Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Arkadio    07/11/2009    10 recensioni
“Non ti manca?” “Da morire...”
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: George Weasley, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ricominciare.


La brezza estiva riempiva la Tana. La finestra leggermente aperta permetteva agli abitanti di non soffrire eccessivamente per la calura di quel luglio, assicurando a tutti almeno qualche ora di sonno ristoratore.

Beh, quasi a tutti.

Al primo piano, un ragazzo non riusciva proprio a prendere sonno.

Strano.

Non era da lui.

Ma pensieri troppo pesanti assillavano la testa del re dei grifoni.

Il tempo era trascorso. Avevano seppellito chi era mancato. Avevano pianto tutte le loro lacrime. Avevano festeggiato con tutto ciò che avevano.

Era ora di ricominciare, no?

Eppure di addormentarsi non c'era proprio verso.

Ron si stiracchiò lentamente, sentendo il tessuto dei pantaloni risalire ben oltre le caviglie.

Era cresciuto.

Non solo in altezza.

L'anno trascorso da ramingo, insieme ad Harry e Hermione l'aveva cambiato. O meglio, smussato.

Pensava ora, prima di agire. Ragionava.

Ed era quella stupida, nuova abitudine che gli impediva di dormire da qualche giorno.

La mente correva, vagava sulle infinite possibilità.

Il suo biglietto per il futuro non era ancora stato strappato. Era bianco.

Poteva fare quello che voleva.

Solo, non ci aveva mai pensato.

Non era mai stato sicuro di poter uscire sano da quella guerra. Anzi. Era sicuro che non ne sarebbe uscito.

Invece.

Invece aveva ancora una famiglia. Aveva ancora il suo migliore amico. Aveva ancora lei.

Alla fine ce l'avevano fatta. Erano riusciti ad addomesticarsi a vicenda.


Si erano trovati.


Passò distrattamente la mano sui capelli. Sbuffò e mise i piedi giù dal letto. Da lì ad aprire il frigorifero, la strada era breve. E dal frigorifero a trovarsi davanti alla tomba di Fred, sulla collina antistante la casa, con due bottiglie di burrobirra in mano, era ancora più corta.

Dedicò qualche istante ad osservare il cielo. A riorganizzare tutte le immagini che gli correvano nella mente, per trovare loro un filo conduttore. Un senso.

“Sai fratellone – si trovò a sussurrare al vento – credo che in fondo tu sia da qualche parte a ridere. A prenderci in giro, perché non abbiamo ancora ricominciato a vivere. Siamo alla tana da un po'. Abbiamo sistemato tutto ciò che andava fatto. Harry è in casa e, spero, possibilmente lontano da Gin, Herm è tornata ieri dall'Australia con i suoi e ci raggiungerà domani.

E io sono qui. Ma non siamo ancora riusciti ad ingranare.

Questo perché, forse, è cambiato tutto troppo in fretta. Dal terrore alla tranquillità è un balzo troppo ampio perché un cuore possa recepirlo in poco tempo.

E dal morire al vivere c'è un abisso spaventoso...”

Il ragazzo si grattò la nuca, sorseggiando dalla bottiglia. Poi, con gesti lenti, aprì la seconda e cominciò a versarla sul terreno.

“A piccoli sorsi, bello. Era così che te la gustavi, no?”

“Sì, era così.”

Per poco Ron non sobbalzò. Al suo fianco si era seduta un immagine così uguale a Fred da mettergli paura, prima di focalizzare.

“Ehi George... che ci fai in piedi?”

“Dovrei chiederlo io a te fratellino... è tardi, e domattina arriva la tua bella... dovresti farti trovare riposato. Conoscerai anche i suoceri...”

“Oddio... non farmici pensare... - il minore vibrò per la tensione – credo di aver quasi più paura del padre di Hermione che di... beh, Voldemort...”

“Pronunci il suo nome, ora?”

Ron alzò le spalle, mentre sorseggiava la burrobirra.

“Non mi dà più fastidio. Cioè, sento ancora una morsa allo stomaco ogni volta che lo faccio, ma credo che, dopo averci combattuto sette anni, il minimo che possa provare a fare è chiamarlo con il suo nome, no?”

“Già... - George alzò gli occhi al cielo – sei cresciuto, Won Won....”

“Ehi, non attaccare a rompere eh?”

I due fratelli si guardarono e scoppiarono a ridere.

Era così facile, ora. Tutto si alleggeriva. Se non pensavi.

Anche se, le risate, sono il miglior nascondiglio delle lacrime.

George prese la seconda bottiglia e cominciò a versarla sulla tomba, lentamente.

Ron osservò i gesti lenti e misurati del fratello.

“Non ti manca?”

Il maggiore represse un gemito.

Se gli mancava?

Tanto da star male. Tanto da desiderare di essere con lui.


Tanto da desiderare di essere morto.


“Da morire... - rispose semplicemente – ma più tempo passò nel suo ricordo, più tempo mi prenderà per il culo quando lo raggiungerò. Scommetto che ora starà broccolando con tutte le angiolette del paradiso... sfottendo il suo gemello stupido...”

“Si, ce lo vedo...”

“E organizzando feste e scherzi ai danni dei vari fantasmi e affini. Sicuramente movimenterà l'ambiente...”

Solo ora, Ron si accorse delle lacrime che sgorgavano dagli occhi di suo fratello maggiore.

Solo allora comprese, che non si può voler superare. La giusta determinazione aiuta, gli amici. Ma soprattutto il tempo.

Bisogna dare tempo al cuore, per sistemare cose come quella.

George versò ancora un po' della burrobirra sulla tomba, prima di rubare l'ultimo sorso.

Un'abitudine che non aveva mai perso prima, quella di fregare ultimi sorsi al gemello.

E che non avrebbe perduto mai.

Poi appoggiò la mano al terreno e si tirò su.

“Non stare troppo a pensare, fratellino. O la tua stupida testa esploderà...”

Il minore diede tempo all'altro di sistemarsi e di asciugare le lacrime.

“Se vai dentro, lascia la porta aperta, sto fuori ancora un po'.”

“Ok... notte...”

Il suono rilassante dell'erba sotto i passi di George si allontanava, mentre la mente di Ron vagava.

Ammazzò la bottiglietta e si tirò su di scatto, prima di girarsi verso la tomba.

“Proteggilo. Ne ha bisogno...”

Poi si girò verso casa. Salvo poi trovarsi chiuso fuori.

E lì successe il miracolo.

Al posto di arrabbiarsi, di urlare. Rise.

Finalmente rise.

Senza lacrime da nascondere. Perché scendevano copiose dai suoi occhi. Rideva e piangeva. Era felice e triste. Triste e felice.

Perché in fondo tutto poteva aggiustarsi.

Bastava tempo, burrobirra e qualcuno che potesse capire.

“Sì – pensò Ron, osservando il sole che sorgeva all'orizzonte – si può tornare a vivere.”

Si può essere felici anche quaggiù.



Note


*Arka si guarda in giro circospetto*


Ehm... salve...

so che questa insperata prolificità non ha senso... ne sono stupito anche io...

ma da quando mi sono fracassato la mano ho un po' di tempo libero...


Beh...

che ne dite di un commentino? *_*

  
Leggi le 10 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Arkadio