
lo stesso- dissi imbarazzata. Intanto pensavo a tutte le offese che
conoscessi
rivolgendole a quel ragazzo stupido che non sapeva fare altro che
sbaciucchiarsi con la sua ragazza. Oca per lo più.
Rimasi sola con i miei
pensieri rabbiosi. Apri una scatola di dolcetti a caso, anche se fosse
costata
tutta la mia paga. Chissene frega. Cominciai a mangiarle ingorda, senza
neanche
sentire il sapore. Volevo solo sfogarmi, e mangiare mi sembrava una
buona idea.
Era buio fuori, la
neve tempestava le strade francesi. Perché diavolo sono
andata ad abitare in
Francia? Io, che odio il francese sopra ogni cosa, che amo
l’Inghilterra e la
sua lingua? Perché?
A questo pensava Misa, mentre insisteva a far entrare cinque cioccolatini in bocca tutti insieme. Già, perchè?
AVVERTENZE! so che di
solito si mettono prima, ma io le metto dopo..questa storia potrebbe
durare tanto come duare due capitoli, come non durare proprio! Se vi
piace vi chiedo di commentare, anche solo mettere una faccina come
questa "xD" o questa ":D"...ok????Grazie!!xDxD
Francesca.